Mostra Emilio Isgrò: i 35 libri dei Promessi Sposi “cancellati” - Châtillon

Manuela Vaccarone
A cura di Manuela Vaccarone
Pubblicato il 08/04/2019 Aggiornato il 08/04/2019
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Châtillon (Aosta)
Il progetto nasce da una delle opere più significative custodite nel Museo: “Quel che è scritto” (1991) di Emilio Isgrò (Barcellona di Sicilia, 1937), tra i più importanti artisti concettuali italiani da cui prende vita questa mostra. L’esposizione mette in relazione l’opera della collezione, di difficile interpretazione per il grande pubblico, e quella più monumentale di Emilio Isgrò: I Promessi Sposi cancellati per venticinque lettori e dieci appestati (2016), 35 libri dedicati dall’artista alle pagine più celebri de I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni aperti su pagine emblematiche.

La mostra intende raccontare la poeticità e la profondità del processo creativo delle due opere, attraverso un percorso di avvicinamento e comprensione capace di coinvolgere il pubblico e, in particolare, le scuole, per meglio conoscere e apprezzare il profondo significato.

I 35 volumi de I Promessi Sposi cancellati per venticinque lettori e dieci appestati sono la ristampa anastatica della prima edizione del romanzo nella sua versione definitiva (la cosiddetta Quarantana), edizione che Manzoni aveva fatto illustrare da Alessandro Gonin. Emilio Isgrò, artista siciliano, trapiantato a Milano, è intervenuto sulle 35 pagine con un’operazione a lui consueta: ha cancellato quasi tutto il testo con inchiostro nero o tempera bianca, facendo sopravvivere solo alcune parole chiave. Quello che sembrerebbe oltraggio è in realtà un atto d’amore.

Esemplificativa della poetica di Isgrò e delle sue celebri cancellature, l’opera dà una chiave d’accesso al romanzo manzoniano e apre una relazione con l’opera dell’artista conservata nel Museo. L’intervento di Isgrò ci fa precipitare nel cuore del testo e ci fa capire la grandezza della scrittura manzoniana.
Emilio Isgrò all’arte è arrivato attraverso la parola: la comprensione dell’opera della collezione del Castello Gamba nascerà proprio da qui.

Il nuovo progetto del Castello Gamba - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea della Regione, che la Soprintendenza per i beni e le attività culturali lancia per il 2019 con la collaborazione di Casa Testori, parte dalla sua collezione d’arte moderna e contemporanea costituita dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta nell’arco di sessant’anni, attraverso acquisizioni, donazioni e lasciti.

Ai due nuclei principali della collezione del Museo, le opere otto/novecentesche dedicate al paesaggio alpino e le opere di grandi maestri italiani del Novecento, si affianca un gruppo di opere di artisti contemporanei. Il lavoro di ricerca ha portato all’individuazione di un primo nucleo di opere meritorie di essere al centro di altrettanti focus di ricerca, al fine di fornire il materiale scientifico per tali azioni.

L’avvio è un nuovo capitolo di Détails, rassegna con cui il Castello Gamba valorizza il proprio patrimonio, ponendo l’attenzione su uno degli autori presenti in collezione e ha come obiettivo l’inclusione museale e una strutturata proposta didattica per favorire una conoscenza diffusa dell’arte moderna e contemporanea in Valle d’Aosta, di cui il Castello Gamba è il naturale interprete e titolato protagonista.
Regione: Valle d'Aosta
Luogo: Castello Gamba, Località Crêt-de-Breil
Telefono: 0166/563252
Orari di apertura: 9-19 tutti i giorni
Costo: 5 euro; ridotto 2 euro
Dove acquistare: www.castellogamba.vda.it
Sito web: www.castellogamba.vda.it
Organizzatore: Castello Gamba - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea della Regione Autonoma Valle d’Aosta, Soprintendenza per i beni e le attività culturali
Emilio Isgrò: i 35 libri dei Promessi Sposi “cancellati”