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A Torino, gli spazi riqualificati di un ex teatro-cinema-sala da ballo sono diventati un condominio residenziale articolato in cui le architetture contemporanee si sono integrate a quelle preesistenti (vedi approfondimento nell’ultima pagina del servizio). Al suo interno, il loft su due quote presentato in queste pagine ha tutte le caratteristiche di un piccolo open space cittadino e la pianta, dalla forma insolita, è determinata dal frazionamento dei vecchi e nuovi edifici che formano il complesso. È stato possibile intervenire sull’abitazione – acquistata dai proprietari e non ancora ultimata – con un progetto che ha modificato il layout e le finiture previsti da capitolato. La particolarità è la disposizione “invertita” degli spazi del loft su due quote: l’ingresso è posto infatti a quella più alta, su una sorta di soppalco, e si apre sulla camera matrimoniale; poi, anziché salire, si scende per raggiungere la zona giorno. Negli ambienti, la definizione delle funzioni e l’elemento decorativo sono affidati perlopiù ad accostamenti cromatici che giocano soprattutto sul contrasto tra grigio, legno e un rosso dalla forte personalità.
Il piano d’ingresso
- L’ingresso prevede, all’esterno dell’abitazione, una passerella in quota che termina su un ballatoio privato. Si entra quindi nel loft attraverso una porzione della vetrata affacciata sulla corte interna con giardino. Di fronte all’entrata si incontra la scala che porta al piano sotto.
- L’affaccio è doppio: sul lato d’ingresso, quello verso il cortile, la parete è ritmata da una sequenza di grandi aperture che la rendono quasi completamente vetrata. Dalla parte opposta, grandi finestre a doppia altezza orientate su strada illuminano entrambi i piani del loft.
- Sul lato opposto a quello della scala, la parete obliqua priva di aperture è sfruttata per appoggiare la testiera del letto, il comodino e due armadi disposti in modo simmetrico.
- Scendendo, si raggiunge il livello principale del loft su due quote, quello della zona giorno. Adiacente al corpo scala, un volume di risulta a pianta triangolare, accessibile dall’antibagno tramite una porta scorrevole, è stato adibito a ripostiglio e lavanderia.
- L’ambiente unico in fondo alla discesa della scala integra soggiorno e area conviviale. Il volume è in parte a doppia altezza, in parte ribassato dalla soletta del soppalco al livello d’ingresso. La forma poligonale della pianta moltiplica il numero degli angoli, favorendo l’individuazione delle diverse zone funzionali.
- La cucina, affacciata sullo stesso lato del bagno ma sistemata nell’angolo opposto, è separata dal soggiorno da due porzioni di pareti ma collegata da un vano aperto, privo di serramenti. La composizione segue da una parte l’andamento obliquo del muro perimetrale, dall’altra – quella che confina con la zona studio – ingloba un pilastro portante.
- Il bagno è l’unico locale indipendente, ritagliato in un angolo dell’open space, ed è preceduto da un antibagno che lo disimpegna dalla cucina. La disposizione degli elementi fa sì che i sanitari siano installati lungo la parete rettilinea, il lavabo nella consolle a isola; il box doccia sfrutta invece lo spazio di forma trapezoidale confinante con il vano scala.
Il soggiorno è in basso
Dal soppalco sul quale si apre l’ingresso, scendendo la scala si arriva all’open space della zona giorno, organizzato in modo da sfruttare al meglio la forma irregolare della pianta che è una sorta di poligono con pareti perimetrali non ortogonali tra loro. Le tramezzature che delimitano gli spazi di servizio del loft su due quote sono tutte realizzate in cartongesso: è stato così possibile costruire a secco in modo pratico e veloce, modificando in poche mosse il layout prestabilito.
La scala in legno e metallo cor-ten
La rampa che dal livello soppalcato scende al piano inferiore si sviluppa intorno al volume del ripostiglio-lavanderia, accessibile dal disimpegno del bagno.
Una delle pareti del locale di servizio da un lato funge da parapetto alla scala, dall’altro – tinteggiata in rosso – fa da sfondo alla zona tv. La scala, con sviluppo ad angolo, ha i gradini in legno, nella stessa essenza rovere del parquet. Solo gli ultimi tre hanno una larghezza maggiore che permette di utilizzarli anche come piani d’appoggio: e anziché in legno sono in lamiera piegata. L’effetto ruggine della superficie è determinato dalla finitura Cor-ten: si tratta di una lega d’acciaio ad alta resistenza che contiene anche fosforo, rame e altri metalli. Si ossida leggermente a contatto con l’aria ma il materiale non si corrode: l’ossidazione infatti si arresta formando una patina protettiva che non si modifica nel tempo.
La zona notte
La struttura soppalcata è costituita da una soletta in muratura alla quale si raccorda la parte aggettante in legno: l’affaccio dall’alto permette di cogliere lo sviluppo verticale del volume, la conformazione della casa e la distribuzione delle aperture che occupano ampie porzioni di pareti. La profondità della balaustra-libreria offre pratici scomparti a giorno per contenere.
Senza divano?
La zona conversazione è risolta con una composizione “leggera” formata solo da poltroncine in legno e da pouf. Una scelta inconsueta che ben si adatta all’open space e permette di sfruttare la stanza al centro; sono lasciate libere le pareti, in questo caso in gran parte vetrate che arrivano quasi fino a terra. Tra i vantaggi della soluzione, al primo posto c’è la flessibilità: risulta infatti molto più facile modificare la disposizione dei singoli elementi in base alle esigenze del momento.
La cucina
Anche la zona operativa risponde ai criteri di essenzialità che caratterizza tutta l’abitazione. La composizione prevede infatti una sola colonna e un unico elemento pensile, così da non ridurre l’impatto visivo della parete che, rifinita in rosso, raccorda la cucina agli adiacenti spazi del living.
Mobili su ruote, veri e propri jolly!
I carrelli e le basi su ruote non sono soltanto complementi “di servizio”, utili per trasportare stoviglie e oggetti all’interno della cucina o da una parte all’altra della zona giorno. Sono elementi flessibili, che – come nel caso del modulo inserito tra il serramento e la zona cottura di questa cucina – possono servire a riempire, anche in modalità temporanea, gli spazi più piccoli e difficili.
Bagno minimal
Di metratura contenuta ma illuminato come gli altri ambienti da una grande apertura vetrata, il bagno è valorizzato da scelte d’arredo che quasi mimetizzano le funzioni pratiche per lasciare prevalere l’estetica. È il caso del mobile lavabo in versione “slim”: una consolle freestanding in marmo di profondità ridotta che in un pezzo unico integra il piano e il bacino ed è completata da uno specchio ovale orientabile.
Resina, solo dove serve
Nel bagno, per alloggiare i tubi dello scaldasalviette, è stato realizzato un gradino, una sorta di pedana alta 20 cm circa sopra la quale è installato l’apparecchio. In questa zona – così come all’interno del box doccia in muratura sul lato opposto del locale e sulla parete dietro i sanitari – si è utilizzata per le finiture una resina opaca di una tonalità neutra tra beige e panna. Il prodotto, steso in due mani, permette di ottenere superfici lisce o omogenee, prive di giunzioni e con uno spessore ridotto di circa 3 mm. Altra caratteristica fondamentale della resina, che la rende particolarmente adatta agli ambienti umidi e alle zone soggette a schizzi d’acqua, è l’idrorepellenza. Il materiale non richiede infatti in genere ulteriori trattamenti superficiali per la protezione dall’acqua. Questi sono invece necessari su una parete tinteggiata con idropittura: in questo caso occorre “vetrificare” la superficie con prodotti appositi.
Cambio di scenario: da cinema a loft
Si chiama casa “Hollywood” come il cinema-teatro di cui ha preso il posto. Un progetto moderno che conserva elementi del passato
Casa Hollywood si trova a Torino in corso Regina Margherita, fuori delle mura romane della città, In posizione altimetrica, offre una panoramica sulla collina torinese e sull’arco alpino.
Un progetto architettonico di ampio respiro si innesta sull’intera area di un teatro di fine ‘800, già trasformato nel Dopoguerra in cinema-sala da ballo. L’intervento ha comportato la realizzazione di un complesso residenziale di nuovi edifici contemporanei, con finestre dai tagli irregolari e facciate rivestite in lamiera; ha però conservato il fondale scenico del teatro, con la sua facciata ottocentesca affacciata su strada. Nel volume di quest’ultimo sono state ricavate più unità abitative in duplex, del tipo del loft su due quote presentato sopra. L’ingresso, tramite passerelle in quota che raggiungono le singole abitazioni, è dalla grande corte interna che ha preso il posto della vecchia platea.
Le facciate ventilate hanno un rivestimento in lastre di zinco-titanio realizzato in situ che senza soluzione di continuità, diventa parte del tetto di copertura.
Serre bioclimatiche: i “giardini d’inverno” vetrati che, annessi a singole abitazioni, ne ampliano la zona giorno, migliorano enormemente l’efficienza energetica.
Impianti ad alte prestazioni: il complesso abitativo, in classe di efficienza energetica A, è riscaldato e raffrescato da un sistema centralizzato con pompe di calore ad aria (con pannelli radianti a pavimento) e dotato di impianto di ricambio d’aria con recupero di energia, di pannelli solari termici per la produzione di acqua calda; anche grazie all’isolamento termico (e acustico) ad alte performance dell’involucro, permette di consumare meno di 30 KW/mq l’anno.
L’acqua piovana viene accumulata e riutilizzata per l’irrigazione del giardino interno.
• superficie residenziale: 3.000 mq
• serre bioclimatiche: 400 mq
• terrazzi: 400 mq
• superficie verde del giardino interno 500 mq
Progetto del loft: arch. Francesca Diano (www.francescadiano.com) con Roberto Bongiovanni (wwwgoodfor.it), Milano
Progetto del complesso architettonico Casa Hollywood: arch. Luciano Pia (www.lucianopia.it), Torino
Foto: Studio Roy, styling Chiara Dal Canto
Tratto da Cose di Casa numero di ottobre 2019