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La cucina colorata, è innegabile, aggiunge vitalità a un ambiente della casa oggi sempre più importante, arricchito di nuovi ruoli dagli stili di vita contemporanei. In ogni showroom, di solito c’è almeno un modello colorato. Perché basta un po’ di colore e il locale si connota come giovane e fresco. Tra le tinte in auge si confermano l’ottanio, il rosso e blu; e torna anche il giallo.
Quante tinte posso scegliere
Doppio colore: per un risultato più sobrio, specie se la cucina è a vista, è meglio optare per questa soluzione. In genere le due tinte vengono sapientamente dosate nella composizione: in alcuni casi si concentrano nei pensili mentre le basi sono bianche o in essenza; oppure avviene il contrario.
Tris di tonalità o multicolor: altra possibilità è quella di inserire per esempio tre colori e riprenderli in modo libero in diversi elementi. La soluzione risulta molto più mossa e dinamica. Bisogna valutare le dimensioni dell’ambiente e le altre finiture per un effetto equilibrato. Se i colori sono più di tre è fondamentale che tutto il resto sia bianco o riprenda sempre uno di quelli già esistenti. Unico elemento che conserva le sue tinte e finiture tradizionali (essenza, pietra naturale, acciaio) resta il top.
Ma quali materiali esistono in versione colorata?
Le parti colorate della cucina (in genere le ante, in alcuni casi anche i fianchi) possono essere realizzate in materiali diversi, con caratteristiche tecniche differenti: polimerico, melaminico, laminato e laccato. Polimerico e melaminico sono i prodotti di primo prezzo: sono resistenti e si puliscono facilmente, così come anche il laminato che rappresenta però una categoria superiore rispetto ai due precedenti. Il laccato è il più pregiato e più delicato, anche se la sua resistenza dipende anche dalla qualità della verniciatura e dei prodotti utilizzati nonché dal numero di passaggi in cui è stata ottenuta); ha costi superiori agli altri materiali. Queste finiture possono anche essere contemporaneamente presenti nella stessa cucina, scegliendole sulla base delle prestazioni tecniche richieste dalle varie zone funzionali.
Per pavimenti e pareti
Se la cucina ha parti in colori accesi, una parete o una porzione di parete ne possono riprendere la tinta con un gradevole effetto coordinato. Un’idea può anche essere quella di rivestirla con carta da parati, sempre con toni o disegni che ne riprendano le nuances, purché del tipo adatto ad ambienti umidi. Altrimenti è preferibile che le pareti siano uno sfondo neutro sul quale la cucina può diventare protagonista.
Il pavimento, in piastrelle, legno o resina, è preferibile che sia uniforme, soprattutto se la cucina è a vista sul soggiorno e se i colori nell’arredo sono tre; può essere anche scuro se la stanza è ampia e luminosa. Altrimenti se le dimensioni dell’ambiente sono ridotte, conviene preferire superfici chiare, anche a terra, per amplificare l’effetto di spazio.