Durante l’estate la ginestra fiorita si fa notare in giardino per la sua bellezza: Spartium junceum (famiglia delle Fabaceae), ossia la ginestra comune, cresce spontaneamente in molte zone dell’Europa meridionale e nel bacino del Mediterraneo regalando splendide fioriture dorate.
I fiori hanno la tipica forma “papilionacea”, sono vivacemente colorati e profumati. Si formano all’apice dei rami e abbelliscono la pianta da maggio a luglio, ma molto dipende anche dal clima (la fioritura, comunque, non viene ostacolata neanche dal caldo intenso). Una volta sfioriti, lasciano il posto ai frutti, piccoli baccelli verdi contenenti i semi.
L’arbusto ha sottili rami verdi eretti, simili a quelli del giunco (da cui il nome della specie, junceum) che, in media, raggiungono un’altezza di 2 metri. Le foglie sono piccole (un paio di centimetri circa), lineari e allungate; sono molto rade e cadono presto dai rami.
Il punto di forza della ginestra è senza dubbio la sua facilità di coltivazione e l’adattabilità ad ambienti anche poco ospitali.
Come coltivarla
La ginestra è una pianta rustica e resistente che cresce in ambienti caldi e secchi (sopporta temperature prossime ai 40°C pur tollerando anche il freddo) e ama il sole: se posizionata all’ombra o in mezz’ombra crescerà stentata e fiorirà poco. Si accontenta di terreni poveri, aridi e sabbiosi, raramente si ammala e in generale richiede pochissime cure.
Infatti, essendo dotata di un apparato radicale molto sviluppato e profondo, non richiede interventi d’irrigazione, se non subito dopo la messa a dimora e nei periodi più caldi durante il primo anno d’impianto: questo perché le radici sono perfettamente in grado di assorbire la poca acqua presente in profondità.
Non è necessario nemmeno concimarla perché è una pianta poco esigente anche dal punto di vista nutrizionale; infatti, come tutte le leguminose, è in grado di arricchire il suolo grazie alla sua capacità di fissare l’azoto atmosferico: attraverso una simbiosi con batteri “azotofissatori” presenti nelle sue radici, cattura l’azoto gassoso contenuto nell’aria del terreno e lo trasforma in un nutrimento per sé e per le piante vicine.
Tuttavia, se si desidera ottenere fioriture particolarmente intense e rigogliose, è possibile intervenire con una concimazione mirata: a fine inverno o inizio primavera, si può somministrare un concime organico (come stallatico maturo) o un fertilizzante granulare per piante da fiore, in modo da supportare la pianta prima della ripresa vegetativa.
Quando potarla
Per avere una ginestra fiorita a lungo, sempre in ordine e sana, gli unici interventi necessari sono quelli di potatura (da eseguire sempre con attrezzi in perfetto ordine). La ginestra, infatti, è un arbusto estremamente vigoroso e dalla crescita molto disordinata.
Più nello specifico, si può effettuare una potatura primaverile per rimuovere i rami secchi o rovinati: si tratta di un intervento leggero, allo scopo di accorciare i rami più lunghi, danneggiati dal freddo o malati e conferire una forma più ordinata alla pianta.
Alla fine dell’estate o all’inizio dell’autunno si può invece eseguire una potatura di fine fioritura per tenere sotto controllo lo sviluppo della pianta e impedirle di produrre semi diventando infestante. In questo caso bisogna rimuovere i fiori appassiti e accorciare i rami che hanno fiorito per dare forza e vigore alla pianta.
Riassumendo, le fasi per una potatura corretta della ginestra sono le seguenti:

Una volta ogni 3-4 anni è consigliabile eseguire un taglio drastico della pianta di ginestra, a 50 cm dal suolo: in questo modo viene ringiovanita e rinvigorita una pianta adulta. Meglio eseguire questo taglio in autunno (settembre-ottobre).

Una lieve potatura primaverile della ginestra viene, invece, eseguita ogni anno per ripulire la pianta da rami secchi, deboli o lesionati. Con questo intervento, inoltre, si mantiene la pianta nella forma voluta, evitando che si allarghi troppo.

Sempre ogni anno, è importante una potatura dopo la fioritura della ginestra, a settembre od ottobre, quando i fiori sono tutti appassiti: quest’intervento viene fatto al fine di evitare lo sviluppo dei frutti, e quindi dei semi, che, una volta maturi, vengono scagliati all’apertura del baccello andando a disseminarsi tutt’intorno. Tutti i rami che hanno fiorito vengono quindi raccorciati asportando i fiori secchi. In questo modo, inoltre, viene favorito l’infoltimento della chioma nelle piante più giovani e viene diradata, invece, la chioma di quelle più vecchie e disordinate.