Nella progettazione degli interni esiste una dimensione sottile, quasi invisibile, che precede ogni scelta formale: è la “geografia della casa”, il modo in cui gli spazi si susseguono, dialogano o si ignorano, il ritmo con cui si passa da un ambiente all’altro.
L’apertura tra ambienti, tema molto attuale, non è una scelta stilistica ma una strategia spaziale: permette di valorizzare superfici esistenti senza aumentare i metri, amplia la percezione, elimina i punti morti.
Al tempo stesso, una corretta separazione tra zona giorno e zona notte non mira a creare barriere, bensì a garantire comfort, intimità e organizzazione funzionale. È una questione di soglie calibrate, di percorsi che rispettano le abitudini quotidiane: la colazione che non interferisce con la preparazione mattutina nelle camere, il living che mantiene la sua vocazione conviviale anche quando la casa è abitata da più persone, i bagni collocati in modo strategico per ridurre gli attraversamenti inutili.
Intervenire sulla pianta significa anche ripensare le superfici contenitive: armadiature passanti, nicchie integrate, cabine armadio collocate nei punti giusti possono ridefinire gli equilibri senza appesantire la composizione.
La progettazione contemporanea tende a inglobare l’arredo nell’architettura, facendo delle pareti un sistema attivo e non un semplice limite. In questo modo gli spazi respirano, rimangono essenziali, ma acquisiscono una forte identità.
Quando il disegno degli interni parte da queste riflessioni – e non da un elenco di desideri funzionali – la casa smette di essere la somma di stanze e diventa una sequenza continua, un organismo coerente dove la luce, i materiali e il movimento quotidiano trovano un equilibrio naturale.
Una buona distribuzione, infatti, non si vede: si percepisce. È quell’impressione immediata di ordine, fluidità e luminosità che accompagna chi varca la soglia e che difficilmente si ottiene senza un progetto profondo, capace di leggere lo spazio oltre le sue apparenze.
Prima ancora di intervenire su materiali, colori o arredi, è la struttura distributiva a definire la qualità dell’abitare. Spesso però le abitazioni ereditano schemi ormai superati, pensati per modelli familiari diversi, per un’idea di domesticità più rigida e compartimentata. Corridoi ciechi, ingressi sacrificati, zone giorno spezzate in più ambienti e camere collocate in punti poco opportuni: sono situazioni molto diffuse, che rivelano quanto la pianta possa incidere sulla percezione complessiva della casa.
Ragionare su una nuova distribuzione significa allora restituire coerenza ai flussi, ricomporre un organismo che negli anni ha perso logica, ridare senso a ogni metro quadrato. Non si tratta di “spostare stanze”, ma di ripensare le relazioni: ciò che davvero trasforma un’abitazione è il modo in cui funzioni diverse – cucina, soggiorno, zone di passaggio, aree private – vengono orchestrate in un insieme armonico.
Un buon progetto lavora sulle soglie, sui filtri, sui vuoti che collegano più dei pieni; osserva come la luce attraversa i percorsi e li rende vivi; valuta l’ingresso non come un semplice varco, ma come l’incipit narrativo della casa, capace di accogliere e orientare.
Progetto con piante e render 3D: zona giorno open space ma con ambiti ben definiti
Un appartamento di ampie dimensioni con soggiorno, cucina abitabile, tre camere da letto e due bagni, ha una distribuzione in pianta poco funzionale. Proprio di fronte all’ingresso, disimpegnato da un corridoio poco sfruttato, c’è una camera da letto, mentre tutti gli altri locali sono separati da una porta che interrompe lo stesso corridoio. La richiesta del nostro lettore è quella di razionalizzare il layout, per avere la zona giorno openspace e separata da quella notte. Inoltre vorrebbe sfruttare meglio l’ingresso.
Nel progetto di ristrutturazione proposto, dall’architetto Sara Barletta, la zona giorno open con cucina a vista si ottiene demolendo il muro che attualmente separa le due camere da letto poste di fronte l’ingresso. Contestualmente si valorizza anche il corridoio, che ora diventa un ambiente molto luminoso, per merito di una grande apertura realizzata sul nuovo living. Nel cambio di destinazione d’uso delle stanze, il vecchio soggiorno diventa una camera da letto matrimoniale, completa di due spaziose cabine armadio.
Il bagno adiacente la camera viene dotato di un’ampia cabina doccia e risulta essere il bagno principale. Il secondo servizio viene ampliato (per poterlo dotare della zona lavanderia) rubando una porzione della camera alla sua destra, che rimane comunque spaziosa e adatta per due persone. Dal ridisegno della pianta, nella stanza si ricava anche una nicchia dove trova posto un pratico guardaroba a muro.
Dove prima c’era la cucina si trova adesso la seconda camera, fornita, come l’altra, di due letti, due armadi e due scrivanie. Il disimpegno della zona notte, in origine era poco sfruttabile, risulta ora un prezioso locale attrezzato con armadiature a muro.
Nel nuovo progetto, l’open space risulta dunque il nucleo dell’appartamento: il setto murario posto in corrispondenza dell’ingresso ha la funzione di mascherare la cucina e di focalizzare subito l’attenzione sul salotto. Qui si trova un divano a L, posizionato all’interno di una cornice di legno nella quale vi sono i ripiani della libreria. Sul lato opposto della stanza vi è un’ampia cucina a vista dotata di una penisola che funge da piano di lavoro. Accanto alle grandi finestre, che rendono la zona giorno molto luminosa, è posizionato il tavolo da pranzo per 6 persone.

Lo stile dell’arredamento è lineare e contemporaneo: i colori predominanti sono il bianco dell’intonaco e dei mobili laccati della cucina, e il color legno del parquet e degli arredi, che crea un ambiente caldo e confortevole. Tutte le pareti sono caratterizzate dalla linea pulita ed essenziale degli armadi a muro, che oltre a fornire freschezza e modernità all’ambiente, sono pratici e funzionali, e permettono di sfruttare al meglio tutti gli spazi.
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