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Per chi non avesse provveduto in autunno, a gennaio e in inverno è ancora possibile mettere in fioriere e contenitori le rose a radice nuda. Si chiama così la pianta che viene venduta dai vivaisti priva di vaso, con l’apparato radicale avvolto in un imballo protettivo, solitamente un sacco di juta, ma anche cartone o plastica contenente segatura umida. Queste rose sono meno costose di quelle nel vaso e adesso sono ancora in riposo vegetativo, ma mancano poche settimane prima che riprendano l’attività vegetativa e germoglino. È dunque necessario provvedere a interrare al più presto la nuova pianta per permetterle di assestarsi e di essere pronta a germogliare non appena le temperature si alzeranno sufficientemente.
Materiali necessari
Per interrare la rosa appena acquistata occorrono, oltre ovviamente alla rosa, terriccio, ghiaia (o argilla espansa), concime e un vaso. Quest’ultimo deve essere delle dimensioni giuste per consentire alle radici di espandersi bene e assorbire dal terreno gli elementi nutritivi necessari alla pianta per germogliare e svilupparsi adeguatamente. Per una rosa di un paio di anni di età, sarà sufficiente un vaso del diametro di circa 36 cm e altro circa 40 cm. I vasi in coccio garantiscono una maggiore stabilità della pianta (poiché sono più pesanti) e una migliore traspirazione rispetto a quelli in materiale plastico.
Come procedere
Sul fondo del vaso, oltre al classico coccio per tappare parzialmente il buco di scolo, necessario a far defluire l’acqua in eccesso e favorire il drenaggio del terreno, si dispone uno strato drenante di un paio di centimetri, costituito dalla ghiaia o argilla espansa.
Subito sopra, si versa un po’ di terriccio mescolato a un concime. Come terriccio, va benissimo quello universale, mescolato a un terzo di sabbia; nei centri giardinaggio, in alternativa, si trovano sacchi di terriccio già miscelato e arricchito di nutrienti specifici per rose. Come concime il migliore è organico (ad esempio letame), ma è adatto anche fertilizzante a lento rilascio.
Con questo mix, creare una montagnola di terra alta fino a circa un terzo del vaso.
Come si fa il rinvaso della rosa

Un paio d’ore prima del rinvaso, la pianta di rosa a radice nuda va liberata dall’imballo che avvolge le radici e tenuta entro un secchio contenente acqua e terriccio mescolati fino ad ottenere una consistenza densa. In questo modo le radici riprendono ad assorbire elementi nutritivi e si rinvigoriscono prima del trapianto in vaso. È utile anche una leggera spuntatina delle radici più lunghe e deboli, da eseguire con le forbici da potare (ben pulite ed affilate), prima dell’operazione.

La rosa è ora pronta a essere sistemata nel suo nuovo alloggio: tenendola dritta con le mani (l’utilizzo di guanti aiuterà a non pungersi!) al centro del vaso con le radici appoggiate sulla montagnola di terra, si procede riempiendo il vaso con ulteriore terriccio, fino ad arrivare in cima. Attenzione a non interrare anche il fusto della rosa; il “colletto” (cioè la zona di confine tra apparato radicale e fusto) della pianta deve essere appena al di sopra della superficie. La terra va quindi premuta e compattata con le mani. Infine si annaffia abbondantemente.
E dopo?
Appena rinvasata, la rosa deve essere potata, raccorciando di pochi centimetri tutti i suoi rametti. Il taglio deve essere eseguito in senso obliquo, appena al di sopra della terza o quarta gemma, meglio se rivolta verso l’esterno della pianta. Anche in questo caso, le lame delle forbici devono essere ben pulite e affilate per eseguire un taglio netto e non sfilacciato.
Una manciata di concime granulare a lenta cessione, mescolato al terriccio in superficie, aiuterà la pianta ad affrontare la ripresa vegetativa e il germogliamento primaverile con forza e vigore, donando una ricca e colorata fioritura!