Mostra Leonardo Gambini. Transparency Changes - Milano
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Milano
La Galleria Monopoli ospita la personale di Leonardo Gambini (1994), curata da
Alberto Barranco di Valdivieso.
La mostra comprende una selezione degli ultimi lavori della serie Segni del Tempo, realizzati in diversi formati, che costituiscono una summa delle sperimentazioni dell’artista anconetano.
Gambini, artista visuale e urban artist - ha i primi approcci con il writing nel primo decennio del 2000 facendosi conoscere con lo pseudonimo Tunus - negli anni ha trasformato la sua arte urbana, realistica e immediata, in opere più concettuali, fino a sfociare nel minimalismo.
Già a partire dagli anni di formazione all’Accademia di Brera inizia una ricerca originale creando un suo percorso autonomo, basato sull’accostamento e la sovrapposizione di lastre di metacrilato.
Infatti la scoperta delle proprietà espressive del plexiglas gli ha consentito una particolare interpretazione dell’astrazione geometrica attraverso l’ideazione di una macchina ottico-proiettiva che utilizzi la luce sia come una materia plasmabile sia come parte integrante dell'opera stessa.
Le opere in mostra sono gli ultimi lavori della serie Segni del Tempo, realizzati tra il 2022 e il 2023 in diversi formati. Hanno per lo più forme quadrangolari: teche strette come barre, rettangolari (Stallattiti) e cilindriche (Stallattiti Cilindriche), ma anche quadrate, triangolari o tonde; tutte costruite “a cassetta”, profonde mai oltre i 9 cm e costituite da lastre di plexiglas spesso 3 mm tagliate al diamante o al laser.
Dalla cromia più complessa rispetto ai lavori precedenti con un senso compositivo molto “musicale”, da queste opere scaturisce un sentimento vitale - forse proprio in contrasto al difficile periodo di cattività imposto a tutti dalla pandemia - e un’energia che porta a intravvedere nuove dinamiche oltre il sistema della teca: le righe cominciano a spezzarne l’ortogonalità e questo produce un’interessante deformazione percettiva delle forme geometriche pure delle scatole di plexiglass.
Le macchina ottiche di Gambini, come spiega Alberto Barranco, sono un mezzo di comunicazione efficace del segnale luce/colore, per provocare in chi le guarda sensazioni istintive e che lui desidera siano positive e vitali proprio in virtù della scelta di colori “immediati” e brillanti, dove l’energia della luce diventa veicolo per andare oltre l’oggetto ed entrare nella percezione metafisica dei fenomeni di trasparenza e rifrazione.
Alberto Barranco di Valdivieso.
La mostra comprende una selezione degli ultimi lavori della serie Segni del Tempo, realizzati in diversi formati, che costituiscono una summa delle sperimentazioni dell’artista anconetano.
Gambini, artista visuale e urban artist - ha i primi approcci con il writing nel primo decennio del 2000 facendosi conoscere con lo pseudonimo Tunus - negli anni ha trasformato la sua arte urbana, realistica e immediata, in opere più concettuali, fino a sfociare nel minimalismo.
Già a partire dagli anni di formazione all’Accademia di Brera inizia una ricerca originale creando un suo percorso autonomo, basato sull’accostamento e la sovrapposizione di lastre di metacrilato.
Infatti la scoperta delle proprietà espressive del plexiglas gli ha consentito una particolare interpretazione dell’astrazione geometrica attraverso l’ideazione di una macchina ottico-proiettiva che utilizzi la luce sia come una materia plasmabile sia come parte integrante dell'opera stessa.
Le opere in mostra sono gli ultimi lavori della serie Segni del Tempo, realizzati tra il 2022 e il 2023 in diversi formati. Hanno per lo più forme quadrangolari: teche strette come barre, rettangolari (Stallattiti) e cilindriche (Stallattiti Cilindriche), ma anche quadrate, triangolari o tonde; tutte costruite “a cassetta”, profonde mai oltre i 9 cm e costituite da lastre di plexiglas spesso 3 mm tagliate al diamante o al laser.
Dalla cromia più complessa rispetto ai lavori precedenti con un senso compositivo molto “musicale”, da queste opere scaturisce un sentimento vitale - forse proprio in contrasto al difficile periodo di cattività imposto a tutti dalla pandemia - e un’energia che porta a intravvedere nuove dinamiche oltre il sistema della teca: le righe cominciano a spezzarne l’ortogonalità e questo produce un’interessante deformazione percettiva delle forme geometriche pure delle scatole di plexiglass.
Le macchina ottiche di Gambini, come spiega Alberto Barranco, sono un mezzo di comunicazione efficace del segnale luce/colore, per provocare in chi le guarda sensazioni istintive e che lui desidera siano positive e vitali proprio in virtù della scelta di colori “immediati” e brillanti, dove l’energia della luce diventa veicolo per andare oltre l’oggetto ed entrare nella percezione metafisica dei fenomeni di trasparenza e rifrazione.
Regione: Lombardia
Luogo: Galleria Monopoli, via Giovanni Ventura 6 (entrata via Massimiano 27)
Telefono: 02/36593646; 333/5946896
Orari di apertura: 14-19. Domenica e lunedì chiuso
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: 0 - ingresso libero
Sito web: www.galleriamonopoli.com
Organizzatore: Galleria Monopoli