Mostra La ragazza col ciuffo. Un ritratto caravaggesco della collezione Barberini - Roma
A cura di Manuela Vaccarone
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Roma
Le Gallerie Nazionali di Arte Antica presentano a Palazzo Barberini La ragazza col ciuffo. Un ritratto caravaggesco della collezione Barberini, una conferenza di Maria Cristina Terzaghi su un ritratto di giovane donna che viene esposto per la prima volta al pubblico nella Sala Dei Ritratti.
Il focus espositivo continua fino al 30 luglio.
Il Ritratto di giovane donna (La ragazza col ciuffo) (olio su tela, cm 80x65) è menzionato per la prima volta tra le opere del cardinale Antonio Barberini nel 1644, e in seguito tra quelle ricordate nel suo inventario dei beni redatto post mortem (1672), nel quale ricompare il «Ritratto di una donna con il ciuffo di palmi 3 incirca, con cornice indorata intagliata, mano di Caravaggio».
Il quadro era valutato 80 scudi: un prezzo decisamente elevato per una tela di dimensioni contenute, certamente assegnatole in virtù del suo presunto autore. Dalla collezione di Antonio l’opera rimase nella famiglia Barberini, passando di mano in mano; ora è in una collezione privata.
Il dipinto è affine al Ritratto di Fillide Melandroni di Caravaggio perduto nella seconda guerra mondiale durante i bombardamenti di Berlino, ma documentato da varie fotografie.
Il confronto tra il Ritratto di giovane donna (La ragazza col ciuffo) e il Ritratto di Fillide, evidenzia una grande somiglianza tra le due effigiate, tanto da far pensare che possa trattarsi della medesima persona.
Fillide Melandroni (1581-1614), cortigiana di origine senese molto nota a Roma per la sua condotta considerata “scandalosa” dai contemporanei e la vita libera, era stata amante di Ranuccio Tomassoni, ucciso da Caravaggio nel 1606 in una rissa scoppiata durante il gioco della pallacorda, probabilmente a causa di un debito.
A Roma Fillide giunse molto giovane e in seguito si legò al poeta e letterato Giulio Strozzi. Dal testamento della donna dettato nell’ottobre del 1614 sappiamo che lasciò il suo ritratto eseguito da Caravaggio a Strozzi. Di lì a breve Fillide morì all’età di trentasette anni. Nel suo testamento figurano molti vestiti e diverse paia di orecchini dalla foggia identica a quella dei pendenti indossati sia nel Ritratto di Fillide che in quello qui esposto.
Buona parte della critica ha identificato in Fillide una delle modelle preferite dall’artista, che la dipinse nei panni di Santa Caterina (Museo Thyssen, Madrid), di Maddalena, nella Marta e Maddalena conservato al Detroit Institute of Arts, e forse di Giuditta, nella Giuditta e Oloferne di Palazzo Barberini.
Il Ritratto di Fillide già a Berlino proviene con certezza dalla collezione romana del banchiere genovese Vincenzo Giustiniani. Resta un mistero come il grande collezionista e mecenate di Caravaggio ne sia entrato in possesso: lo acquistò da Strozzi, o i ritratti della cortigiana erano più di uno?
Il focus espositivo continua fino al 30 luglio.
Il Ritratto di giovane donna (La ragazza col ciuffo) (olio su tela, cm 80x65) è menzionato per la prima volta tra le opere del cardinale Antonio Barberini nel 1644, e in seguito tra quelle ricordate nel suo inventario dei beni redatto post mortem (1672), nel quale ricompare il «Ritratto di una donna con il ciuffo di palmi 3 incirca, con cornice indorata intagliata, mano di Caravaggio».
Il quadro era valutato 80 scudi: un prezzo decisamente elevato per una tela di dimensioni contenute, certamente assegnatole in virtù del suo presunto autore. Dalla collezione di Antonio l’opera rimase nella famiglia Barberini, passando di mano in mano; ora è in una collezione privata.
Il dipinto è affine al Ritratto di Fillide Melandroni di Caravaggio perduto nella seconda guerra mondiale durante i bombardamenti di Berlino, ma documentato da varie fotografie.
Il confronto tra il Ritratto di giovane donna (La ragazza col ciuffo) e il Ritratto di Fillide, evidenzia una grande somiglianza tra le due effigiate, tanto da far pensare che possa trattarsi della medesima persona.
Fillide Melandroni (1581-1614), cortigiana di origine senese molto nota a Roma per la sua condotta considerata “scandalosa” dai contemporanei e la vita libera, era stata amante di Ranuccio Tomassoni, ucciso da Caravaggio nel 1606 in una rissa scoppiata durante il gioco della pallacorda, probabilmente a causa di un debito.
A Roma Fillide giunse molto giovane e in seguito si legò al poeta e letterato Giulio Strozzi. Dal testamento della donna dettato nell’ottobre del 1614 sappiamo che lasciò il suo ritratto eseguito da Caravaggio a Strozzi. Di lì a breve Fillide morì all’età di trentasette anni. Nel suo testamento figurano molti vestiti e diverse paia di orecchini dalla foggia identica a quella dei pendenti indossati sia nel Ritratto di Fillide che in quello qui esposto.
Buona parte della critica ha identificato in Fillide una delle modelle preferite dall’artista, che la dipinse nei panni di Santa Caterina (Museo Thyssen, Madrid), di Maddalena, nella Marta e Maddalena conservato al Detroit Institute of Arts, e forse di Giuditta, nella Giuditta e Oloferne di Palazzo Barberini.
Il Ritratto di Fillide già a Berlino proviene con certezza dalla collezione romana del banchiere genovese Vincenzo Giustiniani. Resta un mistero come il grande collezionista e mecenate di Caravaggio ne sia entrato in possesso: lo acquistò da Strozzi, o i ritratti della cortigiana erano più di uno?
Regione: Lazio
Luogo: Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini, via delle Quattro Fontane 13
Telefono: 06/39967450
Orari di apertura: 10-19. Lunedì chiuso
Costo: 15 euro; ridotto 2 euro
Dove acquistare: https://ecm.coopculture.it/index.php?
Sito web: www.barberinicorsini.org
Organizzatore: Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini