Mostra Canova tra innocenza e peccato - Rovereto
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Rovereto (Trento)
Il Mart di Rovereto inaugura le celebrazioni nazionali per il bicentenario della morte di Antonio Canova.
Con oltre 200 opere la mostra approfondisce come l'opera di Canova abbia influenzato i linguaggi contemporanei.
Con la sua opera Antonio Canova ha incarnato l’ideale di una bellezza eterna, fondata su principi di armonia, misura, equilibrio, affermandosi come massimo esponente del Neoclassicismo italiano.
Erede della perfezione della scultura greca, Canova ha saputo interpretare le istanze di un’epoca inquieta, a cavallo tra due secoli, dominata dall’Impero napoleonico.
La sua ricerca, ricca di rimandi al passato, si apre così al futuro, lasciando in eredità un ideale estetico che continua a vivere fino a oggi.
La mostra muove da 14 capolavori provenienti dalla Gypsotheca di Possagno tra cui Amore e Psiche, Ninfa dormiente, Endimione dormiente, Le Grazie, Venere italica, Maddalena penitente, Creugante.
Intorno a queste figure si sviluppano le intenzioni dei curatori del Mart: rivelare il canone canoviano nell’opera di scultori e fotografi del XX e del XXI secolo.
In mostra i grandi fotografi di nudo del ’900: Helmut Newton, Robert Mapplethorpe, Irving Penn; noti scultori contemporanei come Igor Mitoraj, Elena Mutinelli e Fabio Viale, i fotografi che hanno immortalato il corpo imperfetto o fragile come Miroslav Tichý; Jan Saudek, Joel-Peter Witkin, Dino Pedriali e quelli che hanno mitizzato l’opera stessa di Canova, dagli Alinari a Luigi Spina, fino a Mustafa Sabbagh.
Nell'ambito dell'esposizione viene presentato un nucleo di fotografie di Luigi Spina tratte dal progetto editoriale “Canova. Quattro tempi”, edito da 5 Continents Editions. Le immagini intendono esplorare l'attualità dell’opera di Antonio Canova nei linguaggi contemporanei, dalla fotografia alle esperienze scultoree più recenti, mettendo in luce nessi, dialoghi, continuità e contrapposizioni.
In un allestimento nel quale predominano il bianco e il nero, il vero protagonista è il corpo. Se alcuni artisti scelgono di idealizzarlo o estetizzarlo, altri descrivono una bellezza anti-canonica e “anti-canoviana” che contempla e contiene il suo contrario.
Ideata da Vittorio Sgarbi e curata da Beatrice Avanzi e Denis Isaia, la mostra presenta alcune tra le più significative esperienze artistiche nel campo della fotografia e della scultura.
Con oltre 200 opere la mostra approfondisce come l'opera di Canova abbia influenzato i linguaggi contemporanei.
Con la sua opera Antonio Canova ha incarnato l’ideale di una bellezza eterna, fondata su principi di armonia, misura, equilibrio, affermandosi come massimo esponente del Neoclassicismo italiano.
Erede della perfezione della scultura greca, Canova ha saputo interpretare le istanze di un’epoca inquieta, a cavallo tra due secoli, dominata dall’Impero napoleonico.
La sua ricerca, ricca di rimandi al passato, si apre così al futuro, lasciando in eredità un ideale estetico che continua a vivere fino a oggi.
La mostra muove da 14 capolavori provenienti dalla Gypsotheca di Possagno tra cui Amore e Psiche, Ninfa dormiente, Endimione dormiente, Le Grazie, Venere italica, Maddalena penitente, Creugante.
Intorno a queste figure si sviluppano le intenzioni dei curatori del Mart: rivelare il canone canoviano nell’opera di scultori e fotografi del XX e del XXI secolo.
In mostra i grandi fotografi di nudo del ’900: Helmut Newton, Robert Mapplethorpe, Irving Penn; noti scultori contemporanei come Igor Mitoraj, Elena Mutinelli e Fabio Viale, i fotografi che hanno immortalato il corpo imperfetto o fragile come Miroslav Tichý; Jan Saudek, Joel-Peter Witkin, Dino Pedriali e quelli che hanno mitizzato l’opera stessa di Canova, dagli Alinari a Luigi Spina, fino a Mustafa Sabbagh.
Nell'ambito dell'esposizione viene presentato un nucleo di fotografie di Luigi Spina tratte dal progetto editoriale “Canova. Quattro tempi”, edito da 5 Continents Editions. Le immagini intendono esplorare l'attualità dell’opera di Antonio Canova nei linguaggi contemporanei, dalla fotografia alle esperienze scultoree più recenti, mettendo in luce nessi, dialoghi, continuità e contrapposizioni.
In un allestimento nel quale predominano il bianco e il nero, il vero protagonista è il corpo. Se alcuni artisti scelgono di idealizzarlo o estetizzarlo, altri descrivono una bellezza anti-canonica e “anti-canoviana” che contempla e contiene il suo contrario.
Ideata da Vittorio Sgarbi e curata da Beatrice Avanzi e Denis Isaia, la mostra presenta alcune tra le più significative esperienze artistiche nel campo della fotografia e della scultura.
Regione: Trentino Alto Adige
Luogo: MartRovereto, corso Bettini 43
Telefono: 0464/438887; 800/397760
Orari di apertura: 10-18; venerdì 10-21. Lunedì chiuso
Costo: 11 euro; ridotto 7 euro
Dove acquistare: www.mart.tn.it/visita/biglietti-118188
Sito web: www.mart.trento.it
Organizzatore: Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto