Mostra Antonio Ligabue e l’arte degli Outsider - Lecco

A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Lecco
La mostra, in programma nelle sale del Palazzo delle Paure a Lecco, intende proporre un'indagine sul complesso rapporto tra arte e follia; uno sguardo approfondito sulle vicende personali e sulla produzione di autori che hanno scritto pagine importanti della storia dell’arte italiana del Novecento e che dopo aver vissuto una esperienza manicomiale in un ospedale psichiatrico hanno scoperto il potere dell’arte e il proprio talento.
L'esposizione presenta 14 opere di Antonio Ligabue e una quarantina di dipinti e disegni realizzati da maestri quali Filippo de Pisis, Rino Ferrari, Edoardo Fraquelli, Pietro Ghizzardi, Mario Puccini, Gino Sandri, Carlo Zinelli, autori che hanno seguito un iter di studi accademico e hanno rivestito un ruolo di primo piano nel panorama artistico italiano, ma che hanno trascorso un periodo di ricovero in strutture di cura psichiatrica, a causa di profondi disagi psichici o hanno incontrato l’arte proprio durante la reclusione in manicomio.
Il percorso si apre e ruota attorno alla figura di Antonio Ligabue, “Toni al matt”, come solevano spesso definirlo gli abitanti della Bassa padana, regione dove trascorse buona parte della sua vita, e di cui si celebrano i sessant’anni dalla scomparsa, avvenuta a Gualtieri (RE) il 27 maggio 1965.
La difficile e tormentata vita di Ligabue, nato a Zurigo nel 1899 e trasferitosi ventenne in Italia, a Gualtieri, è segnata da ostilità e incomprensioni, da ricoveri all’Istituto Psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia e al Ricovero di mendicità di Gualtieri, ma è tutta dedicata, fino alla morte, alla pittura e alla scultura.
Un’altra personalità di ampio profilo attorno cui si sviluppa il percorso espositivo lecchese è Filippo de Pisis (1896-1956), pittore, ma ancor prima poeta, dotato di spiccata sensibilità.
La sua cifra stilistica s’iscrive inizialmente nell’ambito della Metafisica, dopo l’incontro con Giorgio de Chirico e il fratello Alberto Savinio, caratterizzata da una pittura elegante, di tocco, ma in cui traspare una vena struggente, un affanno latente, che trapela dall’apparente leggerezza dell’insieme.
La mostra prosegue con le creazioni di altri outsider. Tra questi, spicca il livornese Mario Puccini (1869-1920), vero e proprio caso nella pittura toscana tra i due secoli.
Isolato, affetto da difficili patologie comportamentali, autonomo nella ricerca pittorica, fu definito dal critico Emilio Cecchi, suo estimatore, “un Van Gogh involontario”.
Anche quella di Gino Sandri (1892-1959), finissimo intellettuale, scrittore straordinario e disegnatore e pittore dalla mano felicissima, è un’esistenza segnata dalla permanenza in manicomio.
I ritratti degli internati nel manicomio di Mombello furono anche il soggetto privilegiato di Rino Ferrari, entrato in clinica psichiatrica a seguito dell’esperienza traumatica vissuta durante il massacro di Cefalonia. Incoraggiato dal medico, Ferrari inizia a disegnare.
Anche Carlo Zinelli (1916-1974), uno degli autori più noti del panorama della creatività nata tra le mura di un manicomio, trova nell’arte uno straordinario strumento di comunicazione.
Grazie alla vicinanza e al conforto dello psichiatra Vittorino Andreoli, Zinelli produrrà opere dalla cifra stilistica inconfondibile, riconosciute oggi come una delle espressioni più interessanti dell’Art Brut.
La rassegna si completa con due affondi su Pietro Ghizzardi (1906-1986) ed Edoardo Fraquelli (1933-1995).
La mostra è a cura di Simona Bartolena.
L'esposizione presenta 14 opere di Antonio Ligabue e una quarantina di dipinti e disegni realizzati da maestri quali Filippo de Pisis, Rino Ferrari, Edoardo Fraquelli, Pietro Ghizzardi, Mario Puccini, Gino Sandri, Carlo Zinelli, autori che hanno seguito un iter di studi accademico e hanno rivestito un ruolo di primo piano nel panorama artistico italiano, ma che hanno trascorso un periodo di ricovero in strutture di cura psichiatrica, a causa di profondi disagi psichici o hanno incontrato l’arte proprio durante la reclusione in manicomio.
Il percorso si apre e ruota attorno alla figura di Antonio Ligabue, “Toni al matt”, come solevano spesso definirlo gli abitanti della Bassa padana, regione dove trascorse buona parte della sua vita, e di cui si celebrano i sessant’anni dalla scomparsa, avvenuta a Gualtieri (RE) il 27 maggio 1965.
La difficile e tormentata vita di Ligabue, nato a Zurigo nel 1899 e trasferitosi ventenne in Italia, a Gualtieri, è segnata da ostilità e incomprensioni, da ricoveri all’Istituto Psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia e al Ricovero di mendicità di Gualtieri, ma è tutta dedicata, fino alla morte, alla pittura e alla scultura.
Un’altra personalità di ampio profilo attorno cui si sviluppa il percorso espositivo lecchese è Filippo de Pisis (1896-1956), pittore, ma ancor prima poeta, dotato di spiccata sensibilità.
La sua cifra stilistica s’iscrive inizialmente nell’ambito della Metafisica, dopo l’incontro con Giorgio de Chirico e il fratello Alberto Savinio, caratterizzata da una pittura elegante, di tocco, ma in cui traspare una vena struggente, un affanno latente, che trapela dall’apparente leggerezza dell’insieme.
La mostra prosegue con le creazioni di altri outsider. Tra questi, spicca il livornese Mario Puccini (1869-1920), vero e proprio caso nella pittura toscana tra i due secoli.
Isolato, affetto da difficili patologie comportamentali, autonomo nella ricerca pittorica, fu definito dal critico Emilio Cecchi, suo estimatore, “un Van Gogh involontario”.
Anche quella di Gino Sandri (1892-1959), finissimo intellettuale, scrittore straordinario e disegnatore e pittore dalla mano felicissima, è un’esistenza segnata dalla permanenza in manicomio.
I ritratti degli internati nel manicomio di Mombello furono anche il soggetto privilegiato di Rino Ferrari, entrato in clinica psichiatrica a seguito dell’esperienza traumatica vissuta durante il massacro di Cefalonia. Incoraggiato dal medico, Ferrari inizia a disegnare.
Anche Carlo Zinelli (1916-1974), uno degli autori più noti del panorama della creatività nata tra le mura di un manicomio, trova nell’arte uno straordinario strumento di comunicazione.
Grazie alla vicinanza e al conforto dello psichiatra Vittorino Andreoli, Zinelli produrrà opere dalla cifra stilistica inconfondibile, riconosciute oggi come una delle espressioni più interessanti dell’Art Brut.
La rassegna si completa con due affondi su Pietro Ghizzardi (1906-1986) ed Edoardo Fraquelli (1933-1995).
La mostra è a cura di Simona Bartolena.
Regione: Lombardia
Luogo: Palazzo delle Paure, piazza XX Settembre 22
Telefono: 0341/286729
Orari di apertura: 10-14 martedì; 10-18 da mercoledì a domenica. Lunedì chiuso
Costo: 12 euro; ridotto 8 euro
Dove acquistare: www.vidicultural.com
Sito web: www.vidicultural.com
Organizzatore: ViDi cultural e Ponte43, in collaborazione con il Comune di Lecco e il Sistema Museale Urbano Lecchese