Mostra Stefan Gierowski. Il senso dello spazio, la scelta della luce. Con opere di Lucio Fontana, Mario Nigro e Piero Dorazio - Milano
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Milano
La mostra è dedicata a Stefan Gierowski, uno dei maggiori artisti polacchi del secondo dopoguerra che torna a esporre in Italia dopo la Biennale di Venezia del 1968.
Ripercorrendo i periodi e gli snodi cruciali della produzione di Stefan Gierowski (1925, Częstochowa) dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta del XX secolo, il progetto espositivo esplora il rapporto dell’artista polacco con la stagione informale italiana attraverso il confronto con alcune opere di Lucio Fontana, Mario Nigro e Piero Dorazio, rivelando analogie e parallelismi nelle rispettive poetiche nonostante non ci fui mai un vero e proprio contatto.
La mostra intende così rileggere la figura e la posizione di Gieroswki all’interno della corrente astratta del Novecento per affermare il suo ruolo di interlocutore fondamentale per la stagione informale a livello internazionale e restituire alla sua produzione quel posto eminente che gli è stato privato per varie contingenze e vicissitudini della Storia, prima tra tutti la Guerra fredda.
Nel testo che accompagna la mostra, Michel Gauthier – critico d'arte contemporanea e curatore al Centre Pompidou di Parigi dal 2010 – si riferisce alla pittura di Gierowski come a “una struttura aperta in un punto su uno spazio infinito”, individuando una caratteristica fondamentale del suo lavoro: dare profondità alla superficie pittorica.
Questo desiderio di apertura del campo pittorico a uno spazio “totale”, oltre il piano ristretto del dipinto, è ciò che accomuna la ricerca dell’artista polacco con quella che negli stessi anni in Italia portavano avanti autori come Fontana, Nigro e Dorazio.
Ciascuno con le proprie peculiarità, hanno approcciato l’astrazione attraverso le categorie dello spazio, della luce e del colore per superare i limiti del quadro: i tagli di Lucio Fontana, che aprono veri e propri squarci nella tela; le griglie prospettiche di Mario Nigro, che danno un’illusione di profondità spaziale, teatro di forze piuttosto che di forme; le trame cromatiche di Piero Dorazio, che estendono all’infinito il gioco di linee di diversi colori; la luce-colore di Gierowski, dapprima linea e poi nebulosità puntinista che apre e libera il campo pittorico.
La mostra è curata da Michel Gauthier.
Dida: Stefan Gierowski, CCLXXIII, 1971, olio su tela, 67x67 cm. Courtesy: Fondazione Stefan Gierowski. Ph: Adam Gut.
Ripercorrendo i periodi e gli snodi cruciali della produzione di Stefan Gierowski (1925, Częstochowa) dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta del XX secolo, il progetto espositivo esplora il rapporto dell’artista polacco con la stagione informale italiana attraverso il confronto con alcune opere di Lucio Fontana, Mario Nigro e Piero Dorazio, rivelando analogie e parallelismi nelle rispettive poetiche nonostante non ci fui mai un vero e proprio contatto.
La mostra intende così rileggere la figura e la posizione di Gieroswki all’interno della corrente astratta del Novecento per affermare il suo ruolo di interlocutore fondamentale per la stagione informale a livello internazionale e restituire alla sua produzione quel posto eminente che gli è stato privato per varie contingenze e vicissitudini della Storia, prima tra tutti la Guerra fredda.
Nel testo che accompagna la mostra, Michel Gauthier – critico d'arte contemporanea e curatore al Centre Pompidou di Parigi dal 2010 – si riferisce alla pittura di Gierowski come a “una struttura aperta in un punto su uno spazio infinito”, individuando una caratteristica fondamentale del suo lavoro: dare profondità alla superficie pittorica.
Questo desiderio di apertura del campo pittorico a uno spazio “totale”, oltre il piano ristretto del dipinto, è ciò che accomuna la ricerca dell’artista polacco con quella che negli stessi anni in Italia portavano avanti autori come Fontana, Nigro e Dorazio.
Ciascuno con le proprie peculiarità, hanno approcciato l’astrazione attraverso le categorie dello spazio, della luce e del colore per superare i limiti del quadro: i tagli di Lucio Fontana, che aprono veri e propri squarci nella tela; le griglie prospettiche di Mario Nigro, che danno un’illusione di profondità spaziale, teatro di forze piuttosto che di forme; le trame cromatiche di Piero Dorazio, che estendono all’infinito il gioco di linee di diversi colori; la luce-colore di Gierowski, dapprima linea e poi nebulosità puntinista che apre e libera il campo pittorico.
La mostra è curata da Michel Gauthier.
Dida: Stefan Gierowski, CCLXXIII, 1971, olio su tela, 67x67 cm. Courtesy: Fondazione Stefan Gierowski. Ph: Adam Gut.
Regione: Lombardia
Luogo: Dep Art Gallery, via Comelico 40
Telefono: 02/89052365
Orari di apertura: 10,30-19. Domenica e lunedì chiuso
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: 0 - ingresso libero
Sito web: www.depart.it
Organizzatore: Dep Art Gallery in collaborazione con la Fondazione Stefan Gierowski