Albero di Natale “vero”: come farlo sopravvivere al meglio?

La bellezza di un abete di Natale vero è indiscutibile, ma bisogna avere la possibilità di prendersene cura correttamente.

Mauro Cavagna
A cura di Mauro Cavagna
Pubblicato il 09/01/2020 Aggiornato il 09/01/2020
abete vero come albero-di-natale

Come curare l’abete di Natale perché stia bene per l’anno prossimo? Ce lo chiede la nostra piccola lettrice Chiara, di 9 anni. Risponde il nostro esperto, l’agronomo Mauro Cavagna.

  • Per mantenere al meglio l’albero di Natale sino al prossimo dicembre è opportuno seguire queste indicazioni:
  • l’abete di Natale non sopporta a lungo gli ambienti chiusi, quindi va portato al più presto all’aperto;
  • almeno una volta ogni circa dieci giorni controllare il terriccio nel vaso: appena si asciuga, bagnarlo abbondantemente;
  • se il vaso è piccolo, entro la fine della primavera, procedere a un cambio di contenitore;
  • durante i mesi più caldi, oltre a bagnare il terriccio, provvedere anche a distribuire acqua sulla chioma;
  • a fine estate distribuire del concime liquido, in dosi contenute.

Come curare l’abete di Natale vero

L’inesorabile deperimento dell’abete di Natale vero mantenuto in casa, sia di quello denominato  “rosso” (Picea excelsa), che dell’abete bianco (Abies alba), è dovuto principalmente alle inadatte condizioni ambientali degli ambienti interni, troppo caldi e secchi per la sopravvivenza di questa pianta, tipica delle zone montane fresche, umide e ben illuminate.

La struttura e le caratteristiche della pianta acquistata, influenzano, e in modo considerevole, il suo futuro destino: se l’esemplare presenta in partenza ottimi requisiti qualitativi (albero con zolla e non a radice nuda,  puntale integro e non monco, presenza di fogliame vigoroso e di colore verde intenso) risulterà più facile garantirne la sopravvivenza. Abeti di piccola-media dimensione (130-180 centimetri) forniscono inoltre garanzie di mantenimento migliori rispetto ad abeti di superiore altezza.

Le possibilità di recupero dell’abete dopo Natale dipendono dalle sue condizioni al termine delle festività : se risulta ingiallito più del 40-50%  della chioma o si è avuta abbondante caduta di aghi, le possibilità di salvaguardarne l’integrità risultano assai scarse.  

In ogni caso, quanto prima l’abete viene trasferito all’aperto, in posizione ben illuminata, tanto maggiori saranno le possibilità di sopravvivenza. Durante il periodo invernale, seppur all’aperto e nel caso di andamento climatico secco, l’abete va sottoposto a regolari irrigazioni: l’acqua va distribuita non solo sul substrato, ma anche sulla chioma, al fine di reintegrare lo stato idrico nelle foglie ed evitarne l’ingiallimento.

Verso la fine dell’inverno è possibile effettuare una concimazione con prodotti organici ricchi in azoto (stallatico, sangue di bue), per stimolare l’emissione di nuove germogli e l’allungamento  dei rami. La concimazione andrà ripetuta verso la fine della primavera.

Agli inizi della primavera, se in condizioni vegetative accettabili e dopo aver eliminato eventuali porzioni secche, l’abete potrà essere svasato e collocato in piena terra, in posizione mediamente soleggiata, in terreno fertile e ad opportuna distanza da altre piante.

Oppure mantenuto in vaso, se questo risulta adeguatamente capiente ed eventualmente interrato con il suo contenitore, in attesa poi di toglierlo nuovamente da terra il Natale successivo per riportarlo in appartamento.

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