Mostra Ligabue, la figura ritrovata. 11 artisti contemporanei a confronto - Gualtieri
A cura di Manuela Vaccarone
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Gualtieri (Reggio nell'Emilia)
La Fondazione Museo Antonio Ligabue di Gualtieri presenta un confronto inedito tra Antonio Ligabue e undici artisti contemporanei:
Evita Andùjar (Écija, Spagna, 1974), Mirko Baricchi (La Spezia, 1970) Elisa Bertaglia (Rovigo, 1983), Marco Grassi (Milano, 1966),
Fabio Lombardi (Gavardo, Brescia, 1993), Juan Eugenio Ochoa (Medellin, Colombia, 1983), Michele Parisi (Riva del Garda, Trento, 1983), Ettore Pinelli (Modica, Ragusa, 1984), Maurizio Pometti (Catania, 1987), Giorgio Tentolini (Casalmaggiore, Cremona, 1978) e Marika Vicari (Vicenza, 1979), capaci di connettere, attraverso la potenza dell'immaginazione, la realtà che conosciamo con un altrove denso di mistero e di speranza.
La mostra nasce da un nuovo corpus di opere di Antonio Ligabue, raccolte e selezionate da Francesco Negri.
Grazie al rapporto costruito negli anni, insieme al padre Sergio, con i numerosi collezionisti di Ligabue, Francesco Negri ha avuto la possibilità di proporre per la mostra sedici opere di grande valore, tra le quali "La leonessa con zebra" del 1958-59, che costituisce una prima assoluta per Gualtieri, non essendo stata presente nemmeno nell'antologica del 1975.
Il percorso espositivo comprende il piccolo "Autoritratto" del 1940-42, tra i primissimi realizzati dall'artista all'inizio del suo secondo periodo artistico, e alcuni dipinti provenienti da precedenti importanti collezioni, come "La lotta di galli" del 1958-59 e l'"Aratura" del 1944-45, appartenuti rispettivamente a Walter Chiari e Romolo Valli.
Agli artisti invitati, i curatori hanno chiesto di porsi in dialogo con le opere di Ligabue, testimonianza di un percorso in cui la figura, in una prima fase caratterizzata da una precisa connotazione, viene poi sottoposta a una estrema sintesi, fino a dissolversi nel colore.
Il percorso espositivo si articola in due sezioni: la prima si sviluppa intorno all'energia epidermica, carnale e fisica del colore e del suo realizzarsi attraverso il farsi concreto nella pittura (Andùjar, Baricchi, Grassi, Pinelli, Pometti); la seconda pone l'accento sul potere trasfigurante dell'arte, che coglie l'immagine nell'istante in cui diventa memoria, sogno, miracolo, apparizione, fissandola prima di una sua inesorabile sparizione (Bertaglia, Lombardi, Ochoa, Parisi, Tentolini, Vicari).
Attraverso gli undici artisti presenti si propone un altro modo per leggere la "figura", dell'uomo e del suo ambiente che, accompagnandosi alla semplicità vera di Ligabue, sa riconciliare il nostro sguardo con presenze che sanno ritrovare se stesse e il proprio essere al di là del tempo.
La mostra è curata da Nadia Stefanel e Matteo Galbiati.
Evita Andùjar (Écija, Spagna, 1974), Mirko Baricchi (La Spezia, 1970) Elisa Bertaglia (Rovigo, 1983), Marco Grassi (Milano, 1966),
Fabio Lombardi (Gavardo, Brescia, 1993), Juan Eugenio Ochoa (Medellin, Colombia, 1983), Michele Parisi (Riva del Garda, Trento, 1983), Ettore Pinelli (Modica, Ragusa, 1984), Maurizio Pometti (Catania, 1987), Giorgio Tentolini (Casalmaggiore, Cremona, 1978) e Marika Vicari (Vicenza, 1979), capaci di connettere, attraverso la potenza dell'immaginazione, la realtà che conosciamo con un altrove denso di mistero e di speranza.
La mostra nasce da un nuovo corpus di opere di Antonio Ligabue, raccolte e selezionate da Francesco Negri.
Grazie al rapporto costruito negli anni, insieme al padre Sergio, con i numerosi collezionisti di Ligabue, Francesco Negri ha avuto la possibilità di proporre per la mostra sedici opere di grande valore, tra le quali "La leonessa con zebra" del 1958-59, che costituisce una prima assoluta per Gualtieri, non essendo stata presente nemmeno nell'antologica del 1975.
Il percorso espositivo comprende il piccolo "Autoritratto" del 1940-42, tra i primissimi realizzati dall'artista all'inizio del suo secondo periodo artistico, e alcuni dipinti provenienti da precedenti importanti collezioni, come "La lotta di galli" del 1958-59 e l'"Aratura" del 1944-45, appartenuti rispettivamente a Walter Chiari e Romolo Valli.
Agli artisti invitati, i curatori hanno chiesto di porsi in dialogo con le opere di Ligabue, testimonianza di un percorso in cui la figura, in una prima fase caratterizzata da una precisa connotazione, viene poi sottoposta a una estrema sintesi, fino a dissolversi nel colore.
Il percorso espositivo si articola in due sezioni: la prima si sviluppa intorno all'energia epidermica, carnale e fisica del colore e del suo realizzarsi attraverso il farsi concreto nella pittura (Andùjar, Baricchi, Grassi, Pinelli, Pometti); la seconda pone l'accento sul potere trasfigurante dell'arte, che coglie l'immagine nell'istante in cui diventa memoria, sogno, miracolo, apparizione, fissandola prima di una sua inesorabile sparizione (Bertaglia, Lombardi, Ochoa, Parisi, Tentolini, Vicari).
Attraverso gli undici artisti presenti si propone un altro modo per leggere la "figura", dell'uomo e del suo ambiente che, accompagnandosi alla semplicità vera di Ligabue, sa riconciliare il nostro sguardo con presenze che sanno ritrovare se stesse e il proprio essere al di là del tempo.
La mostra è curata da Nadia Stefanel e Matteo Galbiati.
Regione: Emilia Romagna
Luogo: Palazzo Bentivoglio, Salone dei Giganti, piazza Bentivoglio 36
Telefono: 0522/221853
Orari di apertura: 10-13; 15-19 sabato; 10-19 sabato e festivi
Costo: 5 euro; ridotto 3 euro, solo su prenotazione, per informazioni: info@museo-ligabue.it; www.museo-ligabue.it
Dove acquistare: su prenotazione www.museo-ligabue.it
Sito web: www.museo-ligabue.it
Organizzatore: Fondazione Museo Antonio Ligabue e Comune di Gualtieri