Mostra “EURITMIA”. Valeggio Contemporanea.1 Mostra d’arte contemporanea - Valeggio sul Mincio
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Valeggio sul Mincio (Verona)
La collettiva “Euritmica” , che si snoda nelle settecentesche sale di Palazzo Guarienti, vede protagonisti gli artisti Pino Deodato, Marco Demis e Giorgio Tentolini.
Il titolo dell'esposizione riprende il termine euritmia che deriva dal greco εὐριϑμία che indica la disposizione armonica e proporzionale delle varie parti di un’opera d’arte. Con l’aggettivo euritmico si delinea un equilibrio incantevole che, nell'opera, cattura l’attenzione di chi la osserva ancor prima che egli sia entrato nell’ambiente in cui si trova, in un movimento così elegante da sembrare quasi magico.
Così appaiono le opere di Pino Deodato, Giorgio Tentolini e Marco Demis, che, nell’alveo dei media utilizzati nella propria ricerca, concordano negli esiti di un’arte figurativa che attrae perché evocativa di un altrove che affascina ma indirizza a una riflessione sui grandi temi della contemporaneità, sull'uomo e sul suo rapporto con un mondo che, se da un lato è iperconnesso dai social, dall'altro è fortemente sconnesso da un panorama in cui la proliferazione bulimica di immagini fa sì che il confine tra il realtà e finzione venga meno e l'individuo si trovi preda di una crisi di valori che investe tanto la percezione di sé stesso quanto il rapporto con l'altro.
Nella comunicazione della società odierna mancano il corpo e lo sguardo e con essi si perde l'empatia: è necessario tornare a quella profonda commozione che scaturisce dall'atto della comprensione oltre l'appagamento immediato dei sensi.
Pino Deodato attinge a momenti del quotidiano e al ricordo resi attraverso i piccoli gesti delle sue sculture, solitarie e poetiche che avvicinano a mondi fantastici, messe in scena che invitano a una riflessione sulla condizione dell’uomo contemporaneo , sulla crisi di ideali che lo affligge e sulla quale non sembra esserci soluzione.
In una società veloce e superficiale l’arte di Deodato va in profondità, il suo lavoro svolto in silenzio e meditazione narra l'esistenza dell' individuo, in situazioni in cui ciascuno può ritrovarsi.
Nelle opere di Marco Demis ci troviamo in una dimensione fuori dal tempo, uno spazio sospeso abitato da presenze femminili primigenie che incarnano un ideale di celeste candore e purezza.
Esseri chiusi in un empireo perfetto e compiuto, diafane apparizioni dal pallore lunare, lontane e immutabili nella loro intima fissità. Figure simboliche, cui l'animo tende senza poterne afferrare, in quanto idee eterne e lontane.
Evidente il riferimento alla mitologia classica greca, alle ninfe, abitatrici delle fonti, dei fiumi e dei laghi (naiadi), delle foreste (driadi o amadriadi), dei monti (oreadi), e identificate dai Romani con divinità indigeti delle acque e delle sorgenti.
Il lavoro di Tentolini, tra pittura e scultura, parte da uno scatto fotografico e attraverso un meticoloso studio della luce, incidendo e sovrapponendo i vari moduli di rete metallica, tesse una trama che restituisce infine il soggetto.
L'indagine dell'artista tocca temi come la memoria e l'identità, aprendo a una ricognizione tra passato e presente.
Le opere del ciclo Pagan Poetry riprendono i volti e i corpi di statue greche rifacendosi all’ideale della statuaria classica, i greci antichi attribuivano l'ideale eterno di bellezza a quello di misura e proporzione fra le parti.
Nella contemporaneità siamo irretiti da rappresentazioni di un'estetica da consumo immediato, sfalsata dalla creazione sintetica di volti e corpi generati da algoritmi: così la realtà si frantuma si perde di vista l'individuo nella sua unicità innescando una riflessione tra essere e apparire.
L’evento è realizzato grazie anche al contributo del - Distretto del commercio di Valeggio sul Mincio - Programma 2024-2025
Didascalia della foto sotto:
Marco Demis, 2024, oil on canvas, 117x842 cm
Il titolo dell'esposizione riprende il termine euritmia che deriva dal greco εὐριϑμία che indica la disposizione armonica e proporzionale delle varie parti di un’opera d’arte. Con l’aggettivo euritmico si delinea un equilibrio incantevole che, nell'opera, cattura l’attenzione di chi la osserva ancor prima che egli sia entrato nell’ambiente in cui si trova, in un movimento così elegante da sembrare quasi magico.
Così appaiono le opere di Pino Deodato, Giorgio Tentolini e Marco Demis, che, nell’alveo dei media utilizzati nella propria ricerca, concordano negli esiti di un’arte figurativa che attrae perché evocativa di un altrove che affascina ma indirizza a una riflessione sui grandi temi della contemporaneità, sull'uomo e sul suo rapporto con un mondo che, se da un lato è iperconnesso dai social, dall'altro è fortemente sconnesso da un panorama in cui la proliferazione bulimica di immagini fa sì che il confine tra il realtà e finzione venga meno e l'individuo si trovi preda di una crisi di valori che investe tanto la percezione di sé stesso quanto il rapporto con l'altro.
Nella comunicazione della società odierna mancano il corpo e lo sguardo e con essi si perde l'empatia: è necessario tornare a quella profonda commozione che scaturisce dall'atto della comprensione oltre l'appagamento immediato dei sensi.
Pino Deodato attinge a momenti del quotidiano e al ricordo resi attraverso i piccoli gesti delle sue sculture, solitarie e poetiche che avvicinano a mondi fantastici, messe in scena che invitano a una riflessione sulla condizione dell’uomo contemporaneo , sulla crisi di ideali che lo affligge e sulla quale non sembra esserci soluzione.
In una società veloce e superficiale l’arte di Deodato va in profondità, il suo lavoro svolto in silenzio e meditazione narra l'esistenza dell' individuo, in situazioni in cui ciascuno può ritrovarsi.
Nelle opere di Marco Demis ci troviamo in una dimensione fuori dal tempo, uno spazio sospeso abitato da presenze femminili primigenie che incarnano un ideale di celeste candore e purezza.
Esseri chiusi in un empireo perfetto e compiuto, diafane apparizioni dal pallore lunare, lontane e immutabili nella loro intima fissità. Figure simboliche, cui l'animo tende senza poterne afferrare, in quanto idee eterne e lontane.
Evidente il riferimento alla mitologia classica greca, alle ninfe, abitatrici delle fonti, dei fiumi e dei laghi (naiadi), delle foreste (driadi o amadriadi), dei monti (oreadi), e identificate dai Romani con divinità indigeti delle acque e delle sorgenti.
Il lavoro di Tentolini, tra pittura e scultura, parte da uno scatto fotografico e attraverso un meticoloso studio della luce, incidendo e sovrapponendo i vari moduli di rete metallica, tesse una trama che restituisce infine il soggetto.
L'indagine dell'artista tocca temi come la memoria e l'identità, aprendo a una ricognizione tra passato e presente.
Le opere del ciclo Pagan Poetry riprendono i volti e i corpi di statue greche rifacendosi all’ideale della statuaria classica, i greci antichi attribuivano l'ideale eterno di bellezza a quello di misura e proporzione fra le parti.
Nella contemporaneità siamo irretiti da rappresentazioni di un'estetica da consumo immediato, sfalsata dalla creazione sintetica di volti e corpi generati da algoritmi: così la realtà si frantuma si perde di vista l'individuo nella sua unicità innescando una riflessione tra essere e apparire.
L’evento è realizzato grazie anche al contributo del - Distretto del commercio di Valeggio sul Mincio - Programma 2024-2025
Didascalia della foto sotto:
Marco Demis, 2024, oil on canvas, 117x842 cm
Regione: Veneto
Luogo: Palazzo Guarienti, via Antonio Murari 27
Telefono: 045/7951880
Orari di apertura: 10,30-13; 15,30-18,30
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: Ingresso libero
Sito web: www.valeggio.com/destinazioni/palazzo-guarienti/
Organizzatore: Associazione Culturale Percorsi in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Valeggio sul Mincio