Mostra Andrea Di Marco. Pegno - Palermo
A cura di Manuela Vaccarone
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Palermo
Palermo ricorda il pittore Andrea Di Marco (Palermo, 1970 – 2012) con la mostra concepita, sin dal luogo e dall’allestimento, come un omaggio all’inconfondibile poetica figurativa dell’artista: nei grandi ambienti del Monte dei Pegni di Palazzo Branciforte, oggi sede della Fondazione Sicilia, sono collocati circa trenta suoi dipinti anche di grandi dimensioni, accuratamente selezionati dai curatori Sergio Troisi e Alessandro Pinto, posti in un dialogo serrato con le scaffalature lignee che a perdita d’occhio percorrono le sale.
Il titolo della mostra, “Pegno”, si riferisce non soltanto al luogo che la ospita, ma richiama anche la semplicità elusiva di molti titoli scelti da Di Marco per le sue opere (“Apecasse”, “Radar”, “Seduto”, “Steso”, solo per citarne alcune esposte).
La memoria dei poveri oggetti consegnati in pegno si intreccia così con quella delle semplici cose dipinte da Di Marco, in bilico tra attesa e abbandono: sedie, poltrone, biciclette, giocattoli, ombrelloni, abiti, stoffe, ma anche saracinesche abbassate su strade deserte e motoape cariche di cassette.
Tutti soggetti ricorrenti nella sua produzione, in una sorta di inventario fisico e mentale che la resa della materia pittorica carica di una fissità straniata e malinconica. Il sentimento del vuoto, implicito in questi paesaggi urbani privati, all’improvviso e come per incantesimo, del loro abituale movimento, viene reiterato nell’esposizione dalla trama ritmica e appena variata delle scaffalature.
In mostra sono raccolti i lavori popolati da oggetti abbandonati o in disuso, ma anche quelli che meglio rappresentano quel particolare realismo che ha portato Andrea Di Marco a essere sempre più identificato con Palermo e la Sicilia, mettendone in evidenza lo sguardo beffardo e allo stesso tempo malinconico.
Con Alessandro Bazan, Francesco De Grandi e Fulvio Di Piazza, Andrea Di Marco aveva dato vita, tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del 2000, alla Scuola di Palermo, sodalizio che si era affermato sulla scena artistica italiana.
Il titolo della mostra, “Pegno”, si riferisce non soltanto al luogo che la ospita, ma richiama anche la semplicità elusiva di molti titoli scelti da Di Marco per le sue opere (“Apecasse”, “Radar”, “Seduto”, “Steso”, solo per citarne alcune esposte).
La memoria dei poveri oggetti consegnati in pegno si intreccia così con quella delle semplici cose dipinte da Di Marco, in bilico tra attesa e abbandono: sedie, poltrone, biciclette, giocattoli, ombrelloni, abiti, stoffe, ma anche saracinesche abbassate su strade deserte e motoape cariche di cassette.
Tutti soggetti ricorrenti nella sua produzione, in una sorta di inventario fisico e mentale che la resa della materia pittorica carica di una fissità straniata e malinconica. Il sentimento del vuoto, implicito in questi paesaggi urbani privati, all’improvviso e come per incantesimo, del loro abituale movimento, viene reiterato nell’esposizione dalla trama ritmica e appena variata delle scaffalature.
In mostra sono raccolti i lavori popolati da oggetti abbandonati o in disuso, ma anche quelli che meglio rappresentano quel particolare realismo che ha portato Andrea Di Marco a essere sempre più identificato con Palermo e la Sicilia, mettendone in evidenza lo sguardo beffardo e allo stesso tempo malinconico.
Con Alessandro Bazan, Francesco De Grandi e Fulvio Di Piazza, Andrea Di Marco aveva dato vita, tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del 2000, alla Scuola di Palermo, sodalizio che si era affermato sulla scena artistica italiana.
Regione: Sicilia
Luogo: Monte dei Pegni di Palazzo Branciforte, largo Gae Aulenti 2
Telefono: 091/7657621
Orari di apertura: 9,30-14,30 da giovedì a domenica. Chiuso da lunedì a mercoledì
Costo: 7 euro; ridotto 5 euro
Dove acquistare: www.palazzobranciforte.it/
Sito web: www.palazzobranciforte.it/
Organizzatore: Archivio Andrea Di Marco in collaborazione con la Fondazione Sicilia e l’Accademia di Belle Arti di Palermo