Mostra Naturecultures. Arte e Natura dall’Arte povera a oggi - Torino

Manuela Vaccarone
A cura di Manuela Vaccarone
Pubblicato il 28/04/2022 Aggiornato il 28/04/2022
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Torino
La mostra presenta opere in prevalenza della collezione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, acquisite tra il 2000 e il 2021 grazie alla Fondazione CRT: una sinergia che ha consentito a Torino e al Piemonte di costruire, in poco più di vent’anni, una delle più significative raccolte d’arte contemporanea al mondo a disposizione del pubblico.

La collezione privata della leggendaria gallerista Margherita Stein, che si faceva chiamare “Christian” Stein, costituì il primo nucleo della raccolta nel 2000; l’ultima opera acquistata nel 2021 è Adjacent Possible di Agnieska Kurant, presente in mostra.

Contemporaneamente ad altri artisti internazionali attivi a partire dalla fine degli anni sessanta del secolo scorso, gli artisti dell’Arte povera, molti dei quali torinesi, indagavano la realtà dell’esperienza fisica e incanalavano nelle loro opere l’energia invisibile che scorre nel mondo. Usavano tecniche elementari e materiali comuni per superare la separazione tra natura e artificio e rendere percepibile una consapevolezza corporea del mondo sensibile.

Con le loro opere, hanno anticipato l’ecologia contemporanea. Scettici riguardo all’accelerazione dello sviluppo economico, erano consapevoli della necessità di un nuovo equilibrio ambientale.
Erano vitali, ottimisti, pacifisti e anarchici, e hanno trasformato la definizione stessa di arte attraverso l’incrocio libero tra pittura, scultura, performance, film e fotografia nella nozione più aperta dell’installazione percorribile dal pubblico.

Tra i capolavori in mostra figurano la Venere degli stracci, 1967, di Michelangelo Pistoletto opera cult della counterculture negli anni Sessanta che ha anticipato le tematiche del riciclo dei materiali, e l’Albero di 11 metri, 1969–89, di Giuseppe Penone, che rivela la forma dell’albero da una trave industriale scolpendo attorno ai nodi, fino a The Sovereign Forest, 2012, di Amar Kanwar, che denuncia forme di ingiustizia climatica e sociale, e a un nuovo alfabeto generato da un algoritmo in Adjacent Possible, 2021, di Agnieszka Kurant, realizzato con pigmenti batterici.

La mostra è a cura di Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Marcella Beccaria, Capo Curatore e Curatore delle Collezioni, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e Samuele Piazza, Senior Curator, OGR Torino.

Da maggio a settembre un ricco programma di eventi collaterali curati dal Castello di Rivoli, in collaborazione con la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, consentirà al pubblico di approfondire le tematiche della mostra: il rapporto arte/ecologia, la biodiversità, la nascita dell’Arte Povera, le nuove frontiere del collezionismo.

Previste, in particolare, visite guidate con i curatori della rassegna, talks, escursioni al di fuori dei confini fisici di OGR insieme ai maggiori interpreti dell’Arte Povera, e il convegno internazionale “Climate PTSD” con esperti da tutto il mondo che si confronteranno sugli effetti post traumatici dei cambiamenti climatici.

Dida: Veduta dell'allestimento alle OGR Torino. Foto Andrea Rossetti per OGR Torino.

Regione: Piemonte
Luogo: OGR Torino, BINARI 1 e 2, corso Castelfidardo 22
Telefono: 011/0247108
Orari di apertura: 12-20 giovedì e venerdì; 10-20 sabato e domenica
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: 0 - ingresso libero
Sito web: www.ogrtorino.it
Organizzatore: OGR Torino e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Naturecultures. Arte e Natura dall’Arte povera a oggi