Edilizia ecosostenibile: più riciclo meno materie prime

Dal riutilizzo di vetro, plastica e macerie oggi si producono materiali 
da costruzione a basso impatto ambientale. Quali sono le performance, i costi e la resa estetica, laddove si tratti di materiali a vista?

Antonia Solari
A cura di Antonia Solari
Pubblicato il 22/04/2021 Aggiornato il 22/04/2021
Nella foto: quartiere CasaNova di Bolzano con edifici per 941 alloggi costruiti con criteri di sostenibilità.

L’attenzione dei cittadini per una migliore qualità delle abitazioni e per la salvaguardia dell’ambiente è notevolmente cresciuta in questi ultimi anni; una maggiore consapevolezza dei rischi che il Pianeta corre, ma anche delle singole responsabilità e una più incisiva informazione sulle reali possibilità di cambiamento hanno decretato un aumento della sensibilità “green”.

Di fatto, ciò si traduce in una crescente richiesta, registrata dal mercato negli ultimi tempi, di prodotti e sistemi edilizi appartenenti alla sfera della bioarchitettura e di quelli a basso impatto ambientale. Sempre di più è forte il desiderio di essere informati sulle alternative possibili cui fare riferimento per dare concretezza ai concetti di salute indoor e di sostenibilità ambientale; sempre più vi è la volontà di partecipare attivamente al proposito di ridurre l’impatto sull’ambiente nei prossimi anni.

A tutte queste esigenze risponde la ricerca che ha portato alla formulazione e alla disponibilità di nuovi materiali, soluzioni e tecniche che oggi permettono di costruire (o rinnovare) in modalità eco.

Come nascono le materie “prime seconde”

In questo contesto, il risparmio energetico è il fulcro di una progettazione sostenibile, ma la tutela della materia prima naturale, proveniente da cava o da altre fonti, ne è un cardine (si calcoli poi che l’estrazione delle materie prime incide per il 10-15% sul consumo totale di energia). Di conseguenza, il riciclo dei materiali diventa il protagonista principale: è proprio attraverso l’utilizzo di materia dismessa che si dà inizio a un circolo che non può che essere virtuoso sotto molti punti di vista, compreso quello economico, secondo quel criterio di economia sostenibile e a basso impatto che prende il nome di economia circolare.


Demolizioni, scarti di vetro, metallo e carta provenienti dalla raccolta urbana o sfridi delle varie filiere industriali diventano quelle che sono definite “materie prime seconde”. Sono fonti preziose perché, affiancate dalla ricerca scientifica, dalla volontà di imprenditori eco-sensibili e dalla normativa sempre più restrittiva che ne garantisce l’idoneità all’impiego, si trasformano oggi in prodotti per l’edilizia. 
Si ottengono così pannelli isolanti dal vetro riciclato, intonaci dagli scarti della lavorazione del riso, laterizi da materiale di recupero, piastrelle dalla plastica delle bottiglie riciclate.

Le percentuali dei componenti provenienti dal riciclo contenute nei vari prodotti sono variabili, dal 10% a oltre l’80% per esempio per il gres porcellanato.

Con “economia circolare” si intende un modello di economia che riduce lo scarto, differenzia le fonti di approvvigionamento di materia e fa vivere più a lungo i prodotti di consumo, massimizzandone il valore d’uso. Un modello di sviluppo alternativo all’economia lineare, che è stato elaborato da pensatori illustri tra cui l’architetto Walter Stahel, il fisico Amory Lovins, i designer McDonough e Braungart, l’economista green Nicholas Georgescu-Roegen che hanno formulato modalità alternative per fermare lo spreco di materia e l’inquinamento da fonti fossili, promuovendo invece la produzione efficiente, il riciclo, l’eco-design, le energie e le fonti rinnovabili.

Quali materiali da riciclo per l’edilizia

Il settore delle costruzioni vive ormai da anni un profondo cambiamento, spinto da innovazioni tecnologiche e progettuali che mirano a garantire edifici sicuri, confortevoli, dalle prestazioni energetiche e ambientali certificate e con maggiore durata del ciclo di vita dei materiali. Sono molti i materiali riciclati 
che possono essere utilizzati in tale contesto di edilizia, dai rifiuti derivanti dalle demolizioni degli edifici a metalli, plastiche e vetro. Oltre al legno, che 
in questi anni gode di un revival dai risultati importanti, 
anche a prescindere dal riciclo.
Al di là dalla provenienza, tutti i materiali hanno potenzialmente caratteristiche ambientali tali da poter essere riciclabili e riutilizzabili: per capire come, bisogna partire dalla conoscenza delle diverse filiere produttive.

Esempi in Italia

Lo Juventus Stadium è tra gli esempi più conosciuti di recupero e riutilizzo di materiale derivante dalla demolizione di strutture esistenti. La sua realizzazione ha visto, infatti, il recupero dei materiali dismessi del vecchio Stadio “Delle Alpi”, che sono stati poi reimpiegati nel nuovo cantiere: ben 40.000 metri cubi di calcestruzzo, frantumati e utilizzati come sottofondo del rilevato strutturale del nuovo impianto, a cui si sono aggiunte 5.000 tonnellate di acciaio, 2.000 metri quadrati di vetro e 300 tonnellate di alluminio.
Per quanto riguarda l’edilizia residenziale, è significativo il caso di Bolzano con il nuovo complesso abitativo CasaNova e in particolare l’isolato EA8 che presenta il 20% del contenuto dei laterizi da materiale riciclato e di recupero.

quartiere CasaNova di Bolzano con edifici per 941 alloggi costruiti con criteri di sostenibilità.

Nella foto: quartiere CasaNova di Bolzano con edifici per 941 alloggi costruiti con criteri di sostenibilità.

Con laterizi “virtuosi” Per il quartiere CasaNova, il Comune di Bolzano ha proposto un modello residenziale in cui la sostenibilità viene considerata in diversi ambiti: prestazioni energetiche, studio della mobilità, gestione dell’acqua... Sono stati realizzati diversi isolati e, fra questi, quello denominato EA8 è stato progettato dal laboratorio 
di architettura Architetti Associati di Reggio Emilia e commissionato dall’Istituto per l’Edilizia Sociale della Provincia Autonoma di Bolzano. Comprende 85 unità residenziali suddivise in tre edifici con la struttura costituita da telaio e solai in cemento armato 
e involucro esterno realizzato in laterizi composti al 20% da materiale riciclato e di recupero (prodotti da Wienerberger, wienerberger.it).

Per il quartiere CasaNova, il Comune di Bolzano ha proposto un modello residenziale in cui la sostenibilità viene considerata in diversi ambiti: prestazioni energetiche, studio della mobilità, gestione dell’acqua… Sono stati realizzati diversi isolati e, fra questi, quello denominato EA8 è stato progettato dal laboratorio 
di architettura Architetti Associati di Reggio Emilia e commissionato dall’Istituto per l’Edilizia Sociale della Provincia Autonoma di Bolzano. Comprende 85 unità residenziali suddivise in tre edifici con la struttura costituita da telaio e solai in cemento armato 
e involucro esterno realizzato in laterizi composti al 20% da materiale riciclato e di recupero (prodotti da Wienerberger, wienerberger.it).

Ostacoli e resistenze verso i materiali edili ottenuti da riciclo

Grazie a Regolamenti edilizi coraggiosi che spingono verso la sostenibilità e, paradossalmente, alla crisi del settore (che ha portato molte aziende a ripensare il loro modo di produrre materiali), si sta assistendo a un aumento dell’uso di materiali riciclati o recuperati. Indubbiamente in Italia la strada è ancora molto lunga, mentre all’estero, in Europa come in Nord America e Australia, è evidente come questa pratica abbia già molto successo.

Molti capitolati prevedono ancora l’obbligo di utilizzo di alcune categorie di materiali da cava o “naturali” e di fatto impediscono l’applicazione di quelli provenienti dal riciclo.
La Provincia di Trento è invece un ottimo esempio, grazie alla pubblicazione di un capitolato tecnico per l’uso dei riciclati nei lavori di manutenzione pubblica, con le schede prodotto 
e l’elenco prezzi, destinato proprio a promuovere, 
tra gli addetti ai lavori, questo tipo di materiali.  Anche se ormai esistono studi e pubblicazioni, prove di laboratorio 
e di cantiere, esempi di edifici e strade che dimostrano 
i notevoli vantaggi dei materiali riciclati in edilizia, oltre l’assoluta idoneità tecnica, permangono resistenze e pregiudizi.

Costi competitivi e destinati a scendere

Il costo dei materiali edilizi riciclati è così competitivo per le aziende produttrici che, nonostante non si assista ancora 
a una diffusione massiccia, il costo finale non si discosta 
da quello dei prodotti tradizionali.
Per esempio, le sabbie derivate dagli scarti di fonderia vedono un riutilizzo virtuoso come materiali secondari, attraverso la miscelazione e la movimentazione della sabbia.
Il risultato è positivo sui costi di produzione 
e sull’ambiente, mentre gli scarti da smaltire si riducono del 95%, con un beneficio economico rispetto all’acquisto 
di sabbia nuova pari a circa il 90%. La riduzione dei volumi 
di sabbia esausta è nell’ordine dell’85%-95%, il residuo di quella di scarto scende al 5-15%, con una conseguente riduzione dei costi di smaltimento altrettanto elevata. 


 
Nella foto: i silos di Copenaghen convertiti in edifici residenziali.

Nella foto: i silos di Copenaghen convertiti in edifici residenziali.

Il caso di Copenaghen svela la portata del risparmio: per il recupero e la riconversione in abitazioni di due ex silos gemelli situati sul lungomare è stato riutilizzato in loco calcestruzzo da demolizione, con una riduzione di costi e tempi del 33%, rispetto a una costruzione ex novo di tipo tradizionale.

 
 
Materiali edili riciclati per costruire

Componenti strutturali, prodotti di completamento e tutto ciò che occorre per edificare senza utilizzare materie prime nuove

Il rasante eco Mapetherm Flex RP di Mapei è un rasante elastico, resistente agli urti, adatto per il recupero di sistemi 
di isolamento degradati o per la rasatura armata di pannelli isolanti e cappotti. La componente di riciclo è data dalle micro-sfere provenienti al 100% da vetro riciclato inutilizzabile per la produzione di nuovi manufatti in vetro. Preserva così le risorse naturali e non crea nuove aree di stoccaggio.

Il rasante eco Mapetherm Flex RP di Mapei è un rasante elastico, resistente agli urti, adatto per il recupero di sistemi 
di isolamento degradati o per la rasatura armata di pannelli isolanti e cappotti. La componente di riciclo è data dalle micro-sfere provenienti al 100% da vetro riciclato inutilizzabile per la produzione di nuovi manufatti in vetro. Preserva così le risorse naturali e non crea nuove aree di stoccaggio. http://www.mapei.com

Il pannello isolante in sughero espanso Corkpan di Tecnosugheri

Sughero ri-usato invece che scartato: il pannello isolante in sughero espanso Corkpan di Tecnosugheri è composto al 100% da materiale di riciclo. Si ricava dalla corteccia a seguito delle potature delle querce da sughero, considerata scarto agricolo e forestale. Per l’efficacia delle sue prestazioni, tecniche e ambientali, viene garantita dalle certificazioni Acermi e NaturePlus Icea.  http://www.tecnosugheri.it

Il pannello isolante termo-acustico Clima 34 di Isover Saint Gobain

L’Isolante rispettoso. Il pannello isolante termo-acustico Clima 34 di Isover Saint Gobain è prodotto in Italia con almeno l’80% di vetro riciclato e con una resina termoindurente di nuova generazione che associa componenti organici e vegetali, riducendo le emissioni di sostanze inquinanti come formaldeide e altri composti organici volatili (VOC). Viene applicato dall’esterno a pareti e solai. http://www.isover.it 

Laterizi green di Wienerberger

Laterizi green. Come previsto dai nuovi Criteri Ambientali minimi, tutti i laterizi prodotti in Italia da Wienerberger contengono almeno il 10% di materiale riciclato. Questo vale anche per Porotherm Bio Plan 45 T – 0,09, un blocco monostrato pensato 
per gli edifici ad alte prestazioni energetiche, grazie alle ottime performance in termine di isolamento termico e acustico, traspirabilità, resistenza meccanica e al fuoco. wienerberger.it

 
infissi in alluminio FIN-Project di Finstral

Un mix extra compatibile. La linea di infissi in alluminio FIN-Project di Finstral utilizza anche un materiale ecosostenibile, dall’estetica naturale, il ForRes. Si tratta di un composto prodotto con le bucce di riso (quindi uno scarto) e con i residui di pvc risultanti dal processo di lavorazione dei serramenti. http://www.finstral.com

 

Materiali edili riciclati per rifinire

Anche all’interno della casa, dai rivestimenti 
a terra e a parete fino ai serramenti, 
tutto può essere a basso impatto ambientale

 
RiceHouse RH200 intonaco di finitura

RH 200 di RiceHouse è un intonachino di finitura naturale, linea di finiture di pregio che sfruttano le caratteristiche chimiche della  pula di riso che in associazione ad una selezione di calce, polvere di marmo e terre di origine naturale generano un materiale molto stabile ai raggi uv, resistente alle intemperie e con un’elevata capacità di evaporazione dell’umidità presente nelle murature. Grazie alle qualità della pula è possibile fornire una differente miscelazione senza alterarne le proprietà tecniche e prestazionali. L’intonachino di finitura RH200 viene fornito in una miscela preconfezionata ed è idoneo sia per interni che, nella sua versione idrofobizzata, sulle superfici esterne. Il prodotto è formulato unicamente con materie prime di assoluta qualità, selezionate con sapienza e cura. http://www.ricehouse.it

Il gres nel nome della riconversione. Layers e Tecnolito di Ceramiche Caesar sono collezioni sviluppate con materiali riciclati. Layers (che costa a partire da 55,15 euro/mq) ha oltre il 20% di materiale riciclato per le serie Trend, Cold03 e Warm03, e superiore al 10% per Cold02. Dati ancora più alti per Tecnolito (che costa a partire da 43,65 euro/mq), le cui serie Characoal e Bay sono composti dal 40% di materiale riciclato.

Il gres nel nome della riconversione. Layers e Tecnolito di Ceramiche Caesar sono collezioni sviluppate con materiali riciclati. Layers (che costa a partire da 55,15 euro/mq) ha oltre il 20% di materiale riciclato per le serie Trend, Cold03 e Warm03, e superiore al 10% per Cold02. Dati ancora più alti per Tecnolito (che costa a partire da 43,65 euro/mq), le cui serie Characoal e Bay sono composti dal 40% di materiale riciclato.  http://www.caesar.it

la finitura di origine naturale Di Oltremateria

Finitura di origine naturale di Oltremateria, la collezione Ecomalta è composta da minerali e inerti di riciclo derivati da processi di lavorazione 
e di recupero di marmo, cotto, madreperla, specchi, bottiglie e lampadine. Ne risultano sette varianti corrispondenti ad altrettanti materiali recuperati. http://www.oltremateria.it

Icon Outdoor di casamood by Florim, pavimenti autoportanti per esterni

A terra, alto tasso di materiale riciclato, la collezione di pavimenti autoportanti per esterni Icon Outdoor di Casamood by Florim è in gres fine porcellanato composto da materiali riciclati per una percentuale 
superiore al 70%, come certificato anche dall’ente Bureau Veritas, in accordo con lo standard internazionale ISO 14021. http://www.florim.com

ricavato dalle bottiglie I rotoli vinilici GFT di Gerflor

Un pavimento ricavato dalle bottiglie: i rotoli vinilici GFT di Gerflor riciclano e sono riciclabili. Sono infatti prodotti con le fibre ottenute 
da bottiglie di plastica riciclata. 
Nello specifico, il sottofondo tessile del rotolo HQR è costituito per il 95% da materiale riciclato (servono 8 bottiglie per 1 mq della serie Home Comfort e 4 per 1 mq della serie Textline). http://www.gerflor.it

 

Gres fatto con scarti all’85%

È stato questo l’obiettivo del progetto Wincer (Waste synergy in the production of Innovative Ceramic Tiles), sviluppato da Centro Ceramico, Marazzi Group, Minerali Industriali e Fincibec Group e coordinato da Elisa Rambaldi. L’idea di realizzare piastrelle in gres contenenti almeno il 70% di materiali di scarto si è di fatto concretizzata nella produzione industriale di esemplari in gres porcellanato con addirittura l’85% delle materie prime seconde.
Il progetto, della durata di tre anni e iniziato nel 2015, ha puntato alla produzione definitiva di gres porcellanato in cui le materie prime naturali sono state sostituite per l’85% da materiali riciclati provenienti da rifiuti urbani e industriali.
Tale percentuale è composta per il 30% da scarti di piastrelle crude, che vengono generati durante la movimentazione su nastri trasportatori, prima della fase di cottura. La restante quota del 55% è costituita da scarti di vetro provenienti dalla raccolta urbana che, nella produzione delle piastrelle Wincer, vanno a sostituire il fondente feldspatico (proveniente da materie prime quali potassio, sodio, calcio e bario).
Nello specifico, il 55% è formato da quella parte di vetro riciclato che, dopo il processo di lavorazione post recupero, non può essere riutilizzata nell’industria del vetro a causa delle impurità o delle dimensioni troppo fini (inferiori a 100 micron).
Il vetro da imballaggio recuperato con la raccolta urbana, infatti, viene separato, lavato, purificato e macinato per essere reimmesso nell’industria del vetro, in un circuito a ciclo chiuso. Ma non tutta la materia che si ottiene da questo iter è ritenuta idonea per l’industria del vetro ed è quindi disponibile per altri processi.

 
Altri esempi di materiali edili ottenuti da riciclo

Dalla ricerca di Material Connexion (it.materialconnexion.com), il più importante network internazionale di consulenza su materiali e processi produttivi innovativi e sostenibili, con sedi negli Stati Uniti, 
in Europa e in Asia, alcune proposte realizzate con materie riciclate.

1. Moduli realizzati con detriti provenienti da cantieri edili locali. Sono costituiti da un materiale ottenuto macinando calcinacci, vetro e calcestruzzo. La texture distintiva di ciascun tipo è determinata dai detriti utilizzati. Le applicazioni includono materiali da costruzione per esterni ed interni e arredamento. 2. Listoni durevoli e impermeabili realizzati con scarti 
e sfridi provenienti dall’industria conciaria. Questo materiale rigido è costituito al 98% da vera pelle e al 2% da legante. Presenta proprietà fiamma-ritardanti e termo-fonoisolanti. Le applicazioni includono pannelli per 
pareti e pavimentazioni del settore retail e arredamento. 3. Non-tessuto ottenuto con un processo di cardatura ad aria che consente l’utilizzo di scarti post-industriali e post-consumo, quali pelle, abbigliamento, sfridi derivanti dalla produzione di materassi e dal riciclo di pneumatici, carta e cartone riciclati. Trova applicazione nelle costruzioni, nell'arredamento e nella produzione di materassi. 4. Materiale alternativo al legno realizzato con rifiuti derivanti dalla mietitura del mais (stocchi) e da resine esenti da formaldeide. Questi pannelli presentano 
una densità inferiore fino all’8%, ma la stessa resistenza di un pannello in MDF. Le applicazioni includono arredi, boiserie, pavimenti, tetti e porte. 5. Mattoni non strutturali, resistenti e leggeri, realizzati all’80% con giornali riciclati e al 20% con colla per legno. Sono robusti e impilabili come quelli tradizionali, ma presentano una texture simile a un tessuto. Perfetti per riciclare la carta, di cui mantengono il tatto morbido e la resistenza meccanica, sono ideali in arredamento.  6. Legno bifacciale recuperato, certificato FSC, proveniente da casse per spedizioni, vecchi edifici. Solo l'1% viene selezionato per farne pannelli. Le tavole vengono sterilizzate in forno, in modo da asciugarle e renderle ,stabili per l'incollaggio. Le applicazioni nell'arredamento riguardano soprattutto tavoli e scrivanie.

1. Moduli realizzati con detriti provenienti da cantieri edili locali. Sono costituiti da un materiale ottenuto macinando calcinacci, vetro e calcestruzzo. La texture distintiva di ciascun tipo è determinata dai detriti utilizzati. Le applicazioni includono materiali da costruzione per esterni ed interni e arredamento. 2. Listoni durevoli e impermeabili realizzati con scarti 
e sfridi provenienti dall’industria conciaria. Questo materiale rigido è costituito al 98% da vera pelle e al 2% da legante. Presenta proprietà fiamma-ritardanti e termo-fonoisolanti. Le applicazioni includono pannelli per 
pareti e pavimentazioni del settore retail e arredamento. 3. Non-tessuto ottenuto con un processo di cardatura ad aria che consente l’utilizzo di scarti post-industriali e post-consumo, quali pelle, abbigliamento, sfridi derivanti dalla produzione di materassi e dal riciclo di pneumatici, carta e cartone riciclati. Trova applicazione nelle costruzioni, nell’arredamento e nella produzione di materassi. 4. Materiale alternativo al legno realizzato con rifiuti derivanti dalla mietitura del mais (stocchi) e da resine esenti da formaldeide. Questi pannelli presentano 
una densità inferiore fino all’8%, ma la stessa resistenza di un pannello in MDF. Le applicazioni includono arredi, boiserie, pavimenti, tetti e porte. 5. Mattoni non strutturali, resistenti e leggeri, realizzati all’80% con giornali riciclati e al 20% con colla per legno. Sono robusti e impilabili come quelli tradizionali, ma presentano una texture simile a un tessuto. Perfetti per riciclare la carta, di cui mantengono il tatto morbido e la resistenza meccanica, sono ideali in arredamento. 6. Legno bifacciale recuperato, certificato FSC, proveniente da casse per spedizioni, vecchi edifici. Solo l’1% viene selezionato per farne pannelli. Le tavole vengono sterilizzate in forno, in modo da asciugarle e renderle, stabili per l’incollaggio. Le applicazioni nell’arredamento riguardano soprattutto tavoli e scrivanie.

 

 

Tratto da Cose di Casa cartaceo

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