Mostra Ferdinando Scianna. Viaggio Racconto Memoria - Milano
A cura di Manuela Vaccarone
Pubblicato il
Aggiornato il
AVVERTENZA: la Redazione non assume alcuna responsabilità, e pertanto non potrà essere ritenuta responsabile, per eventuali errori di indicazione delle date dei vari eventi che sono da considerare puramente indicative. Invitiamo i lettori a verificare l’esattezza delle date e degli orari di svolgimento delle varie manifestazioni, contattando preventivamente gli organizzatori ai numeri di telefono corrispondenti o visitando il sito web corrispondente.
Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
-
Milano
La grande mostra antologica dedicata a Ferdinando Scianna, che presenta oltre 200 fotografie in bianco e nero stampate in diversi formati, attraversa l’intera carriera del grande fotografo siciliano e si sviluppa lungo un articolato percorso narrativo, costruito su diversi capitoli e varie modalità di allestimento.
Il percorso espositivo vede anche una sezione speciale dedicata a Leonardo Sciascia e un’altra, la “Bibliografia”, con una selezione dei libri di Scianna: dal primo, “Feste Religiose in Sicilia”, divenuto raro e prezioso nel tempo, fino alle ultimissime pubblicazioni.
Ferdinando Scianna e Leonardo Sciascia erano amici. Lo sono stati per oltre vent'anni.
Per Scianna, Sciascia è stato un "padre", un mentore, un maestro. Si conobbero per caso dopo che Sciascia, accompagnato da un amico comune, visitò la prima mostra fotografica di Scianna, allestita al circolo della cultura di Bagheria, quando Ferdinando aveva 20 anni.
Lo scrittore “affermato e famoso“ rimase colpito dagli scatti in bianco e nero del giovane fotografo. Ferdinando non c’era ma Sciascia lasciò per lui un generoso messaggio di stima. Per questo Scianna decise di andarlo a trovare nella sua casa a Racalmuto: fu un colpo di fulmine, "a vent’anni avevo trovato la persona chiave nella mia vita".
Da questo incontro nacque la loro prima collaborazione: "Feste religiose in Sicilia" (1965) con foto di Scianna e testi dello scrittore. Con questo volume, che fu un caso politico e letterario in Italia, Ferdinando vinse il Premio Nadar nel 1966. Sciascia e Scianna lavorarono insieme a diverse altre pubblicazioni come “Les Siciliens” (1977), “La villa dei mostri” (1977), “Ore di Spagna” (1988). I due furono amici per tutta la vita come testimoniano più di un migliaio di fotografie, per lo più inedite, scattate nelle estati a Racalmuto e nei numerosi viaggi insieme.
Un album di famiglia che ritrae Sciascia in una dimensione privata perché "finché non mi ha fatto l’offesa terribile di morire, è rimasto il mio angelo paterno". Fu un rapporto fondamentale nella vita di Ferdinando Scianna che scrive: "l'amicizia è come uno scambio delle chiavi delle rispettive cittadelle individuali, è l'acquisizione del reciproco diritto di utilizzare ciascuno dell'altro, gli occhi, la mente, il cuore".
Una piccola parte di queste foto sono diventate un libro: "Scianna fotografa Sciascia" (1989) che lo scrittore riuscì a vedere poco prima di morire.
Per Ferdinando Scianna, il libro è da sempre la forma prediletta di comunicazione. Da una parte la presenza di testi di grandi scrittori all’interno dei suoi libri fotografici, dall’altra la pubblicazione di riflessioni sulla fotografia e sui fotografi (come “Etica e fotogiornalismo”, “Obiettivo ambiguo” e “Il viaggio di Veronica”).
Col passare del tempo, la necessità del fotografo siciliano di affiancare alle immagini i propri testi si è fatta sempre più urgente e “Quelli di Bagheria” (2002) segna un passo ulteriore nella ricerca di un rapporto di reciproca integrazione anche grafica fra parola e immagine, raggiunta grazie alla collaborazione con l’art director Alberto Bianda.
Ferdinando Scianna è uno dei maestri della fotografia non solo italiana. Ha iniziato ad appassionarsi a questo linguaggio negli anni Sessanta, raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della sua regione d’origine, la Sicilia.
Il suo lungo percorso artistico si snoda attraverso varie tematiche, l’attualità, la guerra, il viaggio, la religiosità popolare, tutte legate da un unico filo conduttore: la costante ricerca di una forma nel caos della vita.
In oltre 50 anni di racconti non mancano di certo le suggestioni: da Bagheria alle Ande boliviane, dalle feste religiose, esordio della sua carriera, all’esperienza nel mondo della moda, iniziata con Dolce & Gabbana e Marpessa.
Poi i reportage (è il primo italiano a far parte dal 1982 della famosa agenzia foto giornalistica Magnum), i paesaggi, le sue ossessioni tematiche come gli specchi, gli animali, le cose.
Infine, i ritratti dei suoi grandi amici, maestri del mondo dell’arte e della cultura come Henri Cartier-Bresson, Jorge Louis Borges e in particolare Leonardo Sciascia, a cui è appunto riservata una intera e inedita sezione della mostra che, con la “Bibliografia”, dedicata ai suoi numerosi libri, arricchisce e completa nella sede milanese di Palazzo Reale un impianto espositivo concepito già prima della pandemia.
In questo viaggio-antologia, oltre alla presenza di alcuni dei suoi libri più importanti sfogliabili su monitor, il visitatore è accompagnato da un’audioguida (disponibile in italiano e in inglese, inclusa nel biglietto di ingresso), in cui Ferdinando Scianna racconta in prima persona il suo modo di intendere la fotografia, storie e aneddoti della sua carriera di fotografo e della sua vita. Un vero e proprio racconto parallelo, per conoscere da vicino il suo percorso artistico e umano.
La mostra è curata da Paola Bergna, Denis Curti e Alberto Bianda.
Il percorso espositivo vede anche una sezione speciale dedicata a Leonardo Sciascia e un’altra, la “Bibliografia”, con una selezione dei libri di Scianna: dal primo, “Feste Religiose in Sicilia”, divenuto raro e prezioso nel tempo, fino alle ultimissime pubblicazioni.
Ferdinando Scianna e Leonardo Sciascia erano amici. Lo sono stati per oltre vent'anni.
Per Scianna, Sciascia è stato un "padre", un mentore, un maestro. Si conobbero per caso dopo che Sciascia, accompagnato da un amico comune, visitò la prima mostra fotografica di Scianna, allestita al circolo della cultura di Bagheria, quando Ferdinando aveva 20 anni.
Lo scrittore “affermato e famoso“ rimase colpito dagli scatti in bianco e nero del giovane fotografo. Ferdinando non c’era ma Sciascia lasciò per lui un generoso messaggio di stima. Per questo Scianna decise di andarlo a trovare nella sua casa a Racalmuto: fu un colpo di fulmine, "a vent’anni avevo trovato la persona chiave nella mia vita".
Da questo incontro nacque la loro prima collaborazione: "Feste religiose in Sicilia" (1965) con foto di Scianna e testi dello scrittore. Con questo volume, che fu un caso politico e letterario in Italia, Ferdinando vinse il Premio Nadar nel 1966. Sciascia e Scianna lavorarono insieme a diverse altre pubblicazioni come “Les Siciliens” (1977), “La villa dei mostri” (1977), “Ore di Spagna” (1988). I due furono amici per tutta la vita come testimoniano più di un migliaio di fotografie, per lo più inedite, scattate nelle estati a Racalmuto e nei numerosi viaggi insieme.
Un album di famiglia che ritrae Sciascia in una dimensione privata perché "finché non mi ha fatto l’offesa terribile di morire, è rimasto il mio angelo paterno". Fu un rapporto fondamentale nella vita di Ferdinando Scianna che scrive: "l'amicizia è come uno scambio delle chiavi delle rispettive cittadelle individuali, è l'acquisizione del reciproco diritto di utilizzare ciascuno dell'altro, gli occhi, la mente, il cuore".
Una piccola parte di queste foto sono diventate un libro: "Scianna fotografa Sciascia" (1989) che lo scrittore riuscì a vedere poco prima di morire.
Per Ferdinando Scianna, il libro è da sempre la forma prediletta di comunicazione. Da una parte la presenza di testi di grandi scrittori all’interno dei suoi libri fotografici, dall’altra la pubblicazione di riflessioni sulla fotografia e sui fotografi (come “Etica e fotogiornalismo”, “Obiettivo ambiguo” e “Il viaggio di Veronica”).
Col passare del tempo, la necessità del fotografo siciliano di affiancare alle immagini i propri testi si è fatta sempre più urgente e “Quelli di Bagheria” (2002) segna un passo ulteriore nella ricerca di un rapporto di reciproca integrazione anche grafica fra parola e immagine, raggiunta grazie alla collaborazione con l’art director Alberto Bianda.
Ferdinando Scianna è uno dei maestri della fotografia non solo italiana. Ha iniziato ad appassionarsi a questo linguaggio negli anni Sessanta, raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della sua regione d’origine, la Sicilia.
Il suo lungo percorso artistico si snoda attraverso varie tematiche, l’attualità, la guerra, il viaggio, la religiosità popolare, tutte legate da un unico filo conduttore: la costante ricerca di una forma nel caos della vita.
In oltre 50 anni di racconti non mancano di certo le suggestioni: da Bagheria alle Ande boliviane, dalle feste religiose, esordio della sua carriera, all’esperienza nel mondo della moda, iniziata con Dolce & Gabbana e Marpessa.
Poi i reportage (è il primo italiano a far parte dal 1982 della famosa agenzia foto giornalistica Magnum), i paesaggi, le sue ossessioni tematiche come gli specchi, gli animali, le cose.
Infine, i ritratti dei suoi grandi amici, maestri del mondo dell’arte e della cultura come Henri Cartier-Bresson, Jorge Louis Borges e in particolare Leonardo Sciascia, a cui è appunto riservata una intera e inedita sezione della mostra che, con la “Bibliografia”, dedicata ai suoi numerosi libri, arricchisce e completa nella sede milanese di Palazzo Reale un impianto espositivo concepito già prima della pandemia.
In questo viaggio-antologia, oltre alla presenza di alcuni dei suoi libri più importanti sfogliabili su monitor, il visitatore è accompagnato da un’audioguida (disponibile in italiano e in inglese, inclusa nel biglietto di ingresso), in cui Ferdinando Scianna racconta in prima persona il suo modo di intendere la fotografia, storie e aneddoti della sua carriera di fotografo e della sua vita. Un vero e proprio racconto parallelo, per conoscere da vicino il suo percorso artistico e umano.
La mostra è curata da Paola Bergna, Denis Curti e Alberto Bianda.
Regione: Lombardia
Luogo: Palazzo Reale, Piano Nobile, piazza Duomo 12
Telefono: 02/88465230
Orari di apertura: 10-19,30; giovedì 10-22,30. Lunedì chiuso
Costo: 12 euro; ridotto 10 euro
Dove acquistare: www.palazzorealemilano.it/la-tua-visita/biglietti-e-prenotazioni
Sito web: www.palazzorealemilano.it; www.sciannamilano.it; www.civita.art
Organizzatore: Comune di Milano|Cultura, Palazzo Reale e Civita Mostre e Musei