Mostra Klimt e l’arte italiana - Rovereto

Manuela Vaccarone
A cura di Manuela Vaccarone
Pubblicato il 01/06/2023 Aggiornato il 01/06/2023
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Rovereto (Trento)
L'austriaco Gustav Klimt (1862-1918), padre della Secessione viennese, partecipò alla Biennale di Venezia del 1910 e all’Esposizione Internazionale di Roma del 1911, organizzata in occasione del cinquantenario dell’unità d’Italia.

A seguito di queste rassegne internazionali e a conferma del successo di Klimt, due capolavori vennero acquistati da importanti collezioni pubbliche: il Comune di Venezia destinò la Giuditta II alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro; Le tre età della donna andarono invece ad arricchire il patrimonio della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, grazie a un’acquisizione del Ministero dell’Istruzione.
Diversi anni dopo, nel 1925, un Ritratto di Signora fu acquistato dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza ed è tutt’ora nelle loro disponibilità.

Provenienti da raccolte museali tra le più note d’Italia Giuditta II e Le Tre età della donna sono oggi riconosciute come icone dell’influenza di Klimt, in particolare nelle geografie culturali del nord est.

Eccezionalmente insieme a Rovereto, i due capolavori costituiscono il perno attorno al quale ruota la mostra.
Il progetto analizza, per la prima volta in modo esaustivo, l’attività di pittori e scultori italiani il cui lavoro fu ispirato da quello di Gustav Klimt e dalla Secessione. Quasi magico e circoscritto nel tempo, questo momento della storia dell’arte si discosta dalle grandi e più note correnti, come le Avanguardie, e precede il Ritorno all’Ordine e le tendenze post belliche.

Attraverso circa 200 opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, il Mart illustra un panorama vario e complesso, nel quale discipline diverse – dalla pittura alle arti decorative – convivono sotto il segno di un riconoscibile gusto sontuoso, seduttivo e decadente.

La mostra presenta circa 40 artisti tra cui i pittori attivi a Venezia, come Vittorio Zecchin il cosiddetto “Klimt italiano”; o i giovani “dissidenti” di Ca’ Pesaro, come Felice Casorati; senza dimenticare quelli coinvolti nelle grandi imprese decorative della Biennale, è il caso per esempio di Galileo Chini.

Non possono mancare coloro che per prossimità geografica e culturale furono particolarmente vicini al clima delle Secessioni, come il triestino Vito Timmel o i trentini Luigi Bonazza, Luigi Ratini e Benvenuto Disertori.
Le atmosfere austriache e germaniche ispirano inevitabilmente anche l’opera dello scultore Adolfo Wildt, definito dai critici “il Klimt della scultura”.

Seppur con lo sguardo volto al linguaggio nordico, alle Secessioni di Vienna e di Monaco, gli italiani rielaborano l’influsso klimtiano in modo autonomo e originale: i riferimenti sono visibili nei decori, nelle linee, nei colori e nello stile che finisce per mescolarsi alle caratteristiche artistiche locali, permettendo la nascita di nuove ricerche.

La mostra, nata da un’idea di Vittorio Sgarbi, è curata da Beatrice Avanzi.

Regione: Trentino Alto Adige
Luogo: Mart, corso Bettini 43
Telefono: 800/397760; 0464/438887
Orari di apertura: 10-18; venerdì 10-21. Lunedì chiuso
Costo: 11 euro; ridotto 9 euro
Dove acquistare: www.biglietti.mioticket.it; www.mart.tn.it
Sito web: www.mart.tn.it
Organizzatore: MartRovereto