Una casa con zona giorno open space e camera sottotetto

Arredi che dividono e porte in vetro che annullano visivamente le separazioni: soluzioni di tendenza che offrono massima funzionalità e soddisfano le esigenze dell’abitare contemporaneo.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 23/06/2014 Aggiornato il 19/12/2014
Una casa con zona giorno open space e camera sottotetto

 

Volumi fluidi e aperti per i due piani open space, quasi privi di divisioni. Ma a una condizione: ricavare tanto spazio per riporre cd e dischi in vinile, di cui i proprietari sono grandi collezionisti. Per questo, con la totale ristrutturazione, sono state eliminate alcune pareti, sostituite da soluzioni d’arredo costruite a misura su disegno del progettista. Completamente rinnovati, oltre agli impianti elettrico e idrico-sanitario, anche i rivestimenti, che vedono privilegiare finiture al naturale, in pietra o legno. Inoltre il piano terra e la copertura sono stati opportunamente coibentati.

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  • Il piano terra con il living ha un taglio longitudinale che viene sfruttato con ambienti in successione: la zona conversazione; quella dedicata al pranzo con tavolo rotondo in marmo e sedie di design; e sullo sfondo la cucina. • Tavolo: Saarinen Dining Table di Knoll • Sedie: Series 7™ di Fritz Hansen (379 euro), design 1955 Arne Jacobsen • Lampada: Twiggy di Foscarini

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  • Ingresso ribassato: per creare una zona d’entrata ben definita è stata realizzata una veletta in cartongesso di linea arrotondata, con faretti a incasso. La medesima forma è ripresa a pavimento dal rivestimento in pietra, materiale più resistente che cede poi il passo al parquet nel resto dell’appartamento.

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  • L’arredo del soggiorno sfrutta le pareti lunghe con un mobile basso sospeso e una scaffalatura pensile. Sull’altro lato una libreria bianca scherma la scala. Al centro, la zona conversazione con divano e poltrona di design.Collezione musicale nella nicchia La sporgenza del muro (qui come in altri punti della casa) è dovuta alla presenza di vani tecnici che contengono la parte impiantistica dell’edificio (acqua ed elettricità). Una scaffalatura sospesa realizzata su misura risolve la rientranza che si forma a parete e permette di riporre sia i cd sia la collezione di vecchi dischi in vinile. Il salotto è giocato sul contrasto tra un sobrio divano grigio di linea squadrata e una coloratissima poltrona arancione dalle forme arrotondate. Gli arredi con finitura in rovere spazzolato sono su misura. • Poltrona: Egg di Fritz Hansen , design Arne Jacobsen 1958 (4.844 euro) • Divano: Flexform

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  • Gradini in pietra piasentina: utilizzato per l’ingresso, questo materiale compatto e resistente, con fondo grigio e venature bianche, è stato posato anche come rivestimento dei gradini della scala che conduce al piano superiore. Lavorabile in spessori sottili, la pietra piasentina viene fornita in piastrelle.
La libreria bifacciale

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La parete in muratura che chiude il vano scala è stata in parte demolita.

● Al suo posto è stata inserita una libreria, in laccato bianco nella parte superiore e con vani chiusi in rovere spazzolato in quella inferiore.

● Per ottenere un gradevole effetto regolare, i vani a giorno hanno tutti la medesima dimensione o sono un multiplo del modulo base, sistemato in orizzontale o in verticale.

● Il mobile inoltre è in parte passante, realizzato cioè senza fondo o schienale, soluzione che permette di far passare la luce naturale sulla scala, altrimenti buia.

● La struttura si presenta perfettamente allineata alla parete con le porte filo-muro dell’antibagno e del ripostiglio. Per maggiore stabilità è fissata sia a soffitto sia a pavimento.

 

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  • Di grandi dimensioni, la cucina si articola in tre zone: una a isola e due in linea, di colore diverso. Da un lato l’attrezzatura è composta di sole basi; dall’altro, un’armadiatura rossa con inserto centrale si sviluppa a tutta parete. Chiusura in alluminio: al centro, le armadiature a colonna sono interrotte da un modulo a serranda che chiude il vano con i piccoli elettrodomestici.
Divisione trasparente

L’idea di continuità è espressa al massimo dalla soluzione scelta per la cucina: separata e isolata da una maxiporta, resta però a vista grazie al modello realizzato con grandi lastre di vetro intelaiate in riquadri di ferro spazzolato.
● La parete esistente è stata quasi totalmente demolita, lasciando solo due spalle in muratura per la messa in opera del serramento.
● Con maniglia d’acciaio, questo è costituito da due elementi laterali fissi e due al centro apribili a battente con rotazione di 180°. Il vetro trasparente (stratificato antinfortunistico) accentua l’effetto di apertura soggiorno-cucina.

 

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  • La cappa è sospesa L’elemento a soffitto che si presenta come una trave rivestita in cartongesso è in realtà la copertura del condotto dell’apparecchio che espelle i fumi all’esterno. La cucina, un modello di produzione realizzato su disegno del progettista, abbina la laccatura opaca (grigio argento) a quella lucida (rosso). Data l’apertura sul living e la vicinanza della zona pranzo, al posto del tavolo, è stato previsto un piano attrezzato con sgabelli. • Cucina: Artematica di Valcucine
Materiali a confronto in cucina

La composizione d’arredo abbina differenti finiture con vantaggio dal punto di vista dell’estetica e della funzionalità. Per esempio, schermato da un vetro invisibile che non interrompe visivamente l’ambiente, il piano del bancone snack è in multistrato, mentre quello delle adiacenti basi laccate è in acciaio.

materiale1Multistrato
Pannello stratificato composto da un certo numero di strati, di solito 5, più o meno sottili di legno (da pochi decimi di millimetro fino ad alcuni millimetri)con venature orientate ortogonalmente.

 

materiale2Laccato
Finitura verniciata eseguita su diversi tipi di pannelli legnosi, di solito quelli usati per ante e fianchi. Può essere ottenuta con vernici poliuretaniche o all’acqua senza solventi. Più pregiata di laminato o melaminico, è anche più delicata.

 

materiale3Acciaio
È una lega ferro-carbonio, duro e resistente ma facilmente lavorabile. Per essere definito inossidabile (inox), deve avere almeno il 12% di cromo. Nella versione 18/10 (con 18% di cromo e 10% di nichel), le sue caratteristiche igieniche, oltre che estetiche, lo rendono adatto alla realizzazione di top, lavelli, pentole.

 

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  • Al livello sottotetto si trova la camera matrimoniale con il bagno a uso esclusivo. Date le altezze ridotte, per ottenere un effetto di maggiore luminosità e uniformità tra pareti e soffitto, lo spiovente con travi a vista in legno è tinteggiato di bianco. Il letto dalla testiera stondata e i comodini con frontale arrotondato, facevano parte di un precedente arredamento e avevano la finitura color ciliegio. Per armonizzarli al nuovo ambiente, la soluzione è stata di ridipingerli di bianco, dopo accurata carteggiatura. Per ottenere la tonalità chiara è stato necessario stendere più mani di vernice sulla precedente superficie. Pavimento antirumore: anche nel sottotetto il rivestimento a terra è in parquet di rovere spazzolato. Si tratta di plance messe in opera con posa flottante su uno speciale materassino insonorizzante. Questo sottofondo ha appunto la proprietà di ridurre il rumore da calpestio, che con questo tipo di posa si potrebbe altrimenti verificare.

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  • Parapetti contenitore: per sfruttare al massimo lo spazio, eliminando quello inutilizzato, anche in questa zona della casa sono stati inseriti scaffali, fissati a pavimento, che delimitano la scala: su un lato c’è un mobile basso utilizzato per riporre dvd; sull’altro un’armadiatura con ante e vani a giorno.
Due vani mimetizzati

Una parete del sottotetto si presenta come una superficie bianca, interrotta dai tagli di alcune pannellature. Il tavolato è infatti solo in parte composto da muratura. Il resto è in legno: un elemento a tutta altezza di larghezza maggiore e una serie di pannelli più piccoli affiancati, tutti rifiniti con cementite e poi dipinti di bianco come la parete.

casa-magolfa-pianta1. La porta invisibile
Il primo elemento è un serramento del tipo detto raso-muro (o filo-muro), cioè senza stipiti e coprifili, che chiude il bagno a uso esclusivo della camera. Si tratta di una scelta essenzialmente estetica: anta e parete formano quasi un’unica superficie, priva di profili sporgenti.

2. Il guardaroba sotto lo spiovente
Quello che potrebbe invece sembrare un normale armadio è una cabina, quindi con una profondità decisamente superiore. Vi si accede aprendo l’anta centrale, l’unica apribile; le altre pannellature sono in realtà fisse e costituiscono parte dello schienale. Il vano interno risulta quindi attrezzato su quattro lati.

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  • Il bagno ha aeroilluminazione naturale grazie a un lucernario ricavato nello spiovente del tetto e telecomandato a distanza per apertura e chiusura. Nella zona più alta del locale sono sistemati il lavabo e, di fronte, il box doccia; nell’altra, i sanitari e la parte di mobile con profondità leggermente ridotta.
Il progetto

Da edificio dismesso ad abitazione: l’intervento di ristrutturazione è stato attuato all’interno di un piano di recupero di un’ex area industriale, trasformata in complesso residenziale cittadino. Il livello inferiore è interamente dedicato a zona giorno, con cucina separata quando serve, bagno disimpegnato e un mini ripostiglio. Salendo la scala si accede al piano sottotetto, anch’esso concepito come open space: si entra infatti direttamente dal vano scala aperto, senza porte, nella grande camera matrimoniale, al cui interno è anche ricavato un angolo studio. La stanza si apre poi su uno spazioso terrazzino ritagliato nella falda della copertura. Alla stessa quota ci sono altri due piccoli vani, pressoché uguali: uno è il bagno attrezzato con doccia, l’altro la cabina armadio.

Piano inferiore

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1: Ingresso, 2: Guardaroba, 3: Divano, 4: Chaise longue, 5: Tavolo, 6: Cucina, 7: Isola, 8: Armadiature, 9: Antibagno, 10: Bagno, 11: Libreria/parete, 12: Scala

Piano superiore

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1 Scala – 2 Portacd – 3 Armadio – 4 Camera – 5 Porta rasomuro – 6 Bagno – 7 Cabina armadio – 8 Terrazzino

 
I permessi necessari per dare inizio ai lavori

La pratica burocratica per ottenere l’assenso alle modifiche è stata quella chiamata “Permesso di costruire”.
• Questo genere di richiesta riguarda di solito gli interventi edilizi considerati maggiori: nuove costruzioni, ampliamenti (tranne quelli previsti da piani casa regionali) demolizioni/ricostruzioni con sagoma differente a quella preesistente, recupero abitativo di sottotetto, cambi d’uso con opere di una certa rilevanza. l Per questi tipi di lavori a volte basta una denuncia di inizio attività (DIA onerosa o SuperDIA, art. 41 LR 12/05), in altri casi è necessario richiedere il Permesso di costruire (ex concessione edilizia, art. 33 LR 12/05).
• Per quest’ultimo la domanda va consegnata allo Sportello Unico per l’edilizia (dove è presente) o al Comune competente. Come documentazione tecnica servono: elaborati progettuali redatti da un professionista abilitato che descriva le opere e ne attesti la conformità urbanistico-edilizia alla normativa (antisismiche, di sicurezza, antincendio, igienico-sanitarie… ) e l’esame dell’impatto paesistico, divenuto obbligatorio per gli interventi in cui si rischia di compromettere la percezione del paesaggio circostante.
• Qualora l’intervento interessi beni soggetti a tutele (ambientali, architettoniche, artistiche) il Permesso è vincolato al preventivo nulla osta da parte dell’ente deputato alla tutela del vincolo.

Progetto: architetto Lula Ferrari, Milano, lula@lulaferrari.it
Foto: Adriano Pecchio

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