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Un antico edificio della tradizione sarda riprende vita quotidiana grazie a un intervento di restauro curato dalla figlia dei proprietari, interior designer di professione, che ha saputo riscoprirne i punti di vista.
Durante i mesi più severi della pandemia, la progettista ha scelto di tornare nella sua terra, in Gallura, dove, oltre al lavoro da remoto già preventivato, ha deciso di dedicarsi a questo ambizioso obiettivo.
Edificato nell’Ottocento, inizialmente come struttura di servizio alle attività agricole e residenza di chi lavorava le terre, negli anni Novanta del secolo scorso lo stazzo ha subito una prima ristrutturazione con la quale sono stati inseriti ex novo gli impianti elettrico e idrico, aggiunti una cucina e un piccolo bagno ed eliminate le partizioni in cannucciato.
In quegli anni, tuttavia, l’edificio non è mai stato usato come residenza, ma come luogo di ritrovo per la famiglia per momenti di festa en plein air. Questo intervento, invece, l’ha trasformato in una vera e propria casa.
Foto casa, ex stazzo gallurese, di 172 mq
I lavori
L’intervento coordinato dalla professionista ha mantenuto inalterata la struttura originale dello stazzo, prevedendo l’aggiornamento degli impianti e la sistemazione della copertura nelle parti ammalorate.
Negli interni, invece, l’attenzione e la cura si sono concentrate nello sviluppo di un progetto volto a rendere lo stazzo accogliente e confortevole.
La successione degli spazi rispecchia quella originaria e prevede la presenza di una zona giorno con cucina a vista e di due camere da letto, oltre a un disimpegno sull’estremità destra della pianta.
Il bagno, aggiunto negli anni Novanta, è stato particolarmente rivisto, anche in termini di rivestimenti e sanitari. Arredi e materiali originali – dal cotto alle travi in legno – sono stati quanto più possibile mantenuti e ripristinati dove necessario.
Che cosa è uno stazzo (stazzu) gallurese
Un volume rettangolare con struttura in granito distribuito su un unico livello: sono queste le coordinate principali capaci di definire lo stazzo gallurese, tipologia rurale diffusa nella regione e oggi spesso sottoposta a ristrutturazione.
Questa fabbricato veniva usato sia come sede dell’azienda agricola e deposito per gli strumenti di lavoro, sia come abitazione per il contadino che seguiva le terre.
In questo caso è di dimensioni particolarmente ampie, considerando che, più spesso, il nucleo centrale comprendeva al massimo due camere, a loro volta divise da un separé in cannucciato.

Anche l’esterno è stato curato e reso uno spazio da vivere, ideale proseguimento degli interni: arredato per momenti di convivialità e di relax, all’ombra di una tenda a vela.

L’ampio soggiorno dello stazzo situato in provincia di Sassari ritorna a nuova vita. Costruito nell’Ottocento, l’edificio rurale è stato aggiornato nel 2020, dopo anni di abbandono, mantenendo inalterata la struttura e scegliendo arredi semplici e di ispirazione scandinava che non ne offuscano le caratteristiche davvero uniche. In foto, un armadio originale restaurato e ridipinto dall’interior designer che ha curato l’intervento; lampade Sinnerling di Ikea (www.ikea.com) e poltrone Petunia di Maisons du Monde (www.maisonsdumonde.com). Il tavolo è stato recuperato da un distributore locale.

La struttura originale è stata mantenuta integralmente: l’arco a tutto sesto è in conci di granito e conserva anche le tracce di nerofumo provenienti dal camino. Nota particolare: il camino veniva usato sia per riscaldare l’ambiente che per cucinare; ha infatti una originale conformazione interna con una nicchia dedicata alla cottura delle pietanze. Le travi sono in legno di leccio e di ginepro. Gli arredi sono semplici e scelti in sintonia con il gusto nordico della progettista. Il divano letto Brooke e il tavolo Trocadero sono di Maisons du Monde (www.maisonsdumonde.com); i tappeti in iuta provengono da un negozio sardo specializzato in accessori indonesiani.
La cucina in muratura con le tendine, tra rustico ed etnico
Realizzata negli anni Novanta, la cucina – cappa compresa – è in muratura. In origine lo stazzo non ne prevedeva la presenza: la cottura dei cibi avveniva per mezzo di un focolare posto al centro della stanza (il fumo veniva disperso attraverso appositi fori sulla copertura).
L’intervento dell’interior designer ha previsto la sostituzione del vecchio piano cottura con un modello a induzione e del lavello esistente con uno in resina.
Nuovo anche il piano di lavoro, in legno di rovere. Le porte sono originali e recuperate, nonostante le dimensioni più piccole rispetto allo standard (alcune sono alte solo 160 cm).

Negli anni Novanta i pavimenti erano stati rivestiti con una gettata di cemento; nel 2020 è stata posata una resina di Kerakoll (www.kerakoll.com) per incrementarne la resistenza, pareggiare la superficie e aggiornarne la resa estetica. Le lampade a sospensione in metallo e legno di hevea sono di Maisons du Monde (www.maisonsdumonde.com).

Fra i ricordi di famiglia che riprendono vita, ci sono i piatti e gli accessori per la mise en place. Recuperate e restaurate anche le sedie attorno al tavolo.
Il recupero dello stazzo
La ristrutturazione di uno stazzo, tipologia architettonica protetta dal Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna, solitamente prevede:
- il ripristino della muratura portante (spesso attraverso la tecnica del “cuci-scuci”);
- interventi di protezione della struttura dall’umidità di risalita
- il rifacimento (totale o parziale) della copertura.
In questo caso la situazione si è presentata particolarmente favorevole e non ha richiesto interventi strutturali impegnativi, ma operazioni puntuali di aggiornamento.
Fra queste, oltre al ripristino della copertura e al rinnovamento di bagno e cucina, l’applicazione di prodotti impermeabilizzanti alle pareti e la posa di pannelli isolanti nella camera da letto padronale.
I contributi per l’intervento
Secondo la Legge Regionale 13 ottobre 1998, n. 29, la Regione concede contributi per interventi di recupero, riqualificazione e riuso degli edifici dei centri storici e degli insediamenti storici minori della Sardegna. In particolare, i finanziamenti sono destinati al recupero primario di:
- edifici o strutture residenziali e loro pertinenze
- edifici o strutture destinati ad attività economiche o sociali, quali negozi, piccole attività commerciali, artigianali e culturali e/o piccole strutture ricettive extra alberghiere.
Il tetto messo in sicurezza
Fra gli interventi più impegnativi in questo percorso di ristrutturazione, l’analisi e il rifacimento del tetto occupano il primo posto. Nello specifico, nella copertura sono state sostituite le canne con delle tavelle, intonacate in un secondo momento lasciando a vista l’intelaiatura delle travi originali di primo e di secondo ordine.
È stato effettuato anche un trattamento antitarlo su ogni elemento ligneo. Al tempo, le travi venivano solitamente lavorate a mano con l’ascia e si trattava di essenze di quercia, ginepro e olivastro. Seguendo la tipologia strutturale locale, le travi appoggiano su archi a tutto sesto composti da conci in granito locale, ripuliti da strati di intonaco e calce.
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La zona cottura rinnovata
Se nell’Ottocento per le necessità di cottura venivano usati il focolare centrale oppure il caminetto, negli anni Novanta è stata inserita una cucina in muratura di disegno essenziale, con vani schermati da semplici tendine.
Una volta aggiornati gli impianti elettrico ed idrico (quello per la climatizzazione è ancora in via di definizione), la cucina è stata riadattata mantenendo comunque la disposizione e la struttura originali, ma sostituendo gli elementi fondamentali.
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Il bagno ristrutturato
Secondo in lista come priorità di progetto, il bagno è stato del tutto rivisto comprendendo nell’intervento sia l’aggiornamento dei rivestimenti a terra (prima il pavimento era in terra battuta), sia la disposizione degli elementi, sia le finiture a parete. Previsto come ampliamento della struttura originaria, si presenta oggi come un ambiente di servizio completo di ogni dotazione.
Nelle camere, l’antico accoglie il nuovo
In una delle due camere da letto è stato mantenuto il pavimento in cotto originale dell’Ottocento; al tempo non era previsto il massetto, le piastrelle perciò sono posate direttamente sul terreno e sul piano di calpestio. Originale anche l’arco in granito, che oggi inquadra il letto.

In entrambe le camere sono stati inseriti letti Tarva di Ikea (www.ikea.com); in basso, poltrona Palm in velluto verde e lampada da lettura in metallo dorato entrambe di Maisons du Monde (www.maisonsdumonde.com).
Nella seconda camera dominano i colori chiari e scelte di arredo in stile scandinavo; in quest’ottica, anche l’armadio da sempre presente è stato restaurato scegliendo una pittura bianca. Gli infissi sono stati sostituiti in tutta la struttura e, al posto del legno, è stato preferito il pvc.
Ristrutturazione del bagno
Aggiunto “in emergenza” nell’intervento di ristrutturazione sommaria precedente prevedendo un ampliamento all’esterno, il bagno è stato ora rivisto per migliorarne la funzionalità e adeguarne sia impianti sia rivestimenti e sanitari.
Nuova la doccia a pianta semicircolare, scelta per ottimizzare l’uso del poco spazio disponibile. La finestrella era già presente ed è stata mantenuta nella posizione originaria.

Gli elementi del bagno, dalle piastrelle con taglio a diamante e formato di ispirazione primi Novecento alle cementine black&white, dai sanitari al piatto doccia, sono stati acquistati da Leroy Merlin (www.leroymerlin.it); mobile e specchio sono di Ikea (www.ikea.com).
Progetto d’interior: Giovanna Pisciottu – Milano
giovannapisciottu@gmail.com
Tel. 340/6832934
Foto: Chiara Quadri
RFZ 0823