Allontanare le zanzare con le piante e altri metodi naturali

Le zanzare possono essere molto fastidiose e impedire di godere della frescura dell'ora del tramonto sul terrazzo. Per combatterle ci sono diverse strategie, anche naturali. Ecco quali sono.

Alessandro Mesini
A cura di Alessandro Mesini, Alma Dainesi
Pubblicato il 08/06/2023 Aggiornato il 20/09/2023
Allontanare le zanzare con le piante e altri metodi naturali

Nella bella stagione, combattere attivamente le zanzare è diventata oggi su gran parte del territorio nazionale una necessità. Non tanto e non solo per gli aspetti legati alla salute (le zanzare restano veicolo potenziale di diverse malattie), ma per il fastidio che le punture creano e l’impossibilità di godersi il terrazzo liberamente, soli o con gli ospiti. Tra i vari metodi per tenere lontane le zanzare da balconi, terrazzi e giardini: evitare di lasciare disponibili zone con acqua stagnante dove possono deporre le uova, eliminare le larve, combattere gli adulti e proteggere se stessi. Vediamo come fare.

Quali sono le zanzare più pericolose

Un tempo esisteva nel nostro paese solo la zanzara comune, Culex pipiens, di colore marrone chiaro con striature chiare sull’addome poco evidenti, lunga 7-8 mm. La zanzara nostrana (1) depone le uova sul pelo dell’acqua, una unita all’altra formano delle piccole isole galleggianti. A piccoli depositi d’acqua preferisce quelli di dimensioni maggiori e con acque “sporche”, ricche di sostanza organica. Sono le caratteristiche zanzare da stagno, da palude, da canale, da fosso e la loro presenza è sempre stata maggiore in campagna e nei piccoli abitati circondati dal verde rispetto ai centri urbani. Attive soprattutto dopo il calar del sole, attaccano preferibilmente all’interno delle case. Superano l’inverno come adulti rifugiandosi all’interno e restando in stato di semi letargia. Ritornano attive a primavera e la popolazione raggiunge il picco a luglio. Le zanzare che oggi incontriamo, contrariamente a quanto succedeva in passato, aggrediscono anche di giorno e non solo con il calar del sole. Si tratta di specie nuove che, arrivate accidentalmente nel nostro Paese, si sono insediate e riprodotte con successo. Sono zanzare di origine orientale di cui la famosa “tigre” è la prima in ordine di apparizione e la più nota, ma non la sola.

zanzare

La zanzara tigre (2)

Aedes albopictus, originaria del Sud Est asiatico ha fatto la sua comparsa in Italia poco dopo il 1990. Più piccola della normale zanzara, ha il corpo di colore nero con bande bianche ad anello sulle zampe ed una più grande sul dorso. Preferisce gli insediamenti urbani o nelle immediate prossimità, sempre vicino all’uomo. Ha volo radente al terreno e attacca durante il giorno.

La zanzara coreana (3)

Aedes koreicus, più resistente al freddo si incontra anche sopra gli 800 metri di quota. Le larve possono resistere in acqua con temperature di 5°C o meno e già da marzo le uova iniziano a schiudersi, mentre gli adulti resistono fino a novembre. Attiva durante le ore di luce si trova in ambiente urbano come in foresta.

La zanzara giapponese (4)

Segnalata a partire dal 2015, Aedes japonicus, è una delle specie invasive più diffusa nel mondo, ancor più resistente al freddo, di abitudini diurne e capace di adattarsi ad ambienti diversi. È candidata a diventare “la zanzara di montagna” portando il problema laddove era sconosciuto.

Prima fase di lotta: eliminare i luoghi favorevoli

Eliminare i luoghi scelti per la riproduzione è il primo strumento di lotta di cui disponiamo contro le zanzare. Per farlo occorre svuotare tutti i ristagni d’acqua presenti, in modo che questi insetti non vi possano deporre le uova.

L’errore che di solito facciamo è credere che le zanzare si moltiplichino solo nei grandi contenitori mentre sono capaci di sfruttare ristagni d’acqua anche minimi: quindi percorrete tutto il vostro giardino o il balcone, considerando anche le immediate vicinanze del terreno, oltre la siepe di confine, o sul tetto, grondaie comprese.

Vuotate tutti i recipienti, lasciateli capovolti, così che scolino, possibilmente esposti al sole pieno, nel tentativo di uccidere uova adese alle pareti.

Eliminate l’acqua nei sottovasi oppure dotatevi di contenitori di nuova generazione che non consentono la fuoriuscita dell’acqua.

Più ancora cercate dove si può accumulare senza essere visibile. Bastano tre esempi: all’interno di una pila di vasi di plastica che a una prima osservazione può sembrare asciutta, in una sacca di un telo ripiegato che serve per proteggere durante i mesi invernali gli arredi da giardino, in una grondaia deformata che non scola più tutta la pioggia. E poi ancora copertoni di auto, bottiglie appese nel frutteto e non più utilizzate per la lotta integrata, ciotole per gli animali domestici che d’inverno restano in casa, piccole cavità nella pavimentazione che raccolgono acqua, fogne e pozzetti.

La prevenzione deve iniziare subito

Prevenire è sempre meglio che curare quindi conviene iniziare fin dai primi caldi a mettere in pratica quegli accorgimenti volti a eliminare i focolai d’infestazione. Predisporre in giardino e nell’orto, nell’angolo dove si ripongono gli strumenti di lavoro, una serie di paletti infissi nel terreno alti 50 – 80 cm dove poter infilare annaffiatoi, secchi e secchielli capovolti così che sgrondino sempre perfettamente,

  • Prendere l’abitudine, dopo la bagnatura dei vasi, di eliminare, trascorsa una mezz’ora, l’acqua in eccesso. Se questa pratica non è necessaria nei vasi esposti in pieno sole, come quelli dei gerani, dove si asciugherebbe comunque nel giro di una giornata causando la morte delle larve presenti, va applicata con metodo per i vasi delle piante poste in ombra dove l’acqua può restare da una bagnatura all’altra rinnovandosi,
  • Eliminare copertoni d’auto, bracieri senza punti di scolo, ciotole di animali domestici non più utilizzate,
  • Chiudere in modo totale buchi nei muri e nella pavimentazione che possono raccogliere acqua. Bidoni e depositi vanno coperti con una rete da zanzariera,
  • Introdurre in vasche, fontane e laghetti alcuni pesci che si cibino delle larve, ottimi i semplici carassi,
  • Tendere bene i teli delle coperture, per esempio sulla catasta di legna, perché nelle pieghe non si formino accumuli.

Seconda fase: distruggere le larve

Alcuni recipienti di raccolta dell’acqua sono funzionali come fontane, vasche e laghetti. In questi dovremo eseguire una lotta contro le larve perché la presenza di adulti si traduce in una potenziale deposizione di uova con crescita demografica esplosiva. Oggi, pur continuando ad agire con i metodi dissuasivi per tenere lontano da case e giardini gli adulti, la lotta alle zanzare si concentra sulle larve, e diventa pertanto una sorta di prevenzione attiva del problema. Per essere efficace la lotta alle larve deve essere sistematica, diventare in altre parole una pratica routinaria come le normali operazioni di giardinaggio. Ogni prodotto larvicida ha tempi d’efficacia propri e quindi deve essere applicato con diversa cadenza. Esistono in commercio diversi formulati, liquidi o solidi, in gocce o da irrorare, in polvere o in pastiglie o in granuli: occorre scegliere quello ritenuto più facile da distribuire. I larvicidi più diffusi in commercio sono prodotti a base di: Pyriproxifen, Diflubenzuron e Bacillus thuringiensis var. israelensis che troverete abbreviato con la sigla “Bti”.

  • Pyriproxifen: è un prodotto che interferisce sui meccanismi di crescita larvale impedendo lo sviluppo dell’insetto adulto. Non uccide subito le larve che potremo notare ancora attive per diversi giorni ma è dotato di lunga persistenza. Si applica una volta ogni 30 giorni. Leggere sempre attentamente le istruzioni per dosaggi, diluizioni, tempi, e modo di applicazione diversi per ogni prodotto.
  • Diflubenzuron: il meccanismo di azione è l’inibizione di un ormone presente solo negli insetti e nei crostacei che consente la sintesi di chitina, il principale componente dell’esoscheletro di questi animali. Valgono anche per questo le stesse considerazioni sopra riportate.
  • Bti: può essere considerato un larvicida biologico, quello a minore impatto ambientale per il controllo delle zanzare. Agisce per ingestione ed in tempi molto rapidi. Le tossine batteriche, attivate solo nell’intestino delle larve di zanzara e di altri ditteri, causano la morte delle larve in poche ore. Si applica una volta ogni 10/14 e sempre dopo una pioggia abbondante che possa averlo dilavato.

Combattere le larve con metodi naturali

L’unico modo di lotta a impatto zero è l’utilizzo di predatori naturali delle larve: non potendo allevare libellule ripiegheremo sui pesci. I carassi, i normali pesci rossi, sono quelli di più facile gestione perché economici, efficaci e facili da ricoverare durante l’inverno in un mastello in un locale luminoso con temperature non troppo fredde. Lo stesso che utilizzeremo per i limoni. Non possono vivere di sole larve di zanzare e quindi aiutiamoli con un mangime specifico distribuito in quantità moderate.

Terza fase: lotta agli adulti

La lotta agli adulti non è facile. Dove il problema è sentito, l’utilizzo di zanzariere è sempre consigliato. Oggi sono moltissime le soluzioni, anche personalizzabili. Leggere, resistenti, facili da istallare, durature e meno costose di un tempo sono l’unica barriera veramente efficace per tenere fuori casa le zanzare. È sempre importante a inizio stagione, quando si srotolano per la prima volta verificarne attentamente l’integrità. Le zanzare sono capaci di trovare il punto dove è presente anche solo una maglia rotta o allentata per entrare. Numerosi video documentano la loro maestria nel passare, una zampa alla volta, in pertugi minimi.

All’aperto le trappole con richiamo luminoso sono una soluzione sempre valida perché catturano gli insetti che ne sono attratti. Oggi sono disponibili anche con lampade a LED a basso consumo che le rende facili da ricaricare e utilizzare sia all’aperto in giardino sia in campeggio o nelle seconde case.

Un’azione di respingimento delle femmine, le uniche che pungono perché si cibano di sangue, si ottiene anche con apparecchi che emettono ultrasuoni, non udibili dall’uomo, simili a quelli della zanzara maschio. Questo principio oggi applicato per liberare un balcone o un ambiente è stato inizialmente testato come dispositivo personale da indossare.

Non mancano prodotti insetticidi a largo spettro d’azione e a lunga persistenza che possono essere spruzzati su siepi, cespugli, alberi, cotico erboso o pareti di casa per formare una barriera protettiva. Leggete sempre con cura tutte le istruzioni per capire la corretta modalità di distribuzione e i dosaggi, garanzia di efficacia, ma anche avvertenze e controindicazioni eventuali.

Infine, si può scegliere di mettere a dimora vasi e cassette con piante particolari, dotate di un buon potere di respingimento delle zanzare grazie agli oli essenziali aromatici che contengono nelle foglie. Per esempio geranio odoroso, citronella, tagete, rosmarino e lavanda, oppure alla Catalpa. 

Oppure creare delle trappole che le attirano.

Quarta fase: protezione personale

I prodotti per la protezione personale si basano tutti sull’utilizzo di sostanze repellenti sgradite agli insetti che devono essere rinnovate e sparse con attenzione su tutte le zone sensibili perché è su quelle “scoperte” che si possono concentrare gli attacchi. E se per caso vi avessero già punto, esistono prodotti lenitivi che fanno passare il prurito. 

Uno spray tutto naturale contro le zanzare 

Per tenere lontane le zanzare dalle finestre è possibile preparare un insetticida da spruzzare a base naturale utilizzando i fiori di crisantemo, Chrysanthemum cinerarifolium, dai quali si estrae la piretrina. Prelevare 50 grammi di fiori e lasciarli macerare per una settimana in 150 ml di alcool a 95°. Filtrare e aggiungere 100 ml di acqua distillata. Conservare in un contenitore vuoto che abbia il getto di uscita spray e utilizzare al bisogno. Non usare sulla pelle, ma solo in ambienti esterni. Se si spruzza in casa, dopo occorre aerare l’ambiente prima di soggiornarvi.

Quando le zanzare ormai hanno punto

Se qualche zanzara ha superato la nostra protezione di piante odorose e ci ha punto, per alleviare il prurito si possono si possono utilizzare rimedi naturali.
Alcune foglie di menta stropicciate sulla pelle, donano un’immediata sensazione di freschezza e calmano il prurito.
Per attenuare un eventuale gonfiore si può schiacciare una cipolla fresca e porre la polpa sulla pelle tra due garze: la cipolla contiene vitamina C, iodio, potassio che le conferiscono potere antisettico e disinfettante.

Le piante efficaci contro le zanzare

Così come per eliminare le formiche da casa, anche per allontanare le zanzare si possono utilizzare prodotti naturali oppure usare le piante che con le loro fragranze agiscono da repellente. Ecco le più conosciute. Alcune piante contengono oli essenziali e altre sostanze a noi gradite, oppure che semplicemente non percepiamo, che  risultano repellenti per gli insetti, soprattutto le zanzare. Chiaramente una pianta sola non ha alcun effetto, al massimo tiene lontani gli insetti dalla propria chioma. Per un risultato percepibile, anche se non efficace al 100%, occorre realizzare una barriera con più piante: per esempio si possono mettere sul davanzale della finestra tre o quattro vasi di pelargoni odorosi e quell’accesso alla nostra casa sarà certamente il primo a essere scartato dalle zanzare. 

Geranio odoroso

Pelargonium graveolens è una pianta ornamentale con foglie profumate il cui aroma agisce come repellente. Basta acquistare in vivaio le piante già adulte e rinvasarle in cassette o ciotole da porre all’aperto sul terrazzo o sul balcone. In erboristeria è possibile acquistare l’olio essenziale che si estrae, per distillazione, da fiori, foglie e fusto di Pelargonium graveolens e che possiede un aroma repellente per mosche e zanzare: quattro o cinque gocce unite a 100 ml di olio di mandorle, compongono una miscela che può essere spalmata sulla pelle prima di sostare sul terrazzo.

pelargonium

Citronella

È una pianta erbacea perenne e sempreverde che appartiene al genere Cymbopogon ed è conosciuta anche con il nome inglese Lemongrass. Ha foglie lunghe di colore verde intenso che tendono a ricadere verso l’esterno, adatta alla coltivazione in vaso. Le varietà più indicate per essere utilizzate come piante antizanzare sono Cymbopogon nardus, C. citratus o C. winterianus, le cui foglie emanano un odore sgradito agli insetti.

Rosmarino e lavanda

Chi ha un balcone ben esposto al sole, per tenere lontane le zanzare può coltivare in grossi vasi Rosmarinus officinalis e Lavandula hydrida detta anche “lavandino”. Oltre a tenere lontane le zanzare si avrà una scorta di foglie aromatiche e di fiorellini decorativi.

rosmarino-lavanda

L’albero

Esiste anche un albero che ha un’azione repellente nei confronti delle zanzare: la catambra. È un nome di fantasia, derivante da Catalpa (il genere botanico delle piante madri di partenza) ed Ambrogio (il cognome del vivaista bresciano suo ideatore). L’azione repellente verso le zanzare è dovuta alla naturale presenza, nelle foglie della catambra, del catalpolo.

Le piante tropicali

In alcuni enti di ricerca degli Stati Uniti sono in corso approfondite sperimentazioni riguardo alla possibilità di utilizzare, quali repellenti naturali, gli oli essenziali estratti da alcune specie arboree di origine tropicale o le piante tal quali come la andiroba (Carapa guianensis), pongamia (Pongamia pinnata) e melaleuca (Melaleuca alternifolia)

Sinergia fra pubblico e privato

Gli studi condotti in Trentino dal progetto LExEM (Laboratorio di Eccellenza per l’Epidemiologia e la Modellistica) ha messo in luce come l’impatto degli interventi pubblici per il controllo delle zanzare tigre sortiscano un effetto positivo molto limitato perché interessano solo aree interessate dallo sviluppo di focolai in strutture di uso comune come strade, parchi, fognature, bacini. A restare escluse sono tutte quelle piccole realtà occupate per riprodursi dalle zanzare in ambito privato che già abbiamo illustrato. Dopo aver illustrato “porta a porta” metodi e vantaggi della lotta si è potuto riscontrare che l’azione sinergica, pubblico e privato, ha consentito di dimezzare le uova rilevate nelle ovitrappole predisposte per il monitoraggio.

Un pericolo per la salute?

La pericolosità della zanzara tigre come vettore di malattie per l’uomo per problematiche sanitarie come la malaria e la febbre gialla, è reale ma solo se si creano condizioni particolari. La zanzara agisce soltanto da vettore. Quindi, solo se sul territorio vi sono persone portatrici del virus, l’insetto trasferisce i virus da un ospite all’atro succhiando sangue e iniettando successivamente il fattore anticoagulante prima di nutrirsi.

Il vettore preferenziale dei virus Zika, West Nile, Chikungunya e Dengue è la zanzara Aedes aegypti che, seppur segnalata nel nostro paese, non è stata in grado di diffondersi perché sensibile alle basse temperature. La zanzara tigre per questi virus ha una minore capacità di diffusione e la concentrazione degli insetti deve essere piuttosto elevata per consentire la circolazione del virus. In ogni caso resta fastidiosa per le forti reazioni cutanee che provoca con i suoi morsi, spesso dolorosi e con possibile reazione allergica. A essere più esposti sono invece gli animali domestici perché la zanzara tigre e la zanzara coreana possono veicolare la filariosi per cani e gatti. Necessario in questi casi proteggerli con prodotti di comprovata validità, ricordandosi di rinnovarli quando il loro effetto si avvicina al termine.

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