Kumquat o mandarino cinese

Citrus japonica

Kumquat o mandarino cinese

  • Il kumquat ha la polpa acidula/dolciastra e si consuma fresco con la buccia oppure può essere utilizzato per fare canditi, gelatine, marmellate e conserve sotto spirito.
  • Fortunella margarita è un piccolo albero sempreverde, molto cespuglioso, alto circa 1 m, ben formato, con molti rami provenienti dal ceppo omogeneamente distribuiti.
  • Profumato, gustoso e digestivo, il frutto di kumquat è molto duraturo e resta sui rami per mesi.
  • Il kumquat è un frutto dal valore simbolico positivo: il suo nome in cinese significa “mandarino d’oro” ed è considerata una pianta sacra.
  • Il kumquat è noto anche con il nome di Fortunella, in omaggio al botanico britannico Robert Fortune che per primo lo introdusse in Europa dalla Cina.
  • Il kumquat ha la polpa acidula/dolciastra e si consuma fresco con la buccia oppure può essere utilizzato per fare canditi, gelatine, marmellate e conserve sotto spirito.
  • Fortunella margarita è un piccolo albero sempreverde, molto cespuglioso, alto circa 1 m, ben formato, con molti rami provenienti dal ceppo omogeneamente distribuiti.
  • Profumato, gustoso e digestivo, il frutto di kumquat è molto duraturo e resta sui rami per mesi.
  • Il kumquat è un frutto dal valore simbolico positivo: il suo nome in cinese significa “mandarino d’oro” ed è considerata una pianta sacra.
  • Il kumquat è noto anche con il nome di Fortunella, in omaggio al botanico britannico Robert Fortune che per primo lo introdusse in Europa dalla Cina.

Le fortunelle, famiglia delle Rutaceae, meglio conosciute come kumquat o mandarini cinesi, sono originarie di diversi Paesi dell’Estremo Oriente. Si tratta di piante di sviluppo modesto, spesso con portamento quasi arbustivo e forma tendenzialmente rotondeggiante, ideali per la coltivazione in vaso o spesso utilizzati come bonsai.

Ne esistono sei specie, ma due sono quelle di riferimento: Fortunella obovata, utilizzata nella maggior parte dei casi come pianta ornamentale, e Fortunella margarita, il vero e proprio kumquat da frutto.

Una volta appartenenti allo stesso genere citrus, oggi il fortunella è stato separato: a distinguerli è la diversa fisiologia invernale della pianta; i citrus continuano a vegetare, le fortunelle entrano in stato di riposo vegetativo. L’ibridazione dei due generi è possibile.

Le foglie del kumquat sono scure e lucide nella pagina superiore, più chiare in quelle inferiori, lanceolate e lunghe fino a 9 cm; i rami sono protetti da spine, mentre i fiori sono bianchi, profumati, larghi 2 cm e riuniti in mazzetti ascellari.

I frutti di kumquat si presentano lisci al tatto, di un bel colore arancione, molto numerosi, gustosi e digestivi, e possono restare a lungo sulla pianta aumentandone il valore decorativo. Il sapore della polpa è dominato da una nota acida; è l’unico agrume a poter essere consumato intero con la buccia.

Fioritura

InvernoPrimaveraEstateAutunno

Il kumquat fiorisce dalla primavera all’estate.

Commestibilità

SemiFoglieFioriFustoFruttiRadici

Riproduzione

SemeTaleaDivisioneBulboInnestoMargottaPropaggine

La riproduzione del kumquat si può effettuare in diversi modi: semina, talea, polloni

I semi si pongono in cassone freddo all’aperto in primavera, quando le temperature hanno raggiunto i 15°C, coprendoli con 3 cm di terriccio da fiore, drenato e ricco di sostanza organica. A fine estate si ripicchettano in vivaio a 20 cm di distanza proteggendoli dal sole e dal freddo. A due anni si trapiantano di nuovo a 50 cm. Si tenga presente che le piante ottenute per seme a livello hobbystico spesso si mostrano più deboli e meno vigorose di quelle cresciute in vivaio, e non sempre fruttificano.

Per talea: a primavera si prelevano talee di circa 50 cm dai rami spinosi e si pongono in terriccio sabbioso lasciando fuori dal terreno tre gemme. Dopo tre anni si mettono a dimora.

I polloni si utilizzano per innesti su Poncirus trifoliata che conferisce alla pianta una buona resistenza al freddo e la capacità di radicare in terreni umidi compatti, argillosi e tendenzialmente umidi.

Semi

Come tutti gli agrumi, anche il kumquat contiene semi piccoli dal sapore amaro, da scartare prima del consumo.

Informazioni e curiosità

Il kumquat da frutto è un piccolo albero sempreverde, anch’esso molto cespuglioso e adatto alla coltivazione in vaso. È originario dei boschi umidi dell’Estremo Oriente (Cina, Malaysia), caratterizzate da temperature miti. Per tale motivo, nel nostro paese al Nord e al Centro deve essere protetto durante l’inverno, adattandosi perfettamente alle posizioni più luminose dei vani-scala.

La pianta è alta circa 100 cm, ben formata, con molti rami provenienti dal ceppo omogeneamente distribuiti. Le foglie coprono in modo uniforme i rami che occasionalmente conservano spine di difesa; lunghe fino a 8 cm, sono coriacee, come quelle dei limoni, rigide e sempreverdi, di forma lanceolata. I fiori, anch’essi distribuiti in modo omogeneo su tutta la vegetazione, compaiono una sola volta l’anno, in primavera, in genere da maggio, così che la fruttificazione sia una sola, in inverno. Hanno profumo gradevole, anche se non troppo intenso, sono piccoli e con forma di stella. Bianchi e larghi 2 cm, sono riuniti in mazzetti ascellari.

Nelle aree d’origine, e laddove le condizioni climatiche consentono una coltivazione in piena terra, come le zone costiere di buona parte del bacino del Mediterraneo, in particolare Grecia e Corfù, Australia e il Sud degli Stati Uniti, questa varietà raggiunge i 4 metri di altezza.

Fortunella japonica ha frutti di taglia più piccola e forma sferica e uno sviluppo in altezza più modesto rispetto a Fortunella margarita, una varietà che viene utilizzata anche per i bonsai. Le foglie sono più piccole e più chiare, le bacche hanno sapore acidulo, con un sentore di vaniglia.

Coltivazione

VasoPiena Terra

Il kumquat si coltiva sia in vaso (date le dimensioni contenute della pianta), sia in piena terra.

Collocazione

InternoEsterno

Il kumquat è una pianta da esterno che però teme le basse temperature; se tenuto in vaso, quindi, meglio ritirarlo durante il periodo invernale o proteggerlo con appositi teli. In generale, la pianta in vaso si adatta alla vita in casa purché si garantisca luce abbondante, temperature non troppo elevate e una buona umidità.

Concimazione

Per fertilizzare il kumquat, utilizzare un concime specifico per agrumi, da applicare ogni anno a fine inverno dopo che sono stati raccolti tutti i frutti.

Esposizione

SoleMezz’ombraOmbra

Come tutti gli agrumi, i kumquat devono avere tutta la luce possibile, specialmente in inverno o se tenuti in interno. All’aperto resistono anche in pieno sole d’estate soltanto se il terreno viene mantenuto fresco.

La pianta, come la maggior parte degli agrumi, soffre l’esposizione al vento, sia quelli freddi invernali che causano l’annerimento e la morte dei rami, sia quelli caldi estivi che accartocciano le foglie.

Annaffiatura

GiornalieraFrequenteRegolareOccasionale

L’acqua va distribuita al kumquat con frequenza variabile in funzione della stagione, ma almeno 3 volte alla settimana in estate, in piccole quantità.

Per le piante coltivate in contenitore, per non causare ristagni nei sottovasi, preferire recipienti che alla base presentino un rialzo (in genere di circa un centimetro di altezza), così da favorire uno sgrondo rapido e consentire solo un riassorbimento successivo dell’acqua in eccesso. Utilizzare per le annaffiature acqua a temperatura ambiente o fresca ma mai fredda perché uno shock termico eccessivo può portare a uno stato di prostrazione generale capace di affliggere la pianta per diverso tempo.

Potatura

La pianta di kumquat necessita di una potatura di contenimento, da effettuare sui rami che fuoriescono dalla forma, su quelli secchi o spezzati e sui succhioni. Si esegue quando necessaria senza seguire una precisa stagionalità.

Trapianto

Per il rinvaso o il trapianto in piena terra del kumquat (entrambi da effettuare in primavera), optare per un terreno non troppo fertile, umido ma ben drenato, ottenuto aggiungendo un quinto di sabbia al terriccio universale.

Ubicazione stagionale

Estate/primavera: il kumquat cresce al meglio all’esterno nei climi caldi, dove le temperature estive siano comprese fra i 25 e i 38°C o comunque dove la temperatura notturna si attesti attorno ai 15°C. Non bisogna dimenticare che le piante coltivate in vaso sono più esposte di quelle allevate in piena terra agli sbalzi termici. I vasi devono quindi essere posti in pieno sole ma nella stagione estiva sarebbe consigliato ombreggiare i contenitori così da evitare un surriscaldamento eccessivo di terreno e radici.

Autunno/inverno: sotto gli 8°C, se non protetto adeguatamente, il kumquat può danneggiarsi seriamente, quindi nel dubbio meglio tenerlo in casa nei mesi più freddi dell’anno.

In particolare, i kumquat possono svernare in due modi: come pianta sempreverde da interni o come pianta da frutto portata all’interno, tipo limonaia.

Come pianta da interni, il kumquat sopporta bene ambienti riscaldati con temperature non troppo elevate, purché si bagni con regolarità e moderazione, ponendo il contenitore su un ampio sottovaso con ghiaia da mantenere bagnata per creare un microclima favorevole, capace di contrastare cascole improvvise di foglie imputabili a temperature troppo elevate e aria troppo secca. La pianta non entra in fase di riposo vegetativo e continuerà a produrre nuove foglie, ma fiorirà comunque solo a primavera quando l’induzione luminosa data dall’allungarsi del giorno stimolerà l’apertura delle gemme.

Come pianta da frutto si ricovera su scale non riscaldate o in locali luminosi dove la temperatura può raggiungere o scendere anche sotto lo zero, purché non si creino correnti d’aria o ristagni di umidità.

All’esterno il kumquat può resistere, piantumato in posizione riparata, anche fino a dieci gradi sotto lo zero senza riportare danni di rilievo.

In questi due ultimi casi la pianta entra in fase di riposo vegetativo, diventando più resistente, ma i frutti non ingrossano e non si formano nuove foglie. In inverno ridurre le bagnature, così da mantenere il terreno appena fresco per le piante in vaso, e bagnare quelle in piena terra solo a fronte di prolungata siccità.

 

Bonsai

Il kumquat tollera molto bene gli spazi di un piccolo vaso bonsai, meglio di altri agrumi.

Raccolta

I frutti del kumquat maturano in un arco di tempo piuttosto lungo, da novembre a febbraio, e la raccolta deve essere scalare. Può raggiungere i 4 cm di lunghezza e un diametro paragonabile, anche se nella maggior parte ha forma leggermente allungata, ovale. Il colore è caratteristica distintiva delle diverse varietà: può andare dal giallo all’arancione carico.

La buccia, verde quando il frutto non è maturo, è liscia ma sono ben visibili le cellette di accumulo degli oli essenziali.

Il frutto può essere consumato sia fresco sia candito. Fresco è di sapore particolare perché unisce una polpa acidula con una buccia e un mesocarpo dolci e aromatici. Non devono essere sbucciati ma lavati e consumati interi. Non è necessario consumarli immediatamente: si possono conservare a temperatura ambiente per un paio di giorni o in frigorifero per due settimane. Si gustano anche canditi o in forma di marmellata oppure, facendoli macerare nell’alcool o nella grappa, si possono ottenere ottimi liquori digestivi.

Di limitato contenuto calorico, (100 grammi di frutto apportano circa 60 calorie), è una preziosa fonte di vitamina C, antiossidanti e potassio.

Ogni frutto contiene da tre a cinque semi.

 

Malattia e cure

Anche se non molto frequentemente, il kumquat può soffrire di clorosi. I sintomi sono quelli classici: ingiallimento delle foglie, caduta anticipata di foglie e frutti, fioritura stentata. Si deve intervenire senza perdere tempo con prodotti a base di elementi chelati, ferro e altri, in grado di essere assorbiti dalla pianta senza venire insolubilizzati dalla presenza di calcare attivo nel terreno. Come prevenzione evitare di utilizzare acque dure o acidificarle prima di annaffiare la pianta.

Le cocciniglie attaccano sia le piante da frutto coltivate in piena terra, sia quelle in vaso. Eseguire controlli a cadenza mensile e intervenire con prodotti specifici (meglio se naturali) al primo segno di infestazione.

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