Impianto elettrico a norma: tutto quello che devi sapere, da come è composto a quanto costa

Impianto elettrico a norma, quadro elettrico, salvavita, messa a terra, certificazioni… conoscere bene come è fatto l'impianto elettrico e i costi è importante per vivere al meglio la casa e in tutta sicurezza.

Alma Dainesi
A cura di Alma Dainesi, Giovanna Strino, Monica Mattiacci
Pubblicato il 22/11/2023 Aggiornato il 22/11/2023
Terminale touch TS di Came Impianto elettrico
Terminale touch TS di Came

Come deve essere l’impianto elettrico perché risulti a norma? E il nostro, è sicuro? In Italia ci sono moltissimi impianti obsoleti, praticamente tutti quelli realizzati prima degli anni ’90 e quindi non più rispondenti agli attuali criteri di legge. 

Dalle funzioni principali della vita domestica a quelle più strettamente legate alle abitudini personali, molto nelle abitazioni ha bisogno dell’alimentazione elettrica. Un’energia irrinunciabile che richiede un impianto dedicato, da progettare ed eseguire con attenzione alla sicurezza. Solo così la casa è davvero comoda.  E oggi – tra tre tipi (livelli) – si può scegliere quello più adatto.

Impianto elettrico in breve, tutte le parti di cui è composto

Conoscere i termini tecnici aiuta l’utente a comprendere l’importanza di ciascun elemento. E a essere più consapevole dell’impianto elettrico.

Cavo
È un elemento fondamentale di un circuito elettrico: ha il compito di “trasportare” la corrente dal generatore fino all’utilizzatore.

Centralino elettrico (o quadro)
Contiene i dispositivi di protezione e manovra dell’impianto e il collettore dell’impianto di terra. Viene installato subito dopo il contatore, quasi sempre accanto alla porta d’ingresso.

Differenziale
È un dispositivo di protezione che rileva eventuali dispersioni di corrente verso terra, tipiche in caso di guasti nelle apparecchiature, interrompendo l’alimentazione e scongiurando il pericolo che una persona possa entrare in contatto con parti in tensione e quindi pericolose (contatto indiretto).

Interruttore
È il comando che permette di aprire o chiudere un circuito elettrico. Ha solo due posizioni (contatto aperto o contatto chiuso) nelle quali deve rimanere anche in mancanza di una forza esterna che lo blocca, ad esempio un dito. Con un interruttore è possibile accendere e spegnere una lampada da un punto solo.

Un altro termine da conoscere è Montante, che identifica il tratto di conduttura che collega il contatore dell’ente erogatore al quadro elettrico dell’impianto posto nell’abitazione.

placche colorate impianto elettrico Plana di Vimar

Le placche Plana di Vimar (www.vimar.com) esistono in 4 materiali. Una con tre tasti basculanti, nella versione base, Iva esclusa costa 11 euro.

 

Impianto elettrico: che cosa controlla in casa

Oltre alla necessità di alimentazione delle utenze, oggi si devono aggiungere:

  • il controllo del comfort tramite sistemi di regolazione per il risparmio energetico
  • gli impianti di sicurezza (allarme, antintrusione e di TVCC)
  • la connettività tramite il cablaggio strutturato
  • l’home entertainment con sistemi di diffusione sonora e distribuzione del segnale video

Le unità di misura elettriche

  • Ampere (A)
    È l’unità di misura dell’intensità della corrente elettrica. Con riferimento alle prese domestiche: a un’intensità di 10 ampere corrisponde una potenza di circa 2.000 watt; a una di 16 ampere equivale una potenza di circa 3.500 watt.
  • Watt (W)
    Si tratta dell’unità di misura della potenza, ovvero della quantità di energia assorbita nell’unità di tempo. Il kW equivale a 1.000 watt. 
  • Volt (V)
    Esprime la tensione di corrente. Quella disponibile nelle prese delle abitazioni è pari a 220 volt. 
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Il centralino della Linea Space di BTicino coniuga funzionalità, sicurezza e design. Con la sua superficie piana senza cornice si inserisce in ogni contesto abitativo. http://www.bticino.it

Impianto elettrico a norma: le leggi da conoscere

• La legge 46/90
Nel 1990, con l’entrata in vigore della legge 46/90, è stato introdotto un sistema di regole sull’installazione, la progettazione e la certificazione degli impianti elettrici per un utilizzo sicuro dell’energia elettrica. Le principali innovazioni sono state:

  • obbligo dell’abilitazione a operare sugli impianti, quindi solo installatori qualificati e professionisti abilitati;
  • obbligo di una dichiarazione di conformità – rilasciata al termine dei lavori dall’installatore che attesti che l’impianto sia stato realizzato secondo le normative e la regola dell’arte;
  • obbligo di adeguare gli impianti già esistenti con alcune dotazioni minime di sicurezza: interruttore differenziale, dispositivo di sezionamento, dispositivo di protezione dalle sovracorrenti e di protezione nei confronti dei contatti diretti.

• Il Decreto Ministeriale 22/01/2008 n° 37
Nel corso del 2008, la legge 46/90 è stata sostituita dal Decreto Ministeriale DM 37/08 che ha introdotto alcune modifiche. In particolare assegna al proprietario dell’impianto l’obbligo di adottare le misure necessarie per conservare le caratteristiche di sicurezza, tenendo conto delle istruzioni per l’uso e la manutenzione predisposte dall’impresa installatrice. Viene confermato il ruolo delle norme tecniche: nel caso degli impianti elettrici, la CEI 64-8 rappresenta il riferimento per la realizzazione di impianti secondo la “regola dell’arte”.

• La norma CEI 64-8
Rappresenta il principale riferimento normativo per tutti coloro che operano sugli impianti elettrici di bassa tensione. Nel 2011 la norma è stata integrata con un nuovo allegato che, attraverso la definizione di livelli minimi delle dotazioni impiantistico-funzionali nel settore residenziale, ha introdotto un nuovo modo di classificare l’impianto elettrico. Si tratta di un importante passo verso la definizione di uno standard di qualità degli immobili, in cui tutte le componenti, dall’involucro casa all’impianto elettrico, devono soddisfare criteri di sicurezza, sostenibilità ambientale, usabilità e fruibilità. La norma rappresenta anche un’importante evoluzione del concetto di impianto elettrico che si basa non solo sulla sicurezza, ma anche sulle prestazioni dello stesso.

• Chi è interessato
Il campo di applicazione delle norme riguarda:

  • impianti nuovi (a eccezione degli impianti negli edifici pregevoli per arte e storia) del settore residenziale, ovvero gli impianti elettrici di unità immobiliari a uso residenziale situate all’interno dei condomini o poste entro unità abitative mono o plurifamiliari (ad esempio ville, villette);
  • ristrutturazioni e rifacimenti completi di impianti elettrici esistenti, eseguiti in occasione di ristrutturazioni edili dell’unità immobiliare.

Come deve essere l’impianto elettrico

Quando si tratta di una nuova realizzazione, la prima cosa da fare è la progettazione dell’impianto elettrico. Il progetto va eseguito da personale esperto che, attraverso la planimetria della casa, valuta la struttura adatta dell’impianto elettrico coniugando le esigenze della famiglia, la disposizione dell’arredamento nella casa, i punti ottimali per installare gli elettrodomestici (grandi e piccoli), la distribuzione uniforme delle prese di corrente.

Il professionista redige tre documenti:
• lo schema elettrico: elaborato grafico che illustra, attraverso appositi simboli, le componenti elettriche dell’impianto e i percorsi dei collegamenti;
• il computo metrico: documento attraverso il quale l’installatore incaricato stima il prezzo dei lavori per l’impianto, specificando tipo e costi dei materiali, dei dispositivi e della manodopera;
• la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico (a lavoro eseguito): certifica che l’impianto è stato realizzato secondo le norme tecniche e a regola d’arte. È l’unico che attesti la conformità alle norme vigenti dell’impianto eseguito. È importante sottolineare che l’installazione dell’impianto elettrico deve essere effettuata da professionisti del settore in possesso dei requisiti previsti dalla legge e cioè iscritti all’albo di competenza (Albo regionale installatori impianti elettrici). 

Il certificato viene redatto sulla base di un modello pubblicato in allegato al DM 37/08. Che è stato poi modificato con il Decreto 19 maggio 2010.

centralini Mini Pragma di Schneider Electric per impianto elettrico

Linee semplici ed eleganti caratterizzano i centralini Mini Pragma di Schneider Electric, da 4 a 36 moduli, dotati di lampada di cortesia. http://www.schneider-electric.it

Quadro elettrico: che cosa comprende

Il quadro elettrico deve essere dimensionato anche in funzione di un possibile ampliamento. La realizzazione e la scelta dei dispositivi da installare devono essere conformi alla Norma 64-8. Ogni unità abitativa deve essere dotata di uno o più centralini (denominati quadri di distribuzione) e di un interruttore generale, facilmente accessibile all’utente.

Il quadro principale dell’unità abitativa deve essere raggiunto direttamente dal conduttore di protezione proveniente dall’impianto di terra dell’edificio (la cosiddetta “messa a terra condominiale”), al fine di permettere la corretta messa a terra degli eventuali SPD (dispositivo per la protezione contro le sovratensioni) tramite un opportuno mezzo di connessione.

La norma prescrive l’installazione di un interruttore generale nel centralino dell’appartamento posto in una posizione accessibile all’utente.
La scelta dell’interruttore cambia in funzione della potenza del dimensionamento dell’impianto:

  • se il dimensionamento è di 3 kW l’interruttore generale deve essere di 16 A;
  • se il dimensionamento è di 6 kW l’interruttore generale deve essere di 32 A.

centralino dell'impianto elettrico Schneider Electric componenti

Ecco tutte le parti di cui si compone il quadro elettrico (vedi foto sopra):

1. Interruttore generale differenziale – Deve essere selettivo verso gli interruttori differenziali a valle o dotato di dispositivo di richiusura automatica.
2. interruttore generale
3. circuiti – Il loro numero minimo dipende dal livello dell’impianto e dalla superficie calpestabile della casa.
4. interruttore gestione carichi
5. SPD – Scaricatore di tensione.
6. identificazione dei circuiti – Serve per sapere quale funzione svolgono (luce, condizionamento, prese…)
7. dimensionamento del centralino – È buona norma lasciare un numero di moduli liberi nel quadro per un successivo ampliamento. Meglio dimensionare il centralino per il 15% in più dei moduli effettivamente installati.
8. interruttori differenziali – Bisogna ripartire la protezione differenziale su almeno 2 interruttori per garantire la continuità di servizio dell’impianto.
9. circuiti speciali – Sono destinati ad alimentare alcune tipologie di carichi/ambienti (condizionatori, box…). Sono esclusi dal numero minimo di circuiti richiesti.

Oltre a questa parte tecnica, cioè il cuore, l’impianto elettrico domestico è formato da:
• punti prese per l’attacco dei vari elettrodomestici;
• interruttori magnetotermici;
• interruttori semplici o composti per comandare i punti luce;
• un sistema di messa a terra dell’impianto nella sua totalità (il conduttore di terra va portato all’interno del centralino).

Perché l’impianto elettrico va diviso in circuiti

La norma che regola l’impianto elettrico include una serie di prescrizioni per garantire la continuità di servizio. Così, in caso di guasto o di intervento intempestivo delle protezioni differenziali, l’utente non “rimane al buio” e tutte le funzioni che utilizzano l’elettricità possono non venire meno. Per esempio viene prescritto di dividere l’impianto in “luce” e “forza” e di installare un differenziale dedicato a ogni linea.

È di fondamentale aiuto infatti la suddivisione dell’impianto in almeno due interruttori differenziali e in un numero di interruttori magnetotermici secondo il livello e i mq dell’unità abitativa.

Ai fini della continuità di servizio a seguito di scatti intempestivi, è prescritta anche, relativamente alle protezioni differenziali, la presenza di dispositivi di richiusura automatica (SRD) e/o di interruttori a immunità rinforzata.

Come proteggere dai guasti l’impianto elettrico

Si stima che circa il 60% dei guasti agli apparecchi elettronici domestici sia causato da sovratensioni, che possono avere origine atmosferica o essere causate da manovre dell’ente erogatore di energia elettrica. Esistono quindi appositi dispositivi di protezione da sovratensioni (SPD), componenti elettrici progettati per salvaguardare circuiti e impianti elettrici da eventuali sovratensioni dannose. Quando installato nel quadro elettrico, questo dispositivo riduce notevolmente il rischio di danni ai dispositivi elettrici collegati al sistema.

Per garantire un’installazione corretta degli scaricatori di sovratensione (SPD), le normative richiedono che il conduttore di messa a terra dell’edificio sia collegato direttamente al quadro elettrico. Questa disposizione assicura il corretto funzionamento e la durata nel tempo degli apparecchi e degli elettrodomestici collegati al sistema elettrico, contribuendo a proteggere gli investimenti e a prevenire guasti costosi.

 

gamma di scaricatori impianto elettrico OVR di ABB

La gamma di scaricatori OVR di ABB protegge apparecchiature ed elettrodomestici da sovratensioni transitorie e scariche causate da fulmini o manovre sulla rete. http://www.abb.it

 

“Salvavita” o differenziale, che cosa è e a che che cosa serve

Non vi è mai successo di dover riattivare la corrente che all’improvviso è venuta a mancare? Oppure di rientrare a casa dopo una vacanza e trovare il frigorifero scongelato? O ancora l’impianto di riscaldamento o l’antifurto disattivati?

Spesso la causa non è un guasto dell’impianto, bensì un fulmine o uno sbalzo di tensione che fa saltare il “differenziale”, cioè quel dispositivo elettrico, installato nel centralino di casa, che protegge dai rischi di fulminazione in caso di contatto accidentale con l’elettricità. Il differenziale è dunque un “salvavita”. E così è definito. La riattivazione del differenziale è un’operazione semplice, del tutto manuale. In caso di assenza prolungata o in caso di abitazioni non utilizzate spesso, l’intervento inopportuno del differenziale può provocare lunghe sospensioni dell’energia, con gravi e imprevedibili danni. Per contro, i differenziali sono soggetti a lunghi periodi di inattività che ne compromettono la capacità di reazione in caso di necessità. Per questa ragione il funzionamento del differenziale dovrebbe essere regolarmente testato ma, purtroppo,  nella maggioranza dei casi il test non viene eseguito.

Centralino impianto elettrico di BTicino salvavita

Centralino di BTicino, http://www.bticino.it

Gli autotest del differenziale ne garantiscono la piena funzionalità e permettono di avere continuità di servizio. Eliminano il rischio che il dispositivo non funzionante possa arrecare danno a persone o cose.

interruttore magnetotermico differenziale di ABB per impianto elettrico

L’interuttore magnetotermico differenziale di ABB ha un portacartellino dedicato per l’identificazione dei circuiti. http://www.abb.it

Come testare il funzionamento dell’impianto elettrico?

Una verifica periodica dell’impianto elettrico è opportuna per tenerne alto il livello di sicurezza: un regolare test del differenziale dovrebbe essere effettuato da parte dell’utilizzatore.

Accertarsi del buon funzionamento dell’interruttore differenziale è facile: basta premere il tasto ‘T’ di prova di cui ogni dispositivo è dotato. In caso di mancato scatto dell’interruttore, bisogna provvedere alla sua sostituzione o ad apposita verifica da parte dell’installatore elettrico. L’esecuzione periodica del test non solo ne garantisce il funzionamento in caso di pericolo, ma permette anche di rendersi conto delle reali condizioni delle parti meccaniche che compongono l’interruttore.

Dispositivi che controllano in automatico se l’impianto elettrico è ok

È possibile aumentare il livello di sicurezza degli impianti elettrici garantendo al contempo il corretto funzionamento della protezione dei differenziali.

L’utilizzo di dispositivi che sono anche in grado di eseguire un auto-test rappresenta una soluzione reale al problema dell’affidabilità della protezione, poiché libera l’utente dall’obbligo di testare l’interruttore. Spesso il test non viene effettuato regolarmente o, semplicemente, ci si dimentica di farlo o non se ne conosce l’importanza. In caso di anomalie, questi dispositivi sono in grado di segnalare il guasto con un messaggio di errore.

dispositivo ReStart Autotest di Gewiss per impianto elettrico esegue in automatico il test del differenziale

Il dispositivo ReStart Autotest di Gewiss esegue in automatico il test del differenziale ogni trenta giorni senza togliere la corrente grazie al circuito di bypass. http://www.gewiss.com

Alcuni dispositivi monitorano l’impianto elettrico da remoto

Alcuni dispositivi si autotestano ogni trenta giorni, mantenendo in efficienza la protezione. Non solo: grazie al circuito di bypass, effettuano la verifica periodica senza togliere la corrente all’impianto. Inoltre, i sistemi di controllo led segnalano lo stato del differenziale e, in caso di mancato intervento, tempi di scatto troppo lunghi o contatti saldati, viene segnalato il problema con un messaggio di errore. Garantiscono anche il riarmo dell’impianto: quando la corrente salta a causa di uno sbalzo di tensione, questa viene automaticamente riattivata in meno di dieci secondi, dopo che è stato verificato che non ci siano pericoli per le persone; se l’intervento è provocato da un guasto di tipo permanente, i dispositivi entrano in blocco, segnalando l’anomalia mediante una spia luminosa.

Alcuni permettono di inviare messaggi sms sul telefono mobile relativi allo stato di funzionamento dell’impianto. Utile per il monitoraggio da remoto.

 

Mulfifunzione, Salvavita Stop&Go di BTicino stacca la corrente, verifica l'impianto elettrico

Mulfifunzione, Salvavita Stop&Go di BTicino stacca la corrente, verifica l’impianto elettrico e se non ci sono guasti riattiva il circuito. http://www.bticino.it

Interruttore magnetotermico per togliere tensione all’impianto

È un dispositivo di protezione automatico che provvede a togliere automaticamente tensione all’impianto quando rileva una corrente superiore di diverse volte a quella nominale (cortocircuito, intervento magnetico) o di poco superiore a quella nominale, per un periodo tale da produrre un eccessivo riscaldamento dei conduttori elettrici (sovraccarico, intervento termico).

Potenza fornita: da 3 a 6 kW

Nei nuovi impianti la potenza contrattuale impegnata fornita ai privati dai gestori viene diversificata in base alla superficie della casa e alle dotazioni elettriche: 3 kW è il valore minimo per abitazioni con superficie fino a 75 mq e 6 kW è quello massimo, consigliato per le abitazioni con superficie oltre i 75 mq e più dotazioni elettriche.

Anche se l’utente poi effettivamente non impegna queste quantità, è corretto che l’impianto elettrico sia predisposto per supportarle. Gli impianti esistenti, che in genere sono dimensionati per 3 kW di potenza, possono essere comunque incrementati a 4,5 kW o addirittura a 6 kW, se sorge l’esigenza di un utilizzo maggiore di energia.

La richiesta va inoltrata direttamente al gestore e ha dei costi fissi una tantum.

I cavi elettrici: a cosa servono e come distinguerli

Ogni tipo di cavo ha una funzione. Si distinguono a colpo d’occhio grazie ai colori differenziati; anche le misure sono diverse.

La sezione del cavo principale (montante che collega il contatore all’unità abitativa) non deve essere inferiore a 6 mm2. I cavi devono essere sfilabili qualunque sia il livello dell’impianto, fatta eccezione per gli elementi prefabbricati o precablati. Le condutture elettriche devono essere realizzate in modo che, per tubi protettivi di forma circolare, il diametro interno sia 1,5 volte quello del fascio di cavi contenuto (con un minimo di 16 mm).

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I cavi unipolari di Leroy Merlin sono venduti in matasse da 5 metri. http://www.leroymerlin.com

Come verificare se il tuo impianto elettrico è sicuro?

Ponendoci qualche semplice domanda possiamo comprendere da soli lo stato di salute del nostro impianto elettrico ed eventualmente correre ai ripari.

I rischi principali di un impianto elettrico vecchio

Ecco i problemi cui va incontro nel tempo un impianto elettrico, per i quali può risultare non a norma e costituire un pericolo:

Invecchiamento
Un componente elettrico ha una vita media di 15-20 anni, di conseguenza se l’impianto è più vecchio e non è mai stato controllato, aumentano i rischi e la sicurezza potrebbe non essere più garantita. I componenti elettrici obsoleti potrebbero non funzionare più correttamente e causare gravi danni all’abitazione (corto circuiti e conseguenti incendi).

Perdita di isolamento
Venire a contatto diretto con parti in tensione dell’impianto elettrico è molto pericoloso poiché provoca il passaggio di corrente elettrica attraverso il corpo umano e, nei casi peggiori, può portare alla morte. Le parti in tensione dell’impianto elettrico devono essere correttamente isolate e protette.

Quadro incompleto
Può capitare che le parti metalliche degli elettrodomestici, a causa di un guasto elettrico, vadano in tensione rappresentando un potenziale grave pericolo per l’utente. Se nel quadro elettrico non è presente un interruttore differenziale correttamente funzionante e non vi è installato l’impianto di terra, l’impianto è seriamente pericoloso.

Uso scorretto e interventi fai da te
Un impianto non correttamente dimensionato per le effettive esigenze della casa costringe a collegamenti errati (come quello di più apparecchi utilizzatori alla stessa presa mediante l’uso di ciabatte e adattatori). Ciò può causare sovraccarichi dell’impianto e dar luogo a corto circuiti. Il buon senso nell’utilizzo degli apparecchi poi dovrebbe essere fuori discussione, eppure ancora oggi molti incidenti accadono proprio per sbadataggini. Infine tentare di riparare l’impianto elettrico da sé può essere veramente rischioso: si possono causare inconsapevolmente danni molto seri.

Se l’impianto elettrico ha più di 15 anni?

In questo caso è meglio fare intervenire un tecnico abilitato. Nel caso in cui, dopo la perizia dell’esperto, nell’impianto si riscontrino difformità rispetto alla norma, è obbligatorio provvedere alla sua messa in regola, nel minor tempo possibile.

Sempre con la consulenza di un tecnico, vale la pena considerare se non sia il caso di provvedere al suo completo rifacimento. A volte questa soluzione è anche economicamente più conveniente, oltre che più sicura. Si può fare un test gratuito dell’impianto sul sito http://www.prosiel.it/test-di-autodiagnosi-impianto-elettrico-prosiel. Basta compilare il form.

quadro impianto elettrico serie IP40 di Ave

I quadri della serie IP40 di Ave sono disponibili in sette versioni, da 6 a 72 moduli DIN; sono resistenti e agevolano il montaggio. http://www.ave.it

Come deve essere un impianto elettrico a norma? 

Per verificare in maniera autonoma che l’impianto elettrico sia a norma, è possibile fare un semplice controllo seguendo questi cinque passaggi: un dubbio anche su uno solo, deve far pensare giustificatamente che l’impianto potrebbe non essere a norma. In tal caso è doveroso richiedere l’intervento di un professionista.

Elementi da verificare

1. L’installazione dell’impianto elettrico deve essere stato effettuato da professionisti del settore, in possesso dei requisiti previsti dalla legge e iscritti all’albo di competenza.

2. Deve essere stato rilasciato un certificato di conformità alla norma dell’impianto eseguito.

L’impianto elettrico si controlla ogni 5 anni?

I controlli da un esperto devono essere programmati almeno ogni 5 anni. Un accorgimento che si può mettere in atto anche da soli è il controllo periodico dell’interruttore differenziale (come abbiamo visto). Ricordiamo che se questo scatta e la corrente si interrompe significa che funziona; altrimenti occorre provvedere alla sostituzione.

Ristrutturazione e adeguamento: i costi si detraggono

La riparazione e la messa a norma degli impianti insicuri gode della detrazione fiscale del 50%. Si possono scalare dall’Irpef dovuta le spese sostenute per tali interventi sia nelle singole unità abitative sia negli spazi comuni condominiali. La cifra massima detraibile è 96.000 euro (fino al 31/12/2023).

Un documento che aiuta a mantenere l’impianto elettrico efficiente

Non obbligatorio ma di grande utilità, è un documento volontario a supporto dell’utente/proprietario per mantenere in efficienza l’impianto elettrico. È promosso da Prosiel (associazione senza scopo di lucro nata nel 2000 per iniziativa di alcuni dei principali attori della filiera elettrica) con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico. È scaricabile gratuitamente dal sito dell’associazione (www.prosiel.it). Il libretto contiene e raccoglie dati importanti: la Dichiarazione di conformità o, nel caso, la Dichiarazione di rispondenza che confermano il rispetto della regola dell’arte secondo la normativa vigente (Articolo 7 del D.M. n. 37/2008), le istruzioni per l’uso e la manutenzione dell’impianto.

Questo strumento assolve dunque a due importanti funzioni: sicurezza e professionalità.
Sicurezza per l’utente, che viene garantita dai documenti e dalle informazioni rilasciate dall’installatore, con le indicazioni sulle istruzioni d’uso e sulla cura delle apparecchiature che compongono l’impianto elettrico. Obiettivo: ridurre incidenti domestici e consumi.
Professionalità per l’installatore che, grazie al Libretto di impianto elettrico, ha una “fotografia” da consultare durante i controlli o le aggiunte di sistemi e apparecchiature elettriche. Il libretto contiene i dati d’identificazione dell’impianto e del responsabile tecnico che ha eseguito i lavori; la descrizione costruttiva e le dotazioni dell’impianto; il rapporto di verifica che sintetizza le prove effettuate e i relativi risultati; l’indicazione della frequenza delle verifiche. Ha tutte le carte in regola per diventare un documento d’identità dell’impianto elettrico, ed è anche un vero strumento di garanzia della sicurezza. È importante conservarlo con cura e, per il proprietario, consegnarlo all’inquilino.

libretto di impianto elettrico

 Nuovo impianto elettrico: 3 tipologie 

Esattamente è il capitolo 37 della Norma CEI 64-8 che ha introdotto una classificazione degli impianti in tre livelli, per ognuno dei quali sono definite le dotazioni minime impiantistiche e funzionali che ne caratterizzano il tipo di prestazione e fruibilità. La norma è la risposta alle nuove esigenze del vivere quotidiano, riconoscendo nell’evoluzione dell’impiantistica elettrica una componente fondamentale per la realizzazione di abitazioni ed edifici moderni.

logo impianto elettrico a livelli base standard e domotico

Il logo caratterizza la classificazione dell’impianto nella campagna di informazione promossa da Anie (www.anie.it).

Livello 1 – Base
È il minimo previsto, studiato a misura di chi fa dell’impianto elettrico un uso essenziale, senza per questo rinunciare a sicurezza ed efficienza. Installare in casa un impianto di Livello 1 vuol dire preservare in maniera sostanziale l’abitazione dal rischio d’incidenti domestici dovuti al malfunzionamento dell’impianto elettrico.

Livello 2 – Standard
Prevede un aumento della dotazione e dei componenti rispetto al livello 1, oltre che alcuni servizi ausiliari, quali il videocitofono, l’allarme anti-intrusione e il sistema di controllo carichi, indispensabile per ridurre i consumi energetici e ottimizzare l’uso dell’energia elettrica.

Livello 3 – Domotico
Deve poter gestire almeno quattro funzioni domotiche quali, ad esempio, l’allarme anti-intrusione, il controllo carichi, la gestione comando luci, di temperatura, degli scenari, il controllo remoto, il sistema di diffusione sonora, la rilevazione incendio, il sistema antiallagamento e/o la rilevazione gas. L’impianto di questo livello è concepito in modo particolare per chi considera la tecnologia una componente importante di ottimizzazione della vita domestica. A beneficiarne è anche, ovviamente, il risparmio energetico all’interno dell’abitazione.

*I livelli 2 e 3 hanno lo scopo di valorizzare impianti con prestazioni più elevate rispetto al minimo necessario e offrono la possibilità di classificare un impianto di maggiore pregio, analogamente a quanto avviene per gli impianti termici, dove il parametro di riferimento è il risparmio energetico.

sistema domotico terminale touch TS di Came impianto elettrico

Dal terminale touch TS di Came si controlla tutto il sistema domotico della casa Came 3.0. http://www.came.com

La divisione in livelli non è collegata ad altra classificazione (prestazione energetica dell’immobile o classe catastale). Si riferisce alle prestazioni impiantistiche dell’immobile in termini di utilizzo e vantaggi offerti: l’installatore ha quindi la possibilità di offrire al cliente una soluzione impiantistica creata su misura e di poterne “certificare” il livello di qualità in termini di dotazioni e prestazioni funzionali, mentre il cliente può scegliere quali dotazioni installare – a partire da quelle obbligatorie – dando valore alla propria abitazione.

I livelli degli impianti elettrici e le nuove tecnologie

Negli ultimi anni si è verificata un’esplosione dell’offerta di nuove tecnologie (per le telecomunicazioni, l’home entertainment, la sorveglianza) che non ha sempre trovato riscontro nella predisposizione degli edifici: spesso si è costretti a utilizzare le nuove tecnologie in spazi domestici che sono stati edificati secondo criteri e usi del secolo scorso. Questa situazione determina un’incompatibilità strutturale che sfocia in situazioni di disagio o di pericolo per l’utente. La nuova norma semplifica l’adozione di impianti elettrici adeguati alle nuove tecnologie e predisposti per il futuro. Ciascuno dei livelli garantisce di accogliere anche dispositivi più evoluti.Le dotazioni minime previste obbligano a un ripensamento dell’impianto elettrico che al sensibile incremento di punti per il prelievo di energia (interruttori magnetotermici e differenziali) associa la possibilità di introdurre funzioni di automazione capaci di interagire con le nuove tecnologie digitali.

Per agevolare l’utilizzatore finale e rendere più semplice la comprensione della nuova normativa sugli Impianti a Livelli, Anie (Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche) ha realizzato un documento pdf “Impianti a livelli for dummies” che è scaricabile gratuitamente dal sito http://www.impiantialivelli.it. Una sezione spiega, tra l’altro, come usufruire del bonus fiscale.

Utile a tutti
Tale classificazione non dipende né dalla prestazione energetica dell’immobile né dalla sua classe catastale: rappresenta una misura unicamente riferita alle prestazioni impiantistiche in termini fruibilità, e offre evidenti vantaggi a tutti i soggetti coinvolti, in particolare:
• al cliente, che avendo dei riferimenti “codificati”, può effettuare una scelta consapevole comparando in modo omogeneo le diverse possibilità;
• all’installatore, che può offrire al cliente la soluzione impiantistica idonea, potendone “certificare” il livello di qualità in termini di dotazioni e prestazioni funzionali.

A seconda dei mq e del tipo di stanza  
Ciascuno dei livelli introdotti dalla norma prevede una specifica dotazione (in generale e stanza per stanza) che varia in base alla dimensione della casa: si inizia da una dotazione minima che costituisce la base indispensabile, il requisito obbligatorio, ovvero il punto di partenza nella progettazione dell’impianto. 

 

Schema livelli impianto elettrico: base, standard e domotica

Quali lavori per fare un impianto a norma 

Per installare un impianto nuovo, ma anche per integrare o modificarne uno esistente, bisogna preventivare una serie di interventi:

  • mappatura delle tracce (ovvero indicazione sulla muratura dei punti da scavare) o individuazione delle vecchie
  • scanalatura (esecuzione delle tracce nella muratura per il passaggio dei cavi)
  • posizionamento delle cassette e delle scatole portafrutti
  • posizionamento dei tubi a protezione dei cavi e passaggio dei cavi
  • chiusura delle tracce e ripristino dei muri
  • collegamento degli apparecchi
  • cablaggio delle cassette di derivazione

Dove mettere le prese in casa?

Cerca di capire come abiterai la casa. Avere un’idea dell’arredamento, del numero e della posizione di apparecchi (quali elettrodomestici, dispositivi tecnologici, computer) è fondamentale per una corretta distribuzione dei punti presa

Per maggiore comfort conviene distribuire le prese in modo uniforme lungo le pareti, con attenzione alla disposizione dell’arredo, e a un’altezza da terra di circa 30 cm, a eccezione di bagno e cucina dove la distanza dal pavimento è di 110 cm.

Gli interruttori: vanno a 110 cm da terra. Per alcuni elettrodomestici e per la vasca idromassaggio (o per la sauna) è obbligatorio che la presa sia dotata di interruttore differenziale e magnetotermico adeguato all’assorbimento del dispositivo collegato.

prese Usb impianto elettrico colorate di Vimar

Le prese Usb di Vimar esistono in più versioni: da 1 modulo (1,5 A) sono l’ideale per impianti esistenti; da 2 hanno anche uscita high power per caricare dispositivi più potenti in meno tempo. http://www.vimar.com

Interruttori a levetta stile rétro

Esistono anche interruttori a levetta, che segnano il ritorno ad un gusto retrò che da qualche tempo ha già investito prima la moda – attraverso la diffusione del vintage e del modernariato – e successivamente l’arredamento. Ora è il turno della tecnologia domestica, di cui questi comandi ispirati al passato ne sono il chiaro esempio. Essi infatti recuperano gestualità sedimentate nella memoria di tutti, attualizzandole con la tecnologia di oggi, oltre che con i materiali moderni.

Gli ultimi modelli sono progettati per abbinarsi alle scatole degli impianti tecnici attuali e prevedono comandi all’avanguardia, come deviatori, pulsanti, commutatori, interruttori illuminabili, con tanto di feedback di stato.

interruttore a levetta di Ave

interruttori a levetta di AVE

Gli interruttori a levetta di AVE ripropongono gesti del passato in chiave contemporanea, declinati in differenti materiali e finiture per armonizzarsi con ogni stile di arredamento. La serie New Style 44 ha placche di vetro, bianco o nero, e alluminio spazzolato, naturale o antracite (in foto), con comandi dalla ghiera color cromo. Disponibili deviatori, pulsanti, commutatori e interruttori con segnale di stato. Le placche per le prese di corrente Zama 44 di metallo, nel medesimo stile di quelle degli interruttori, sono la perfetta integrazione della serie e si integrano perfettamente con gli elementi della collezione civile nero opaco Tekla 44 del marchio. http://www.ave.it

Le prese elettriche in bagno e in cucina

La norma dà indicazioni precise per la posizione delle prese in alcune stanze della casa, così da essere sicuri. In cucina è sufficiente il buon senso e ci si affida a pochi accorgimenti di buona progettazione ormai utilizzati per convenzione (pur non essendo un obbligo): prese a 60 cm dalla mezzeria del rubinetto dell’acqua e da quella del piano cottura.

In bagno invece, a differenza degli altri ambienti della casa che sono definiti “ordinari” dal punto di vista della sicurezza, servono precauzioni particolari perché i rischi sono veramente alti. E il motivo è la presenza dominante dell’acqua. Ecco perché la normativa ha codificato l’ambiente bagno in 4 zone a rischio, dove il pericolo aumenta tanto più ci si avvicina a vasca o doccia (zona 0, la più pericolosa). Inoltre, i componenti dell’impianto installati in ciascuna delle quattro zone devono avere requisiti in termini di grado di protezione e di protezione dai contatti indiretti indicati dai gradi di protezione IP.

impianto elettrico: Schema bagno a 4 zone

Quanto costa fare un impianto elettrico?

I prezzi si calcolano a punto luce. A differenza degli altri lavori, infatti, in questo caso non si parla di mq o di prezzo a corpo. Ecco come calcolare la spesa e che cosa chiedere.

Il costo dell’impianto elettrico dipende da una serie di fattori, ma ciò che incide è naturalmente il numero di punti luce della casa. La spesa per rifare (o fare ex novo) l’impianto elettrico rappresenta una “voce” del capitolato costi tutt’altro che trascurabile. Ma è fuori discussione pensare di risparmiare proprio su una componente così importante della casa e così determinante per la sicurezza degli interni.

Prezzi calcolati a punto luce

Mentre i costi di gran parte dei lavori si calcolano in base ai mq, ai metri lineari o a corpo, quelli per l’impianto elettrico si calcolano in base al numero dei punti luce installati. Dal costo sono escluse le placche, il cui prezzo da aggiungere dipende dal modello scelto. Va aggiunto poi il prezzo del quadro elettrico, quello per l’assistenza muraria (ovvero per l’apertura e la chiusura delle tracce murarie) e, talvolta, quello per la progettazione.

Fare un impianto elettrico nuovo nel 2023 costa circa 60 euro a punto luce (ogni punto della casa in cui viene erogata energia elettrica: una presa elettrica, un interruttore, un deviatore, un attacco per la lampada, una presa tv). Per circa 80 punti luce (necessari per un’abitazione di 75/80 mq) la spesa può arrivare a 5.000/6.000 euro, compresa assistenza muraria.

Che cosa si intende per punto luce?

Semplificando, il punto luce è ogni punto della casa in cui viene erogata energia elettrica: una presa elettrica, un interruttore, un deviatore, un attacco per la lampada, una presa tv.

Costi impianto elettrico

  • Punto luce: da 35 euro a 90 euro
  • Quadro elettrico: a partire da 350 euro
  • Assistenza muraria: 15/25% del costo totale dell’impianto elettrico

Prese USB a muro integrate all’impianto elettrico 

Addio caricatori portatili per dispositivi come cellulari o tablet, grazie all’introduzione delle nuove prese USB a muro, che affiancano i tradizionali terminali a incasso.

Con le sempre più diffuse dotazioni tecnologiche portatili, le prese USB a muro stanno diventando una integrazione indispensabile all’impianto elettrico, domestico e non. Smartphone, computer portatile, tablet risultano ormai per ognuno di noi estensioni naturali, che permettono di lavorare, di connettersi con il mondo esterno, nonché di gestire i sistemi di domotica in piena libertà.

Che cosa sono le porte USB?

USB è l’acronimo di Universal Serial Bus, lo standard industriale per i cavi che servono alla comunicazione e all’alimentazione sia delle periferiche dei computer (stampanti, tastiere…) sia dei dispositivi portatili personali, come smartphone, tablet e altri piccoli apparecchi ricaricabili. I connettori dei cavi possono essere di tipo A, B, o C, quest’ultimo più recente e veloce oltre che a sezione simmetrica, che ne semplifica l’utilizzo. La bassa tensione necessaria al sistema USB è garantita dai caricatori portatili in dotazione ad ogni dispositivo, che ormai proliferano in tutte le nostre case.    

Prese USB a muro, addio alimentatore portatile

La diffusione delle dotazioni portatili sta così portando i produttori di terminali tecnici a introdurre, tra i tanti moduli disponibili, anche le prese USB a muro. Tanto più che la normativa europea si prefigge l’obiettivo, a partire da ottobre 2024, di introdurre per i produttori di dispositivi portatili l’obbligo di USB esclusivamente di tipo C, più compatte e performanti, nell’ottica di una riduzione generale dei caricatori portatili. Peraltro già non compresi al momento dell’acquisto di molti degli smartphone più attuali.

Le prese USB a muro, affiancate alle prese tradizionali a incasso, permettono infatti di ricaricare i dispositivi in modo semplice e immediato, con il solo cavetto. Disposte in modo strategico nei diversi ambienti – in camera da letto, in bagno, in soggiorno – arricchiscono di funzionalità la dotazione tecnica della casa, nel segno di una maggiore organizzazione, ma anche della flessibilità di utilizzo, della pulizia formale e della sostenibilità ambientale.   

presa USB C a muro a carica veloce Vimar Per le attuali esigenze di ricarica, oltre a una presa universale P40 da 16A con USB di tipo C incorporata, per l’utilizzo in contemporanea di entrambi i moduli (alimentando un dispositivo portatile e un apparecchio normale), Vimar propone un nuovo dispositivo da incasso su due moduli con presa USB di tipo C. Disponibile per le serie Eikon, Arké, Linea, Plana, cela un alimentatore ad alta potenza di 30 W, che supporta la tecnologia USB Power Delivery, standard per una ricarica più veloce rispetto alle tecnologie tradizionali. Il nuovo terminale consente così di ricaricare di oltre il 50% in soli 30 minuti la batteria dei principali smartphone e di gran parte dei notebook, senza necessità di alimentatore portatile. http://www.vimar.com

Impianto elettrico a vista per preservare le murature di case antiche e di pregio

L’impianto elettrico a vista (molto utilizzato anche nei loft) aiuta anche per esempio a preservare le murature delle case storiche, mantenendo perfetta funzionalità, sicurezza ed estetica.

Quando si ha la fortuna di abitare in una casa storica o in un loft con setti di mattoni a vista, in caso di ristrutturazione degli ambienti e di rifacimento dell’impianto elettrico si pone il problema di come preservare le murature. Le tracce per alloggiare le tubazioni incassate possono infatti alterare la tessitura muraria delle strutture e apparire decisamente antiestetiche in caso non possano essere coperte dall’intonaco.

In questi casi, a meno che non si debba per altri motivi intaccare il sottofondo sotto al pavimento (ove far correre i nuovi impianti), diventa gioco forza installare un impianto elettrico a vista. Non si pensi però a quegli impianti tecnici che solitamente si associano agli ambienti di lavoro: si tratta di una soluzione al passo con i tempi, dal punto di vista sia prestazionale sia estetico. I nuovi impianti elettrici esterni sfruttano infatti i medesimi terminali delle serie incassate – placche, frutti, comandi – e pertanto risultano in tutto e per tutto di pari grado. Le tubazioni, invece che di materiale plastico, possono poi essere scelte di rame o di metallo in diverse finiture, in modo da rendere più “prezioso” il risultato finale.  

Di gusto rétro o industriale

Tubazioni e scatole dei comandi in un impianto elettrico a vista vengono fissati esternamente alle pareti, mediante agganci parzialmente nascosti: in tal modo tutti gli elementi sembrano semplicemente posati sulla superficie muraria, riuscendo, se il tutto è ben studiato, anche ad esaltarne i profili architettonici. Una soluzione che torna utile anche a chi desideri ridare un tocco retrò all’appartamento, dato che agli albori (pur con altri materiali, come ottone, ceramica e trecce di seta) tutti gli impianti erano così realizzati. O a chi preferisca conferire un gusto industriale agli ambienti, riportando la memoria ai grandi spazi produttivi e ai loft metropolitani ricavati da ex fabbriche.

Più semplice da modificare e da riparare, oltre che privo della necessità di opere murarie, l’impianto elettrico a vista richiede tuttavia il medesimo livello di sicurezza di un impianto tradizionale, così come lo stesso tipo di certificazione da parte dell’installatore.

Soluzioni per impianto elettrico AVE

  • impianto elettrico a vista ave. Quando gli ambienti sono di rilevanza storica, è necessario preservare i muri dalle tagliate per la posa di tubazioni e di scatolette per l’elettricità. Può essere utile allora pensare a un impianto a vista, scegliendo sistemi in cui gli elementi abbinino alle prestazioni tecniche l’eleganza. AVE, che vanta tra le sue referenze il restauro di Villa Torlonia del Parco Poesia Pascoli, ha in catalogo la serie civile Tekla 44, che si contraddistingue per la tonalità nero opaco delle placche. La serie consente la realizzazione di impianti elettrici razionali e avanzati, alla pari di quelli integrati nelle pareti, sfruttando la gamma completa di soluzioni disponibili e i materiali performanti. I tecnopolimeri degli elementi infatti si inseriscono discretamente negli ambienti storici, preservandone l’identità e nel contempo rendendoli funzionali per la quotidianità attuale. Inoltre, la famiglia Tekla 44 si abbina perfettamente anche alle serie tradizionali incassate: in questo recupero ad esempio sulle restanti pareti è stata adottata la serie civile bianca Domus 100 abbinata alle placche Young 44, anch’esse bianche.www.ave.it
  • impianto elettrico a vista ave. Quando gli ambienti sono di rilevanza storica, è necessario preservare i muri dalle tagliate per la posa di tubazioni e di scatolette per l’elettricità. Può essere utile allora pensare a un impianto a vista, scegliendo sistemi in cui gli elementi abbinino alle prestazioni tecniche l’eleganza. AVE, che vanta tra le sue referenze il restauro di Villa Torlonia del Parco Poesia Pascoli, ha in catalogo la serie civile Tekla 44, che si contraddistingue per la tonalità nero opaco delle placche. La serie consente la realizzazione di impianti elettrici razionali e avanzati, alla pari di quelli integrati nelle pareti, sfruttando la gamma completa di soluzioni disponibili e i materiali performanti. I tecnopolimeri degli elementi infatti si inseriscono discretamente negli ambienti storici, preservandone l’identità e nel contempo rendendoli funzionali per la quotidianità attuale. Inoltre, la famiglia Tekla 44 si abbina perfettamente anche alle serie tradizionali incassate: in questo recupero ad esempio sulle restanti pareti è stata adottata la serie civile bianca Domus 100 abbinata alle placche Young 44, anch’esse bianche.www.ave.it
  • impianto elettrico a vista ave. Quando gli ambienti sono di rilevanza storica, è necessario preservare i muri dalle tagliate per la posa di tubazioni e di scatolette per l’elettricità. Può essere utile allora pensare a un impianto a vista, scegliendo sistemi in cui gli elementi abbinino alle prestazioni tecniche l’eleganza. AVE, che vanta tra le sue referenze il restauro di Villa Torlonia del Parco Poesia Pascoli, ha in catalogo la serie civile Tekla 44, che si contraddistingue per la tonalità nero opaco delle placche. La serie consente la realizzazione di impianti elettrici razionali e avanzati, alla pari di quelli integrati nelle pareti, sfruttando la gamma completa di soluzioni disponibili e i materiali performanti. I tecnopolimeri degli elementi infatti si inseriscono discretamente negli ambienti storici, preservandone l’identità e nel contempo rendendoli funzionali per la quotidianità attuale. Inoltre, la famiglia Tekla 44 si abbina perfettamente anche alle serie tradizionali incassate: in questo recupero ad esempio sulle restanti pareti è stata adottata la serie civile bianca Domus 100 abbinata alle placche Young 44, anch’esse bianche.www.ave.it
  • punti luce placca Ave Young 44 abbinate a serie civile bianca Domus 100 www.ave.it

Quando gli ambienti sono di rilevanza storica, è necessario preservare i muri dalle tagliate per la posa di tubazioni e di scatolette per l’elettricità. Può essere utile allora pensare a un impianto a vista, scegliendo sistemi in cui gli elementi abbinino alle prestazioni tecniche l’eleganza. AVE, che vanta tra le sue referenze il restauro di Villa Torlonia (foto sopra) del Parco Poesia Pascoli, ha in catalogo la serie civile Tekla 44, che si contraddistingue per la tonalità nero opaco delle placche. La serie consente la realizzazione di impianti elettrici razionali e avanzati, alla pari di quelli integrati nelle pareti, sfruttando la gamma completa di soluzioni disponibili e i materiali performanti. I tecnopolimeri degli elementi infatti si inseriscono discretamente negli ambienti storici, preservandone l’identità e nel contempo rendendoli funzionali per la quotidianità attuale. Inoltre, la famiglia Tekla 44 si abbina perfettamente anche alle serie tradizionali incassate: in questo recupero ad esempio sulle restanti pareti è stata adottata la serie civile bianca Domus 100 abbinata alle placche Young 44, anch’esse bianche.www.ave.it

Domotica e impianto elettrico: basta un solo dispositivo

Esistono “prese intelligenti” che aiutano a rendere domotica l’abitazione: non servono installazioni, basta una app gratuita da scaricare su smartphone o tablet. Consentono un controllo semplice da remoto dei dispositivi collegati (ventilatori, stufe, caricabatterie, lampade e qualsiasi altra cosa che abbia una spina elettrica) e persino, grazie al sensore termico integrato, il loro spegnimento automatico in caso di surriscaldamento per un eccessivo assorbimento elettrico.

Per aiutare i cittadini a destreggiarsi sul mercato e a risparmiare con la domotica, Anie Federazione mette a disposizione materiali informativi scaricabili gratuitamente dal sito http://www.impiantialivelli.it, da Facebook, dal canale YouTube e dall’app dedicata, che contiene anche un test di autoverifica sul livello di impianto adatto alle proprie necessità. (www.anie.it, Tel. 02/32641)

Con la domotica si risparmia

Secondo una stima Anie, in una casa di nuova costruzione il costo dell’impianto elettrico incide per il 2%. Può valere la pena allora, con un investimento di poco superiore al 3%, sceglierne uno domotico di base. Che, essendo flessibile, può anche essere esteso nel tempo e fa risparmiare. Il corretto uso di questa tecnologia, infatti, consente una riduzione dei consumi elettrici fino al 12% e di quelli per il riscaldamento fino al 26%.

La domotica è una tecnologia che permette di integrare e gestire al meglio tutti gli impianti di casa. Si è abituati a pensare che sia una soluzione dispendiosa, adatta solo a pochi: in realtà i vantaggi che ne derivano sono numerosi, sia in termini di comfort sia di sicurezza e di risparmio energetico. È inoltre estremamente flessibile e ha costi di installazione contenuti se rapportati alla qualità della vita e della casa stessa.

Ne guadagna anche l’immobile

La certificazione dell’impianto elettrico delle abitazioni secondo la nuova norma 64-8 aumenta la trasparenza della qualità dell’offerta verso il mercato immobiliare: grazie al livello dell’impianto, il grado delle dotazioni impiantistico-funzionali sarà esplicito e certificato.
Un vantaggio soprattutto per le dotazioni domotiche, che potranno essere così considerate ai fini della determinazione del valore commerciale dell’immobile, cosa che fino a oggi non si verificava.

Più sicurezza con la domotica

Sentirsi sicuri e protetti nella propria abitazione è un’esigenza primaria di ogni famiglia. Sistemi domotici come il videocitofono, il sistema antintrusione e quello di videosorveglianza permettono di rilevare e gestire le situazioni di pericolo. Con la “domotica” è possibile anche tenere sotto controllo la casa, predisponendo l’attivazione di allarmi in caso di fuoriuscite di gas, perdite d’acqua eccetera e programmando azioni conseguenti, come la telefonata al proprio numero di cellulare o la chiamata automatica dei soccorsi. 

Limitare i consumi con un clic

L’utilizzo di tecnologie domotiche migliora le prestazioni dell’abitazione oltre che ridurre gli sprechi, consentendo quindi agli utenti di consumare meno e meglio. 
Per esempio, regolando automaticamente il sistema di riscaldamento e quello di illuminazione in base alla presenza in casa e controllando i carichi elettrici degli elettrodomestici in specifiche fasce orarie, è possibile ottenere un notevole risparmio sulla bolletta.

Comunicare a distanza

Che si sia una persona amante della semplicità o della tecnologia, un genitore con bambini piccoli o un anziano che vive da solo, è possibile impostare un impianto domotico nel modo più congeniale, tramite comandi tradizionali, sensori, automatismi o temporizzazioni: è solo una questione di scelta. Inoltre l’impianto domotico è già predisposto per essere gestito attraverso i più moderni dispostivi touch screen (tablet e smartphone), tramite rete wifi in locale, o tramite rete telefonica da remoto

Scenari personalizzati

La possibilità di integrare e gestire in maniera automatica le funzioni della propria abitazione semplifica la vita e aumenta il benessere di chi la vive.
Attraverso la creazione di “scenari” ogni ambiente diventa personalizzabile: se per esempio il riscaldamento, l’illuminazione, l’allarme e la motorizzazione dei serramenti sono integrati tra di loro in un sistema domotico, sarà possibile, premendo un solo tasto, effettuare la “chiusura centralizzata”: si può così uscire di casa con la sicurezza di avere tutte le luci spente, tutti i serramenti chiusi perfettamente, il riscaldamento in economy e l’allarme inserito. 

 

In collaborazione con Stefano Beltrami di Erimpianti, Milano, Tel. 337319320

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