Mostra Regina. Della Scultura - Bergamo
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Bergamo
La GAMeC di Bergamo presenta la prima retrospettiva in un museo italiano dedicata a Regina Cassolo Bracchi, in arte Regina (Mede Lomellina, 1894 - Milano, 1974), una delle figure più affascinanti, innovative e ancora oggi meno note del panorama artistico europeo del Novecento.
La mostra nasce dall’acquisizione da parte della GAMeC e del Centre Pompidou di Parigi di un importante nucleo di opere dell’artista e mira ad analizzare, dagli esordi negli anni Venti fino ai primi anni Settanta, la riflessione formale di una personalità unica, rimasta a torto ai margini della storia e riscoperta adesso quale figura complessa, sperimentatrice, versatile e poetica.
La leggerezza dei materiali, il dinamismo delle forme, un linguaggio fatto di sintesi geometrica e astrazioni liriche animano il suo lavoro, accanto a una pratica quotidiana rigorosa.
Duecentocinquanta opere, tra sculture, disegni, cartamodelli e taccuini, sono raccolte in un percorso che si sviluppa per temi e epoche, intrecciando i contatti con i movimenti dell’avanguardia e le vicende biografiche, dal Ventennio al boom del dopoguerra.
Grazie ai prestiti della Collezione-Archivio Gaetano e Zoe Fermani, di altri privati e del Museo di Mede Lomellina, che custodisce una parte significativa della sua produzione degli esordi, il viaggio nell’universo di Regina prende avvio dalla formazione accademica, con i primi ritratti realisti, di sapore Novecentesco, e gli studi sintetici degli animali.
Gli anni di adesione al Futurismo sono caratterizzati da opere in cui memorie di un mondo meccanico alla Depero si mescolano con le compenetrazioni spaziali di Archipenko e dove l’alluminio piegato libera le forme dai vincoli dei volumi della scultura tradizionale.
Come in un gigantesco erbario, la sezione dedicata ai disegni dei fiori di campo e ai gessi degli anni Quaranta mostra una sequenza serrata, fiabesca e allo stesso tempo scientifica di studi sulla vegetazione spontanea, ritratta su centinaia di fogli sparsi.
La stagione del MAC allinea cerchi, ellissi, giochi di triangoli o losanghe issati con grazia ed equilibrio in composizioni mobili, vibranti, spesso realizzate in Plexiglas.
Le suggestioni spaziali diffuse nella Milano degli anni Cinquanta si rivelano in opere che tradiscono il miraggio della corsa alla luna, sintetizzato da Regina in traiettorie di segni nel vuoto, combinazione ideale fra le linee-forza di matrice futurista e lo spazialismo di Fontana.
La mostra è a cura di Chiara Gatti e Lorenzo Giusti.
La mostra nasce dall’acquisizione da parte della GAMeC e del Centre Pompidou di Parigi di un importante nucleo di opere dell’artista e mira ad analizzare, dagli esordi negli anni Venti fino ai primi anni Settanta, la riflessione formale di una personalità unica, rimasta a torto ai margini della storia e riscoperta adesso quale figura complessa, sperimentatrice, versatile e poetica.
La leggerezza dei materiali, il dinamismo delle forme, un linguaggio fatto di sintesi geometrica e astrazioni liriche animano il suo lavoro, accanto a una pratica quotidiana rigorosa.
Duecentocinquanta opere, tra sculture, disegni, cartamodelli e taccuini, sono raccolte in un percorso che si sviluppa per temi e epoche, intrecciando i contatti con i movimenti dell’avanguardia e le vicende biografiche, dal Ventennio al boom del dopoguerra.
Grazie ai prestiti della Collezione-Archivio Gaetano e Zoe Fermani, di altri privati e del Museo di Mede Lomellina, che custodisce una parte significativa della sua produzione degli esordi, il viaggio nell’universo di Regina prende avvio dalla formazione accademica, con i primi ritratti realisti, di sapore Novecentesco, e gli studi sintetici degli animali.
Gli anni di adesione al Futurismo sono caratterizzati da opere in cui memorie di un mondo meccanico alla Depero si mescolano con le compenetrazioni spaziali di Archipenko e dove l’alluminio piegato libera le forme dai vincoli dei volumi della scultura tradizionale.
Come in un gigantesco erbario, la sezione dedicata ai disegni dei fiori di campo e ai gessi degli anni Quaranta mostra una sequenza serrata, fiabesca e allo stesso tempo scientifica di studi sulla vegetazione spontanea, ritratta su centinaia di fogli sparsi.
La stagione del MAC allinea cerchi, ellissi, giochi di triangoli o losanghe issati con grazia ed equilibrio in composizioni mobili, vibranti, spesso realizzate in Plexiglas.
Le suggestioni spaziali diffuse nella Milano degli anni Cinquanta si rivelano in opere che tradiscono il miraggio della corsa alla luna, sintetizzato da Regina in traiettorie di segni nel vuoto, combinazione ideale fra le linee-forza di matrice futurista e lo spazialismo di Fontana.
La mostra è a cura di Chiara Gatti e Lorenzo Giusti.
Regione: Lombardia
Luogo: GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, via San Tomaso 53
Telefono: 035/270272
Orari di apertura: 15-20,30 mercoledì e giovedì; 10-20,30 venerdì. Lunedì, martedì, sabato e domenica chiuso
Costo: ingresso libero, accesso consentito a un massimo di 80 visitatori alla volta
Dove acquistare: 0 - ingresso libero
Sito web: www.gamec.it
Organizzatore: GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo