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Novità 2025 per raffrescare: climatizzatori e non solo
Superficie, volume, esposizione solare dell’ambiente e zona climatica sono gli aspetti da valutare nella scelta. Ogni modello è disponibile in più potenze, con valore espresso in kW (kilowatt); in linea di massima con 2 kW si rinfresca uno spazio di 20 mq. Per raffreddare più ambienti ci sono i multisplit, dotati di più unità interne collegate a un’unica macchina esterna, ma è previsto il controllo indipendente delle funzioni di ogni apparecchio. I modelli più efficienti sono a inverter, tecnologia che ottimizza i consumi e mantiene costante la temperatura. In questo modo la classe di efficienza energetica, visibile in etichetta, può arrivare fino a A+++. È possibile ridurre anche il rumore prodotto: attivando apposite funzioni pensate per il riposo notturno, si può abbassare a circa 19-22 dB.
Alla fine dell’articolo trovi anche la nostra gallery 2024
Quali sono i climatizzatori migliori?
I climatizzatori più evoluti coniugano elevate prestazioni e rispetto dell’ambiente anche grazie a queste caratteristiche:
– funzionamento con il gas R32 che ha un basso impatto ambientale sull’effetto serra garantendo efficienza e potenza superiori a fronte di consumi energetici ridotti al minimo.
– tecnologia Inverter per ridurre i consumi perché il motore si adatta senza mai fermarsi in base alla temperatura presente negli ambienti e quella impostata sullo split, evitando così il continuo sovra sforzo di accensione e spegnimento.
– silenziosità: emettere circa 40/45 db durante il giorno e di notte, con la funzione sleep, circa 20 db.
– controllo e gestione da remoto. Oltre ad attivare o disattivare l’impianto, si può controllare la temperatura evitando sprechi avendo la possibilità di spegnere l’apparecchio da remoto.
– funzioni per purificare, deumidificare e sanificare l’aria. Gli apparecchi hanno filtri di diversi tipi per eliminare gli inquinanti organici, pollini ed odori, mentre catalitici depurano l’aria da batteri e virus.
Tipologie di climatizzatore
- Split a parete: coprono il 90% del mercato residenziale. Tutti gli impianti di climatizzazione fissi sono costituiti da due elementi separati.: gli split (unità interna) che distribuisce l’aria fresca e sottrae il calore dall’ambiente (oppure lo riscalda in inverno) e l’unità esterna, che produce il freddo e disperde il calore all’esterno. Quando si parla quindi di monosplit e multisplit la differenza sta nel numero di unità interne dell’impianto.
- Climatizzazione a terra: Questi modelli sono dotati di un’unità esterna e di unità interna che, simile a un radiatore, viene installata a terra (in genere nel sottofinestra). Il flusso dell’aria va dal basso verso l’alto ma si può orientare grazie a lamelle regolabili.
- Climatizzatori a cassetta: Adatti per climatizzare grandi spazi, si posizionano sempre nel controsoffitto, evitando in tal modo ingombri eccessivi e dispositivi a vista. Inoltre, l’aria, provenendo dall’alto si diffonde in maniera omogenea e uniforme nell’ambiente. Sono adatti per climatizzare grandi spazi.
- Sistemi canalizzati: L’aria viene distribuita da una rete di canali e da diffusori collocati nei vari ambienti: l’impianto è caratterizzato da condotti per la distribuzione posizionati in genere nel controsoffitto, mentre il motore è installato all’esterno.
- Modelli portatili: Sono compatti, costituiti da un unico blocco e dotati di ruote; non richiedono un impianto ma solo il collegamento alla presa elettrica. Vanno posizionati vicino a una finestra, in modo da poter collegare con l’esterno il tubo di scarico dell’aria calda. I più potenti possono raffrescare un ambiente fino a 40 mq.
Climatizzatore e condizionatore, c’è differenza?
Esiste una differenza tra i termini condizionatore (forse ancora più comunemente usato) e climatizzatore? Nel linguaggio comune spesso indicano lo stesso oggetto e vengono considerati sinonimi. Invece, la definizione tecnico normativa di climatizzazione spesso viene associata al controllo simultaneo delle condizioni termoigrometriche in ambiente, quindi sia della temperatura sia dell’umidità relativa in ambiente. Tecnicamente è più corretto associare uno split al termine climatizzatore, come avviene in quasi tutti gli annunci commerciali. Il termine condizionatore è associabile al sistema di trattamento dell’aria, tipicamente dell’aria esterna e per analogia il termine condizionatore è associabile alla Ventilazione Meccanica Controllata (VMC) oppure, in ambito commerciale, alle Unità di Trattamento Aria (UTA).
Etichetta energetica dei climatizzatori
L’etichettatura energetica è obbligatoria per tutti i climatizzatori. Questo documento, esposto nei negozi, indica il consumo di ogni prodotto: i modelli che consumano meno elettricità si collocano nelle classi A, A+ e superiori e, oltre a garantire un risparmio sulla bolletta, assicurano anche un minor impatto sull’ambiente.
Controllo anche a distanza tramite app
Le versioni più evolute dei climatizzatori offrono quasi sempre anche la possibilità di controllare l’apparecchio a distanza, tramite un’App, con uno smartphone o un tablet. Questa funzione permette di accendere, spegnere e regolare la macchina anche quando l’utente non è in casa, contribuendo così ulteriormente a monitorare e limitare i consumi e a migliorare il comfort domestico.
Consigli per non sprecare energia
Come usare al meglio senza pesare troppo sulla bolletta?
- Preferire i modelli in classe energetica A o superiore: Il primo suggerimento è preferire i modelli in classe energetica A o superiore che permettono di ridurre i costi della bolletta di casa.
- Scegliere tecnologia ad inverter: Quando si decide di acquistare il climatizzatore sono da preferire gli apparecchi dotati di tecnologia ad inverter che adeguano la potenza all’effettività necessità, riducendo i cicli di accensione e spegnimento.
- Collocazione idonea, in alto: Una volta acquistato il climatizzatore, per garantirne una resa ottimale, va collocato nella parte alta della parete della stanza. Questo perché l’aria fredda tende a scendere, mescolandosi più facilmente con quella calda che invece tende a salire. Attenzione poi a non mettere il climatizzatore dietro divani o tende poiché verrebbe a crearsi l’effetto barriera, bloccando così la diffusione dell’aria fresca.
- Non impostare su temperature troppo basse: fanno spendere di più e, anche dal punto di vista della salute, sono poco consigliabili per gli eccessivi sbalzi termici tra interno ed esterno che l’organismo si ritrova a dover subire. Più sotto specifichiamo meglio i valori di temperatura da consigliare.
- Deumidificazione efficace per il comfort: quando il climatizzatore è dotato di questa funzione, è opportuno attivarla, spesso è molto efficace e meno costosa.
- Ventola del climatizzatore: anche la velocità non va trascurata. Si consiglia di selezionare la temperatura (ad esempio 25-26 °C) con velocità della ventola alta e, una volta raggiunta la temperatura desiderata, la velocità della ventola può essere impostata come bassa.
- Non lasciare porte e finestre aperte che fanno rialzare la temperatura. Quando il condizionatore è acceso non bisogna disperdere il fresco, quindi vanno tenute chiuse le finestre, ma anche le porte di altre stanze non climatizzate, infatti ciò può incidere sino al 6% sui consumi. Per non fare entrare il calore nelle ore più calde della giornata può essere utile anche abbassare le tapparelle.
- L’installazione in una posizione opportuna è importante. Per esempio è frequente l’errore di installare solo uno split, magari nel corridoio di casa, pensando di rinfrescare tutti gli ambienti, mentre una climatizzazione ideale prevede uno split o una griglia in ogni stanza dove si ha permanenza di persone.
- Mai spegnere e riaccendere una volta raggiunta la temperatura desiderata, soprattutto se è un modello con tecnologia inverter, che rallenta la velocità del motore e mantiene le condizioni impostate con un consumo minimo. Rispetto a un climatizzatore tradizionale il consumo di un modello a inverter è inferiore del 30%. Durante le ore notturne, poi, è consigliabile impostare la funzione Sleep, che può portare a una riduzione dei consumi del 10%.
- App e controllo smart: alcuni climatizzatori hanno il Wi-Fi integrato e si connettono ad apposite App, ottenendo un controllo smart, quindi intelligente, ma sono anche alleate per ottenere il risparmio energetico.
- Se si sceglie un climatizzatore con pompa di calore si può riscaldare oltre che rinfrescare, una funzione sempre utile per le abitazioni prive di riscaldamento centralizzato, ma anche per i periodi dell’anno in cui quest’ultimo per legge è spento ma fa ancora freddo. Soluzione che consente di riscaldare con un minore consumo di energia, l’acquisto di una pompa di calore ad alta efficienza (se sostituisce un vecchio riscaldamento) consente di beneficiare fiscalmente dell’ecobonus per operazioni di miglioramento dell’efficienza energetica.
- Attenzione a dove vengono collocati i tubi del circuito refrigerante all’esterno dell’abitazione. Se infatti vengono esposti direttamente al sole potrebbero danneggiarsi.
- Una corretta manutenzione assicura anche un risparmio sui consumi, permettendo alla macchina di essere perfettamente efficiente.
A che temperatura impostare il climatizzatore?
La temperatura è un fattore cruciale per contenere i consumi. Molti, auspicando un raffreddamento più rapido, la impostano su un valore eccessivamente basso, ma questo non va mai fatto perché i consumi lievitano. Si consiglia di impostare la temperatura a un massimo di 6-8 °C in meno rispetto all’esterno e, se l’apparecchio ne è dotato, si può impostare la funzione di deumidificazione anziché quella di raffrescamento: il risultato sarà una riduzione del costo fino al 13%. Spesso possono bastare due o tre gradi in meno rispetto a quelli che si rilevano all’interno della casa prima dell’accensione. In alcuni modelli inoltre è possibile anche solo attivare la funzione deumidificazione per sentire refrigerio, questo perché è l’umidità presente nell’aria che fa percepire una temperatura più alta di quella reale.
Quali costi in bolletta?
I costi elevati dell’energia elettrica per il climatizzatore rischiano di far lievitare i costi della bolletta energetica. Risulta evidente quindi l’importanza di acquistare apparecchi dalla ottime prestazioni di efficienza energetica, per i quali il costo annuale è decisamente meno elevato di quanto possano pensare i “contrari” a questi apparecchi. Il costo ipotizzato può però aumentare se non vengono usati in modo corretto.
Risparmio di corrente con gli Inverter
Gli split più diffusi sono gli inverter, che funzionano con sistema “modulante”: il climatizzatore si avvia alla massima potenza, la diminuisce quando la temperatura dell’ambiente si avvicina al valore desiderato e la mantiene al minimo per mantenere i gradi costanti. Così non si ha il continuo sovrasforzo di accensione e spegnimento consentendo un consumo minimo di energia elettrica.
I climatizzatori che purificano l’aria
L’inquinamento domestico, chiamato anche inquinamento indoor, è probabilmente uno dei rischi domestici maggiormente sottovalutato. Troppo spesso si pensa che l’aria che respiriamo sia inquinata solamente a causa dei mezzi di trasporto, delle centrali termoelettriche o delle mega industrie, in realtà, non è così. Ovviamente sono le maggiori cause di inquinamento ambientale insieme ai sistemi di riscaldamento residenziali ed industriali, ma c’è un ulteriore pericolo completamente silenzioso e insospettabile: l’inquinamento domestico appunto.
A provocarlo sono prodotti per la pulizia, profumi per l’ambiente e candele profumate, fumi passivi, ozono, anidride carbonica, formaldeide, radon. I danni maggiori per la nostra salute provengono dagli iperfluorati, usati in molti prodotti di consumo, gli ftalati, impiegati anche in alcuni giocattoli per bambini, i parabeni, usati soprattutto nei profumi e nei saponi, e il bisfenolo A, utilizzato per la produzione di plastiche, per citarne solo alcuni. E poi ci sono le diossine sviluppate dalla combustione di materiale plastico e dall’incendio di rifiuti di ogni genere abbandonati nell’ambiente e nelle nostre città.
Respirare aria pulita è un atto naturale e fondamentale per la nostra vita ed è ciò che ci accompagna dalla nascita. Ma forse non ci siamo mai soffermati sugli elementi che la compongono e che alimentano il nostro organismo. Cosa contengono quei 12mila litri d’aria che entrano ed escono dai nostri polmoni ogni giorno? Inspirando ed espirando almeno 20 mila volte nell’arco di 24 ore, immettiamo azoto (N) al 78 per cento, ossigeno (O) 21 per cento e 1 per cento argon. Insieme ai cosiddetti gas traccia, comprendenti l’anidride carbonica (CO2), che contribuiamo a produrre, frutto dell’ossigeno consumato per le nostre funzioni vitali.
Ma molte altre sostanze in forma gassosa si introducono, a nostra insaputa, nel nostro apparato respiratorio. Sostanze presenti in atmosfera che possono condizionare il nostro benessere quotidiano. Ce lo ricorda l’Organizzazione mondiale della sanità: quelli con la più forte evidenza di effetti sulla salute sono il particolato (PM), l’ozono (O3), il biossido di azoto (NO2), il biossido di zolfo (SO2) e il monossido di carbonio (CO). Con conseguenze negative certe, a seguito di un’esposizione breve o a lungo termine.
Conoscere quali contaminanti siano presenti e controllarne le quantità aiuta a ridurre o addirittura a limitare fortemente i rischi di futuri problemi di salute e a garantire maggior comfort per tutti.
Contro gli inquinanti di casa i vari produttori di climatizzatori e pompe di calore utilizzano filtri diversi e svariate tecnologie che arrivano ad abbattere fino al 97-99% di virus, batteri e muffe presenti nell’aria, allergeni (ad esempio i pollini), acari e polveri, PM2.5.
Installazione professionale
Perché il clima sia uniformemente fresco, l’ideale – ovviamente – sarebbe poter sistemare in ogni stanza uno split (a parete, a pavimento o a soffitto) oppure realizzare un impianto in grado di diffondere l’aria in tutta la casa.
Per la realizzazione di un impianto di climatizzazione fisso, con unità interne ed esterne, è sempre necessario affidarsi a un professionista che fornisce la certificazione del lavoro effettuato. A tal proposito è bene ricordare che, per legge, l’installazione può essere eseguita esclusivamente da un tecnico abilitato, cioè in possesso del cosiddetto “patentino frigoristi” secondo le certificazioni F-Gas. I passaggi fondamentali sono tre.
1 Installare l’unità esterna, sul balcone o in facciata, in una posizione priva di ostacoli nel raggio di 15 cm, protetta da agenti atmosferici e accessibile per la manutenzione. Occorre tenere conto, se l’edificio è di pregio o in un centro storico, di eventuali tutele artistiche e paesaggistiche. Meglio installare supporti antivibrazione per ridurre la trasmissione di rumore alle pareti.
2 Dall’unità esterna partono le tubazioni del climatizzatore che devono essere portate fin dentro l’abitazione per collegarle allo split interno. È inoltre necessario effettuare l’allacciamento elettrico attraverso una conduttura dedicata.
3 Dopo un’attenta progettazione, le unità interne a parete vanno installate in alto ad almeno 10 cm dal soffitto e dalla parete laterale. Il flusso dell’aria non deve essere ostacolato da mobili o tendaggi. Dopo aver collegato le tubazioni si può procedere con il collaudo.
4 Per un buon risultato, va inserita un’unità interna per ogni stanza da climatizzare: un sistema multisplit può risultare più costoso, ma permette una migliore efficienza rispetto a tanti monosplit indipendenti, con riduzione dei consumi in caso di utilizzo simultaneo di più elementi. Conviene sempre diffidare della soluzioni troppo economiche che non offrono adeguate garanzie. Per l’installazione occorre calcolare almeno il 40% del prezzo dell’apparecchio.
Split: perché si chiamano così
Si chiamano sistemi split (letteralmente il termine significa “diviso”) tutti gli impianti di climatizzazione fissi costituiti da due elementi separati. L’unità interna distribuisce l’aria fresca e sottrae il calore dall’ambiente (oppure lo riscalda in inverno); mentre l’unità esterna produce il freddo e disperde il calore all’esterno. Quando si parla quindi di monosplit e multisplit la differenza sta nel numero di unità interne dell’impianto.
Quanti prevederne
È chiamato monosplit l’impianto composto da una unità esterna e una sola unità interna o split. Dualsplit è composto da un’unità esterna alla quale sono collegate due unità interne. Se, invece, all’unità esterna sono collegate tre o più unità interne, allora si parla di impianto multisplit. In questo caso la potenza del compressore deve essere sufficiente per garantire l’utilizzo contemporaneo di tutte le unità interne.
Quando l’abitazione ha tanti locali ma c’è poco spazio per le unità esterne su balconi o terrazzi, è meglio optare per un modello multisplit che permette di collegare a una sola unità esterna più split interni per climatizzare così più ambienti. In genere ad un’unica esterna sono collegati due o tre elementi, ma si può arrivare anche a 5. Logicamente, più sono, più grande e potente deve essere l’unità esterna. Questa tipologia di climatizzazione ha quindi il vantaggio di creare meno ingombro sul balcone e anche di necessitare di una manutenzione ordinaria ridotta proprio a causa dell’unica unità esterna. Di contro però l’installazione iniziale è leggermente più costosa e complessa perché c’è bisogno di più materia prima per cavi e condotti più lunghi e complessi.
Per climatizzare più ambienti si può optare anche per un monosplit in ogni stanza con un’unità interna e una esterna collegata: questa soluzione è consigliabile per le abitazioni più grandi dove, se le distanze sono rilevanti, può infatti risultare poco pratico collegare più elementi interni a un unico motore esterno. Un’eccessiva lunghezza dei tubi (oltre i 30 metri) può comportare infatti un decadimento delle prestazioni di raffrescamento. Certo lo spazio esterno deve poter accogliere più macchine.
I collegamenti tra split e unità esterna
L’unità esterna e quella interna sono collegate tra loro sia da un cavo elettrico, sia da due tubi per il gas (uno per l’andata e l’altro per il ritorno); entrambe le unità necessitano di un tubo di scarico per eliminare l’acqua di condensa che si forma quando l’apparecchio è in funzione.
Gas refrigerante R32 dal minore impatto ambientale
Sempre più tecnologici, i nuovi climatizzatori split sono super silenziosi e funzionano grazie a tecnologie avanzate e green che utilizzano gas refrigeranti ecologici, come l’R32 che ha un Global Warming Potential (GWP) inferiore rispetto a quelli fino a ora utilizzati.
Silenziosità dei climatizzatori
Questi climatizzatori sono anche molto silenziosi perché, una volta che l’ambiente ha raggiunto la temperatura desiderata, rallentano e non sforzano il motore, causa principale della rumorosità. Un livello standard, non particolarmente fastidioso, è di circa 40/45 db durante il giorno, mentre di notte non dovrebbe poter raggiungere i 30 db.
Il livello di rumorosità sta diventando sempre più importante perché oggi sul mercato esistono modelli molto più silenziosi di altri, ideali anche per un funzionamento notturno. Ricordiamo che i decibel emessi dal climatizzatore devono essere indicati per legge sull’etichetta energetica. Comparando quindi le etichette si può capire facilmente se un prodotto è più rumoroso di un altro. Come specifica IMQ, valori prossimi a 60-65 dB possono essere fastidiosi.
Qual è la giusta potenza
Comunque per avere il giusto comfort e per il massimo risparmio in bolletta è essenziale valutare correttamente quale potenza debba avere la macchina in relazione allo spazio che deve climatizzare. La potenza viene indicata in Btu/h (1 kW è uguale a 3400 Btu/h): per avere una prima stima della potenza refrigerante basta moltiplicare il volume della stanza da climatizzare per un coefficiente pari a 25 W/m3.
Per un calcolo più preciso occorre comunque prendere in considerazione altri aspetti importanti, come ad esempio l’esposizione al sole dell’ambiente da climatizzare, l’isolamento delle pareti e del tetto, numero e tipo di infissi, il numero di persone che vivono nell’abitazione e l’altezza stessa del soffitto.
Tra i climatizzatori split, quelli a pompa di calore sono in grado anche di riscaldare, deumidificare e filtrare l’aria.
Bonus fiscali per i climatizzatori
Ricordiamo che sostituendo il vecchio impianto di riscaldamento con uno a pompa di calore si può usufruire dell’ecobonus, dato che l’intervento rientra tra quelli di riqualificazione energetica e si può applicare su edifici di qualsiasi categoria catastale (abitazioni, uffici, negozi), purché già esistenti e dotati di impianto di riscaldamento vetusto che viene sostituito, ma anche di altri bonus. Per approfondire l’argomento, nella sezione Normativa Bonus fiscali del nostro sito potete trovare tutti gli aggiornamenti sulle detrazioni fiscali per la casa. In particolare sulla climatizzazione puoi leggere:
Come pulire il climatizzatore
Altro fattore da non trascurare è la manutenzione dell’impianto, in particolare la pulizia dei filtri è importante sia per la nostra salute che per la bolletta energetica. Un impianto pulito correttamente può funzionare al 100% della sua capacità, mentre se non viene pulito può arrivare a consumare fino all’8% in più. Alcuni produttori consigliano di pulire i filtri non solo prima dell’accensione, ma anche ogni due settimane.
Anche un grado può fare la differenza non solo per i costi ma anche per l’ambiente, infatti impostare la temperatura di funzionamento di 1 C più alto in estate e abbassarla allo stesso modo in inverno, non solo riduce il consumo di elettricità, ma permette anche una compensazione annuale delle emissioni di anidride carbonica pari a 13 alberi piantati (dati del Korea Carbon Points system) con 8Kg di CO2 assorbita da ogni pianta (dati dell’indagine dell’Istituto Nazionale di Scienze Forestali del 2019).
Pulizia filtri e griglie: quando e come fare la manutenzione
Gli impianti di climatizzazione oggi sono impianti termici a tutti gli effetti, poiché, a differenza del passato in cui servivano esclusivamente per il raffrescamento estivo, sono in grado di provvedere anche al riscaldamento durante l’inverno e alla produzione di acqua calda sanitaria.
Pertanto non si verifica più quella condizione in cui l’impianto rimaneva spento per diversi mesi e acceso solo nella stagione più calda: abbiamo a che fare, dunque, con impianti che rimangono accesi e vengono utilizzati praticamente tutto l’anno.
Il funzionamento estivo e quello invernale danno tuttavia luogo a meccanismi tecnici diversi, permettendoci ancora di parlare di un cambio stagionale in prossimità di estate e inverno, che sono i due momenti durante l’anno in cui è più opportuno effettuare le attività di manutenzione e i controlli relativi al funzionamento dell’impianto.
Per quanto riguarda la manutenzione sulle macchine, la prima cosa che è opportuno effettuare su un climatizzatore è la pulizia dei filtri dell’unità interna. Questa attività viene riportata in modo chiaro sui manuali d’uso del costruttore e può essere svolta in autonomia dall’utente, poiché non comporta rischi. I filtri sono infatti alloggiati in sedi facilmente accessibili e possono essere agevolmente rimossi per procedere alla pulizia con un’aspirapolvere e, in alcuni casi, con lavaggio e asciugatura. Con l’aspirapolvere è inoltre possibile pulire anche la sede in cui il filtro è alloggiato e tutte le parti accessibili del climatizzatore, per esempio deflettori e bocchette di immissione aria, sempre senza smontare la macchina, operazione che l’utente, per ragioni di sicurezza, non deve mai svolgere.
I modelli di medio-alta gamma oggi hanno filtri molto sofisticati che già intrinsecamente effettuano anche un’azione di purificazione, concorrendo alla rimozione della polvere, all’eliminazione dei cattivi odori e alla cattura di pollini o allergeni presenti nell’aria.
Per la manutenzione e la pulizia delle unità esterne è opportuno affidarsi a personale tecnico qualificato. Entrambe le attività richiedono lo smontaggio di griglie di protezione e altri elementi, rimuovendo i quali si accede a parti in movimento o a componenti elettriche in tensione, che potrebbero costituire un rischio per la sicurezza dell’utente.
La sporcizia sui componenti delle macchine impatta in maniera significativa il comfort e il risparmio energetico. Lo sporco presente sui filtri o su altri elementi delle unità (batterie di scambio termico, ventole) può infatti causare un incremento del consumo energetico fra il 10% e il 20%. L’accumulo dello sporco, specialmente sui filtri dell’unità interna, ha effetto anche sul comfort, perché il flusso dell’aria che attraversa il filtro sporco, incontrando una maggior resistenza al passaggio, crea vortici che aumentano l’emissione acustica.
Le raccomandazioni riguardo la frequenza della pulizia dei filtri delle unità interne variano a seconda dell’ambiente in cui è installata la macchina. In condizioni normali è opportuno effettuarla almeno a ogni cambio stagione, tuttavia in situazioni particolari, come locali molto polverosi o città particolarmente inquinate, può essere necessario eseguirla una volta al mese. Anche per le unità esterne è opportuno prendere in considerazione l’ambiente in cui sono installate, tuttavia una semplice ispezione visiva è generalmente sufficiente per capire se è necessario procedere con la pulizia della macchina.
Manutenzione qualificata
I produttori si impegnano per creare cultura intorno al concetto di manutenzione preventiva, ossia quegli interventi effettuati da un installatore qualificato professionale o da un centro tecnico qualificato che consentono di mantenere gli impianti in condizioni ottimali di utilizzo e di efficienza garantendo sempre bassi consumi energetici e massimo comfort.
E quando il caldo o il freddo si fanno più pressanti, molte richieste di aiuto giungono in emergenza, negli orari più disparati, magari durante la notte. Nasce così la necessità di avere a disposizione un’assistenza puntuale e tempestiva i cui professionisti possano intervenire per riparare e riportare in funzione i climatizzatori rapidamente. L’ideale è che il produttore garantisca una serie di centri di assistenza di qualità distribuiti su tutto il territorio nazionale, con personale esperto e qualificato, che spesso può programmare la manutenzione già per l’anno successivo o contattare il cliente per tempo.
Così come prendiamo precauzioni per il nostro benessere, lo stesso andrebbe fatto anche per i dispositivi elettronici, incluso il climatizzatore. Quante volte dimentichiamo, colpevolmente, di far effettuare la corretta manutenzione del nostro impianto e non pensiamo ad esempio alla prevenzione, che manterrebbe elevate le prestazioni del nostro climatizzatore, aiutando al contempo il nostro portafoglio?
Quando si accende il climatizzatore dopo i mesi invernali, l’impianto può bloccarsi a causa della polvere che si è formata e solidificata, ostruendo il condotto di evacuazione dell’acqua di condensa. In questo caso, il consiglio pratico da seguire è quello di controllare e pulire sempre l’apparecchio prima di riaccenderlo, insieme alla grondaia, alla presa di scarico dell’acqua e al foro di evacuazione. Vanno puliti anche i filtri, sia interni che esterni. Nei modelli che la prevedono, la macchina va pulito dallo sporco, soprattutto quello accumulato nei lunghi mesi di fermo. Quando il climatizzatore viene riavviato dopo un lungo periodo di inattività è buona regola impostarlo a basso regime, evitando così pericolosi sovraccarichi.
Sappiamo bene che le attività in casa sono molte e ci si ricorda del climatizzatore solo nei periodi caldi. Invece è nelle stagioni intermedie in cui la temperatura esterna è ancora bassa e il riscaldamento è ormai spento che l’unità di climatizzazione interna dovrebbe essere preparata per raffrescare e/o riscaldare al meglio l’ambiente domestico.
Attenzione dunque alla pulizia e alla corretta manutenzione dell’impianto. I filtri e le ventole devono essere puliti alla prima accensione stagionale e anche ogni due settimane perché lì possono annidarsi muffe e batteri che possono rivelarsi dannosi per la salute.
Cosa pulire del climatizzatore
- I filtri sono da tenere sempre puliti e, se necessario, sono da sostituire per evitare allergie e disturbi, poiché durante il funzionamento si intasano di spore, batteri e muffe. Si devono spolverare alla prima accensione stagionale e, in caso di utilizzo intenso, ogni tre/quattro settimane. In questo modo si migliora la qualità dell’aria e si diminuiscono i consumi. In caso di lavaggio è necessario utilizzare acqua e sapone neutro e assicurarsi che i filtri siano perfettamente asciutti prima di riporli nel loro alloggiamento.
- Il pannello frontale va rimosso e lavato con una spugna morbida, acqua e un detergente delicato; va poi asciugato completamente con un panno asciutto.
- Fare sempre attenzione a non versare mai acqua direttamente sul climatizzatore, perché potrebbe generare danni elettrici, e a non utilizzare spazzole, spugne abrasive o sostanze come benzolo, benzina, acido e solventi.
- È necessaria anche una pulizia profonda del motore esterno dell’impianto soprattutto se è esposto a sole, pioggia e altre intemperie. Si può spazzolare con una scopa raccogli polvere (quella che normalmente si usa per i pavimenti) e poi lavare bene con un panno umido e sapone. Il detergente più indicato per questo tipo di sporco è uno sgrassatore universale. Va bene anche l’aspirapolvere per liberare le grate da polvere, foglie secche o altro: è infatti molto importante che il motore possa lavorare bene e senza ostacoli se si vuole mantenere l’impianto efficiente nel tempo.
- È importante anche controllare la tenuta del circuito del gas quindi la visita di un tecnico alla prima accensione è altamente consigliata o almeno ogni due anni per un controllo del livello di liquido refrigerante: gli apparecchi tendono a subire delle piccole perdite di gas che possono compromettere l’efficacia dell’impianto.

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Video pulizia di un climatizzatore canalizzato
Climatizzatori senza unità esterna
L’installazione dell’unità esterna del climatizzatore non sempre è possibile: non c’è un balcone nell’appartamento, l’edificio è in un contesto in cui norme o divieti impediscono di modificare l’aspetto della facciata o ancora si vogliono evitare grandi interventi di muratura. La soluzione può essere l’installazione di un apparecchio senza unità esterna. Il climatizzatore è dunque composto da un’unica unità che ha il motore integrato nello split posto all’interno dell’abitazione. L’aria è eliminata verso l’esterno tramite due fori sulla parete che rimangono in effetti l’unica cosa visibile da fuori. Il limite di questa tipologia rispetto ai climatizzatori split tradizionali è la rumorosità ma in questi ultimi anni sono state apportate migliorie che hanno consentito la riduzione della rumorosità con valori di emissione media di circa 40-45 decibel per poter essere tenuti accesi a lungo senza essere di disturbo.
Climatizzatori piccoli
Modelli di climatizzatori poco invasivi sono anche quelli ultraslim che hanno un ingombro minimo: hanno cioè una profondità intorno ai 20 cm e sono particolarmente compatti. Il vantaggio che offrono è di sporgere poco dalla parete e non essere troppo visibili se non visti frontalmente. L’ingombro non svaluta la capacità: pur compatti, hanno tecnologia per ridurre al minimo i consumi. Funzionano con tecnologia Inverter e hanno gas ecologici rispettosi dell’ambiente.
Climatizzatori di design
L’unità interna si trasforma in elemento di arredo se si opta per un modello con frontale colorato o addirittura personalizzabile. È possibile scegliere infatti climatizzatori esteticamente accattivanti non solo perché privi delle griglie antiestetiche, ma personalizzabili con stoffe da applicare grazie a un velcro o anche con immagini da inserire nella cornice così da sembrare quadri. In questo modo l’apparecchio non rimane mimetizzato sulla parete, ma diventa il protagonista dell’ambiente. Esistono anche split colorati, con finiture lucide o opache e linee smussate per poter essere abbinati a qualsiasi stile di arredamento.
Climatizzatori canalizzati
Un impianto canalizzato convoglia l’aria fredda in tutta la casa attraverso condotti a soffitto o a pavimento. L’aria viene diffusa grazie a griglie quasi invisibili e poco invasive ed in ogni stanza sono selezionabili diverse modalità di getto dell’aria che creano le condizioni di comfort desiderato: la temperatura può essere quindi differenziata per ogni ambiente. È sicuramente una soluzione a tutto vantaggio del design e dell’estetica, oltre che della silenziosità In ogni stanza ci sono pannelli di controllo che possono anche essere programmati e controllati da remoto, attraverso app utilizzabili da smartphone e tablet. Non ci sono infatti gli split che vengono sostituiti da griglie di mandata e ripresa dell’aria: l’installazione necessita di grandi opere di muratura e controsoffittatura (dove devono passare le tubazioni), ecco perché è consigliata quando si è in fase di ristrutturazione. L’impianto è composto da un’unità centrale di climatizzazione (di solito collocata in corridoio o un ripostiglio), che convoglia l’aria fredda in tutta la casa attraverso condotti a soffitto o a pavimento. È nell’insieme particolarmente silenzioso perché le griglie, da cui esce l’aria non producono alcun rumore e l’aria passa da canali termoisolati nel controsoffitto o a pavimento.
Scegli tra le novità 2025

Cristallo 2 di Clivet è in versione monosplit e multisplit. Ha filtro di purificazione attivo contro odori, polvere, batteri, pollini, VOC e spore. Il flusso d’aria è in più direzioni, evitando che sia verso le persone. Si controlla con app. Potenza da 2,64 kW, fino alla classe A+++, rumorosità da 22 dBA. http://www.clivet.com

Flowy di Unical ha ionizzatore che sanifica l’aria eliminando fino al 99% di particelle presenti. I diffusori verticali forati diffondono l’aria in 3D, evitando fastidiosi flussi diretti. Ha tecnologia full Inverter, è in classe A++, potenza da 2,7 kW. Si può controllare con app. Costa da 650 euro + Iva. http://www.unicalag.it

Il monosplit BEEPGH della gamma Evolution Pro di Beko ha motore ProSmart® Inverter che raggiunge la classe A+++. La lampada led a luce ultravioletta purifica l’aria. Con la funzione Breeze Away il getto d’aria viene orientato verso l’alto per raffreddare l’ambiente. Ha potenza di 2,6 o 3,5 kW, rumorosità da 19 dBA, connessione wi-fi. Costa da 649,90 euro + Iva. http://www.beko.com/it-it

Haori di Toshiba può essere personalizzato da cover in tessuti Rubelli, sia in tinta unita sia fantasia. Inverter, ha filtro ionizzatore al plasma che neutralizza virus e batteri. Con la funzione Ultra Quiet riduce il rumore fino a 19 dBA. Ha potenza da 2,5 kW. In classe A+++, costa da 1.300 euro. http://www.toshibaclima.it

Energy Pro X di Hisense regola in automatico temperatura, umidità e flusso d’aria in base alle condizioni ambientali e alla presenza di persone. Il sistema di purificazione Hi Nano elimina virus e batteri grazie agli ioni. Ha potenza di 2,5 e 3,5 kW, rumorosità da 19 dB(A), classe A+++. Si controlla anche con app e voce. it.hisense.com

Alysea di Olimpia Splendid è in grado di rinnovare l’aria di una stanza di 36 mq in 36′. Ha sistema di filtrazione a 4 stadi, di cui uno agli ioni d’argento e segnalazione per la pulizia o sostituzione. Ha potenza da 2,63 kW, rumorosità da 22 dBA. In classe A+++, costa da 599 euro. http://www.olimpiasplendid.it

Vitoclima 232-S di Viessmann è disponibile in bianco opaco, lucido o nero. Il monosplit ha flusso d’aria tridimensionale e, attivando la sanificazione a Plasma Freddo, elimina gli inquinanti. Si può gestire con app. Ha potenza da 2,7 kW, rumorosità da 22 dBA, classe A+++. http://www.viessmann.it

Breezeless E di Midea ottimizza il comfort risparmiando fino a 20% dei consumi. Grazie alla tecnologia a raggi Uv elimina virus e batteri. I deflettori TwinFlap™ con 5.013 microfori diffondono una brezza delicata senza correnti. Ha potenza da 2,8 kW, rumorosità da 20,5 dBA, classe A++. http://www.midea.com

Etherea ZKE di Panasonic ha l’unità interna in bianco, grigio grafite e argento. Utilizza la tecnologia nanoe™ X mark 3, efficace contro gli inquinanti. È anche in versione multisplit, fino a 5 unità. Ha potenza da 2 kW, classe energetica fino A+++. Si gestisce con app. http://www.aircon.panasonic.eu/IT_it
Tante funzioni
Rinfresca, toglie l’umidità in eccesso, riscalda ai primi freddi se ha la pompa di calore e migliora la qualità dell’aria, grazie a sistemi filtranti efficaci. Questi sono a più livelli, per catturare polveri, pollini, batteri; alcuni anche le polveri ultrasottili, mentre quelli deodorizzanti eliminano i cattivi odori. Per mantenerli efficienti è necessaria un’accurata pulizia e una sostituzione periodica dei filtri.
• Alcuni apparecchi hanno all’interno dello split interno uno ionizzatore, che ha la funzione di rendere l’aria più respirabile e frizzante, oltre che purificata.
• Se gli apparecchi sono dotati anche di wi-fi integrato, molte funzioni si possono controllare facilmente anche a distanza, con apposite app da smartphone.

DualCool™ Premium LG Electronics ha doppia diffusione dell’aria per ottimizzare il flusso, ionizzatore e controllo dell’umidità. Il sensore di presenza attiva il risparmio energetico in assenza di persone. Ha potenza di 2,5 kW, rumorosità da 19 dBA, classe A+++. Costa 1.249 euro. http://www.lge.com
Ventilconvettori
Sono ideali per funzionare in abbinamento a una pompa di calore e possono rinfrescare e riscaldare l’ambiente in cui si trovano. • Sono modelli da collocare a parete, di spessore ridotto e diffondono l’aria in alto e/o sul fronte. • I migliori hanno motore inverter, la temperatura è regolabile e si gestiscono anche con wi-fi.

Design arrotondato per Farna di Innova, ventilconvettore che si può installare a qualsiasi altezza sulla parete. Raffredda e riscalda, e utilizza la tecnologia inverter. In due taglie: Small e Big, da L 65 x P 13,1 x H 44 cm. Ha potenza raffreddamento di 1,5 o 2,8 kW, rumorosità da 24 dBA. Costa da 565 euro + Iva. http://www.innovaenergie.com

Il ventilconvettore Run di Cordivari ha linee verticali sulla parte frontale. Riscalda e rinfresca, ha motore inverter e si può abbinare a impianti tradizionali o a pompa di calore. Ha connettività wi-fi, potenza da 4,26 kW, rumorosità da 41 dBA. Misura da L 71,5 x P 13,6 x H 59,3 cm e costa da 765 euro. http://www.cordivari.it
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