Viburno

Viburnum

Viburno

  • Con il viburno è possibile creare un "muro" naturale ai confini delle proprietà.
  • Un'intera siepe realizzata con viburnum tinus.
  • Il viburno (in foto viburnum opulus) si può coltivare anche come esemplare singolo, per abbellire un'aiuola in giardino.
  • Il viburno produce spettacolari infiorescenze rosa, rosse o bianche, spesso riunite in ombrelle o pannocchie.
  • Le bacche di viburno sono sferiche, lucide e talvolta di colore blu.
  • Il genere viburnum comprende circa 200 specie spesso usate in giardino, ma decorative anche in vaso.
  • Con il viburno è possibile creare un “muro” naturale ai confini delle proprietà.
  • Un’intera siepe realizzata con viburnum tinus.
  • Il viburno (in foto viburnum opulus) si può coltivare anche come esemplare singolo, per abbellire un’aiuola in giardino.
  • Il viburno produce spettacolari infiorescenze rosa, rosse o bianche, spesso riunite in ombrelle o pannocchie.
  • Le bacche di viburno sono sferiche, lucide e talvolta di colore blu.
  • Il genere viburnum comprende circa 200 specie spesso usate in giardino, ma decorative anche in vaso.

Originario dell’Europa centro-meridionale, ma diffuso anche in America e in Asia, il viburno, appartenente alla famiglia delle caprifoliaceae, è fra i più begli arbusti che si possano incontrare lungo le strade, nei parchi e nelle aree verdi delle nostre città. In primavera le foglie richiamano l’attenzione per la loro simmetria e la loro eleganza, i fiori bianchi spiccano sulla vegetazione aperta e rada, e i frutti, che in estate si colorano di verde, rosso e nero, attirano una moltitudine di uccelli. 

Il genere viburnum conta circa 200 specie, quasi tutte arbustive, di cui solo 3 sono varietà autoctone europee, già ben conosciute nell’antichità: viburnum lantana, v. opulus, v. tinus.

In tutti i casi si tratta di piante di grande valore ornamentale e facilmente utilizzabili nelle più differenti condizioni ambientali, ma non ancora sufficientemente conosciute e valorizzate.

A seconda della specie, i viburni possono essere impiegati sia come esemplari isolati, sia riuniti in gruppi a formare siepi, barriere verdi o boschetti, oppure possono trovare collocazione in contenitori per terrazzi o fioriere per giardini. Alcune specie vengono utilizzate anche per la produzione di fronde verdi e fiori da recidere, che risultano dotati di una buona durata quando posti in acqua dopo il taglio. Queste piante si riproducono per seme e si concimano utilizzando ogni primavera del terricciato di letame maturo; il terreno va mantenuto fresco e umido da annaffiature regolari, mentre deve presentarsi di struttura leggera, fertile e sempre ben drenato. Il viburno cresce al meglio in posizione soleggiata o solo moderatamente ombreggiata e va potato regolarmente (tranne che nel periodo della fioritura); la pianta non teme né il freddo né il caldo, ma non sopporta i ristagni idrici, che facilitano l’insorgenza di funghi e muffe.

Per facilitarne la classificazione, il genere viburnum è stato suddiviso in sezioni, facendo riferimento a diversi caratteri botanici specifici. La distinzione tre le diverse specie di viburni si basa fondamentalmente sulla forma e sulla dimensione delle foglie, che possono essere caduche, semipersistenti o persistenti ed avere consistenza diversa, da tenera a coriacea.

Poche sono le specie arboree, alte anche sino a 6-7 metri, mentre prevalenti sono quelle arbustive, alte non più di 2-3 metri.

I fiori sono generalmente piccoli, bianchi o rosati, a volte molto profumati, e quasi sempre raggruppati in una infiorescenza terminale, simile a una ombrella composta o a un corimbo.

I frutti sono piccole drupe di forma ovale, con un unico seme all’interno, di colore variabile (arancione, rosso, blu). Nonostante la loro bellezza, non sono commestibili.

Alcuni tra i viburni più facilmente reperibili in commercio sono: 

  • Viburnum lantana: arbusto deciduo, alto fino a quattro metri, con foglie ovate verdi-grigio che diventano porpora in autunno, fiori di color crema in maggio e frutti dapprima gialli, quindi rossi, poi neri a maturità. 
  • Viburnum opulus: arbusto deciduo, alto sino a 4-5 metri, con foglie a tre lobi di colore verde scuro, poi rosse in autunno, fiori bianchi in maggio a cui seguono frutti rossi in autunno. 
  • Viburnum plicatum: arbusto deciduo, di forma espansa, alto sino a due metri, con foglie ovate o ellittiche e numerosissimi fiori bianchi o rosa che compaiono in aprile-maggio. 
  • Viburnum tinus: arbusto o piccolo albero sempreverde, alto sino a quattro metri, presenta foglie ovoidali, di colore verde scuro, fiori rosa quando in bocciolo e bianchi quando aperti, da novembre a maggio, e frutti ovoidali di colore blu persistenti sui rami dall’autunno alla primavera, quindi anche accanto a nuovi fiori. La varietà “Lucidum” presenta foglie molto lucide e più grandi rispetto a quelle delle altre varietà. 

Fioritura

InvernoPrimaveraEstateAutunno

Il viburno fiorisce durante l’inverno o in primavera-estate a seconda della varietà.

Commestibilità

SemiFoglieFioriFustoFruttiRadici

Riproduzione

SemeTaleaDivisioneBulboInnestoMargottaPropaggine

Le piante di viburno si moltiplicano mediante talea di ramo, da prelevare in giugno-luglio per le specie decidue e in settembre-ottobre per quelle sempreverdi. Le talee vanno poste a radicare i vasetti riempiti con sabbia e terriccio universale e mantenute per alcuni mesi a temperature comprese tra 15 e 20°C.

I viburni possono essere propagati anche mediante seme, da porre a dimora in un terreno leggero di foglie, alla profondità di mezzo centimetro, mantenuto fresco; questo metodo tuttavia è più lungo e spesso non offre le stesse garanzie di riuscita del metodo tramite talea.

Semi

Il seme di viburno, contenuto nelle bacche, è marrone con superficie rugosa e forma leggermente allungata, simile quasi a un chicco di caffè.

Informazioni e curiosità

Al momento dell’acquisto in vivaio, preferire piante di viburno giovani ma vigorose, con più fusti, senza tagli o ginocchiature e con un apparato radicale che non sia visibile in superficie. Evitare di acquistare esemplari molto grandi perché più difficilmente adattabili alla nuova realtà in cui saranno collocati.

Coltivazione

VasoPiena Terra

Il viburno cresce per lo più in piena terra, anche spontaneamente, ma coltivato in contenitore sul terrazzo diventa un’ottima pianta decorativa, a patto però di non usare sottovasi, rinvasare ogni tre anni e rinnovare lo strato superficiale del terreno ogni primavera.

Collocazione

InternoEsterno

Il viburno è una pianta da esterno, spesso utilizzato per creare siepi decorative in parchi e giardini.

Concimazione

Il viburno è poco esigente per quanto riguarda gli apporti di fertilizzanti: per le piante in pieno campo le concimazioni vanno eseguite quasi unicamente al momento della messa a dimora, con prodotti organici (letame bovino maturo, stallatico) o chimici solidi, ricchi in azoto e fosforo.

Ogni anno in primavera è invece indispensabile concimare le piante mantenute in contenitore con prodotti solidi in granuli o in polvere da sciogliere nell’acqua di irrigazione.

 

Esposizione

SoleMezz’ombraOmbra

Il viburno cresce molto bene nelle posizioni pienamente soleggiate, nelle quali lo sviluppo è più veloce, le foglie appaiono più lucenti e i fiori sono più numerosi; tollera bene anche le esposizioni in mezz’ombra.

Non è invece adatto ai luoghi molto ombrosi, nei quali rallenta vistosamente lo sviluppo vegetativo, tende a diradare il fogliame (che rimane più piccolo e meno verde) e forma pochissimi fiori.

Le specie caduche sopportano molto bene i freddi invernali e le coperture nevose, mentre quelle sempreverdi possono venire colpite da gelate invernali, che danneggiano soprattutto gli apici delle giovani piante.

Le specie che presentano fioriture precoci hanno bisogno di una posizione riparata, per evitare che le gelate tardive danneggino la fioritura.

 

Annaffiatura

GiornalieraFrequenteRegolareOccasionale

Il viburno non necessita di molta acqua e generalmente può bastare quella delle piogge; tuttavia, in caso di prolungata siccità primaverile o estiva, è indispensabile procedere a frequenti e abbondanti irrigazioni, specialmente per gli esemplari coltivati in vaso o fioriera.

Tutti i viburni tollerano un moderato ristagno di acqua nel terreno, ma solo nella fase adulta, quando l’apparato radicale è ben strutturato; in fase giovanile (1-3 anni) gli eccessi di acqua nel terreno possono invece causare marciumi radicali.

Potatura

La potatura del viburno si effettua allo scopo di sfoltire internamente la chioma ed eliminare i rami troppo lunghi oppure per sagomare in forma obbligata le specie utilizzate per creare siepi. Nella tarda primavera si potano le specie a fioritura invernale, mentre al termine dell’estate quelle a fioritura tardo-primaverile.

 

Trapianto

Chi ha a disposizione un giardino, può trapiantare il viburno in piena terra per creare siepi pure o miste. Il terreno ideale per la sua coltivazione è fresco, leggero, fertile e sempre ben drenato, dotato di una moderata quantità di argilla. È preferibile che sia leggermente acido, con pH compreso tra 6 e 6,5. Vanno invece evitati i suoli asciutti e quelli troppo sciolti.

Le specie decidue si possono piantare sia in autunno, sia in primavera, mentre per quelle sempreverdi è consigliabile attendere il termine del periodo invernale.

Per la coltivazione in contenitore servono substrati a base di torba e foglie di bosco.

 

 

Ubicazione stagionale

Il genere, il viburno può restare all’esterno tutto l’anno senza particolari protezioni trattandosi di una pianta particolarmente resistente sia alla calura estiva, sia al gelo. Valutare sempre comunque le esigenze della singola varietà che si vuole coltivare.

Bonsai

La versione bonsai del viburno è altrettanto resistente e produce i caratteristici fiorellini bianchi.

Raccolta

Essendo tossiche, le bacche di viburno non si possono raccogliere ma con le foglie essiccate della specie v. lantana, invece, si può preparare un ottimo decotto dalle proprietà antidiarroiche e astringenti.

Malattia e cure

I viburni sono piante generalmente resistenti agli attacchi dei parassiti. Tuttavia, soprattutto gli esemplari giovani e quelli cresciuti in condizioni non pienamente favorevoli possono essere colpite da insetti quali:

  • Afidi: in primavera, sulla nuova vegetazione, si sviluppano colonie di piccoli insetti che, alimentandosi dei succhi della pianta, causano ingiallimenti, deformazioni dei margini fogliari, arresto di sviluppo, formazione di melata e di fumaggine. Gli attacchi sono più frequenti negli esemplari giovani. Si intervenga con trattamenti tempestivi tramite insetticidi a base di piretro (o più specifici, nel caso di grave attacco). Concimare inoltre con prodotti ricchi in fosforo e potassio, elementi che rendono più robusta la pianta.
  • Tripidi: sulle foglie si notano delle piccole decolorazioni con riflessi argentei; le punture di questi piccolissimi insetti causano accartocciamenti delle giovani foglie, seccume lungo i margini fogliari e generale deperimento. Ricorrere a insetticidi specifici, diversi da quelli utilizzabili contro gli afidi.        
  • Oziorrinco: sui margini delle foglie si notano erosioni semicircolari. Questi insetti di colore nero si alimentano durante le ore notturne dei mesi estivi, mentre durante il giorno rimangono nascosti nello strato superficiale del terreno. Il danno può risultare assai grave e determinare disseccamenti fogliari e deperimento vegetativo. Gli insetticidi normalmente impiegabili in ambito domestico risultano scarsamente efficaci nei confronti di tale insetto. Effettuare una lotta diretta durante le ore serali, cercando sulle foglie gli insetti adulti in fase di attiva alimentazione.

Durante i periodi molto caldi e secchi si possono avere anche attacchi da parte di acari che determinano sulla pagina fogliare piccole punteggiature di colore bronzeo; in seguito l’intera foglia ingiallisce e dissecca. Gli interventi curativi devono essere effettuati al primo apparire dei sintomi, con prodotti chimici specifici contro gli acari, chiamati “acaricidi”.

Più raramente si segnalano attacchi da parte di funghi sul viburno, quali:                                

  • Cancro dei rami: si manifesta con la comparsa sui rami di aree rinsecchite, che poi si fessurano e dalle quali si distacca la corteccia. La vegetazione vicina alle lesioni ingiallisce e dissecca; successivamente può venire interessata l’intera pianta, che nei casi più gravi e negli esemplari più giovani può deperire rapidamente.
  • Macchie fogliari: sulle foglie più vecchie compaiono delle macchie tondeggianti bruno scuro, inizialmente di pochi millimetri di diametro. Le infezioni sono favorite dal clima umido e sono più frequenti sulle giovani piante. Nel caso di forti attacchi le parti colpite seccano e poi cadono. A livello curativo intervenire tempestivamente alla prima comparsa dei sintomi con anticrittogamici a base di rame o più specifici.

A livello preventivo:                      

  • evitare l’eccesso di acqua nel terreno ( o nel terriccio ) o sulla chioma;
  • non piantare in luoghi con scarsa ventilazione, quindi con elevato tasso di umidità;
  • non concimare troppo con azoto (che causa rammollimento delle parti verdi);
  • potare e sfoltire la chioma con regolarità;
  • acquistare piante sane, vigorose e non troppo grandi, dando la preferenza agli esemplari coltivati in vaso piuttosto che a quelli con zolla di terra.

 

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