Mostra Sculture lignee a confronto dalle città ducali di Vigevano e Milano - Milano
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Milano
Il Castello Sforzesco di Milano organizza nella Sala della Balla la mostra concepita come naturale prosecuzione della rassegna espositiva "Il Corpo e l’Anima, da Donatello a Michelangelo. Scultura italiana del Rinascimento", iniziativa che intende condurre un ulteriore approfondimento intorno alle sculture lignee policrome di area lombarda, proponendo un duplice focus sul Compianto di San Dionigi e sull’Ancona di San Giuseppe provenienti da Vigevano, come Milano sede di un’importante corte sforzesca tra Quattro e Cinquecento.
Questo è un periodo di florida produzione artistica nel territorio lombardo tra l’epoca di Ludovico il Moro, la dominazione francese e il momento dell’ultimo duca Francesco II Sforza, che nei primi anni ’30 del XVI secolo si dedica alla riqualificazione del castello e del duomo di Vigevano.
Un'epoca in cui molte corti tutte splendide e sovente imparentate da convenienti matrimoni, nonostante il susseguirsi di turbolenze politiche e militari e pestilenze, contribuirono a dare vita in Italia a quell’età dell’oro dell’arte che produrrà non solo capolavori già universalmente conosciuti, ma anche opere di destinazione liturgica di straordinaria fattura e qualità estetica ancora in gran parte da scoprire, come la mostra attuale si prefigge di dimostrare.
Le sculture sono state recentemente oggetto di interventi di restauro, di indagini scientifiche e
documentarie, realizzate in sinergia tra la competente Soprintendenza territoriale e il Castello di Milano.
L’azione di tutela del Ministero si coniuga alla funzione di valorizzazione del Museo milanese; questa collaborazione consente di esporre le opere decontestualizzate dal loro ambiente originario, ma ben visibili e presentate in modo da renderne leggibili i valori stilistici e la raffinatezza dei dettagli.
Ciò permette una serie di confronti con alcune opere del Castello Sforzesco, come le figure dal disperso Compianto dalla chiesa milanese di Santa Maria Bianca in Casoretto, accostate per l’occasione alle sculture vigevanesi.
La collocazione entro il percorso museale del Castello Sforzesco di Milano favorisce il confronto con la collezione permanente esposta presso il Museo dei Mobili e delle Sculture Lignee (Corte Ducale), una delle maggiori raccolte di sculture lombarde del Rinascimento, e con gli Arazzi dei Mesi Trivulzio esposti nella Sala della Balla, intessuti a Vigevano nei primi anni del ‘500 su disegno di Bartolomeo Suardi detto il Bramantino, nelle stesse date in cui venivano scolpite e dipinte le sculture che qui oggi si espongono.
I due gruppi scultorei, provenienti da Vigevano e posti a confronto con il cosiddetto Compianto di Casoretto, sono entrambi di imponenti dimensioni e presentano ancora tracce di una policromia antica: conservano quindi interamente quella capacità di comunicazione emotiva che contraddistingue la scultura lignea lombarda rinascimentale.
Il Compianto di San Dionigi a Vigevano è stato accostato negli anni passati all’opera del Maestro dei Compianti, un anonimo scultore di cultura artistica lombarda a cui sono state attribuite anche tre statue conservate oggi nella collezione del Castello Sforzesco di Milano, per l’occasione poste a confronto.
Questo anonimo scultore, rimasto un po' ai margini degli studi specialistici, stretto tra le ingombranti personalità delle due principali botteghe attive in Lombardia, quella dei De Donati e quella dei Del Maino, ha recuperato un ruolo non secondario grazie all’identificazione delle tre importanti statue del Castello provenienti dal disperso Compianto della chiesa di Santa Maria Bianca della Misericordia in Casoretto a Milano.
L’Ancona di San Giuseppe dalla chiesa della Madonna dei Sette Dolori di Vigevano era opera finora poco nota: le sue ingenti dimensioni e la collocazione in chiesa a notevole altezza da terra hanno fino a oggi impedito di apprezzare la qualità del modellato e di avanzare una ponderata valutazione stilistica e attributiva. Il recentissimo restauro, ha permesso di rilevare le notevoli finezze nell’intaglio e nella
decorazione policromata con largo uso della tecnica del graffito su tempera e oro.
L’ancona risulta essere il frutto del lavoro dei maggiori artisti dell’epoca: ai fratelli De Donati si attribuiscono le due statue di Giuseppe e Maria, mentre a Giovanni Angelo e Tiburzio del Maino e ai loro collaboratori si assegna l’esecuzione delle scene narrative e dei profeti, oltre alla carpenteria e quindi all’ideazione architettonica.
La mostra è a cura di Claudio Salsi, Direttore Area Soprintendenza Castello, mentre l'allestimento è curato dall’architetto Andrea Perin.
Questo è un periodo di florida produzione artistica nel territorio lombardo tra l’epoca di Ludovico il Moro, la dominazione francese e il momento dell’ultimo duca Francesco II Sforza, che nei primi anni ’30 del XVI secolo si dedica alla riqualificazione del castello e del duomo di Vigevano.
Un'epoca in cui molte corti tutte splendide e sovente imparentate da convenienti matrimoni, nonostante il susseguirsi di turbolenze politiche e militari e pestilenze, contribuirono a dare vita in Italia a quell’età dell’oro dell’arte che produrrà non solo capolavori già universalmente conosciuti, ma anche opere di destinazione liturgica di straordinaria fattura e qualità estetica ancora in gran parte da scoprire, come la mostra attuale si prefigge di dimostrare.
Le sculture sono state recentemente oggetto di interventi di restauro, di indagini scientifiche e
documentarie, realizzate in sinergia tra la competente Soprintendenza territoriale e il Castello di Milano.
L’azione di tutela del Ministero si coniuga alla funzione di valorizzazione del Museo milanese; questa collaborazione consente di esporre le opere decontestualizzate dal loro ambiente originario, ma ben visibili e presentate in modo da renderne leggibili i valori stilistici e la raffinatezza dei dettagli.
Ciò permette una serie di confronti con alcune opere del Castello Sforzesco, come le figure dal disperso Compianto dalla chiesa milanese di Santa Maria Bianca in Casoretto, accostate per l’occasione alle sculture vigevanesi.
La collocazione entro il percorso museale del Castello Sforzesco di Milano favorisce il confronto con la collezione permanente esposta presso il Museo dei Mobili e delle Sculture Lignee (Corte Ducale), una delle maggiori raccolte di sculture lombarde del Rinascimento, e con gli Arazzi dei Mesi Trivulzio esposti nella Sala della Balla, intessuti a Vigevano nei primi anni del ‘500 su disegno di Bartolomeo Suardi detto il Bramantino, nelle stesse date in cui venivano scolpite e dipinte le sculture che qui oggi si espongono.
I due gruppi scultorei, provenienti da Vigevano e posti a confronto con il cosiddetto Compianto di Casoretto, sono entrambi di imponenti dimensioni e presentano ancora tracce di una policromia antica: conservano quindi interamente quella capacità di comunicazione emotiva che contraddistingue la scultura lignea lombarda rinascimentale.
Il Compianto di San Dionigi a Vigevano è stato accostato negli anni passati all’opera del Maestro dei Compianti, un anonimo scultore di cultura artistica lombarda a cui sono state attribuite anche tre statue conservate oggi nella collezione del Castello Sforzesco di Milano, per l’occasione poste a confronto.
Questo anonimo scultore, rimasto un po' ai margini degli studi specialistici, stretto tra le ingombranti personalità delle due principali botteghe attive in Lombardia, quella dei De Donati e quella dei Del Maino, ha recuperato un ruolo non secondario grazie all’identificazione delle tre importanti statue del Castello provenienti dal disperso Compianto della chiesa di Santa Maria Bianca della Misericordia in Casoretto a Milano.
L’Ancona di San Giuseppe dalla chiesa della Madonna dei Sette Dolori di Vigevano era opera finora poco nota: le sue ingenti dimensioni e la collocazione in chiesa a notevole altezza da terra hanno fino a oggi impedito di apprezzare la qualità del modellato e di avanzare una ponderata valutazione stilistica e attributiva. Il recentissimo restauro, ha permesso di rilevare le notevoli finezze nell’intaglio e nella
decorazione policromata con largo uso della tecnica del graffito su tempera e oro.
L’ancona risulta essere il frutto del lavoro dei maggiori artisti dell’epoca: ai fratelli De Donati si attribuiscono le due statue di Giuseppe e Maria, mentre a Giovanni Angelo e Tiburzio del Maino e ai loro collaboratori si assegna l’esecuzione delle scene narrative e dei profeti, oltre alla carpenteria e quindi all’ideazione architettonica.
La mostra è a cura di Claudio Salsi, Direttore Area Soprintendenza Castello, mentre l'allestimento è curato dall’architetto Andrea Perin.
Regione: Lombardia
Luogo: Castello Sforzesco, Sala della Balla, piazza Castello
Telefono: 02/88463700
Orari di apertura: 10-17,30. Lunedì chiuso
Costo: 7 euro; 5 euro
Dove acquistare: www.milanocastello.it
Sito web: www.milanocastello.it
Organizzatore: Castello Sforzesco - Comune di Milano-Cultura con Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Como Lecco Monza-Brianza Pavia Sondrio e Varese, Città di Vigevano e Diocesi di Vigevano