Mostra Massimo Campigli e gli Etruschi. Una pagana felicità - Venezia

Manuela Vaccarone
A cura di Manuela Vaccarone
Pubblicato il 10/05/2021 Aggiornato il 05/10/2021
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Venezia
La mostra intende proporsi come un vero dialogo tra le opere del maestro Massimo Campigli (Berlino, 1895 - Saint Tropez, 1971) e gli esempi del passato da cui ha tratto così forte ispirazione.

Le circa 35 opere di Campigli selezionate si affiancano a una cinquantina di reperti della civiltà etrusca, molti dei quali inediti e esposti qui per la prima volta, individuati dalla Soprintendente Margherita Eichberg assieme agli studiosi del Comitato Scientifico Leonardo Bochicchio, Simona Carosi, Daniele Federico Maras, Rossella Zaccagnini, affiancati dal direttore di ricerca Arch. Giovanni Cesarini.

Le composizioni volutamente arcaicizzanti di Campigli, ben rappresentate in mostra con dipinti che spaziano dal 1928 al 1966, ritrovano le origini della loro ispirazione più profonda nei reperti etruschi esposti con cui si instaura una naturale condivisione di atmosfere, segni e colori.

Due opere, “Busto con vaso blu” e “Zingari”, sono proprio del 1928 e segnano chiaramente il passaggio verso una nuova figurazione, che si fa sempre più evidente in opere come “Donne con l'ombrellino” del 1940 fino alla “Donna seduta” del 1961.

La ricchezza tipologica dei reperti esposti, dai vasi alle statuine, dai gioielli ai sarcofagi, permette di rintracciare un alfabeto e un universo di legami che si declinano in riferimenti puntuali nelle diverse sezioni della mostra: la prima dedicata alla figura umana, divisa in gli uomini e le donne; la seconda agli animali, composta da uccelli, cavalli, animali selvatici e infine la terza con forme e geometrie.

Molti dei reperti sono inediti e provengono da importanti operazioni di recupero di materiale archeologico, anche da rinomati musei internazionali, e ora nella disponibilità della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale.

Una nota meritano due preziosi sarcofagi in terracotta del Museo Civico di Viterbo: un sarcofago fittile femminile della seconda metà del III sec. a.C. e un sarcofago fittile maschile della fine del III, inizio del II sec. a.C. Al secondo Piano Nobile un reperto inedito: Viaggiatore etrusco.

Attraverso il richiamo di queste formule espressive appartenenti a una gloriosa civiltà passata, l'arte di Campigli rivela una profonda originalità proprio nella coesistenza tra antichi splendori e attualità, immergendo il visitatore in una dimensione dove il tempo sembra fermarsi o scorrere tranquillo in una quiete imperturbabile.
Ci mostra un Novecento contemporaneo alle età più antiche del Mediterraneo scrivendo così una pagina molto interessante di quello che l'archeologo Massimo Pallottino ha definito come “romanzo etrusco”, un mito che dal Rinascimento in poi continua a esercitare una forte fascinazione di generazione in generazione.

L'esposizione. a cura di Franco Calarota con la supervisione generale di Alessia Calarota, ha potuto contare sul prezioso apporto scientifico della storica dell'arte Martina Corgnati.
Regione: Veneto
Luogo: ACP - Palazzo Franchetti, San Marco 2842
Telefono: 041/2689389; 333/1012415 Call Center
Orari di apertura: 10-18. Lunedì chiuso
Costo: 12 euro; ridotto 10 euro
Dove acquistare: www.acp-palazzofranchetti.com
Sito web: www.acp-palazzofranchetti.com
Organizzatore: ACP Capital Partner
Massimo Campigli e gli Etruschi. Una pagana felicità