Mostra Dai Monasteri e dai Conventi - Catania

Manuela Vaccarone
A cura di Manuela Vaccarone
Pubblicato il 18/04/2024 Aggiornato il 18/04/2024
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Catania
Concepita con un doppio registro narrativo - quello artistico per fare luce sul patrimonio religioso traghettato fra i beni di Stato con la nascita del Regno d’Italia e quello storico che inquadra il contesto del tempo, la nascita del pensiero liberale e il dibattito politico sulla separazione tra Stato e Chiesa - la mostra è fondamentalmente uno straordinario momento di riflessione su una fase complessa e controversa della storia del nostro Paese.

Un provvedimento, quello delle Leggi Siccardi (1866) e il conseguente trasferimento del patrimonio degli ordini religiosi allo Stato, che impose a quest’ultimo la questione tutt’altro che secondaria della tutela dei beni culturali, autentico “giacimento d’arte” che, ieri come oggi, tràina e sostiene l’economia italiana.

Un centinaio le opere in mostra nei due piani del Museo Diocesano di Catania divise in tre sezioni - artistica, archeologica e bibliografica - e scandite secondo l’ordine religioso di provenienza.

Un racconto che, sia pure circoscritto all’area di Catania - dai comuni dell’Etna fino a quelli dell’entroterra del calatino, come Caltagirone, Militello e Mineo - approfondisce e mette in mostra, secondo un criterio storico e scientifico, beni e opere d’arte riconducibili ai principali ordini monastici diffusi in Sicilia: Basiliani, Benedettini, Carmelitani, Domenicani, Francescani, Agostiniani, Mercedari, Paolotti e Camilliani documentando il ricco patrimonio artistico, la devozione e il senso per l’arte di monaci e frati.
Le opere sono in prestito da enti pubblici e religiosi e arrivano da Acireale, Aci Sant’Antonio, Adrano, Avellino, Bronte, Caltagirone, Catania, Giarre, Linguaglossa, Messina, Mineo, Paternò, Piedimonte Etneo, Randazzo, Roma, Santa Maria di Licodia, Trapani.

Sono esposte immense pale d’altare, dipinti su tavola di scuola antonelliana raramente esposti al pubblico, codici miniati, volumi antichi, epigrafi romane e reperti archeologici – statuette, vasi, fibule, bracciali - provenienti dalla collezione dei Benedettini e sinora custoditi nei magazzini del Castello Ursino.
In mostra sono anche uniformi storiche, busti commemorativi e reliquiari, preziosi arredi in argento, paramenti sacri e manoscritti delle secolari biblioteche conventuali.

In parallelo il percorso espositivo affronta la delicatissima questione della soppressione degli ordini religiosi avvenuta con le cosiddette Leggi Eversive del 1866.
Conventi e monasteri divennero caserme, scuole e ospedali destinati alle funzioni sociali del nuovo Stato, mentre il patrimonio artistico dei religiosi – quando non disperso nel corso del tempo, a volte trafugato o venduto, in alcuni fortunati casi messo in salvo da oculati priori – divenne proprietà dello Stato e solo più tardi rientrò parzialmente in possesso della Chiesa e degli Ordini.

La mostra è curata da Roberta Carchiolo, storica dell’arte della Soprintendenza di Catania che, per la parte scientifica e organizzativa, ha guidato un team di studiosi dello stesso ente: Carmela Cappa, Franco La Fico Guzzo e Mariagrazia Patti (sezione storico-artistica); Ida Buttitta e Maria Lucia Giangrande (sezione bibliografica); Maria Turco e Michela Ursino (sezione archeologica); Carmela Di Blasi (registrar); mentre il progetto di allestimento e la direzione tecnica sono stati affidati ad Albarosa D’Arrigo e Salvatore Girianni.
Regione: Sicilia
Luogo: Museo Diocesano, via Etnea 8
Telefono: 095/281635
Orari di apertura: 9-13 da lunedì a sabato; martedì e giovedì anche pomeriggio 15-18. Domenica e festivi su prenotazione
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: Ingresso libero
Sito web: https://museodiocesanocatania.com/
Organizzatore: Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Catania in collaborazione con l’Arcidiocesi di Catania, il Museo Diocesano e il FEC, il Fondo Edifici di Culto
Dai Monasteri e dai Conventi