Mostra Storia illustrata degli spaghetti al pomodoro. Acquerelli di Luciano Ragozzino. Testi di Massimo Montanari. Con Dante, la pasta e Artusi. Testi di Monica Alba e Giovanna Frosini - Forlimpopoli
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Forlimpopoli (Forli'-Cesena)
La mostra, ideata e curata dal libraio antiquario milanese Andrea Tomasetig in collaborazione con Casa Artusi, è dedicata alla “Storia illustrata degli spaghetti al pomodoro”.
La data dell’inaugurazione è altamente simbolica perché il 16 ottobre è la Giornata mondiale dell’alimentazione, che coincide quest’anno con le celebrazioni per il 75° anniversario del trasferimento della sede della FAO (Food and Agriculture Organisation – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) da Washington a Roma (1951-2021).
In aggiunta, pochi giorni dopo, il 25 ottobre, è la Giornata mondiale della pasta, la regina dell’alimentazione italiana con gli spaghetti in testa.
L’insolita mostra nasce da un libro, Il mito delle origini. Breve storia degli spaghetti al pomodoro, un brillante saggio di Massimo Montanari, autorevole docente e storico dell’alimentazione, pubblicato da Laterza nel 2019. La bravura dell’autore, come scrive il curatore nel testo introduttivo, sta nell’aver condensato in cento pagine colte e insieme piacevoli la lunga vicenda del piatto italiano per eccellenza.
Gli spaghetti raccontatati da Massimo Montanari non sono “solo” gastronomia, si intrecciano alla storia, all’economia e alla società. E soprattutto ci insegnano ad allargare il nostro sguardo, a vedere il percorso di un piatto attraverso i secoli, a riconoscere i diversi apporti di altre culture, che solo alla fine di un lungo processo producono un’identità che naturalmente non era data in origine.
Il passaggio dal libro alla mostra è stato possibile grazie all’intervento di un artista all’altezza: Luciano Ragozzino. La sua ispirazione è mentale, cerebrale, con un approccio sempre ironico, talora caustico, e un segno essenziale in bianco e nero, che fanno di lui un maestro della calcografia.
Per gli spaghetti ha usato però l’altra tecnica in cui eccelle, l’acquerello. Il risultato sono diciotto tavole più morbide delle acqueforti nel segno e godibili per il colore, ma sempre ironiche e puntuali nel fare da contrappunto grafico ai testi.
Ragozzino non illustra, inventa e le sue intelligenti metafore visive si imprimono nella mente “completando” le parole e costituendo il principale corpus iconografico mai ideato finora sulla storia degli spaghetti.
In esposizione vi sono sia gli acquerelli originali che quelli poi riprodotti sotto la sua supervisione in un formato più grande, adatto a essere esposto, in solo otto esemplari numerati e firmati. I visitatori hanno l’opportunità di apprezzare la sequenza delle immagini e di capirne il senso nelle articolate didascalie che le accompagnano, a cura dello stesso Massimo Montanari.
La mostra non poteva dimenticare nel settecentenario dantesco i vermicelli all’epoca di Dante e il tributo che Artusi rende al sommo poeta. I testi di Monica Alba e Giovanna Frosini con ulteriori due tavole in tema di Luciano Ragozzino completano e chiudono l’esposizione che, in occasione della VI Settimana della Cucina Italiana nel Mondo (22-28 novembre), sarà proposta anche in versione digitale alle istituzioni e/o comunità italiane all’estero.
La data dell’inaugurazione è altamente simbolica perché il 16 ottobre è la Giornata mondiale dell’alimentazione, che coincide quest’anno con le celebrazioni per il 75° anniversario del trasferimento della sede della FAO (Food and Agriculture Organisation – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) da Washington a Roma (1951-2021).
In aggiunta, pochi giorni dopo, il 25 ottobre, è la Giornata mondiale della pasta, la regina dell’alimentazione italiana con gli spaghetti in testa.
L’insolita mostra nasce da un libro, Il mito delle origini. Breve storia degli spaghetti al pomodoro, un brillante saggio di Massimo Montanari, autorevole docente e storico dell’alimentazione, pubblicato da Laterza nel 2019. La bravura dell’autore, come scrive il curatore nel testo introduttivo, sta nell’aver condensato in cento pagine colte e insieme piacevoli la lunga vicenda del piatto italiano per eccellenza.
Gli spaghetti raccontatati da Massimo Montanari non sono “solo” gastronomia, si intrecciano alla storia, all’economia e alla società. E soprattutto ci insegnano ad allargare il nostro sguardo, a vedere il percorso di un piatto attraverso i secoli, a riconoscere i diversi apporti di altre culture, che solo alla fine di un lungo processo producono un’identità che naturalmente non era data in origine.
Il passaggio dal libro alla mostra è stato possibile grazie all’intervento di un artista all’altezza: Luciano Ragozzino. La sua ispirazione è mentale, cerebrale, con un approccio sempre ironico, talora caustico, e un segno essenziale in bianco e nero, che fanno di lui un maestro della calcografia.
Per gli spaghetti ha usato però l’altra tecnica in cui eccelle, l’acquerello. Il risultato sono diciotto tavole più morbide delle acqueforti nel segno e godibili per il colore, ma sempre ironiche e puntuali nel fare da contrappunto grafico ai testi.
Ragozzino non illustra, inventa e le sue intelligenti metafore visive si imprimono nella mente “completando” le parole e costituendo il principale corpus iconografico mai ideato finora sulla storia degli spaghetti.
In esposizione vi sono sia gli acquerelli originali che quelli poi riprodotti sotto la sua supervisione in un formato più grande, adatto a essere esposto, in solo otto esemplari numerati e firmati. I visitatori hanno l’opportunità di apprezzare la sequenza delle immagini e di capirne il senso nelle articolate didascalie che le accompagnano, a cura dello stesso Massimo Montanari.
La mostra non poteva dimenticare nel settecentenario dantesco i vermicelli all’epoca di Dante e il tributo che Artusi rende al sommo poeta. I testi di Monica Alba e Giovanna Frosini con ulteriori due tavole in tema di Luciano Ragozzino completano e chiudono l’esposizione che, in occasione della VI Settimana della Cucina Italiana nel Mondo (22-28 novembre), sarà proposta anche in versione digitale alle istituzioni e/o comunità italiane all’estero.
Regione: Emilia Romagna
Luogo: Casa Artusi, Chiesa dei Servi, via A. Costa 27
Telefono: 349/8401818
Orari di apertura: 15-18 lunedì, mercoledì, venerdì; 9-12,30 martedì e giovedì; 9,30-12,30 sabato e domenica
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: 0 - ingresso libero
Sito web: www.casartusi.it
Organizzatore: Andrea Tomasetig in collaborazione con Casa Artusi