Mostra Fine, thank you. Sarah Fripon - Milano

A cura di Manuela Vaccarone
Pubblicato il
Aggiornato il -
Milano
Regione: Lombardia
Luogo: Renata Fabbri, via A. Stoppani 15/c
Telefono: 02/42449047
Orari di apertura: 15,30-19,30 da martedì a sabato. Lunedì su appuntamento
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: 0 - ingresso libero
Sito web: www.renatafabbri.it
Organizzatore: Renata Fabbri Arte Contemporanea
Note:
Renata Fabbri presenta la prima mostra personale in Italia di Sarah Fripon (Zeitz, Germania, 1989).
Il progetto si inserisce all’interno della programmazione della project room della galleria e presenta una serie di nuovi dipinti in dialogo con elementi scultorei che l’artista ha realizzato confrontandosi con le peculiarità del contesto espositivo.
Attingendo a un ampio archivio di immagini digitali, screenshot, foto stock, narrazioni pubblicitarie ed immaginari iconici che vengono citati, combinati e rielaborati secondo libere “catene di associazioni visive”, la pratica pittorica di Fripon restituisce i paradossi di una contemporaneità in crisi.
Realizzati con tinte principalmente tenui, i dipinti appaiono sbiaditi, simili a istantanee fuori fuoco di attimi fugaci e ricordi evanescenti, generando l’effetto di un disallineamento visivo ulteriormente enfatizzato dall’uso dell’aerografo.
Come una capsula del tempo senza connessioni con l’esterno, e all’apparenza senza destinazione precisa, il progetto ricrea un ambiente che restituisce frammenti di immagini e oggetti provenienti da una società distorta che si alimenta continuamente attraverso ingannevoli sovrastrutture capitalistiche prive di mezzi per raggiungere un fine.
Vago e concreto, il titolo indica un segnale, una risposta quasi scontata e “automatica” ad una domanda che, seppur intuibile, non ci è data sapere, almeno per ora.
Renata Fabbri presenta la prima mostra personale in Italia di Sarah Fripon (Zeitz, Germania, 1989).
Il progetto si inserisce all’interno della programmazione della project room della galleria e presenta una serie di nuovi dipinti in dialogo con elementi scultorei che l’artista ha realizzato confrontandosi con le peculiarità del contesto espositivo.
Attingendo a un ampio archivio di immagini digitali, screenshot, foto stock, narrazioni pubblicitarie ed immaginari iconici che vengono citati, combinati e rielaborati secondo libere “catene di associazioni visive”, la pratica pittorica di Fripon restituisce i paradossi di una contemporaneità in crisi.
Realizzati con tinte principalmente tenui, i dipinti appaiono sbiaditi, simili a istantanee fuori fuoco di attimi fugaci e ricordi evanescenti, generando l’effetto di un disallineamento visivo ulteriormente enfatizzato dall’uso dell’aerografo.
Come una capsula del tempo senza connessioni con l’esterno, e all’apparenza senza destinazione precisa, il progetto ricrea un ambiente che restituisce frammenti di immagini e oggetti provenienti da una società distorta che si alimenta continuamente attraverso ingannevoli sovrastrutture capitalistiche prive di mezzi per raggiungere un fine.
Vago e concreto, il titolo indica un segnale, una risposta quasi scontata e “automatica” ad una domanda che, seppur intuibile, non ci è data sapere, almeno per ora.
AVVERTENZA: la Redazione non assume alcuna responsabilità, e pertanto non potrà essere ritenuta responsabile, per eventuali errori di indicazione delle date dei vari eventi che sono da considerare puramente indicative. Invitiamo i lettori a verificare l’esattezza delle date e degli orari di svolgimento delle varie manifestazioni, contattando preventivamente gli organizzatori ai numeri di telefono corrispondenti o visitando il sito web corrispondente.
Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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