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Rimuovere il silicone dalle superfici può risultare complesso, soprattutto quando il materiale è ormai indurito o si è infiltrato tra piastrelle, box doccia o sanitari. Tende a depositarsi nelle aree maggiormente soggette all’umidità, creando aloni opachi, incrostazioni e talvolta anche muffe.
Per eliminarlo efficacemente è fondamentale comprendere su quali superfici si accumula e quali metodi impiegare per scioglierlo o staccarlo senza danneggiare il supporto. L’uso di aceto, acetone o alcool può risultare utile, a seconda che ci si trovi di fronte a silicone fresco, secco o particolarmente ostico da rimuovere.
Superfici
Anche se progettato per aderire saldamente, con il tempo può deteriorarsi, spaccarsi o staccarsi, lasciando residui difficili da eliminare. Le superfici più esposte sono quelle del bagno, luogo in cui l’umidità costante, i vapori e i frequenti sbalzi termici accelerano l’invecchiamento del silicone.
Piastrelle, box doccia e giunture tra sanitari sono gli spazi tipici in cui si accumula, spesso in più strati sovrapposti se negli anni si è proceduto con applicazioni successive senza eliminare i residui preesistenti. La sua capacità di impermeabilizzazione, pur essendo un vantaggio funzionale, diventa un ostacolo nel momento in cui occorre rimuoverlo completamente.
Box doccia
Nel box doccia il silicone è indispensabile per evitare perdite d’acqua tra vetro, pareti e piatto. A contatto con getti d’acqua, detersivi e calcare, però, tende a deteriorarsi più velocemente rispetto ad altre superfici.
La rimozione del silicone nel box doccia è spesso necessaria quando si formano macchie scure oppure quando il sigillante si stacca perdendo funzionalità. Poiché il vetro e il metallo delle strutture del box sono superfici lisce, il silicone può essere rimosso senza eccessivi rischi di abrasioni, ma è comunque necessario intervenire con cautela per evitare graffi.
L’impiego di acetone o alcool può aiutare a sciogliere il film residuo, mentre uno strumento affilato, se utilizzato con delicatezza, può facilitare il distacco degli strati più consistenti.
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Piastrelle
Le piastrelle del bagno sono uno dei punti in cui il silicone si accumula maggiormente. Le giunture tra pavimento e rivestimento, il bordo della vasca e le linee di contatto tra parete e piatto doccia sono ricoperte da sigillante per impedire infiltrazioni.
Quando si stacca, bisogna pulire le piastrelle dal silicone cercando di ammorbidire il materiale senza danneggiare la superficie. I solventi come l’acetone sono efficaci, ma vanno utilizzati con moderazione per evitare aloni o opacizzazione. Anche l’alcool risulta utile per eliminare i residui più sottili, mentre l’aceto rappresenta una soluzione più naturale che può facilitare la rimozione del silicone fresco.
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Sanitari
All’interno del bagno, il silicone è onnipresente e svolge un ruolo fondamentale nel garantire l’impermeabilità degli elementi sanitari. Tuttavia, quando si sporca o si deteriora, la sua rimozione diventa una delle operazioni di manutenzione più frequenti.
Le superfici in ceramica dei lavabi, i bordi delle vasche, le guarnizioni dei sanitari e le basi dei rubinetti possono essere interessati da accumuli di silicone difficili da trattare.
In questi casi è opportuno procedere con pazienza e precisione, evitando di applicare forza eccessiva che potrebbe danneggiare la superficie. L’uso di prodotti adatti e di tecniche corrette permette di riportare il bagno a una condizione pulita e igienica, essenziale per mantenere l’ambiente salubre e visivamente impeccabile.
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Metodi utili
Ci sono alcuni rimedi efficaci che ci consentono di rimuovere il silicone a seconda della tipologia, come aceto, acetone e alcool.
Aceto
L’aceto rappresenta una soluzione naturale e delicata che funziona particolarmente bene sul silicone fresco o ancora morbido. Applicato sulla superficie interessata, contribuisce ad ammorbidire la pellicola rendendola più facile da sollevare con una spatolina o con le dita. È particolarmente adatto per superfici sensibili dove solventi più aggressivi potrebbero causare danni.
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Acetone
L’acetone è invece uno dei metodi più efficaci per dissolvere il silicone secco. La sua capacità di sciogliere il materiale lo rende utile nelle zone in cui il silicone si è indurito e forma strati resistenti. È necessario utilizzarlo con cautela, evitando il contatto con superfici delicate o verniciate.
Alcool
L’alcool, infine, è un ottimo alleato per eliminare i residui finali di silicone. Dopo aver rimosso lo strato principale, passare la zona con un panno imbevuto di alcool aiuta a eliminare completamente le ultime tracce, restituendo una superficie liscia e pulita. Risulta utile anche nelle situazioni in cui il silicone è poco aderente o ancora fresco, facilitando il distacco.
Phon
Il phon, attraverso il suo getto caldo moderato, ammorbidisce delicatamente il silicone facilitandone la rimozione. Mai utilizzarlo, però, a temperature troppo elevate.
Prodotti
Ci sono comunque diversi prodotti che possono sciogliere il silicone indurito. Sono molto utili perché agiscono rapidamente e sono adatti a quasi tutti i materiali, senza danneggiarli. Sono particolarmente efficaci perché in grado di rompere la struttura elastomerica del silicone rendendolo morbido e facile da asportare con una spatolina di plastica.

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Situazioni particolari
Il silicone fresco è generalmente più semplice da rimuovere, poiché non ha ancora completato il processo di indurimento. Intervenendo tempestivamente con aceto o alcool è possibile eliminarlo senza bisogno di strumenti invasivi.
Il silicone secco richiede invece l’uso di solventi più forti come l’acetone. In questo caso potrebbe essere necessario combinare l’azione del solvente con una spatolina per sollevare gli strati più spessi.
Il silicone ostico si verifica quando il materiale è stato applicato in modo errato, si è stratificato nel tempo oppure ha aderito profondamente a superfici porose. In tali situazioni è spesso necessario ripetere i trattamenti più volte e ricorrere a metodi combinati per ottenere un risultato ottimale.
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