Mostra De rerum natura. Serena Lugli - Roma
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Roma
Lo Spazio Il Laboratorio, nel cuore di Trastevere a Roma, ospita la mostra personale di Serena Lugli, dove viene esposta la recente produzione dell’artista che ha approfondito negli ultimi anni le tecniche della collografia, non tradendo la predilezione per il collage.
Serena Lugli sceglie la complessità travestita da apparente semplicità per affrontare un tema profondamente radicato in una crescente consapevolezza e sensibilità riguardo l’ambiente e la natura, alla quale si unisce la seria preoccupazione sulle sorti del nostro pianeta, devastato dall’eccesso antropocentrico degli ultimi secoli.
Serena sceglie un apparentemente semplice: Lucrezio, infatti, narra di una natura delle cose costituita da un turbinio di atomi senza tregua, assorti in un movimento incessante senza origine e senza meta.
La natura di Lucrezio è una natura perturbante, allucinata ed onirica, turbolenta e traumatica, mai serena e bucolica, dove nulla raggiunge il suo scopo: dovunque tu volgi gli occhi tutto sembra muoversi in un vortice perenne. Esiste soltanto una profondità luminosa generata non da potenza divina o dall’azione dell’uomo ma da una forza sconosciuta che perennemente trasforma il reale dando vita a diversi mondi in diversi modi creati.
Serena Lugli sceglie e senza voler necessariamente decidere tra una natura come guida morale o come paziente morale, procede per frammenti, per atomi costitutivi, per restituire detriti minuziosi di cose e realtà, in un processo continuo che sforma il tutto.
Imprevedibili sono i segni, impressi, stratificati, che si rivelano in dettagli dal sottofondo attraverso certosine archeologie sovrapposte. Scavando e incidendo, riempiendo e sommando, l’artista fa emergere sulla superficie substrati provenienti da fondali marini o da umidi interstizi terrosi dove riaffiorano conchiglie e foglie, coralli e arbusti ormai morti, residui di azioni indefinite che fissano nel tempo ogni accadimento materiale.
Ogni opera è, così, il reinvenimento di un corpus di sostanze e forme, provenienti da altri mondi che, strato dopo strato, modificano la percezione sensoriale, ora intrisa della geografia del minimo e dell’invisibile.
La mostra è curata da Roberta Melasecca.
Serena Lugli sceglie la complessità travestita da apparente semplicità per affrontare un tema profondamente radicato in una crescente consapevolezza e sensibilità riguardo l’ambiente e la natura, alla quale si unisce la seria preoccupazione sulle sorti del nostro pianeta, devastato dall’eccesso antropocentrico degli ultimi secoli.
Serena sceglie un apparentemente semplice: Lucrezio, infatti, narra di una natura delle cose costituita da un turbinio di atomi senza tregua, assorti in un movimento incessante senza origine e senza meta.
La natura di Lucrezio è una natura perturbante, allucinata ed onirica, turbolenta e traumatica, mai serena e bucolica, dove nulla raggiunge il suo scopo: dovunque tu volgi gli occhi tutto sembra muoversi in un vortice perenne. Esiste soltanto una profondità luminosa generata non da potenza divina o dall’azione dell’uomo ma da una forza sconosciuta che perennemente trasforma il reale dando vita a diversi mondi in diversi modi creati.
Serena Lugli sceglie e senza voler necessariamente decidere tra una natura come guida morale o come paziente morale, procede per frammenti, per atomi costitutivi, per restituire detriti minuziosi di cose e realtà, in un processo continuo che sforma il tutto.
Imprevedibili sono i segni, impressi, stratificati, che si rivelano in dettagli dal sottofondo attraverso certosine archeologie sovrapposte. Scavando e incidendo, riempiendo e sommando, l’artista fa emergere sulla superficie substrati provenienti da fondali marini o da umidi interstizi terrosi dove riaffiorano conchiglie e foglie, coralli e arbusti ormai morti, residui di azioni indefinite che fissano nel tempo ogni accadimento materiale.
Ogni opera è, così, il reinvenimento di un corpus di sostanze e forme, provenienti da altri mondi che, strato dopo strato, modificano la percezione sensoriale, ora intrisa della geografia del minimo e dell’invisibile.
La mostra è curata da Roberta Melasecca.
Regione: Lazio
Luogo: Spazio Il Laboratorio, via del Moro 49
Telefono: 380/3646233
Orari di apertura: 16-20
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: 0 - ingresso libero
Sito web: www.interno14next.it
Organizzatore: Spazio Il Laboratorio