Il recupero di una casa colonica anni ’50

Ad Amburgo, una vecchia casa colonica degli anni '50 è stata recuperata e trasformata in un'abitazione super efficiente dal punto di vista energetico, e accogliente e luminosa grazie alla realizzazione di nuove superfici vetrate, che sono passate da 18 a 60 mq.

Tatiana Ceruti
A cura di Tatiana Ceruti
Pubblicato il 13/06/2016 Aggiornato il 10/08/2018
Il recupero di una casa colonica anni ’50

La costruzione originaria ha subito una forte trasformazione, grazie alla realizzazione di una nuova struttura a essa collegata. Quest’ultima si caratterizza per il tetto orientato a Sud, che funge da captatore di energia, grazie alla presenza di numerosi pannelli solari termici e fotovoltaici per la produzione di acqua calda ed elettricità, che riducono così le emissioni di gas serra e azzerano il fabbisogno di energia fossile. All’interno dell’edificio la suddivisione degli spazi è diventata più articolata. Si è cercato di ottimizzare l’apporto di luce naturale, aggiungendo finestre per tetti a diverse altezze, in aggiunta a quelle verticali. La superficie vetrata della casa è così passata da 18 a 60 mq. 

Model Home 2020: questa casa rientra nel progetto internazionale Model Home 2020 (esperimento condotto dal Gruppo Velux) per dimostrare come sia possibile ottenere edifici autosufficienti dal punto di vista energetico, senza rinunciare al comfort. Il progetto Model Home 2020 si basa sui principi della casa attiva, secondo i quali un’abitazione deve distinguersi per l’elevata qualità architettonica ed essere orientata al benessere abitativo dei residenti. Ciò è possibile considerando tre fattori principali: l’energia, il clima interno, l’ambiente. La casa diventa un ambiente confortevole e salubre grazie a un’attenta selezione dei materiali, alla presenza di una grande luminosità e al ricorso a una corretta ventilazione dei locali. 

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  • Progetto di una casa con finestre per tetti a funzionamento solare: un sistema di controllo automatico le apre e chiude per assicurare comfort in tutte le stagioni.

 

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  • La zona conversazione è arredata con un divano grigio dalle forme arrotondate, ravvivato da complementi colorati. Portefinestre a tutta altezza connettono questo spazio direttamente con il giardino. Il volume termina alle estremità con un porticato a colonne che viene attrezzato d’estate come zona pranzo. 

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  • L’ampia zona living con cucina a vista è illuminata lateralmente da una parete vetrata e da finestre per tetti, aperte nella copertura a falda, per avere luce zenitale che illumina in profondità. La cucina è arredata con una composizione a parete e un’isola attrezzata con basi su entrambi i lati. Il tavolo con piano in legno è accostato a sedie blu in polipropilene in piacevole contrasto.

 

Edifici di nuova generazione

Autosufficienza energetica, bassi consumi e minimo impatto ambientale sono le caratteristiche di questo tipo di costruzione. Una casa attiva è infatti in grado di produrre più energia rispetto a quella che occorre per il fabbisogno quotidiano dei suoi abitanti, annullando quasi completamente i consumi energetici. Inoltre, nel corso della sua “vita”, è in grado di generare la stessa quantità di energia che è stata utilizzata a suo tempo per produrre i materiali con cui è stata costruita. 

Ciò è reso possibile dall’utilizzo delle fonti rinnovabili, spesso in sinergia: pannelli solari termici (per l’acqua calda) e fotovoltaici (per l’elettricità), impianto geotermico. Nei mesi estivi, e quando le condizioni ambientali sono favorevoli, gli impianti producono più energia di quanta ne serva, accumulandola in rete per riprenderla nei mesi invernali, qualora non riuscisse a produrne a sufficienza.

È inoltre presente un impianto domotico, che regola tutte le principali attività, dalla temperatura preimpostata al monitoraggio dei consumi in tempo reale. 

Un sistema di ventilazione automatica controllata è in grado di recuperare energia dall’aria: l’apertura delle finestre è regolata da sensori che registrano i livelli di CO2, umidità e calore. 

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  • Al piano superiore tutte le stanze sono dotate di finestre per tetti a funzionamento solare. Per pianificare la disposizione degli infissi, sono state condotte analisi illuminotecniche che hanno permesso di misurare il fattore medio di luce diurna negli ambienti, che ora arriva al 10%. L’arredamento del bagno sfrutta al meglio le altezze, con la cabina doccia nella parte più alta, mentre al centro è inserita una consolle con il lavabo in pietra. Il pavimento è in gres porcellanato, mentre all’interno della cabina doccia sono posate piastrelle in monocottura da 10 x 10 cm. Le finestre per tetti sono le VELUX Integra solari.

     

Obiettivo: zero consumi


Una casa attiva è perfettamente rispondente alla direttiva europea 2010/31/UE, la quale stabilisce che tutti i nuovi edifici, costruiti a partire da dicembre 2018 se pubblici, e da dicembre 2020 se privati, abbiano consumi energetici “quasi zero”. Ciò dovrebbe consentire di raggiungere un obiettivo ambizioso: entro il 2020, ridurre del 20% le emissioni di gas serra, migliorare del 20% l’efficienza energetica e utilizzare il 20% di energia da fonti rinnovabili.

 

In tutto ciò, riscaldamento e raffrescamento degli edifici hanno un peso decisivo: quasi il 40% dei consumi energetici europei è assorbito dal settore residenziale e terziario, che determinano circa il 50% delle emissioni di CO2.

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  • La camera ricavata in corrispondenza del colmo del tetto è arredata con mobili bassi. Inoltre, le finestre installate anche in posizione inferiore massimizzano la luce e consentono di fruire di un’ottima visuale.
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    Ecco come era il sottotetto prima dei lavori di recupero. Da notare la presenza di una sola apertura.

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  • Nelle camere tutti i pavimenti sono in parquet; quella al secondo livello ha le travi in legno a vista nelle stessa essenza, rovere sbiancato.

 

Progetto: Katharina Fey/TU Darmstadt (concept), Östermann Architekten (realizzazione). 
Foto: Adam Mørk.

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