Mostra Futurismo - Pisa
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Pisa
Attraverso più di cento opere dei maestri del futurismo (in grande maggioranza, dipinti museali o d’importanti collezioni private, oltre ad alcuni disegni, progetti e oggetti d’arte), la rassegna si propone, per la prima volta, di provare come i più grandi fra gli artisti futuristi seppero rimanere fedeli alle riflessioni teoriche enunciate nei manifesti, traducendole in immagini dirompenti, innovative e straordinariamente felici sul piano artistico.
Ogni opera è stata dunque scelta, oltre che per la sua qualità, per l’aderenza ai punti teorici fondativi del movimento. E dei numerosi artisti visivi che, nel tempo si unirono al futurismo, sono stati inseriti i soli firmatari dei manifesti presi in esame.
Il percorso è aperto dagli esordi divisionisti comuni ai cinque “futuri futuristi”: Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla, Gino Severini.
Divisa in sezioni intitolate ognuna a un manifesto, la mostra attraversa poi trent’anni di arte futurista, iniziando dal 1910, quando uscirono i due manifesti pittorici firmati dai giovani “padri fondatori”. Di Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla, Gino Severini sono esposti numerosi capolavori ispirati con evidenza a quei due testi. Immediatamente dopo, si esplorano le emozionanti trascrizioni visuali del Manifesto della scultura futurista, 1912, steso dal solo Boccioni dopo il viaggio a Parigi di quell’anno.
Entrano poi in gioco le “parole in libertà”, i cui principi furono formulati da F.T. Marinetti, in più manifesti, sin dal 1912, e i nuovi modelli architettonici, dettati nel 1914 da Antonio Sant’Elia nel testo L’architettura futurista.
Con Ricostruzione futurista dell’universo, 1915, di Giacomo Balla e Fortunato Depero, si assiste alla nuova volontà dei due artisti di diffondere i modelli formali del futurismo sull’intera esperienza umana, in una spinta d’innovazione ignota alle altre avanguardie europee. A illustrarla sono dipinti, sculture, oggetti, bozzetti, giocattoli realizzati dai due autori.
In esposizione anche L’arte meccanica, 1922, documento firmato da Enrico Prampolini, Vinicio Paladini, Ivo Pannaggi, che connotò con i suoi modelli geometrici e “industriali” l’arte visiva dell’intero decennio, mentre il congedo è affidato al Manifesto dell’Aeropittura, 1931, firmato da Marinetti con Balla, Benedetta (Cappa Marinetti), Depero, Dottori, Fillia, Prampolini, Somenzi, Tato, che per tutti gli anni ’30 ispirò opere suggestive e spettacolari, qui esposte al piano superiore.
La mostra, curata da Ada Masoero, è organizzata da Fondazione Palazzo Blu insieme con MondoMostre.
Ogni opera è stata dunque scelta, oltre che per la sua qualità, per l’aderenza ai punti teorici fondativi del movimento. E dei numerosi artisti visivi che, nel tempo si unirono al futurismo, sono stati inseriti i soli firmatari dei manifesti presi in esame.
Il percorso è aperto dagli esordi divisionisti comuni ai cinque “futuri futuristi”: Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla, Gino Severini.
Divisa in sezioni intitolate ognuna a un manifesto, la mostra attraversa poi trent’anni di arte futurista, iniziando dal 1910, quando uscirono i due manifesti pittorici firmati dai giovani “padri fondatori”. Di Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla, Gino Severini sono esposti numerosi capolavori ispirati con evidenza a quei due testi. Immediatamente dopo, si esplorano le emozionanti trascrizioni visuali del Manifesto della scultura futurista, 1912, steso dal solo Boccioni dopo il viaggio a Parigi di quell’anno.
Entrano poi in gioco le “parole in libertà”, i cui principi furono formulati da F.T. Marinetti, in più manifesti, sin dal 1912, e i nuovi modelli architettonici, dettati nel 1914 da Antonio Sant’Elia nel testo L’architettura futurista.
Con Ricostruzione futurista dell’universo, 1915, di Giacomo Balla e Fortunato Depero, si assiste alla nuova volontà dei due artisti di diffondere i modelli formali del futurismo sull’intera esperienza umana, in una spinta d’innovazione ignota alle altre avanguardie europee. A illustrarla sono dipinti, sculture, oggetti, bozzetti, giocattoli realizzati dai due autori.
In esposizione anche L’arte meccanica, 1922, documento firmato da Enrico Prampolini, Vinicio Paladini, Ivo Pannaggi, che connotò con i suoi modelli geometrici e “industriali” l’arte visiva dell’intero decennio, mentre il congedo è affidato al Manifesto dell’Aeropittura, 1931, firmato da Marinetti con Balla, Benedetta (Cappa Marinetti), Depero, Dottori, Fillia, Prampolini, Somenzi, Tato, che per tutti gli anni ’30 ispirò opere suggestive e spettacolari, qui esposte al piano superiore.
La mostra, curata da Ada Masoero, è organizzata da Fondazione Palazzo Blu insieme con MondoMostre.
Regione: Toscana
Luogo: BLU | Palazzo d’arte e cultura Fondazione Palazzo Blu, lungarno Gambacorti 9
Telefono: 02/92897755; 02/92897793
Orari di apertura: 10-19; sabato e domenica 10-20
Costo: 12 euro; ridotto 10 euro
Dove acquistare: www.futurismopisa.it
Sito web: www.futurismopisa.it; www.palazzoblu.it
Organizzatore: Fondazione Palazzo Blu e MondoMostre con la collaborazione di Fondazione Pisa