Mostra Suggestioni d’Italia. Dal Neorealismo al Duemila. Lo sguardo di 14 fotografi - Torino

A cura di Manuela Vaccarone
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Aggiornato il La mostra presenta più di 100 fotografie realizzate dalla fine del secondo dopoguerra ai primi anni Duemila, che raccontano l'Italia per immagini: il paesaggio, i luoghi e le città esplorati da 14 grandi fotografi, sia nell'architettura sia nella loro dimensione umana e sociale. Le foto, in bianco nero e a colori, sono selezionate con l’intento di scandagliare l’interpretazione degli ‘esterni’, dall’arco alpino e le grandi città come Torino e Milano, per proseguire lungo la dorsale emiliana fino a scendere verso il Sud, tra Napoli, Matera, e infine toccare la Sicilia. Questa mostra, curata da Riccardo Passoni, ha l’intento di trasportare il visitatore in un continuo alternarsi di sensibilità e di atmosfere diverse, facendo emergere una prospettiva storica-temporale delle interpretazioni del soggetto-paesaggio. Nelle fotografie di Nino Migliori (Bologna, 1926) prevalgono i luoghi e i segni dell’uomo. È forse il fotografo che prima di tutti ha saputo interpretare la forza del Neorealismo. Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, Ge, 1930) sembra appartenere allo stesso ordine di attenzioni: nel condurre l’obiettivo della macchina fotografica sui temi del disagio, della arretratezza sociale, in una dimensione di epica popolare. Sui temi di un ritardo arcaico, sulla soglia dell’umiltà, si cimenta anche in seguito Mario Cresci (Chiavari, Ge, 1942) sia pure in una investigazione più marcatamente concettuale. Mimmo Jodice (Napoli, 1934) ha saputo interpretare, in bianco e nero, in maniera semplice e intensa, sia paesaggi minori sia luoghi ad alta intensità culturale e monumentale. Mario Giacomelli (Senigallia, An, 1925-2000) fissa l’attenzione sulla cultura ‘bassa’, collegandosi soprattutto alla indagine sulla campagna. Sullo stesso orizzonte paesaggistico si è cimentato Franco Fontana (Modena, 1933) solo portando la sua ricerca sul versante di un colore trionfante, forte. Di tutt’altro segno è la fotografia a colori inaugurata da Luigi Ghirri (Scandiano, RE, 1943 – Roncocesi, RE, 1992). I suoi paesaggi ‘vuoti’, quasi non sfiorati dalla presenza umana, ci impongono un nuovo sguardo sulle cose, architetture e paesaggi. Dai suoi scatti emerge un sentimento invincibile di mistero. Questa considerazione vale anche per le straordinarie fotografie, ma in bianco e nero, di Ugo Mulas (Pozzolengo, Bs, 1928 – Milano, 1973). I suoi paesaggi obbligano a guardare in maniera diversa i soggetti, danno la vertigine per quel che non avevamo saputo vedere in essi prima di adesso. Il bianco e nero è strumento necessario anche per dare forza alle immagini di Uliano Lucas (Milano, 1942). La sua è una fotografia di denuncia, perché riguarda la dimensione urbana e industriale, dove però è l’uomo a costituire il dato prevalente con le sue lotte e sofferenze. Sono in bianco e nero anche le fotografie di Ferdinando Scianna (Bagheria, Pa, 1943). Le persone che ritrae ci inducono a considerare i luoghi in una dimensione antropologica. Di Gabriele Basilico (Milano, 1944 – 2013) colpisce la oggettività concettuale del suo bianco e nero in cui emergono dai suoi scatti le architetture e il vuoto. Anche le fotografie dedicate all’Abbazia di San Galgano di Aurelio Amendola (Pistoia, 1938) sono consapevoli del significato di volumi e pesi dell’elemento architettonico. Enzo Obiso (Campobello di Mazara, Tp, 1954) lavora sul potenziale del bianco e nero. Il colore controllato degli scatti di Bruna Biamino (Torino, 1956) ci porta lontano, in una sorta di sogno lattiginoso.
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Torino
Regione: Piemonte
Luogo: GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino, via Magenta 31
Telefono: 011/4429518; Sito: www.gamtorino.it
Orari di apertura: 10-18. Lunedì chiuso
Costo: 10 euro; ridotto 8 euro
