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Trasformare un monolocale in bilocale oggi è un intervento più fattibile grazie alle deroghe introdotte dal Decreto SalvaCasa 2024, che consentono di intervenire anche su immobili precedentemente considerati sottodimensionati. Tuttavia, resta imprescindibile il rispetto di:
Superfici minime utili;
Rapporti aero-illuminanti;
Altezze interne adeguate;
Eventuali limiti più restrittivi di Regolamenti edilizi comunali
La consulenza di un tecnico abilitato è fondamentale per garantire la conformità dell’intervento, l’ottenimento di eventuali titoli abilitativi e, se necessario, la regolarizzazione in sanatoria dell’immobile.
Quando è possibile, cosa prevede la legge, come intervenire
La trasformazione di un monolocale in bilocale rappresenta un intervento spesso richiesto in ambito urbano, soprattutto in edifici esistenti.
Tuttavia, perché sia possibile realizzarla nel rispetto della normativa edilizia e igienico-sanitaria vigente, è fondamentale verificare una serie di parametri oggettivi legati alle dimensioni minime degli ambienti, alla loro illuminazione naturale e all’altezza interna.
Con l’entrata in vigore del Decreto SalvaCasa 2024 (D.L. 69/2024), alcune di queste soglie sono state modificate, aprendo nuove possibilità progettuali per immobili precedentemente non conformi. Ma non solo. Conta soprattutto una condizione prioritaria: la presenza di due finestre. Vediamo meglio.
La prima condizione: servono due finestre
Un requisito imprescindibile per la trasformazione in bilocale è la presenza di almeno due finestre apribili, ciascuna da adibire a servizio esclusivo di ciascuno dei due unici ambienti principali: zona giorno (soggiorno+cucina) e camera da letto.
La normativa vigente impone infatti che ogni locale abitabile sia dotato di una propria fonte di aerazione e illuminazione naturale, con un rapporto aero-illuminante minimo pari a 1/8 della superficie del pavimento.
Nel progetto presentato più sotto, questa condizione è pienamente rispettata: l’articolazione della parete divisoria tra i due ambienti è studiata proprio per intercettare la luce proveniente dai due affacci esistenti, garantendo il rispetto dei requisiti igienico-sanitari e migliorando la qualità ambientale interna.
Le novità del Decreto Salvacasa
Dimensioni minime
Con il Decreto SalvaCasa 2024, due limiti sono stati rivisti e abbassati perché ora è possibile avere:
- 20 mq per monolocali destinati a una sola persona
- 28 mq per monolocali destinati a due persone
Con la nuova normativa, la superficie minima per rilasciare il certificato di agibilità per bilocali passa da 38 a 28 mq.
La norma introduce quindi la possibilità di considerare abitabili superfici più contenute, purché rispettino gli altri requisiti, come il rapporto aero-illuminante (1/8 della superficie utile) e le altezze interne minime.
Altezza interna minima: cosa cambia
Anche sul fronte delle altezze, il Decreto SalvaCasa interviene riducendo i limiti minimi previsti dal D.M. 1975:
- 2,70 m → 2,40 m per i locali principali (soggiorni e camere);
- 2,40 m → 2,20 m per bagni, corridoi, disimpegni e ripostigli.
Questa riduzione dell’altezza minima riguarda solo le ristrutturazioni, le nuove abitazioni devono ancora rispettare lo storico DM del 1975 che prevede il minimo di 2,70 metri.
Per quanto riguarda il recupero dei sottotetti, in realtà, questa parte del SalvaCasa non è particolarmente rivoluzionaria in quanto le Leggi regionali per il recupero dei sottotetti in praticamente tutte le Regioni d’Italia già consentivano di rendere abitabili sottotetti con altezze minime molto inferiori al limite di Legge, compreso il nuovo limite dei 2,40 metri.
Il progetto: da monolocale a bilocale, rispettando i parametri
Nel caso specifico di questo progetto, l’intervento si configura come redistribuzione interna delle superfici, senza ampliamenti o modifiche volumetriche, e si propone di ricavare due ambienti funzionalmente autonomi nel rispetto dei parametri normativi.
L’unità immobiliare esistente era composta da un unico ambiente principale, oltre ad antibagno e bagno già conformi. L’operazione progettuale consiste nella demolizione delle partizioni interne originarie e nella successiva realizzazione di una nuova tramezzatura longitudinale, disegnata per suddividere efficacemente lo spazio tra zona giorno e zona notte.
Questa nuova configurazione consente di ottenere:
- un soggiorno con angolo cottura di 18,70 mq, superiore ai 17 m² minimi richiesti dai regolamenti locali e coerente con il D.M. 1975;
- una camera da letto doppia di 15,60 mq, ben oltre la soglia minima di 14 mq prevista per questa tipologia di ambiente.
La progettazione della nuova parete divisoria non è rettilinea, ma articolata e studiata per ottimizzare l’ingresso della luce naturale nei due ambienti risultanti, favorendo anche la ventilazione trasversale.
L’orientamento degli arredi fissi e mobili è pensato per sfruttare appieno le caratteristiche dello spazio, senza sacrificare la fruibilità e la percezione del volume. In particolare:
All’ingresso è stato previsto un arredo su misura, sospeso e poco profondo, con anta scorrevole a specchio: una soluzione compatta e funzionale che risponde alla necessità di contenimento senza gravare sul passaggio.
Nel soggiorno, la zona relax si sviluppa invece vicino all’infisso esterno, valorizzando l’affaccio e la luce naturale; la parete divisoria ospita invece la composizione della cucina e le colonne frigo e dispensa sono incassate in una nicchia, ottimizzando gli ingombri.
La camera da letto è organizzata con una doppia armadiatura: una piccola cabina all’ingresso e un sistema ad angolo lungo il perimetro esterno che culmina in un armadio a ponte sopra il letto.
Sulla parete inclinata è collocata la scrivania, mentre quella rivolta verso la camera è interamente rivestita a specchio, con effetto di ampliamento visivo dello spazio.
Sotto la finestra trova posto una libreria bassa: un elemento contenitivo che mantiene libera la percezione dell’apertura.
Il bagno e l’antibagno non subiscono modifiche planimetriche: l’accesso avviene tramite porta scorrevole e l’ambiente di disimpegno è attrezzato con mobile coprilavatrice, lavatoio e pensili.
Il bagno è dotato di un piatto doccia 70×120 cm, lavabo, vaso e bidet, con disposizione funzionale e superficie aerata naturalmente.
Nel complesso, la riorganizzazione degli spazi è frutto di un attento bilanciamento tra conformità normativa, funzionalità quotidiana e valorizzazione della superficie disponibile.