Mostra L’altra forma delle cose (AAS47692 / Picea abies) -
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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(Biella)
La Fondazione Zegna, nella biellese Trivero, Valdilana presenta un nuovo capitolo d’arte, natura e scienza con questa mostra, un progetto appositamente concepito per Casa Zegna dell’artista Emilio Vavarella la cui pratica artistica si fonde con un approccio interdisciplinare alla ricerca teorica attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie nello spazio poetico, in cui il digitale e le sue potenzialità trasformative incontrano la forza della realtà.
Il progetto nasce su invito della Fondazione Zegna all’artista come sviluppo di un lavoro precedente, The Other Shapes Of Me (2019- 2021) in cui Vavarella ha indagato il rapporto tra identità e tecnologia binaria e le sue più recenti applicazioni.
L’opera di Emilio Vavarella (Monfalcone, 1989) attinge alla genetica, alla tecnologia, alla memoria e alle visioni tattili. Per rispondere alla richiesta della Fondazione Zegna ha messo al lavoro tutta la sua sensibilità e la sua conoscenza e ha trasformato in materiale d’arte il DNA dell’abete rosso che punteggia l’intero comprensorio dell’Oasi Zegna.
Emilio Vavarella presenta una serie di 6 installazioni e lavori inediti che sorprendono e commuovono per la capacità di condurre il visitatore nella memoria vegetale come materiale pulsante che condivide la stessa matrice vitale con tutti gli altri esseri viventi.
La mostra ruota infatti attorno al DNA dell’abete rosso, il cui codice identificativo dà il titolo al progetto. Vavarella ha estrapolato le informazioni genetiche dell’albero traducendole in elaborazioni grafiche. L’artista mette in scena uno spartito tessile su cui scorre il racconto genetico del Picea abies, questo il nome scientifico della pianta, per poi convertire il DNA dell’albero, attraverso dei software da lui creati, in un intreccio di pixel trasferibile su tessuto.
Per il progetto, Emilio Vavarella ha utilizzato diversi tipi di tessuti. Prima di tutto la collezione di tessuti BielMonte™ prodotti dal Lanificio Ermenegildo Zegna con 100% lane autoctone provenienti da greggi che pascolano nell' Oasi Zegna e impreziositi da una ricamatrice di “mending for good”, la piattaforma che valorizza l’artigianato tessile di eccellenza ridando vita agli scarti di produzione dei brand della moda.
Il progetto ha anche coinvolto la celebre manifattura tessile BONOTTO, azienda che fa parte della Textile Luxury Platform del Gruppo Zegna, che unisce la dimensione creativa e sperimentale alla cultura della produzione artigianale e delle tecniche tradizionali. I filati sintetici 100% riciclati, intrecciati da un telaio jacquard gobelin, hanno dato vita ad un grande arazzo (320 x 140 cm), cuore visivo del progetto.
Infine, le tele in lino e lana tessute a mano nel laboratorio di Tessitura di San Patrignano hanno consentito all’artista di fissare un design digitale su una trama e un ordito particolarmente materici.
La stessa elaborazione grafica del codice genetico dell’abete si ritrova nella serie di lastre di alluminio stampate con tecnica di sublimazione.
Dida: L'altra forma delle cose, Ph Damiano Andreotti. Courtesy Fondazione Zegna
Il progetto nasce su invito della Fondazione Zegna all’artista come sviluppo di un lavoro precedente, The Other Shapes Of Me (2019- 2021) in cui Vavarella ha indagato il rapporto tra identità e tecnologia binaria e le sue più recenti applicazioni.
L’opera di Emilio Vavarella (Monfalcone, 1989) attinge alla genetica, alla tecnologia, alla memoria e alle visioni tattili. Per rispondere alla richiesta della Fondazione Zegna ha messo al lavoro tutta la sua sensibilità e la sua conoscenza e ha trasformato in materiale d’arte il DNA dell’abete rosso che punteggia l’intero comprensorio dell’Oasi Zegna.
Emilio Vavarella presenta una serie di 6 installazioni e lavori inediti che sorprendono e commuovono per la capacità di condurre il visitatore nella memoria vegetale come materiale pulsante che condivide la stessa matrice vitale con tutti gli altri esseri viventi.
La mostra ruota infatti attorno al DNA dell’abete rosso, il cui codice identificativo dà il titolo al progetto. Vavarella ha estrapolato le informazioni genetiche dell’albero traducendole in elaborazioni grafiche. L’artista mette in scena uno spartito tessile su cui scorre il racconto genetico del Picea abies, questo il nome scientifico della pianta, per poi convertire il DNA dell’albero, attraverso dei software da lui creati, in un intreccio di pixel trasferibile su tessuto.
Per il progetto, Emilio Vavarella ha utilizzato diversi tipi di tessuti. Prima di tutto la collezione di tessuti BielMonte™ prodotti dal Lanificio Ermenegildo Zegna con 100% lane autoctone provenienti da greggi che pascolano nell' Oasi Zegna e impreziositi da una ricamatrice di “mending for good”, la piattaforma che valorizza l’artigianato tessile di eccellenza ridando vita agli scarti di produzione dei brand della moda.
Il progetto ha anche coinvolto la celebre manifattura tessile BONOTTO, azienda che fa parte della Textile Luxury Platform del Gruppo Zegna, che unisce la dimensione creativa e sperimentale alla cultura della produzione artigianale e delle tecniche tradizionali. I filati sintetici 100% riciclati, intrecciati da un telaio jacquard gobelin, hanno dato vita ad un grande arazzo (320 x 140 cm), cuore visivo del progetto.
Infine, le tele in lino e lana tessute a mano nel laboratorio di Tessitura di San Patrignano hanno consentito all’artista di fissare un design digitale su una trama e un ordito particolarmente materici.
La stessa elaborazione grafica del codice genetico dell’abete si ritrova nella serie di lastre di alluminio stampate con tecnica di sublimazione.
Dida: L'altra forma delle cose, Ph Damiano Andreotti. Courtesy Fondazione Zegna
Regione: Piemonte
Luogo: Casa Zegna, via Marconi 23
Telefono: 015/7591463
Orari di apertura: 11-17 tutte le domeniche. Ad agosto aperto tutti i giorni
Costo: 5 euro
Dove acquistare: www.casazegna.org
Sito web: www.casazegna.org
Organizzatore: Fondazione Zegna