Mostra No, Oreste, No! Diari da un archivio impossibile - Bologna

A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Bologna
Il progetto espositivo è incentrato sull’esperienza artistico-relazionale di Progetto Oreste, nata nel 1997 e conclusasi nel 2001, con particolare attenzione alle vicende bolognesi.
Oreste non era un collettivo, non era un sindacato ma, come spesso hanno ribadito i suoi ideatori, era “un insieme variabile di persone”, di artisti che si sono scelti e trovati per un determinato tempo per condividere una certa maniera di vedere il mondo. Oreste ha agito da precursore, ha sperimentato un modo di lavorare alternativo a quello istituzionale, anticipando tendenze oggi date per scontate come la ricerca in spazi non profit e le residenze d'artista.
Alla base del progetto vi erano le relazioni, il dialogo e le interconnessioni nella cornice di un “spazio” libero in cui stimolare l’incontro, la discussione, l’aggregazione, l’esplorazione di nuovi territori sentendosi parte di una comunità multiforme accomunata dal linguaggio condiviso dell'arte.
L'esposizione, a cura di Serena Carbone, ha come fulcro ciò che resta oggi di Oreste: gli artisti con le loro vite e le loro ricerche, l’archivio composto da materiale audio-video e cartaceo, il materiale sulle pagine ancora navigabili di UnDo.Net e la vitalità che ne animava gli incontri e i dialoghi.
In mostra vengono esposti testi, fotografie, libri, cataloghi, riviste, flyers, locandine, lettere, e-mail, per ricostruire il grande network che l’invisibile Oreste, in pochi anni, ha intrecciato con il mondo dell’arte. Particolare attenzione viene riservata ai momenti e alle relazioni bolognesi, come il già citato convegno tenutosi al Link dal 31 ottobre al 2 novembre 1997, organizzato da Salvatore Falci, Eva Marisaldi, Giancarlo Norese, Cesare Pietroiusti, Anteo Radovan, Cesare Viel e Luca Vitone.
Nell’ambito dell’esposizione sono visibili anche diversi video di documentazione sulle residenze e la partecipazione alla Biennale e due installazioni: la prima è Oreste Vision di Mario Gorni e Paola Di Bello, realizzata ed esposta in occasione della mostra Le Tribù dell'Arte, a Roma, nel 2001; la seconda, Illustre Scultura Polimaterica di Lu Cafausu, realizzata al Link nel 2010 con "scarti di produzione” messi a disposizione da più di 30 artisti, sarà nuovamente in mostra in una versione parziale che verrà completata domenica 14 aprile con nuove aggiunte.
Oreste non era un collettivo, non era un sindacato ma, come spesso hanno ribadito i suoi ideatori, era “un insieme variabile di persone”, di artisti che si sono scelti e trovati per un determinato tempo per condividere una certa maniera di vedere il mondo. Oreste ha agito da precursore, ha sperimentato un modo di lavorare alternativo a quello istituzionale, anticipando tendenze oggi date per scontate come la ricerca in spazi non profit e le residenze d'artista.
Alla base del progetto vi erano le relazioni, il dialogo e le interconnessioni nella cornice di un “spazio” libero in cui stimolare l’incontro, la discussione, l’aggregazione, l’esplorazione di nuovi territori sentendosi parte di una comunità multiforme accomunata dal linguaggio condiviso dell'arte.
L'esposizione, a cura di Serena Carbone, ha come fulcro ciò che resta oggi di Oreste: gli artisti con le loro vite e le loro ricerche, l’archivio composto da materiale audio-video e cartaceo, il materiale sulle pagine ancora navigabili di UnDo.Net e la vitalità che ne animava gli incontri e i dialoghi.
In mostra vengono esposti testi, fotografie, libri, cataloghi, riviste, flyers, locandine, lettere, e-mail, per ricostruire il grande network che l’invisibile Oreste, in pochi anni, ha intrecciato con il mondo dell’arte. Particolare attenzione viene riservata ai momenti e alle relazioni bolognesi, come il già citato convegno tenutosi al Link dal 31 ottobre al 2 novembre 1997, organizzato da Salvatore Falci, Eva Marisaldi, Giancarlo Norese, Cesare Pietroiusti, Anteo Radovan, Cesare Viel e Luca Vitone.
Nell’ambito dell’esposizione sono visibili anche diversi video di documentazione sulle residenze e la partecipazione alla Biennale e due installazioni: la prima è Oreste Vision di Mario Gorni e Paola Di Bello, realizzata ed esposta in occasione della mostra Le Tribù dell'Arte, a Roma, nel 2001; la seconda, Illustre Scultura Polimaterica di Lu Cafausu, realizzata al Link nel 2010 con "scarti di produzione” messi a disposizione da più di 30 artisti, sarà nuovamente in mostra in una versione parziale che verrà completata domenica 14 aprile con nuove aggiunte.
Regione: Emilia Romagna
Luogo: MAMbo, Museo d'Arte Moderna di Bologna, Project Room, via Don Minzoni 14
Telefono: 051/6496611
Orari di apertura: 10-18,30; giovedì 10-22. Lunedì chiuso
Costo: 6 euro; ridotto 4 euro
Dove acquistare: www.mambo-bologna.org
Sito web: www.mambo-bologna.org
Organizzatore: MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna
