Mostra Spazio/Territorio. Quattro artisti: un dialogo con Vincenzo Agnetti - Milano
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Milano
L’Archivio Vincenzo Agnetti presenta la mostra che inaugura un nuovo ciclo intitolato “Andata e Ritorno” per mettere a confronto le opere di Agnetti con quelle di artisti di generazioni più giovani con l’intento di esplorare come questi considerino la portata concettuale della sua opera e come possa essere riletta alla luce delle esigenze culturali di oggi.
Il progetto verte sullo spazio a partire dai concetti elaborati da Vincenzo Agnetti, in particolare la dicotomia spazio/territorio e ciascuno dei quattro artisti, Sergio Limonta, Filippo Manzini, Cesare Pietroiusti, Luca Vitone, espone un’opera in relazione a una o più opere di Agnetti.
Sergio Limonta mette a confronto le sue bandiere allungate in modo sproporzionato con quelle elaborate da Agnetti nella definizione di uno spazio geopolitico.
Filippo Manzini espone le sue fotografie in bianco e nero e a colori in cui lo si vede intervenire negli spazi urbani con le sue sbarre metalliche come sculture effimere. L’artista identifica spazio esistenziale, come quello a cui alludono alcuni feltri di Agnetti, per esempio “Abitato dalle cose e dal respiro”.
Lo spazio istituzionale, il “Corfine” (la cornice del quadro, ma anche quella dell’intero sistema dell’arte, definisce un confine) viene affrontato con le opere di Cesare Pietroiusti, quelle che si possono prendere gratuitamente dagli spazi espositivi ma che poi non si possono vendere pena la perdita di ogni valore economico. All’istituzione si risponde col paradosso, una pratica molto frequentata da Agnetti.
Luca Vitone espone alcuni suoi lavori sulle comunità Rom, il popolo nomade opposto ad ogni territorialità uno fra i concetti centrali indagati da Agnetti con i suoi feltri, le grafiche e gli assiomi sull’argomento, fra tutti “Misurare lo spazio è solo e solo un gesto di appropriazione territoriale”.
La mostra è curata da Giorgio Verzotti.
Il progetto verte sullo spazio a partire dai concetti elaborati da Vincenzo Agnetti, in particolare la dicotomia spazio/territorio e ciascuno dei quattro artisti, Sergio Limonta, Filippo Manzini, Cesare Pietroiusti, Luca Vitone, espone un’opera in relazione a una o più opere di Agnetti.
Sergio Limonta mette a confronto le sue bandiere allungate in modo sproporzionato con quelle elaborate da Agnetti nella definizione di uno spazio geopolitico.
Filippo Manzini espone le sue fotografie in bianco e nero e a colori in cui lo si vede intervenire negli spazi urbani con le sue sbarre metalliche come sculture effimere. L’artista identifica spazio esistenziale, come quello a cui alludono alcuni feltri di Agnetti, per esempio “Abitato dalle cose e dal respiro”.
Lo spazio istituzionale, il “Corfine” (la cornice del quadro, ma anche quella dell’intero sistema dell’arte, definisce un confine) viene affrontato con le opere di Cesare Pietroiusti, quelle che si possono prendere gratuitamente dagli spazi espositivi ma che poi non si possono vendere pena la perdita di ogni valore economico. All’istituzione si risponde col paradosso, una pratica molto frequentata da Agnetti.
Luca Vitone espone alcuni suoi lavori sulle comunità Rom, il popolo nomade opposto ad ogni territorialità uno fra i concetti centrali indagati da Agnetti con i suoi feltri, le grafiche e gli assiomi sull’argomento, fra tutti “Misurare lo spazio è solo e solo un gesto di appropriazione territoriale”.
La mostra è curata da Giorgio Verzotti.
Regione: Lombardia
Luogo: Archivio Vincenzo Agnetti, via Machiavelli 30
Telefono: 328/8840143
Orari di apertura: su prenotazione
Costo: Ingresso libero su prenotazione telefonando ai numeri 328/8840143 e 347/7559633 dalle ore 14 alle 18
Dove acquistare: 0 - ingresso libero su prenotazione
Sito web: www.vincenzoagnetti.com
Organizzatore: Archivio Vincenzo Agnetti