Topinambur (pianta)

Helianthus tuberosus

La pianta di topinambur può raggiungere anche i 4 metri di altezza ed è molto infestante se lasciata libera di espandersi.

  • La pianta di topinambur può raggiungere anche i 4 metri di altezza ed è molto infestante se lasciata libera di espandersi.
  • La parte edibile della pianta di topinambur sono i tuberi: questi hanno un aspetto bitorzoluto e una buccia di colore variabile a seconda della varietà.
  • La fioritura della pianta di topinambur, che comincia sul finire dell'estate, porta alla formazione di bellissime infiorescenze gialle, simili a quelle del girasole.
  • I tuberi della pianta di topinambur si estraggono dal terreno e si raccolgono durante l'autunno e l'inverno.
  • Sebbene la pianta di topinambur tolleri la mezz'ombra, la produzione di tuberi accresce nelle condizioni di luce ottimale, ossia il pieno sole.
  • La pianta di topinambur può raggiungere anche i 4 metri di altezza ed è molto infestante se lasciata libera di espandersi.
  • La parte edibile della pianta di topinambur sono i tuberi: questi hanno un aspetto bitorzoluto e una buccia di colore variabile a seconda della varietà.
  • La fioritura della pianta di topinambur, che comincia sul finire dell’estate, porta alla formazione di bellissime infiorescenze gialle, simili a quelle del girasole.
  • I tuberi della pianta di topinambur si estraggono dal terreno e si raccolgono durante l’autunno e l’inverno.
  • Sebbene la pianta di topinambur tolleri la mezz’ombra, la produzione di tuberi accresce nelle condizioni di luce ottimale, ossia il pieno sole.

Il topinambur, noto anche come girasole del Canada, carciofo di Gerusalemme o patata selvatica, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae, la stessa del girasole (da cui il nome Helianthus).

Originario del Nord America, viene coltivato principalmente per i suoi tuberi commestibili, ricchi di inulina. Si tratta di una pianta imponente, che può raggiungere altezze notevoli, da 1,5 fino a 3-4 metri, formando spesso fitti cespugli. Il fusto è eretto, robusto, peloso e spesso ramificato nella parte superiore, con un colore verde, che può tendere al rossastro.

Le foglie della pianta di topinambur sono grandi, rugose, di forma ovale-lanceolata o a cuore, con margini seghettati e una punta acuminata. Le foglie inferiori sono generalmente opposte, mentre quelle superiori sono alternate. Hanno un colore verde intenso e sono ricoperte da una leggera peluria ruvida.

Il topinambur fiorisce in tarda estate e autunno e le infiorescenze sono simili a quella del girasole, ma più piccole, con un diametro di 5-10 cm. Sono capolini gialli vivaci, con petali esterni ligulati (a forma di linguetta) e di un bel giallo brillante. Il disco centrale è composto da numerosi piccoli fiori tubulosi gialli/arancioni.

La parte più interessante della pianta di topinambur è però rappresentata dai tuberi: questi hanno una forma irregolare e nodosa, che ricorda un po’ quella dello zenzero o di patate tozze e contorte. Il colore della buccia varia dal giallo-biancastro al rosato, violaceo o marroncino, a seconda della varietà. La polpa interna è bianca o crema.

La consistenza è croccante e succosa quando il topinambur è crudo, e tenera una volta cotto, mentre il sapore è delicato, leggermente dolciastro a metà strada tra il carciofo e la patata.

I tuberi si sviluppano sottoterra alla base della pianta e possono formare grappoli densi. Sono molto prolifici e tendono a diffondersi rapidamente nel terreno se non controllati, rendendo il topinambur una pianta quasi infestante in alcune condizioni (per questo, è consigliabile coltivarlo in aiuole dedicate o con barriere sotterranee per contenerne la diffusione).

La pianta di topinambur è estremamente rustica e resistente, crescendo in una vasta gamma di terreni, anche poveri (sebbene prediliga terreni ben drenati e leggermente sabbiosi). Tollera bene il freddo e può svernare nel terreno in climi non troppo rigidi; è anche resistente alla siccità una volta stabilita e ama il pieno sole.

Nonostante la sua robustezza, in condizioni di stress (terreno troppo compattato, ristagni idrici, estrema siccità, carenze nutrizionali gravi) la pianta di topinambur può indebolirsi e rischiare di ammalarsi. Per questo, una buona preparazione del terreno, un drenaggio adeguato, una corretta esposizione solare, un’irrigazione bilanciata e la rotazione delle colture sono le migliori difese contro la maggior parte dei problemi.

Fioritura

InvernoPrimaveraEstateAutunno

La pianta di topinambur fiorisce in tarda estate e autunno (da agosto a ottobre), producendo bellissime infiorescenze di colore giallo intenso.

Commestibilità

SemiFoglieFioriFustoFruttiRadiciBulboGemmeTubero

Riproduzione

SemeTaleaDivisioneBulboInnestoMargottaPropaggineTubero

La pianta di topinambur si riproduce principalmente in modo vegetativo, attraverso i suoi numerosi tuberi sotterranei. Questa è la modalità più efficace e diffusa, ed è anche il motivo per cui la pianta è considerata quasi “invasiva” in molti contesti.

Tali tuberi sono organi di riserva che, se lasciati nel terreno (o piantati), germoglieranno l’anno successivo dando vita a nuove piante. Più nello specifico, basterà piantare un tubero (o anche un frammento di tubero con almeno un “occhio” o germoglio, proprio come si fa con le patate) in primavera, o quando il rischio di gelate è passato e la temperatura del terreno inizia a salire (idealmente sopra gli 8°C), e questo darà origine a una nuova pianta.

Sebbene anche la riproduzione tramite seme sia possibile, risulta una tecnica di moltiplicazione molto complessa e non di riuscita certa.

Semi

I semi della pianta di topinambur sono piccoli, con forma allungata, stretta e leggermente appiattita, simile a un chicco di riso molto sottile o a un piccolo achenio.

Generalmente sono di un colore scuro, che può variare dal grigio-marrone al nero e possono avere una superficie leggermente striata o rugosa.

Si formano al centro del capolino fiorale (la parte “nera” del fiore, come nel girasole) dopo che i fiori sono stati impollinati. Ogni piccolo fiore tubuloso all’interno del disco centrale produce un seme.

Informazioni e curiosità

Il topinambur è un tubero versatile in cucina e nutriente, rappresentando un’ottima aggiunta a una dieta equilibrata e salutare, soprattutto per chi cerca un’alternativa alle patate con benefici per l’intestino e il controllo della glicemia.

Infatti, è poco calorico, contiene pochissimo amido ed è ricco di inulina, una fibra solubile che agisce come prebiotico, favorendo la crescita di batteri benefici nell’intestino (migliorando così il microbiota intestinale e la digestione). Aiuta anche a ridurre l’assorbimento di zuccheri e grassi.

Coltivazione

VasoPiena Terra

La coltivazione in vaso del topinambur non solo è possibile, ma permette anche di contenerne l’invasività trattandosi di una pianta che si espande molto rapidamente nel terreno. 

Per avere successo nella coltivazione del topinambur in vaso, bisogna però prestare attenzione ad alcuni aspetti:

  1. Dimensioni del vaso: essendo una pianta grande che produce molti tuberi sottoterra, il topinambur richiede un contenitore molto grande e profondo. L’ideale sarebbe un contenitore da almeno 40-50 cm di diametro e altrettanti di profondità, o anche più grande (più spazio si dà ai tuberi per svilupparsi, migliore sarà il raccolto). Per quanto riguarda i materiali, i vasi in terracotta sono ottimi per la traspirazione, ma anche quelli in plastica robusta vanno bene; l’importante è che abbiano fori di drenaggio adeguati.
  2. Terriccio: la pianta di topinambur è adattabile, ma per una buona produzione in vaso ha bisogno di un substrato di qualità. In particolare, bisogna usare un terriccio universale di buona qualità, ben drenante, leggero e non compatto e arricchito con sostanza organica come compost o letame maturo. Si può anche aggiungere un po’ di sabbia grossolana o perlite per migliorare ulteriormente il drenaggio.
  3. Esposizione e posizione adeguati: la pianta di topinambur ama il sole, per cui il vaso va posto in un punto dove riceva almeno 6-8 ore di luce solare diretta al giorno.
  4. Annaffiature regolari ma moderate: in vaso, le piante di topinambur si asciugano più velocemente rispetto a quelle coltivate in piena terra. Vanno annaffiate regolarmente, specialmente durante i periodi caldi e secchi, ma assicurandosi che il terreno non rimanga mai inzuppato, quindi lasciando asciugare lo strato superficiale del terriccio tra un’annaffiatura e l’altra.

Dato che le piante di topinambur possono raggiungere altezze considerevoli anche in vaso, potrebbe essere necessario prevedere un tutore o un palo per sostenerle, soprattutto in zone ventose, per evitare che si spezzino.

Collocazione

InternoEsterno

La pianta di topinambur, anche in vaso, si coltiva all’esterno, tenendo conto che non va esposta a temperature troppo basse per lunghi periodi.

Concimazione

Il topinambur è una pianta abbastanza rustica e poco esigente in termini di concimazione, ma una buona preparazione del terreno e un’adeguata integrazione di nutrienti possono favorire una produzione migliore, soprattutto per i tuberi.

1. Preparazione del terreno (concimazione di fondo)

Si esegue prima della messa a dimora e prevede l’utilizzo di compost maturo, letame maturo ben decomposto e humus di lombrico (un ammendante organico di alta qualità che fornisce nutrienti a lento rilascio).

Per favorire uno sviluppo sano e abbondante dei tuberi, è preferibile un fertilizzante con una maggiore quantità di fosfato (P) e potassio (K) rispetto all’azoto (N). Un eccesso di azoto, infatti, potrebbe favorire lo sviluppo della parte aerea (foglie e fusti) a discapito dei tuberi.

2. Concimazione durante la crescita

Se la concimazione di fondo è stata ben fatta e il terreno è già fertile, il topinambur potrebbe non necessitare di ulteriori concimazioni durante la stagione.

Al massimo, può essere consigliabile una leggera concimazione supplementare a giugno (quando la pianta è in piena crescita) con un fertilizzante bilanciato o leggermente più ricco di potassio per sostenere la formazione dei tuberi. Anche in questo caso, preferire concimi organici o a lento rilascio.

In sintesi, la chiave per una buona concimazione del topinambur è una solida concimazione di fondo con materia organica prima del trapianto, privilegiando un buon apporto di fosforo e potassio. Durante la crescita, eventuali integrazioni dovrebbero essere leggere e mirate a sostenere lo sviluppo dei tuberi, evitando eccessi.

Esposizione e luce

SoleMezz’ombraOmbra

La pianta di topinambur predilige un’esposizione in pieno sole (almeno 6-8 ore di luce solare diretta al giorno). Ciò massimizza la fotosintesi e favorisce una crescita robusta della parte aerea e, soprattutto, una maggiore produzione di tuberi. Un giardino esposto a Sud è spesso un’ottima scelta.

Occorre specificare che il topinambur è comunque una pianta molto adattabile e tollera anche la mezz’ombra. Da evitare invece le posizioni in ombra densa o costante, dove la luce solare è molto limitata: in queste condizioni, la crescita potrebbe essere stentata e la produzione di tuberi molto scarsa.

Annaffiatura

GiornalieraFrequenteRegolareOccasionale

Il topinambur è una pianta che, pur essendo abbastanza resistente alla siccità una volta stabilita, necessita di irrigazioni regolari, soprattutto durante i periodi di siccità prolungata e nelle fasi di maggiore crescita e sviluppo dei tuberi.

  • Fase iniziale (dopo la messa a dimora): è fondamentale mantenere il terreno costantemente umido per favorire la germinazione e l’attecchimento dei tuberi. Annaffiare, quindi, regolarmente, assicurandosi che il terreno non si secchi mai completamente.
  • Primavera ed estate (fase vegetativa e sviluppo tuberi): è il periodo in cui la pianta ha maggiori esigenze idriche. Generalmente, si consiglia di annaffiare circa una volta alla settimana se non ci sono piogge significative. In periodi di caldo intenso e siccità, la frequenza potrebbe aumentare a 2-3 volte la settimana per mantenere il terreno umido ma non eccessivamente bagnato. Si raccomanda di bagnare abbondantemente, in modo che l’acqua penetri in profondità nel terreno raggiungendo le radici, ma evitando di causare pericolosi ristagni idrici.
  • Autunno (dopo la fioritura e prima della raccolta): le esigenze idriche della pianta di topinambur tendono a diminuire. Le piogge autunnali sono spesso sufficienti.
  • Inverno: I tuberi sono in riposo vegetativo sottoterra. Non è necessario annaffiare durante questa stagione, specialmente se i tuberi sono nel terreno e ricevono l’acqua dalle precipitazioni; anche se coltivati in vaso e tenuti al riparo, non vanno annaffiati in inverno.

Il metodo migliore per capire quando annaffiare è controllare l’umidità del terreno, inserendo un dito per circa 5 cm: se è asciutto, è il momento di annaffiare.

L’applicazione di uno strato di pacciame organico (come paglia, foglie secche) attorno alle piante può aiutare a conservare l’umidità del suolo e ridurre la necessità di bagnature frequenti.

Infine, se possibile, un sistema di irrigazione a goccia è molto efficiente per la pianta di topinambur, in quanto fornisce acqua direttamente alle radici in modo costante e controllato, minimizzando gli sprechi e i ristagni.

Potatura

La potatura non è strettamente necessaria per la sopravvivenza del topinambur, che è una pianta molto rustica. Tuttavia, soprattutto una potatura di pulizia e una eventuale cimatura possono contribuire a mantenere la pianta più sana, a controllarne le dimensioni e potenzialmente a migliorare la resa dei tuberi.

  • Potatura di pulizia (ovvero la rimozione di foglie e steli morti, malati o danneggiati): durante la stagione di crescita, è buona pratica rimuovere, ogni volta che serve, qualsiasi parte della pianta che appaia sofferente. Questo aiuta a mantenere il topinambur sano, a prevenire la diffusione di malattie e a migliorare la circolazione dell’aria.
  • Cimatura (per il controllo dell’altezza della pianta o per favorire la crescita dei tuberi): il topinambur può crescere molto in altezza (fino a 2-3 metri o più), per cui, se la pianta diventa troppo alta e tende a piegarsi o se si vuole stimolare una maggiore produzione di tuberi a discapito della crescita vegetativa eccessiva, è possibile effettuare una cimatura degli apici (la punta del fusto principale). Questa operazione si esegue di solito in estate, prima o durante la fioritura.
  • Potatura dopo la fioritura (e prima della raccolta): una volta che il topinambur ha fiorito e gli steli iniziano a seccare (di solito in autunno, prima della raccolta dei tuberi), si può tagliare la parte aerea della pianta alla base. In questo modo, non solo si pulisce l’area di coltivazione, ma può anche aiutare la pianta a reindirizzare l’energia rimanente ai tuberi, che continueranno a ingrossarsi sottoterra.
  • Sfoltimento degli steli (opzionale): se le piante di topinambur sono troppo fitte e gli steli crescono molto ravvicinati, si possono sfoltire quelli più deboli per migliorare la circolazione dell’aria e la penetrazione della luce. Lo scopo è ridurre il rischio di malattie fungine e favorire una crescita più robusta degli steli rimanenti.

Rinvaso e trapianto

La primavera è il momento migliore per eseguire il trapianto del topinambur, generalmente da fine febbraio/marzo fino ad aprile/inizio maggio, quando il terreno si è riscaldato e il rischio di gelate è passato (temperatura del suolo di almeno 8-10°C).

Anche l’autunno può essere un buon periodo, soprattutto per trapiantare i tuberi direttamente dopo la raccolta, in previsione della crescita l’anno successivo. Tuttavia, in zone con inverni molto rigidi, potrebbe essere preferibile la primavera.

Il primo step riguarda la scelta dei tuberi, che devono essere sani, robusti e privi di segni di marciume o malattie. Possono essere di piccole, medie o grandi dimensioni.

Se i tuberi sono molto grandi, è possibile tagliarli in pezzi, assicurandosi che ogni pezzo abbia almeno 1-2 germogli e una porzione di radice. Ricordarsi di lasciare asciugare i singoli pezzi per qualche ora prima di piantarli per favorire la cicatrizzazione.

Il secondo passo è la scelta del luogo ideale per il trapianto, ovvero soleggiato (che riceva almeno 6-8 ore di luce solare diretta al giorno) e caratterizzato preferibilmente da un terreno leggero, ben drenato e ricco di sostanza organica. Evitare in ogni caso i ristagni idrici, che possono causare marciumi.

Il luogo prescelto va lavorato fino a una profondità di circa 30 cm per facilitare lo sviluppo dei tuberi, incorporando, se necessario, compost maturo o letame ben decomposto per migliorarne la fertilità.

I tuberi vanno piantati a una profondità di circa 10-15 cm, mantenendo una distanza di 30-45 cm tra un tubero e l’altro sulla stessa fila. Se si coltiva su più file, lasciare uno spazio di 50-60 cm tra una fila e l’altra.

Cure successive al trapianto

  • Annaffiatura: immediatamente dopo il trapianto, bagnare abbondantemente per assestare il terreno e favorire l’attecchimento delle radici. Durante la crescita, mantenere il terreno umido ma non inzuppato, specialmente nei periodi caldi e secchi.
  • Diserbo: rimuovere regolarmente le erbacce, che potrebbero competere con la pianta di topinambur per acqua e nutrienti.
  • Rincalzatura (opzionale): quando le piante sono cresciute, è possibile effettuare una leggera rincalzatura (accumulare terra alla base del fusto) per favorire la formazione di nuovi tuberi.
  • Supporto (in caso di vento): dato che può raggiungere altezze considerevoli, in zone ventose potrebbe essere utile fornire alla pianta di topinambur un tutore per evitare che i fusti si pieghino o si spezzino.

Come già detto, il topinambur è una pianta molto vigorosa e tende a diffondersi rapidamente nel terreno, per cui, se non si desidera che si espanda in modo incontrollato, sarebbe meglio piantarla in contenitori grandi o in un’area ben delimitata.

Ubicazione stagionale

La pianta di topinambur è piuttosto adattabile in fatto di clima, ma per una crescita ottimale e una buona produzione di tuberi, le temperature ideali sono comprese tra i 15 e i 25°C.

Durante la crescita estiva, temperature superiori ai 30°C possono rallentare la crescita e ridurre i raccolti; in inverno, è preferibile mantenere temperature comprese tra i 5 e i 10°C per favorire la dormienza delle radici.

I tuberi sono piuttosto resistenti al freddo e possono rimanere nel terreno anche con temperature sotto lo zero, ma in regioni molto fredde è consigliabile coprire il terreno con uno strato di pacciamatura per proteggerli dal gelo intenso.

In generale, possiamo affermare che il topinambur prospera in un clima temperato, con estati calde ma non eccessivamente torride e inverni non troppo gelidi (con eventuale protezione dal freddo troppo intenso per i tuberi nel terreno).

Raccolta

La raccolta del topinambur avviene principalmente in autunno e per tutto l’inverno, generalmente da ottobre/novembre fino a marzo/aprile, a seconda del clima e della zona geografica.

Il momento ideale per iniziare la raccolta è quando la parte aerea della pianta (fusti e foglie) ingiallisce, appassisce e si secca completamente dopo la fioritura e le prime gelate. In questa fase, la pianta ha completato il suo ciclo vegetativo e ha trasferito tutte le energie nei tuberi sotterranei, che saranno pieni e saporiti.

Come si raccoglie il topinambur

La raccolta del topinambur è abbastanza semplice, ma richiede un po’ di attenzione per non danneggiare i tuberi.

  1. Tagliare la parte aerea: una volta che i fusti sono secchi, si tagliano a circa 10-15 cm dal terreno. 
  2. Scavare delicatamente: il topinambur forma i tuberi a una profondità relativamente superficiale (nei primi 20-30 cm di terreno) e tende a diffondersi lateralmente. Con una forca da giardino, o una vanga, si smuove il terreno a una certa distanza dallo stelo principale (circa 20-30 cm) per evitare di tranciare i tuberi, poi, una volta smossa la terra, staccare questi ultimi con delicatezza. Essendo irregolari nella forma, i tuberi possono essere un po’ difficili da trovare e separare dal terreno. Il topinambur è molto prolifico e ogni piccolo frammento di tubero lasciato nel terreno germoglierà l’anno successivo, per cui, se non si vuole che si diffonda in modo incontrollato, bisogna cercare di raccogliere il maggior numero possibile di tuberi.
  3. Pulizia: una volta raccolti, i tuberi avranno della terra attaccata, quindi si possono spazzolare delicatamente per rimuovere quella in eccesso. Evitare di lavarli se si intende conservarli per più di qualche giorno, poiché l’umidità può favorire il marciume. 

A differenza delle patate, il topinambur non si conserva a lungo una volta raccolto, soprattutto a temperatura ambiente (circa 1-2 settimane). L’ideale è conservare i tuberi in un luogo fresco, buio e leggermente umido, come una cantina, in sacchi di iuta, dove possono durare anche qualche mese. L’ideale sarebbe comunque lasciarli nel terreno e raccoglierli man mano quando servono.

Malattia e cure

Il topinambur è una pianta generalmente molto resistente e poco soggetta a gravi malattie o attacchi di parassiti, il che lo rende ideale per la coltivazione biologica e per chi cerca un ortaggio a bassa manutenzione. Tuttavia, come tutte le piante, può essere occasionalmente colpito da alcuni problemi, soprattutto se le condizioni ambientali non sono ottimali.

Malattie fungine

Macchia bruna (o marciume delle foglie)

È una delle malattie fungine più significative che può colpire il topinambur e si riconosce per le macchie brune o necrotiche su foglie e steli, che possono portare all’ingiallimento, all’appassimento e, nei casi gravi, alla morte della pianta. 

Favorita da clima caldo e umido, scarsa circolazione dell’aria e terreni mal drenati, la patologia si contrasta con una buona circolazione dell’aria, irrigazione alla base della pianta (evitando di bagnare le foglie), rotazione delle colture, rimozione delle parti colpite. In casi gravi, si possono usare fungicidi specifici.

Oidio 

Si riconosce per la presenza di una patina biancastra e polverosa su foglie e steli, che può ostacolare la fotosintesi, rallentare la crescita e ridurre la produttività.

Si tratta di una malattia che compare spesso in caso di umidità elevata e temperature miti e si combatte migliorando la circolazione dell’aria, evitando eccessi di azoto, innaffiando correttamente. Trattamenti con zolfo o prodotti a base di rame (per l’agricoltura biologica) possono essere efficaci.

Marciumi radicali/dei tuberi

Causati da funghi che attaccano le radici e i tuberi, provocano ingiallimento delle foglie, appassimento della pianta di topinambur, ammorbidimento e marciume dei tuberi sotterranei.

Le condizioni favorevoli al problema sono i terreni pesanti, compatti e con ristagni idrici, per cui garantire un ottimo drenaggio del terreno ed evitare eccessi idrici sono gli strumenti più efficaci di prevenzione.

Parassiti

Afidi

Sono piccoli insetti che si nutrono della linfa della pianta di topinambur, soprattutto sui germogli teneri e sul lato inferiore delle foglie. Ciò causa foglie arricciate, deformate, presenza di “melata” (sostanza appiccicosa) che può favorire lo sviluppo della fumaggine (un fungo nero).

Gli afidi possono essere controllati con getti d’acqua, sapone di Marsiglia diluito o insetticidi naturali (come olio di neem). Spesso, i loro predatori naturali (coccinelle, sirfidi) aiutano a tenerli sotto controllo.

Acari (come il ragnetto rosso)

Invisibili a occhio nudo, si notano per i danni che provocano ossia: piccole puntinature gialle sulle foglie, sottili ragnatele sul lato inferiore delle foglie stesse, ingiallimento e deperimento della pianta.

Agevolati da climi caldi e secchi, si contrastano mantenendo un’adeguata umidità dell’aria e tramite trattamenti a base di sapone di potassio o acaricidi specifici.

Larve di insetti terricoli

Alcune larve di mosche o coleotteri che vivono nel terreno possono danneggiare i tuberi creando al loro interno fori o gallerie e rendendoli, tra l’altro, più suscettibili a marciumi secondari. 

La prevenzione consiste nella rotazione delle colture e nella lavorazione del terreno prima della messa a dimora.

Topi e roditori

Anche se non sono una malattia o un parassita in senso stretto, possono rappresentare un problema significativo, anche difficile da gestire.

Trappole, barriere fisiche o la presenza di predatori naturali (come i gatti) possono aiutare a scoraggiare questi ospiti indesiderati.

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