Mostra La “Biblioteca” di Dante - Roma
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Roma
Nell’opera dantesca, e nella Commedia in particolare, la tradizione della cultura classica, cristiana e medievale si ricapitola come in una summa: autori, libri, scuole di poeti e filosofi, enciclopedie, mitologie antiche e dogmi cristiani, scrittori canonici e autori più eccentrici vengono tutti riattraversati dallo sguardo di Dante, che scrivendo il suo testo ne riscrive simultaneamente la tradizione d’appartenenza.
In tal senso sapere di quali letture, di quali libri, si sia materialmente nutrita la cultura e la fantasia poetica dell’Alighieri ha da sempre costituito un interrogativo profondo tanto per i critici che per i lettori per arrivare a una comprensione più profonda della Commedia.
La ricerca si scontra sull’evidenza che Dante non ebbe mai una vera e propria biblioteca, stabile e personale, come poi invece fu per Petrarca; non possediamo neppure autografi o libri sicuramente a lui appartenuti.
Nella mostra saranno per la prima volta esposte tutte le opere da Dante esplicitamente citate e presumibilmente lette, quindi parte d’una sua "biblioteca", secondo i più recenti accertamenti e secondo un percorso rappresentativo del suo iter intellettuale e poetico.
Saranno esposti in larga prevalenza codici dei secoli XIII e XIV, ovvero libri che corrispondono alle tipologie manoscritte che Dante potrebbe aver praticato; saranno esposti inoltre alcuni codici provenienti dal fondo duecentesco della biblioteca di Santa Croce, il convento fiorentino che, secondo gli studi più recenti, potrebbe aver ospitato la prima formazione del poeta.
I manoscritti saranno ordinati tematicamente e cronologicamente secondo lo sviluppo dell’opera dantesca, in base anche ai suoi possibili spostamenti prima e dopo l’esilio. Saranno invece escluse tutte le opere che dalla critica sono state a lui ricondotte in base a ipotesi, allusioni o riscontri degli interpreti moderni, spesso discordi, privilegiando invece quei testi, coi loro antichi libri, che con maggiore sicurezza permetteranno al visitatore di conoscere e d’esplorare i “punti fermi” della “biblioteca” dantesca.
La mostra sarà articolata in sei grandi sezioni:
1) La Bibbia e la tradizione cristiana; 2) La tradizione classica: gli Auctores nella Vita nuova;
3) La tradizione romanza; 4) La tradizione classica dalla Vita nuova;
5) Retorica e trattatistica medievale; 6) Filosofia, scienza e teologia.
I manoscritti presenti in mostra, tra cui esemplari miniati di straordinaria bellezza, provengono dalle più antiche e prestigiose biblioteche di conservazione italiane ed europee, esposti per la prima volta a Roma.
A integrazione dell’esposizione, sempre dal 7 ottobre, Paesaggi e personaggi della Commedia. Un'iconografia digitale, una mostra che, prodotta in collaborazione con l'Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale e ideata da Roberto Andreotti, Federico De Melis, Francesco De Melis e Luca Ruzza, intende illustrare, con una speciale messa in scena digitale, alcuni aspetti della fortuna iconografica dantesca di luoghi, paesaggi e personaggi della Divina Commedia, fino alla Contemporaneità.
Il visitatore potrà entrare, in uno scenario avvolgente, in “capsule” monografiche, “camere oscure” al cui interno si potrà vivere l'esperienza di un'immersione multisensoriale attraverso varie tecniche, non ultima il cosiddetto “fantasma di Pepper”, sorta di ologramma originato dal teatro del Seicento.
I file visivi e sonori si basano sulle immagini delle opere che artisti di ogni epoca hanno dedicato al poema dantesco, in dialogo con le altre iniziative espositive dell’Accademia dei Lincei dedicate alla biblioteca letteraria, culturale, artistica e filosofica di Dante.
La mostra è a cura di Roberto Antonelli, Ebe Antetomaso, Marco Guardo, Lorenzo Mainini.
In tal senso sapere di quali letture, di quali libri, si sia materialmente nutrita la cultura e la fantasia poetica dell’Alighieri ha da sempre costituito un interrogativo profondo tanto per i critici che per i lettori per arrivare a una comprensione più profonda della Commedia.
La ricerca si scontra sull’evidenza che Dante non ebbe mai una vera e propria biblioteca, stabile e personale, come poi invece fu per Petrarca; non possediamo neppure autografi o libri sicuramente a lui appartenuti.
Nella mostra saranno per la prima volta esposte tutte le opere da Dante esplicitamente citate e presumibilmente lette, quindi parte d’una sua "biblioteca", secondo i più recenti accertamenti e secondo un percorso rappresentativo del suo iter intellettuale e poetico.
Saranno esposti in larga prevalenza codici dei secoli XIII e XIV, ovvero libri che corrispondono alle tipologie manoscritte che Dante potrebbe aver praticato; saranno esposti inoltre alcuni codici provenienti dal fondo duecentesco della biblioteca di Santa Croce, il convento fiorentino che, secondo gli studi più recenti, potrebbe aver ospitato la prima formazione del poeta.
I manoscritti saranno ordinati tematicamente e cronologicamente secondo lo sviluppo dell’opera dantesca, in base anche ai suoi possibili spostamenti prima e dopo l’esilio. Saranno invece escluse tutte le opere che dalla critica sono state a lui ricondotte in base a ipotesi, allusioni o riscontri degli interpreti moderni, spesso discordi, privilegiando invece quei testi, coi loro antichi libri, che con maggiore sicurezza permetteranno al visitatore di conoscere e d’esplorare i “punti fermi” della “biblioteca” dantesca.
La mostra sarà articolata in sei grandi sezioni:
1) La Bibbia e la tradizione cristiana; 2) La tradizione classica: gli Auctores nella Vita nuova;
3) La tradizione romanza; 4) La tradizione classica dalla Vita nuova;
5) Retorica e trattatistica medievale; 6) Filosofia, scienza e teologia.
I manoscritti presenti in mostra, tra cui esemplari miniati di straordinaria bellezza, provengono dalle più antiche e prestigiose biblioteche di conservazione italiane ed europee, esposti per la prima volta a Roma.
A integrazione dell’esposizione, sempre dal 7 ottobre, Paesaggi e personaggi della Commedia. Un'iconografia digitale, una mostra che, prodotta in collaborazione con l'Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale e ideata da Roberto Andreotti, Federico De Melis, Francesco De Melis e Luca Ruzza, intende illustrare, con una speciale messa in scena digitale, alcuni aspetti della fortuna iconografica dantesca di luoghi, paesaggi e personaggi della Divina Commedia, fino alla Contemporaneità.
Il visitatore potrà entrare, in uno scenario avvolgente, in “capsule” monografiche, “camere oscure” al cui interno si potrà vivere l'esperienza di un'immersione multisensoriale attraverso varie tecniche, non ultima il cosiddetto “fantasma di Pepper”, sorta di ologramma originato dal teatro del Seicento.
I file visivi e sonori si basano sulle immagini delle opere che artisti di ogni epoca hanno dedicato al poema dantesco, in dialogo con le altre iniziative espositive dell’Accademia dei Lincei dedicate alla biblioteca letteraria, culturale, artistica e filosofica di Dante.
La mostra è a cura di Roberto Antonelli, Ebe Antetomaso, Marco Guardo, Lorenzo Mainini.
Regione: Lazio
Luogo: Accademia dei Lincei, via della Lungara 10
Telefono: 06/6802721; 06/68027268
Orari di apertura: 10-19. Martedì chiuso
Costo: 5 euro; ridotto 3 euro. Il biglietto è acquistabile presso la Villa Farnesina, via della Lungara, 230
Dove acquistare: www.villafarnesina.it
Sito web: www.villafarnesina.it; www.lincei.it/it/manifestazioni/la-biblioteca-di-dante-mostra
Organizzatore: Accademia Nazionale dei Lincei