Mostra Power and Prestige – Simboli del comando in Oceania - Venezia
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Venezia
L’esposizione intende proporre un viaggio inedito alla scoperta di 126 bastoni del potere risalenti al periodo tra il XVIII e il XIX secolo.
Si tratta della prima mostra dedicata a questo tipo di manufatti di pregio artistico, appartenenti alle più importanti collezioni europee, sia pubbliche che private. Tra i principali musei prestatori ci sono il British Museum di Londra, il museo di archeologia e antropologia dell’Università di Cambridge, il museo nazionale della Scozia di Edimburgo e il museo reale per l'Africa Centrale di Tervuren, in Belgio.
Il Nuovissimo Continente, come viene oggi indicata l’Oceania, l’ultimo ad essere scoperto dagli Europei prima dell’Antartide, è un insieme estremamente diversificato di isole sparse su metà della superficie del nostro pianeta, accomunate dal grande Oceano che le unisce.
Dall’Australia e la Nuova Guinea a ovest abitate da 50.000 anni, alle isole della Polinesia come Tahiti, l’isola di Pasqua e le Hawaii scoperte da intrepidi viaggiatori polinesiani mille anni fa, queste terre hanno una ricca varietà di culture che affascinarono i primi europei, che le raggiunsero a partire dal Cinquecento.
Gli abitanti del Pacifico avevano sviluppato tecniche, usi e forme d’arte originali che si erano evolute o modificate nei territori oceanici in base ai diversi contesti e alla storia di ognuno.
I bastoni del comando, di solito classificati come armi primitive anche se in molti casi mai utilizzati come tali, in realtà anche
bellissime sculture in legno, pietra e osso di balena, manufatti dai molteplici usi e significati, pezzi unici espressione della creatività e della capacità di straordinari artigiani, erano tra i materiali più diffusi e ancora prodotti quando, tra Sette e Ottocento, le spedizioni del Vecchio Continente iniziarono a giungere con
frequenza in quelle terre, prima che i missionari e le amministrazioni coloniali ne scoraggiassero la produzione.
Oggetto di curiosità e ammirazione, di studio e di collezionismo, vennero portati in Occidente da avventurieri, ricercatori, commercianti, missionari e ufficiali coloniali. Eppure, proprio perché a lungo considerati strumenti cruenti di selvaggi, furono costretti a un ruolo minore nei musei e nelle esposizioni.
Ora i bastoni del comando dell’Oceania vengono mostrati nella loro stupefacente bellezza scultorea e, sfidando gli atteggiamenti convenzionali e “la deformazione percettiva delle letture occidentali”, vengono presentati nelle loro molteplici valenze: vere opere d’arte complesse, rappresentazioni di divinità, status symbol, pregiati oggetti di scambio e accessori per le esibizioni,
e talvolta strumenti di combattimento.
La mostra è curata da Steven Hooper, direttore del Sainsbury Research Unit per le Arti dell’Africa, Oceania e delle Americhe presso l’Università dell’East Anglia nel Regno Unito.
Si tratta della prima mostra dedicata a questo tipo di manufatti di pregio artistico, appartenenti alle più importanti collezioni europee, sia pubbliche che private. Tra i principali musei prestatori ci sono il British Museum di Londra, il museo di archeologia e antropologia dell’Università di Cambridge, il museo nazionale della Scozia di Edimburgo e il museo reale per l'Africa Centrale di Tervuren, in Belgio.
Il Nuovissimo Continente, come viene oggi indicata l’Oceania, l’ultimo ad essere scoperto dagli Europei prima dell’Antartide, è un insieme estremamente diversificato di isole sparse su metà della superficie del nostro pianeta, accomunate dal grande Oceano che le unisce.
Dall’Australia e la Nuova Guinea a ovest abitate da 50.000 anni, alle isole della Polinesia come Tahiti, l’isola di Pasqua e le Hawaii scoperte da intrepidi viaggiatori polinesiani mille anni fa, queste terre hanno una ricca varietà di culture che affascinarono i primi europei, che le raggiunsero a partire dal Cinquecento.
Gli abitanti del Pacifico avevano sviluppato tecniche, usi e forme d’arte originali che si erano evolute o modificate nei territori oceanici in base ai diversi contesti e alla storia di ognuno.
I bastoni del comando, di solito classificati come armi primitive anche se in molti casi mai utilizzati come tali, in realtà anche
bellissime sculture in legno, pietra e osso di balena, manufatti dai molteplici usi e significati, pezzi unici espressione della creatività e della capacità di straordinari artigiani, erano tra i materiali più diffusi e ancora prodotti quando, tra Sette e Ottocento, le spedizioni del Vecchio Continente iniziarono a giungere con
frequenza in quelle terre, prima che i missionari e le amministrazioni coloniali ne scoraggiassero la produzione.
Oggetto di curiosità e ammirazione, di studio e di collezionismo, vennero portati in Occidente da avventurieri, ricercatori, commercianti, missionari e ufficiali coloniali. Eppure, proprio perché a lungo considerati strumenti cruenti di selvaggi, furono costretti a un ruolo minore nei musei e nelle esposizioni.
Ora i bastoni del comando dell’Oceania vengono mostrati nella loro stupefacente bellezza scultorea e, sfidando gli atteggiamenti convenzionali e “la deformazione percettiva delle letture occidentali”, vengono presentati nelle loro molteplici valenze: vere opere d’arte complesse, rappresentazioni di divinità, status symbol, pregiati oggetti di scambio e accessori per le esibizioni,
e talvolta strumenti di combattimento.
La mostra è curata da Steven Hooper, direttore del Sainsbury Research Unit per le Arti dell’Africa, Oceania e delle Americhe presso l’Università dell’East Anglia nel Regno Unito.
Regione: Veneto
Luogo: Palazzo Franchetti, San Marco 2842, campo Santo Stefano
Telefono: 041/2689389
Orari di apertura: 10-18. Lunedì chiuso
Costo: 12 euro; ridotto 10 euro
Dove acquistare: www.acp-palazzofranchetti.com
Sito web: www.acp-palazzofranchetti.com
Organizzatore: Fondazione Giancarlo Ligabue in collaborazione con il Musée du quai Branly-Jacques Chirac a Parigi