Mostra Il fulmine governa ogni cosa. Francesco Arena - Roma
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Roma
La Fondazione Nicola Del Roscio presenta la personale di Francesco Arena e secondo appuntamento del ciclo #Project Room degli spazi di via Crispi 18, ideata da Nicola Del Roscio e curata da Davide Pellicciari e Carlotta Spinelli.
Il ciclo di esposizioni pensato appositamente per la Project Room della Fondazione Nicola Del Roscio si propone come un osservatorio sulla produzione artistica italiana contemporanea, in cui alcuni tra i più interessanti artisti italiani sono invitati a proporre interventi sperimentali che riflettano su temi urgenti della contemporaneità.
Nel progetto espositivo convergono e si sovrappongono alcuni dei personaggi che nel corso del tempo Francesco Arena ha intercettato o ritrovato in contesti molteplici: da Martin Heidegger a Glenn Gould, da Jacques-Louis David a Cy Twombly, da Paul Engelmann a Ludwig Wittgenstein.
Spaziando dalla filosofia alla musica fino all’arte nelle sue più diverse declinazioni, la galleria di personaggi abbraccia tutto il mondo del sapere.
Il titolo fa riferimento a una celebre citazione di Eraclito che si stagliava sulla fronte dell’architrave della porta di ingresso della famosa hütte di Heidegger a Todtnauberg, ricostruita a dimensioni reali all’interno degli spazi della Fondazione. La capanna, idealmente riconducibile alla memoria del filosofo, è un’opera che contiene una serie di sculture realizzate dall’artista appositamente per questa mostra.
I lavori, man mano che il pubblico procede nel percorso espositivo, vengono svelati, intessendo un gioco di continui rimandi e scambi tra contenitore e contenuto, visibile e invisibile, esperienza individuale ed esperienza collettiva.
Le opere presentate fanno tutte riferimento all’idea di supporto, ausilio, aiuto, sia fisico che emotivo, al quale tutta l’umanità ricorre. I supporti su cui l’uomo agisce ogni giorno, nell’idea proposta dal progetto espositivo, sono il palcoscenico dell’esistenza.
Ogni segno all’interno della composizione è riconducibile a un significato simbolico e ha a che fare con la vicenda umana.
Il pavimento su cui il visitatore incede è costituito da 210 assi in cera di fusione rossa. La sedia sulla quale si accomoda un pianista per esibirsi riporta incastrato nella spalliera un giornale che quotidianamente sarà sostituito con quello della data corrente, a indicare un mutamento continuo in qualcosa che è sempre apparentemente uguale a sé stesso.
Su di un plinto poggiano alcuni fogli che sono idealmente in attesa di essere riempiti di idee.
Il ciclo di esposizioni pensato appositamente per la Project Room della Fondazione Nicola Del Roscio si propone come un osservatorio sulla produzione artistica italiana contemporanea, in cui alcuni tra i più interessanti artisti italiani sono invitati a proporre interventi sperimentali che riflettano su temi urgenti della contemporaneità.
Nel progetto espositivo convergono e si sovrappongono alcuni dei personaggi che nel corso del tempo Francesco Arena ha intercettato o ritrovato in contesti molteplici: da Martin Heidegger a Glenn Gould, da Jacques-Louis David a Cy Twombly, da Paul Engelmann a Ludwig Wittgenstein.
Spaziando dalla filosofia alla musica fino all’arte nelle sue più diverse declinazioni, la galleria di personaggi abbraccia tutto il mondo del sapere.
Il titolo fa riferimento a una celebre citazione di Eraclito che si stagliava sulla fronte dell’architrave della porta di ingresso della famosa hütte di Heidegger a Todtnauberg, ricostruita a dimensioni reali all’interno degli spazi della Fondazione. La capanna, idealmente riconducibile alla memoria del filosofo, è un’opera che contiene una serie di sculture realizzate dall’artista appositamente per questa mostra.
I lavori, man mano che il pubblico procede nel percorso espositivo, vengono svelati, intessendo un gioco di continui rimandi e scambi tra contenitore e contenuto, visibile e invisibile, esperienza individuale ed esperienza collettiva.
Le opere presentate fanno tutte riferimento all’idea di supporto, ausilio, aiuto, sia fisico che emotivo, al quale tutta l’umanità ricorre. I supporti su cui l’uomo agisce ogni giorno, nell’idea proposta dal progetto espositivo, sono il palcoscenico dell’esistenza.
Ogni segno all’interno della composizione è riconducibile a un significato simbolico e ha a che fare con la vicenda umana.
Il pavimento su cui il visitatore incede è costituito da 210 assi in cera di fusione rossa. La sedia sulla quale si accomoda un pianista per esibirsi riporta incastrato nella spalliera un giornale che quotidianamente sarà sostituito con quello della data corrente, a indicare un mutamento continuo in qualcosa che è sempre apparentemente uguale a sé stesso.
Su di un plinto poggiano alcuni fogli che sono idealmente in attesa di essere riempiti di idee.
Regione: Lazio
Luogo: Fondazione Nicola Del Roscio, via Francesco Crispi 18
Telefono: 06/89168819
Orari di apertura: 11-17,30. Domenica e lunedì chiuso
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: 0 - ingresso libero
Sito web: https://fondazionenicoladelroscio.it
Organizzatore: Fondazione Nicola Del Roscio