Mostra Formafantasma. Cambio - Prato
A cura di Manuela Vaccarone
Pubblicato il
Aggiornato il
AVVERTENZA: la Redazione non assume alcuna responsabilità, e pertanto non potrà essere ritenuta responsabile, per eventuali errori di indicazione delle date dei vari eventi che sono da considerare puramente indicative. Invitiamo i lettori a verificare l’esattezza delle date e degli orari di svolgimento delle varie manifestazioni, contattando preventivamente gli organizzatori ai numeri di telefono corrispondenti o visitando il sito web corrispondente.
Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
-
Prato
La mostra multidisciplinare del duo di designer italiani, residenti ad Amsterdam, Studio Formafantasma (Andrea Trimarchi, 1983 e Simone Farresin, 1980) presenta un progetto espositivo nato da una ricerca sulla governance dell’industria del legno.
L'industria del legno, estremamente diffusa in tutto il mondo e per questo difficilmente regolabile, nasce nel XIX secolo dall’esplorazione, a scopo scientifico e commerciale, dei territori coloniali e delle loro biodiversità (bioprospezione), diventando in breve tempo una delle attività produttive di maggior impatto, sia in termini economici che ecologici.
La mostra è organizzata come gli anelli del tronco di un albero, protetti da quella membrana detta strato cambiale (ugualmente ricordata dal titolo dell’esposizione), che corre attorno al tronco degli alberi, producendo legno all'interno e permettendone così l'accrescimento.
Gli spazi centrali della mostra presentano dati e ricerche sotto forma di interviste, materiali di approfondimento e due filmati realizzati da Formafantasma a conclusione della loro ricerca, mentre gli spazi perimetrali offrono alcuni casi studio che forniscono informazioni su come il legno viene acquistato e utilizzato nel mondo.
Ognuna di queste indagini si è sviluppata in collaborazione con esperti nei settori della scienza, dell'ingegneria, delle politiche ambientali e della filosofia.
La mostra offre una riflessione sul ruolo degli alberi intesi come fonti di informazione, sensori dei cambiamenti climatici globali, ma anche come soluzione a questi cambiamenti, per la loro capacità di assorbire anidride carbonica.
Dall'analisi microscopica del legno e delle sue caratteristiche si passa poi a una comprensione metafisica degli alberi come organismi viventi, capaci di essere per l'umanità un avvertimento contro lo sfruttamento dei territori e le monocolture che rendono la Terra più vulnerabile a eventi meteorologici intensi.
Il percorso di mostra si apre con alcuni campioni rari di legni duri, esposti per la prima volta nella Grande Esposizione del 1851, che rappresentano alberi abbattuti fino a causarne l’estinzione, arrivando poi a mobili e sedute disegnate da Studio Formafantasma, tutti realizzati da un unico albero sradicato da Vaia, la tempesta che nel 2018 ha colpito il nord Italia.
Le riflessioni nate dal progetto sono anche oggetto di inediti accostamenti e suggestioni come, tra gli altri, il confronto con la pluriennale ricerca di Giuseppe Penone sugli alberi.
Tra i lavori esposti, anche un'opera "olfattiva" realizzata dalla ricercatrice e artista dell'olfatto Sissel Tolaas, capace di evocare la terra bagnata e la flora di un bosco che offre al visitatore un ricordo di ciò che perderemmo non tutelando l'ambiente e le foreste.
Vengono messi in evidenza il ruolo cruciale e la responsabilità del design nei confronti dell’ambiente e la necessità che vada oltre i propri confini: attraverso una rinnovata comprensione della filosofia e della politica degli alberi, il futuro del design può e deve tentare di tradurre l'emergente consapevolezza ambientale con risposte informate e collaborative.
La mostra, originariamente iniziata e organizzata dalla Serpentine Gallery, è stata curata a Londra da Hans Ulrich Obrist e Rebecca Lewin, e con Cristiana Perrella al Centro Pecci.
L'industria del legno, estremamente diffusa in tutto il mondo e per questo difficilmente regolabile, nasce nel XIX secolo dall’esplorazione, a scopo scientifico e commerciale, dei territori coloniali e delle loro biodiversità (bioprospezione), diventando in breve tempo una delle attività produttive di maggior impatto, sia in termini economici che ecologici.
La mostra è organizzata come gli anelli del tronco di un albero, protetti da quella membrana detta strato cambiale (ugualmente ricordata dal titolo dell’esposizione), che corre attorno al tronco degli alberi, producendo legno all'interno e permettendone così l'accrescimento.
Gli spazi centrali della mostra presentano dati e ricerche sotto forma di interviste, materiali di approfondimento e due filmati realizzati da Formafantasma a conclusione della loro ricerca, mentre gli spazi perimetrali offrono alcuni casi studio che forniscono informazioni su come il legno viene acquistato e utilizzato nel mondo.
Ognuna di queste indagini si è sviluppata in collaborazione con esperti nei settori della scienza, dell'ingegneria, delle politiche ambientali e della filosofia.
La mostra offre una riflessione sul ruolo degli alberi intesi come fonti di informazione, sensori dei cambiamenti climatici globali, ma anche come soluzione a questi cambiamenti, per la loro capacità di assorbire anidride carbonica.
Dall'analisi microscopica del legno e delle sue caratteristiche si passa poi a una comprensione metafisica degli alberi come organismi viventi, capaci di essere per l'umanità un avvertimento contro lo sfruttamento dei territori e le monocolture che rendono la Terra più vulnerabile a eventi meteorologici intensi.
Il percorso di mostra si apre con alcuni campioni rari di legni duri, esposti per la prima volta nella Grande Esposizione del 1851, che rappresentano alberi abbattuti fino a causarne l’estinzione, arrivando poi a mobili e sedute disegnate da Studio Formafantasma, tutti realizzati da un unico albero sradicato da Vaia, la tempesta che nel 2018 ha colpito il nord Italia.
Le riflessioni nate dal progetto sono anche oggetto di inediti accostamenti e suggestioni come, tra gli altri, il confronto con la pluriennale ricerca di Giuseppe Penone sugli alberi.
Tra i lavori esposti, anche un'opera "olfattiva" realizzata dalla ricercatrice e artista dell'olfatto Sissel Tolaas, capace di evocare la terra bagnata e la flora di un bosco che offre al visitatore un ricordo di ciò che perderemmo non tutelando l'ambiente e le foreste.
Vengono messi in evidenza il ruolo cruciale e la responsabilità del design nei confronti dell’ambiente e la necessità che vada oltre i propri confini: attraverso una rinnovata comprensione della filosofia e della politica degli alberi, il futuro del design può e deve tentare di tradurre l'emergente consapevolezza ambientale con risposte informate e collaborative.
La mostra, originariamente iniziata e organizzata dalla Serpentine Gallery, è stata curata a Londra da Hans Ulrich Obrist e Rebecca Lewin, e con Cristiana Perrella al Centro Pecci.
Regione: Toscana
Luogo: Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, viale della Repubblica 277
Telefono: 0574/5317
Orari di apertura: 12-20. Sabato e domenica chiuso
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: 0 - ingresso libero
Sito web: https://centropecci.it/
Organizzatore: Serpentine Gallery e Centro Pecci