Mostra Andreas Angelidakis POST-RUIN Bentivoglio - Bologna
A cura di Manuela Vaccarone
Pubblicato il
Aggiornato il
AVVERTENZA: la Redazione non assume alcuna responsabilità, e pertanto non potrà essere ritenuta responsabile, per eventuali errori di indicazione delle date dei vari eventi che sono da considerare puramente indicative. Invitiamo i lettori a verificare l’esattezza delle date e degli orari di svolgimento delle varie manifestazioni, contattando preventivamente gli organizzatori ai numeri di telefono corrispondenti o visitando il sito web corrispondente.
Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
-
Bologna
Palazzo Bentivoglio presenta il progetto dell’artista Andreas Angelidakis (Atene, 1968). Al centro di tutto è la grande installazione POST-RUIN Bentivoglio (2020), che attraversa le tre sale dei sotterranei cinquecenteschi dell’edificio.
L’opera, da cui prende il titolo il progetto, rimanda al passato dell’edificio - legato al precedente palazzo della famiglia bolognese distrutto da una sommossa popolare - e fa parte di una serie in cui il concetto di rovina viene sovvertito rendendo l’opera utilizzabile a piacimento dal pubblico.
Si compone infatti di elementi modulari attraverso i quali è possibile modificare gli spazi, assemblandoli per ricreare un’ipotetica rovina antica o dividendoli e sparpagliandoli così da ottenere sedute e punti di appoggio.
I blocchi, gli archi e i frammenti della rovina sono realizzati con materiali soffici e leggeri.
La superficie dei pezzi è stampata con la fotografia di un pattern marmoreo.
Si tratta di un’opera che mette in discussione la monumentalità e la distanza di rispetto che siamo soliti riconoscere alle antichità.
All’interno di questo progetto l’installazione diventa una scultura utilizzabile per vivere lo spazio e osservare le altre opere. Nei tre ambienti espositivi sono infatti presentati dei video sia ambientali, sia proiettati su schermi, in cui la visione dell’architettura e dello spazio abitato nel loro progresso storico ben esemplifica il lavoro di Angelidakis.
Assieme a questi viene esposta una serie di piccole sculture realizzate tramite stampanti 3D e in grado di rendere reali le visioni architettoniche progettate al computer dall’artista. Mentre nella prima sala il pubblico è accolto da due grandi wallpaper realizzati per l’occasione, altro elemento classico della sua produzione artistica.
Andreas Angelidakis si muove nello spazio di confine in cui arte e architettura si sovrappongono. È stato definito un architetto che non costruisce, ma potrebbe essere più corretto vederlo come un critico e un intellettuale che utilizza l’arte per riflettere sullo spazio che ci circonda e sul modo in cui le nuove tecnologie influenzano l’architettura e il modo di vivere di ciascuno di noi.
La mostra è a cura di Antonio Grulli.
L’opera, da cui prende il titolo il progetto, rimanda al passato dell’edificio - legato al precedente palazzo della famiglia bolognese distrutto da una sommossa popolare - e fa parte di una serie in cui il concetto di rovina viene sovvertito rendendo l’opera utilizzabile a piacimento dal pubblico.
Si compone infatti di elementi modulari attraverso i quali è possibile modificare gli spazi, assemblandoli per ricreare un’ipotetica rovina antica o dividendoli e sparpagliandoli così da ottenere sedute e punti di appoggio.
I blocchi, gli archi e i frammenti della rovina sono realizzati con materiali soffici e leggeri.
La superficie dei pezzi è stampata con la fotografia di un pattern marmoreo.
Si tratta di un’opera che mette in discussione la monumentalità e la distanza di rispetto che siamo soliti riconoscere alle antichità.
All’interno di questo progetto l’installazione diventa una scultura utilizzabile per vivere lo spazio e osservare le altre opere. Nei tre ambienti espositivi sono infatti presentati dei video sia ambientali, sia proiettati su schermi, in cui la visione dell’architettura e dello spazio abitato nel loro progresso storico ben esemplifica il lavoro di Angelidakis.
Assieme a questi viene esposta una serie di piccole sculture realizzate tramite stampanti 3D e in grado di rendere reali le visioni architettoniche progettate al computer dall’artista. Mentre nella prima sala il pubblico è accolto da due grandi wallpaper realizzati per l’occasione, altro elemento classico della sua produzione artistica.
Andreas Angelidakis si muove nello spazio di confine in cui arte e architettura si sovrappongono. È stato definito un architetto che non costruisce, ma potrebbe essere più corretto vederlo come un critico e un intellettuale che utilizza l’arte per riflettere sullo spazio che ci circonda e sul modo in cui le nuove tecnologie influenzano l’architettura e il modo di vivere di ciascuno di noi.
La mostra è a cura di Antonio Grulli.
Regione: Emilia Romagna
Luogo: Palazzo Bentivoglio, via del Borgo di San Pietro 1
Telefono: 370/1249962
Orari di apertura: 11-18 su appuntamento, scrivendo a info@palazzobentivoglio.org- Dal 4 al 12 giugno su prenotazione
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: 0 - ingresso libero
Sito web: https://palazzobentivoglio.org
Organizzatore: Palazzo Bentivoglio - Main Project di ART CITY Bologna 2022