Demolire una parete: i controlli necessari prima di dare il via ai lavori

Prima di demolire una parete ci sono da sapere delle cose: ecco quali.

Architetto Marcella Ottolenghi
A cura di Architetto Marcella Ottolenghi
Pubblicato il 15/05/2019 Aggiornato il 15/05/2019

Demolire una parete è in teoria praticamente sempre possibile: è solo una questione di rilevanza dell’intervento strutturale e di conseguenza di impegno economico. Ecco quello che si deve sapere prima di affrontare un’opera di questo tipo, quando si intende trasformare la distribuzione del proprio appartamento o ampliare un ambiente.

Demolire una parte: quando e come

La prima cosa da capire sul quando demolire una parete è se il muro sia portante o meno. Una indagine che si può fare intuitivamente pianta alla mano – le pareti strutturali sono generalmente molto più spesse dei tavolati normali –, ma che sarebbe meglio affidare a un professionista abilitato, che rilevi la tipologia costruttiva (mattoni pieni, pilastri di calcestruzzo…) e possa poi seguire anche tutte le eventuali pratiche necessarie da consegnare in Comune, oltre che i lavori. Demolire una parete portante richiede infatti un intervento complesso e oneroso, poiché, per non andare a intaccare la statica dell’edificio e di conseguenza la sicurezza degli abitanti, sono necessarie delle opere di consolidamento rilevanti. Come ad esempio la posa in opera di telai o di putrelle di metallo capaci di sostenere il peso prima portato dalla cortina muraria eliminata. Oppure di architravi metalliche o di calcestruzzo prefabbricato, in caso si apra solo una porta di comunicazione. E in caso di setto portante diventa obbligatorio presentare all’ufficio tecnico o allo sportello unico per l’edilizia privata del proprio Comune la pratica di variazione, con eventuale progetto di ingegneria strutturale (che in certi casi particolari può interessare l’intero edificio).

Più semplice demolire una parete non portante, intervento che richiede opere e burocrazia più snelle. Non sempre infatti è necessario depositare una pratica: prima dell’intervento si devono chiedere informazioni all’ufficio tecnico del proprio Comune, per capire se il progetto può rientrare nell’elenco dei lavori ammessi in edilizia “libera”.

Un semplice tavolato – a maggior ragione se di cartongesso o di pannelli di legno – non comporta generalmente oneri importanti di consolidamento, ma solamente il problema di risolvere come trattare a pavimento e a soffitto eventuali leggeri dislivelli o la mancanza di continuità del rivestimento.

In entrambi i casi però, prima di avanzare con la demolizione, è indispensabile capire, con l’aiuto di tecnici abilitati, se vi siano impianti nella muraturaelettriche o idrauliche – e se si possano eliminare o eventualmente spostare nei setti verticali confinanti.

Se poi la demolizione comporta l’ingrandimento di un locale, è necessario ricontrollare i requisiti igienici ed edilizi previsti dalle normative in vigore, sia locali sia nazionali, come il rapporto aero-illuminante o l’altezza minima necessaria.

Le variazioni distributive della pianta vanno registrate al Catasto, una volta portate a termine.

pilastro nella zona tavolo pranzo, living in cui è stata demolita una parete

In questo ampio living è stata demolita una parete ma al suo posto è stato prevedere un pilastro portante. Guarda tutto il progetto cliccando qui (foto Cesare Chimenti).

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