Mostra Reversing the Eye. Fotografia, film e video negli anni dell’arte povera - Milano
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Milano
Triennale Milano presenta, in collaborazione con Jeu de Paume e LE BAL, due tra le più rilevanti istituzioni internazionali che si occupano di immagine, la mostra che espone 250 opere realizzate da 49 artisti, il rapporto dell’arte povera e di alcune avanguardie presenti in Italia tra gli anni Sessanta e i primi anni Settanta con i linguaggi della fotografia, del cinema e del video.
L’obiettivo della mostra non è dare conto di tutte le avanguardie presenti in Italia in quell’epoca, ma concentrarsi sulla scena dell’arte povera, come la definì il critico Germano Celant nel 1967.
In risposta alla Pop Art americana e in concomitanza con l’attività dei protagonisti della scena concettuale internazionale, l’arte povera aspirava all’incontro tra arte e vita. Benché raramente associati a questa tendenza, la fotografia, il cinema e il video sono stati di fatto ampiamente utilizzati dai suoi esponenti e possono quindi essere annoverati tra i media “poveri”.
Oltre ai protagonisti del movimento, la mostra dà spazio all’opera di altri artisti, in particolare fotografi come Elisabetta Catalano, Mario Cresci, Luigi Ghirri, Mimmo Jodice, Ugo Mulas, che esposero con loro o da cui furono influenzati in maniera determinante.
L’esposizione, il cui titolo riprende quello dell’opera di Giuseppe Penone del 1970, si articola in un percorso cronologico ed è attraversata da quattro filoni tematici: Corpo, Esperienza, Immagine e Teatro.
Ciascuno di questi termini racchiude un interrogativo specifico riguardo al rapporto con il tempo e lo spazio (Esperienza), alla decostruzione della realtà e alle sue rappresentazioni per immagini (Immagine), alla dimensione della teatralità insita in questi media (Teatro), al concetto stesso di identità e al ruolo dell’autore (Corpo).
La mostra riunisce le opere di 49 artisti:
Claudio Abate, Carlo Alfano, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti,
Pier Paolo Calzolari, Elisabetta Catalano, Mario Cresci, Gino De Dominicis, Plinio De Martiis, Luciano Fabro, Giosetta Fioroni, Luigi Ghirri,
Luciano Giaccari, Paolo Gioli, Laura Grisi, Marcello Grottesi,
Franco Guerzoni, Paolo Icaro, Mimmo Jodice, Jannis Kounellis,
Ketty La Rocca, Piero Manzoni, Plinio Martelli, Paolo Matteucci,
Eliseo Mattiacci, Fabio Mauri, Mario Merz, Marisa Merz, Ugo Mulas,
Paolo Mussat Sartor, Ugo Nespolo, Luigi Ontani, Giulio Paolini,
Claudio Parmiggiani, Pino Pascali, Pier Paolo Pasolini, Luca Maria Patella, Giuseppe Penone, Gianni Pettena, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Salvo (Salvatore Mangione), Gerry Schum, Cesare Tacchi, Andrea Taverna, Franco Vaccari, Michele Zaza e Gilberto Zorio.
La mostra è a cura di Quentin Bajac, Direttore di Jeu de Paume,
Diane Dufour, Direttrice di LE BAL, Giuliano Sergio, curatore indipendente, e Lorenza Bravetta, curatrice per fotografia, cinema e new media di Triennale Milano.
L’obiettivo della mostra non è dare conto di tutte le avanguardie presenti in Italia in quell’epoca, ma concentrarsi sulla scena dell’arte povera, come la definì il critico Germano Celant nel 1967.
In risposta alla Pop Art americana e in concomitanza con l’attività dei protagonisti della scena concettuale internazionale, l’arte povera aspirava all’incontro tra arte e vita. Benché raramente associati a questa tendenza, la fotografia, il cinema e il video sono stati di fatto ampiamente utilizzati dai suoi esponenti e possono quindi essere annoverati tra i media “poveri”.
Oltre ai protagonisti del movimento, la mostra dà spazio all’opera di altri artisti, in particolare fotografi come Elisabetta Catalano, Mario Cresci, Luigi Ghirri, Mimmo Jodice, Ugo Mulas, che esposero con loro o da cui furono influenzati in maniera determinante.
L’esposizione, il cui titolo riprende quello dell’opera di Giuseppe Penone del 1970, si articola in un percorso cronologico ed è attraversata da quattro filoni tematici: Corpo, Esperienza, Immagine e Teatro.
Ciascuno di questi termini racchiude un interrogativo specifico riguardo al rapporto con il tempo e lo spazio (Esperienza), alla decostruzione della realtà e alle sue rappresentazioni per immagini (Immagine), alla dimensione della teatralità insita in questi media (Teatro), al concetto stesso di identità e al ruolo dell’autore (Corpo).
La mostra riunisce le opere di 49 artisti:
Claudio Abate, Carlo Alfano, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti,
Pier Paolo Calzolari, Elisabetta Catalano, Mario Cresci, Gino De Dominicis, Plinio De Martiis, Luciano Fabro, Giosetta Fioroni, Luigi Ghirri,
Luciano Giaccari, Paolo Gioli, Laura Grisi, Marcello Grottesi,
Franco Guerzoni, Paolo Icaro, Mimmo Jodice, Jannis Kounellis,
Ketty La Rocca, Piero Manzoni, Plinio Martelli, Paolo Matteucci,
Eliseo Mattiacci, Fabio Mauri, Mario Merz, Marisa Merz, Ugo Mulas,
Paolo Mussat Sartor, Ugo Nespolo, Luigi Ontani, Giulio Paolini,
Claudio Parmiggiani, Pino Pascali, Pier Paolo Pasolini, Luca Maria Patella, Giuseppe Penone, Gianni Pettena, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Salvo (Salvatore Mangione), Gerry Schum, Cesare Tacchi, Andrea Taverna, Franco Vaccari, Michele Zaza e Gilberto Zorio.
La mostra è a cura di Quentin Bajac, Direttore di Jeu de Paume,
Diane Dufour, Direttrice di LE BAL, Giuliano Sergio, curatore indipendente, e Lorenza Bravetta, curatrice per fotografia, cinema e new media di Triennale Milano.
Regione: Lombardia
Luogo: Triennale Milano, viale Alemagna 6
Telefono: 02/724341
Orari di apertura: 11-20. Lunedì chiuso
Costo: 15 euro; ridotto 12 euro
Dove acquistare: www.triennale.org
Sito web: www.triennale.org
Organizzatore: Triennale Milano in collaborazione: con Jeu de Paume e LE BAL