Mostra l’Archivio dal vivo - Parma
A cura di Manuela Vaccarone
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Parma
In occasione di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21, lo CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma presenta l’Archivio dal vivo, un nuovo percorso che si snoda all’interno dell’Abbazia di Valserena, ridisegnando completamente gli ambienti dell’archivio, intesi non più come luoghi a sé stante, ma integrati con lo spazio espositivo.
l’Archivio dal vivo è il punto di arrivo di un percorso avviato nel 2015 quando, proponendo un rinnovato rapporto tra archivio e museo, è stato realizzato uno spazio espositivo permanente all’interno dell’Abbazia di Valserena, sede dello CSAC dell’Università di Parma.
L’abbazia cistercense si è così trasformata da luogo esclusivo della conservazione, dello studio e della catalogazione di opere e fondi di arte, fotografia, media, progetto e spettacolo, a spazio multifunzionale dove si integrano un Archivio, un Museo e un Centro di Ricerca e Didattica.
Negli ultimi sei anni, l’immenso patrimonio di opere, immagini, plastici, oggetti, abiti è stato animato grazie alla promozione di residenze d’artista, laboratori museali, workshop, summer school con l’obiettivo di ‘riattivare l’archivio’, inteso come spazio fisico ma anche come enorme potenziale culturale e conoscitivo, che può essere liberato anche attraverso un ripensamento delle pratiche archivistiche: dai metodi di organizzazione dei materiali, con la realizzazione di supporti e dispositivi per l’archiviazione, alle modalità di estrazione ed esposizione dei documenti.
Da questa riflessione nasce oggi l’Archivio dal vivo, titolo suggerito da Jeffrey Schnapp, storico, designer e figura di riferimento nel campo delle digital humanities, che dal 2015 ha affiancato lo CSAC nel percorso di ripensamento del proprio ruolo.
Il progetto, ideato da Francesca Zanella, Elisabetta Terragni e Studio Terragni Architetti e Daniele Ledda xycomm e realizzato con il coinvolgimento di tutto il personale del centro universitario, si fonda sul concetto di ‘apertura’ dell’archivio CSAC, al cui interno sono conservati oltre 12 milioni di materiali originali della comunicazione visiva, della ricerca artistica e progettuale italiana dai primi decenni del XX secolo.
Per rafforzare la trasversalità del patrimonio e le sue potenzialità rispetto alla ricerca, per la creazione di narrazioni inedite e per il confronto tra differenti ambiti e comunità, si è deciso di riorganizzare le collezioni seguendo un ordine alfabetico che sovverte le cronologie e le divisioni per generi, demandando alla comunicazione grafica che accompagna il percorso il compito di ricondurre a ognuna delle cinque sezioni di CSAC – Arte, Fotografia, Media, Progetto e Spettacolo – le opere custodite in ogni ambiente.
Documenti grafici, immagini, manifesti, figurini ordinati per progetti nelle cassettiere convivono con oggetti, plastici, prototipi custoditi in scatole ed esposti su scaffalature, riproponendo un ritmo visivo costante dato dai tipici dispositivi metallici dell’archiviazione, interrotto da una fascia di luce che in ogni stanza segnala il luogo destinato alla esposizione.
Il deposito diventa così il luogo in cui consentire al visitatore di entrare in diretto contatto con opere e documenti, comprendendo la natura dell’archivio, il suo essere prodotto e nello stesso tempo generatore di legami, di connessioni e di contraddizioni.
l’Archivio dal vivo è il punto di arrivo di un percorso avviato nel 2015 quando, proponendo un rinnovato rapporto tra archivio e museo, è stato realizzato uno spazio espositivo permanente all’interno dell’Abbazia di Valserena, sede dello CSAC dell’Università di Parma.
L’abbazia cistercense si è così trasformata da luogo esclusivo della conservazione, dello studio e della catalogazione di opere e fondi di arte, fotografia, media, progetto e spettacolo, a spazio multifunzionale dove si integrano un Archivio, un Museo e un Centro di Ricerca e Didattica.
Negli ultimi sei anni, l’immenso patrimonio di opere, immagini, plastici, oggetti, abiti è stato animato grazie alla promozione di residenze d’artista, laboratori museali, workshop, summer school con l’obiettivo di ‘riattivare l’archivio’, inteso come spazio fisico ma anche come enorme potenziale culturale e conoscitivo, che può essere liberato anche attraverso un ripensamento delle pratiche archivistiche: dai metodi di organizzazione dei materiali, con la realizzazione di supporti e dispositivi per l’archiviazione, alle modalità di estrazione ed esposizione dei documenti.
Da questa riflessione nasce oggi l’Archivio dal vivo, titolo suggerito da Jeffrey Schnapp, storico, designer e figura di riferimento nel campo delle digital humanities, che dal 2015 ha affiancato lo CSAC nel percorso di ripensamento del proprio ruolo.
Il progetto, ideato da Francesca Zanella, Elisabetta Terragni e Studio Terragni Architetti e Daniele Ledda xycomm e realizzato con il coinvolgimento di tutto il personale del centro universitario, si fonda sul concetto di ‘apertura’ dell’archivio CSAC, al cui interno sono conservati oltre 12 milioni di materiali originali della comunicazione visiva, della ricerca artistica e progettuale italiana dai primi decenni del XX secolo.
Per rafforzare la trasversalità del patrimonio e le sue potenzialità rispetto alla ricerca, per la creazione di narrazioni inedite e per il confronto tra differenti ambiti e comunità, si è deciso di riorganizzare le collezioni seguendo un ordine alfabetico che sovverte le cronologie e le divisioni per generi, demandando alla comunicazione grafica che accompagna il percorso il compito di ricondurre a ognuna delle cinque sezioni di CSAC – Arte, Fotografia, Media, Progetto e Spettacolo – le opere custodite in ogni ambiente.
Documenti grafici, immagini, manifesti, figurini ordinati per progetti nelle cassettiere convivono con oggetti, plastici, prototipi custoditi in scatole ed esposti su scaffalature, riproponendo un ritmo visivo costante dato dai tipici dispositivi metallici dell’archiviazione, interrotto da una fascia di luce che in ogni stanza segnala il luogo destinato alla esposizione.
Il deposito diventa così il luogo in cui consentire al visitatore di entrare in diretto contatto con opere e documenti, comprendendo la natura dell’archivio, il suo essere prodotto e nello stesso tempo generatore di legami, di connessioni e di contraddizioni.
Regione: Emilia Romagna
Luogo: CSAC - Abbazia di Valserena, Strada Viazza di Paradigna 1
Telefono: 0521/903652
Orari di apertura: ore 10 martedì; ore 16 giovedì; ore 10 sabato. Il percorso è accessibile al pubblico esclusivamente su prenotazione
Costo: 10 euro
Dove acquistare: www.csacparma.it. Per informazioni e prenotazioni archivio_csac@unipr.it
Sito web: www.csacparma.it
Organizzatore: CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma